BRUNO BERTI

(foto tratta da 100MILA CANESTRI)

 

Nato a:

il:

Stagioni in Virtus: vicepresidente dal 1976 al 1989

FRANCESCO BERTOLINI

(foto tratta da bologna.repubblica.it)

Nato a: Bologna

il: 15/08/1955

Stagioni in Virtus: 2015/16

 

PROFILO

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Proprietario con Antonio Longhi della Sinudyne, l'azienda di Ozzano dell'Emilia, che sponsorizzò le V nere dal 1973/74 al 1982/83, Bruno Berti divenne nel 1976 vicepresidente e mantenne la carica per oltre un decennio.

VIRTUS È SINUDYNE

di Mar. Bar. - Giganti del Basket - Luglio 1973

 

Benvenuta Sinudyne! Au revoir e grazie Norda. La Virtus cambia sigla. Per la prima volta da che esiste (a parte un meteorico e ormai dimenticato connubio con la "Gazzoni"), il vecchio sodalizio bolognese si "sposa" con una ditta delle sue parti. Bruno Berti, fondatore della Sinudyne e suo attuale presidente, è il pronubo di tanto "affare". L'ispiratore? Nientemeno che Guidino Borghi, amicone di Berti e, en passant, a lui legato da stretti rapporti di lavoro.

Ma in un abbinamento cestistico bolognese - è ovvio - non poteva mancare il risvolto gastronomico. Berti frequentava e frequenta, come tutti gli amanti della buona tavola, il ristorante "All'Abbadia", uno dei covi  abituali della famiglia bianconera. Imparò che la squadra, dall'anno prossimo, sarebbe stata "libera". Si lasciò tentare da un "mo di ben so, perché non ti abbini te?" di Cesare Boldrini, il gestore. Centellinò più a lungo del solito un sorso di sangiovese. Chiese consiglio e fu fatta.

Adesso, prima ancora che tutto cominci, son già tutti soddisfatti. Dal clan dirigenziale di via Ercolani (purtroppo dolorosamente colpito proprio in un momento così lieto dal tragico incidente automobilistico di Imola), ai tifosi che vedono di buon occhio il matrimonio in famiglia, allo stesso Berti, fierissimo ed entusiasta di questa nuova esperienza.

Cosa vuole - dice- sino ad ora abbiamo fatto solo pubblicità in maniera tradizionale. Giornali, radio, TV. Un carosello dura tre minuti e costa quel che non si può. Un campionato dura sei mesi. Una trasmissione televisiva un'ora. Sarò un profano, ma a me sembra un'ottima inziativa.

Ma lei è veramente digiuno di cose cestistiche?

Ma no, ma no: come si fa, a Bologna, a non sapere cosa sia il basket? E poi crede che non ci sia passato anch'io dal campetto di Santa Lucia?

Ha intenzione di fare un'apparizione a breve termine nel basket o di restarci a lungo?

Guardi, ho intenzione di restare per non meno di cinque anni. Se no che senso avrebbe un'iniziativa del genere? Allora sì che tanto varrebbe fare dei caroselli. Da quest'esperienza non mi aspetto risultati "immediati", a botta e risposta. No, la vedo bene proiettata nel futuro, quando le migliaia di giovani che ora amano il basket e che, io spero, un giorno ameranno la "Sinudyne", diverranno potienziali acquirenti dei nostri prodotti.

Ma quella fra la Sinudyne e la Virtus è stato un matrimonio sofferto?

Macchè sofferto! Amore a prima vista. Credo di non averci pensato su neanche un momento.

Da nuovo arrivato, si sente già in grado di muovere critiche al mondo del basket italiano?

No, sarei un presuntuoso. Ma un primo appunto, forse perché interessa molto da vicino le ditte abbinate, lo potrei già fare: a mio parere il campionato è ancora troppo corto. Occorrebbe almeno un mese di attività ufficiale in più.

Dunque lei "crede" in un abbinamento cestistico?

Certo, se non non l'avrei fatto. Peccato che la pallacanestro abbia margini di diffusione più accentuati al nord. Mi piacerebbe poter "entrare" dovunque. Guardi, per dirne una, fra le piazze più difficili per la mia ditta c'è proprio Bolotna. Credo che col "cavallo di Troia" della pallacanestro riuscirò a fare parecchie "conquiste".

Ma se l'offerta di abbinamento le fosse venuta, per esempio, da Varese?

Non so se avrei accettato. O comunque lo avrei fatto con minor entusiasmo. Sono troppo legato alla mia terra. Guardi, per usare una parola grossa, mi piacerebbe che il basket bolognese arrivasse, un giorno, ad una sorta di autarchia. tante grazie a chi lo ha aiutato fino ad ora, d'ora in poi vogliamo dimostrare che le cose in grande le sappiamo fare anche senza l'apporto di nessun altro. Tutto fatto in casa, insomma.

Lei sembra un tipo con le idee molto chiare. Ma à vero, tanto per dare un esempio della sua sicurezza negli affari, che la Sinudyne esporta televisori anche in Germania (che sarebbe come se dalla Germania mandassero arance in Italia)?

Come no. D'altra parte la nostra attività produttiva è tanto all'avanguardia che moltissime altre ditte italiane chiedono aiuto, e materiale, per poter uniformarsi alle nostre tecniche.

Pare che alla Sinudyne sia stata abolita la catena di montaggio...

Certo, ed è aumentata la produzione. Ora ogni operaio svolge la sua opera in perfetta autonomia. Al limite si potrebbe giungere anche alla "liberalizzazione" degli orari. Altro che catena obbligata di montaggio! Una volta, e altrove accade ancora, non ci si poteva muovere neanche per andare al gabinetto...

Quand'ha iniziato la sua attività?

Nel '45. Subito dopo la fine della guerra. Avevo imparato a maneggiar valvole e cavi sotto le armi. Iniziai rielaborando residuati bellici. La mia "materia prima" era costituita da capsule dei proiettili antiaerei americani.

E che ne faceva?

Radio, naturalmente. Misi in piedi un'officina in via Ghisagliera (io sono bolognese, bolognesissimo). Nel '54 riuscimmo a costruire i primi apparecchi televisivi. Allora davo ancora il mio contributo manuale. Nel '59 arrivammo finalmente qui, ad Ozzano. Ora, complessivamente, ho 450 dipendenti. La produzione col nuovo sistema "modular" è aumentata del 40 per cento.

E il basket bolognese che "incremento" potrà avere dal suo abbinamento?

Guardi, per me, porterei qui anche Meneghin. Si chiama così...?