STAGIONE 1974/75

 

John McMillen, Bertolotti, Serafini, Tom McMillen, Tommasini, Benelli, Peterson

Bonamico, Antonelli, Valenti, Violante, Albonico

 

Sinudyne  Bologna

Serie A1: 4a classificata nella prima fase su 14 squadre (18-26)

poule finale: 4a classificata su 8 squadre (8-14)

Coppa Korac: qualificata negli ottavi di finale (1-2); 3a classificata nel girone dei quarti di finale su 4 squadre (3-6)

 

FORMAZIONE
Luigi Serafini (cap.)
Renato Albonico
Massimo Antonelli
Loris Benelli
Gianni Bertolotti
Marco Bonamico
Francesco Cantamessi
Tom McMillen
Aldo Tommasini
Piero Valenti
Roberto Violante
Riserve: Pietro Generali, Marcello Buzzetti
 
Allenatore: Dan Peterson, vice John McMillen

 

Partite della stagione

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

L’entusiasmo per una squadra in crescita, che l’anno precedente ha vinto la Coppa Italia e ha scalato un altro gradino in campionato giungendo quinta, viene alimentato notevolmente dall’arrivo a Bologna, a sostituire l’amatissimo Fultz, dell’asso Tom Mc Millen (uno dei suoi fratelli ha già giocato in Italia e il cugino John è il vice di Peterson), che dopo grandi cose all’high school e all’Università di Maryland fa il pendolare Bologna Oxford per un anno prima di una lunga carriera nell’NBA. Conserva ancora con 30 punti a partita (29,94 nella stagione tenendo conto anche della Coppa e addirittura 30,53 nel solo campionato) la migliore media per un giocatore nella lunga storia della Virtus.

La stagione comincia benissimo, 6 vittorie consecutive nette con scarti oscillanti tra gli 8 e i 25 punti, quest’ultimo registrato alla quinta giornata nel derby contro la Fortitudo, quando Tom realizza 37 punti e Serafini 26. E’ proprio Gigi il compagno che più beneficia della vicinanza di Mc Millen, contrariamente ai timori che due giocatori di due metri e dieci in campo potessero non essere funzionali. Arrivano poi tre sconfitte, una doppia a Milano contro Olimpia e Mobilquattro, particolarmente pesante quest’ultima con un meno 30 al passivo, e quella casalinga contro Cantù, nonostante i 42 punti di Mc Millen. La vittoria casalinga contro Udine precede la chiusura del terribile ciclo contro le lombarde, con un’altra sconfitta a Varese; purtroppo però non terminano le partite perse, c’è subito un’altra trasferta negativa a Siena. Poi la Virtus infila una striscia di tre vittorie, contro Mestre (Mc Millen 46), contro la Reyer Venezia sul neutro di Vicenza e in casa su Napoli, prima di una nuova sconfitta a Rieti. 41 punti di Mc Millen trascinano la Virtus alla vittoria su Roma, prima di una sonora batosta subita nel derby. Poi la Virtus chiude con una sola sconfitta, a Udine, nelle ultime otto partite, performance particolarmente significativa considerando che 5 delle 7 vittorie vengono con le squadre che insieme alla Virtus occupano i primi 6 posti della classifica, ovvero quelli che danno l’accesso alla poule scudetto insieme alle prime due squadre di A2. In particolare cadono a Bologna le due milanesi, Varese e Siena, mentre Cantù (priva a onor del vero di Marzorati) è battuta a domicilio dopo due supplementari, con un meraviglioso Tom Mc Millen che realizza 44 punti. Da segnalare all’ultima giornata la vittoria a Castelfranco Veneto contro il Duco Mestre, soprattutto per i 50 punti dell’asso americano. Quarto posto finale per i bianconeri; la poule scudetto vedrà una Virtus battuta solo una volta a Bologna, da Varese, ma vincente solo due volte in trasferta, a Torino e Siena. I due maggiori acuti, oltre alla vittoria sul sempre ostico campo toscano, sono le due vittorie casalinghe alla prima giornata contro l’Olimpia 73-72 e all’ultima contro i neo campioni d’Italia di Cantù, che gungono a Bologna dopo la conquista matematica del titolo. Proprio in questa partita, vinta dai bianconeri 103-91, mentre un lungo applauso saluta l’ultima apparizione italiana di Mc Millen, nessuno può immaginare che l’anno dopo, a parti invertite, sarà la Virtus neo campione a perdere l’ultimo ininfluente match a Cantù.

In Coppa delle Coppe, negli ottavi, la pesante sconfitta esterna 114-94 contro il Maccabi Ramat Gan è ribaltata con un +26 casalingo. Nel girone dei quarti di finale la Virtus giunge solo terza in un girone a 4 con Spartak Leningrado (che poi vincerà la Coppa), Jugoplastika Spalato e Moderne Le Mans. La formula prevede l’assegnazione dei due punti in classifica a chi prevale nel doppio confronto e i bianconeri, sempre vincenti in casa e sconfitti fuori, pagano i passivi subiti a Leningrado e Spalato. Nel dettaglio il campionato comincia contro la Canon Venezia davanti a 8000 spettatori. Tom McMillen segna 37 punti (record di giornata) e cattura 17 rimbalzi, conducendo le V nere al successo 82-68. Fuori dal palazzo un auto attende l'americano per portarlo a Malpensa da dove poi volerà a Londra, per poi tornare a raggiungere i compagni il mercoledì a Napoli, dove la Sinudyne vince 70-84. McMillen riparte per l'Inghilterra per poi tornare il venerdì a a Bologna, dove c'è da preparare la gara contro la Brina Rieti, sconfitta 88-80. Arriva poi il successo a Roma sull'IBP, 63-80, con molti applausi del pubblico capitolino per l'americano bianconero. Arriva l'attesissimo derby in casa Fortitudo: è un trionfo degli uomini di Peterson, che vince nettamente il confronto con il collega Nikolic, ma è soprattutto McMillen, con 37 punti e 18 rimbalzi, a surclassare nettamente l'americano dell'Alco, De Vries, che conclude la gara mestamente con 5 falli, gli ultimi due sono addirittura degli sfondamenti. Sesto successo consecutivo contro il Brill: McMillen segna solo 21 punti, ma i suoi giochi a due con Serafini ne fanno segnare 23 a Gigi. A Milano contro l'Innocenti i bolognesi non sfigurano, ma arriva la prima sconfitta, 96-85, nonostante i 35 punti di Tom. Sette giorni dopo la squadra petroniana è di nuovo a Milano per incontrare stavolta la Mobilquattro dell'ex Pierangelo Gergati. È una disfatta, 102-72 per i milanesi trascinati dai 47 punti di Jura. Nella squadra felsinea si salva solo il solito McMillen, con 11 su 19 al tiro. Intanto parte una crociata degli allenatori italiani contro gli allenatori stranieri, due dei quali sono proprio a Bologna (il terzo è Landa a Cagliari).  Tra i promotori della protesta c'è Taurisano, allenatore di Cantù, prossima avversaria dei bolognesi. Non viene quindi preso molto bene il suo gesto con il simbolo di vittoria che esibisce al termine della gara vinta dai lombardi 90-96. McMillen, con il suo 20 su 29 al tiro (più 10 rimbalzi) e i suoi 42 punti, di cui 30 nel primo tempo non può evitare la sconfitta. Mentre il presidente Fiero Gandolfi tuona contro l'allenatore canturino, sostenendo che la Virtus comincia ad essere minacciosa per le tre lombarde, Milano Olimpa, Cantù e Varese, si pensa già alla gara contro Udine. È la sfida tra McMillen e Mc Daniels, due veri fuoriclasse. Tom segna 32 punti, ma al successo bolognese per 91-74, contribuiscono anche Antonelli con 18, Bertolotti con 16, Serafini con 14 e Albonico con 9: un'eccellente prova di squadra dopo 3 sconfitte. A Varese la Virtus resiste fino agli ultimi minuti poi cede 99-87. Ottimo McMillen con 29 punti e 22 rimbalzi., anche se sbaglia qualche tiro nel finale. Inizia l'avventura in Coppa delle Coppe: per gli ottavi c'è da affrontare la seconda squadra di Tel Avi, il Ramat Gan. I bolognesi, sebbene McMillen segni 32 punti, vengono surclassati e la gara termina 114-84 in un'arena da 12000 in festa. A Siena arriva la sesta sconfitta nelle ultime sette gare (considerando anche la coppa), 84-79. Cominciano i mugugni, ma fortunatamente si torna subito in campo per il ritorno contro gli israeliani. La Virtus, trascinata da un grande Serafini (30 punti) recupera minuto dopo minuto i 20 punti di scarto, ma al 3' del secondo tempo McMillen affronta minacciosamente Cheatman, che lo colpiva da parecchi minuti, espulsione per entrambi. Nel parapiglia il vice allenatore ospite scivola, sbatte la testa e rimane a terra (a fine gara la squadra israeliana proverà a sostenere che il danno era stato provocato da una moneta lanciata dagli spalti, ma la furbata non riesce. Dieci minuti dopo espulsione anche per Antonelli, reo di aver protestato. Albonico, imbeccando Bertolotti e Serafini, permette alla Sinudyne di vincere 88-62 e di passare il turno. Contro il Duco Mestre, prima domenica senza fumo al palasport dopo l'ordinanza comunale, i bolognesi vincono 94-82. Nelle file mestrine brilla Villalta, 29 punti, ma la sua luce è offuscata da uno strepitoso McMillen, 46  punti, con 18 su 24 al tiro, 10 su 14 ai liberi e 11 rimbalzi. Inizia il girone di ritorno e la Sinudyne vince a Venezia 77-88 e batte Napoli 96-82. L'ultima gara del 1974 è il 29 dicembre a Rieti e gli emiliani perdono 82-76. Il 5 gennaio arriva a Bologna l'IBP di Bianchini; sindrome influenzale tra i bianconeri, ma McMillen è in gran forma, 41 punti per il 93-77 finale (al 15' l'americano di Bologna era già a quota 26). Nel girone di Coppa la Virtus è finita con due colossi, lo Spartak Leningrado e la Jugoplastika; il gruppo è completato da Les Mans. Si comincia con una eterna trasferta a Leningrado, 32 ore di viaggio per arrivare a -22°. Tra uno scalo e l'altro McMillen ha perso le sue scarpe personalizzate (arriveranno in tempo per la partita). In allenamento Tom gioca con le scarpe prestate da Belov, il giocatore che aveva segnato il canestro decisivo alle olimpiadi del 1972: gli Stati Uniti con McMillen avevano vinto 49-48, ma l'invasione di 2 tifosi fece sì che il cronometro fu portato indietro di 3 secondi, sufficienti ai sovietici per costringere gli americani alla medaglia d'argento, che però non andarono a ritirare per protesta. La Virtus parte sotto 10-0, poi va  ameno 15, 33-18, torna ai dieci punti di disavanzo a metà gara, 47-37. Con il grande apporto di McMillen (30 punti) e Serafini (20), i bolognesi arrivano anche a meno 6, 66-60, ma poi cedono di schianto e un parziale di 27-10 li costringe a soccombere 93-70. Dopo i 20 punti presi a Tel Aviv i 23 di Leningrado. Il lungo viaggio di ritorno prosciuga le energie dei bianconeri che perdono il derby, 67-83. McMillen segna 22 punti, ma Ron De Vries ne realizza 29 con 18 rimbalzi. C'è il ritorno contro lo Spartak e siccome i punteggi del girone si assegnano sul doppio confronto, occorre ribaltare il meno 23 dell'andata. Il primo tempo si chiude 33-31, poi i bolognesi si portano via via sul 5-37, sul 51-41 e sul 65-52, ma la rimonta non riesce, finisce 69-58, con 28 punti di McMillen. Da segnalare i 10 punti di Benelli. In campionato si va a Cagliari e c'è la sfida McMillen - Sutter. Per l'americano del Brill 27 punti e 20 rimbalzi, mentre Tom ne segna 38 con 17 rimbalzi e trascina i suoi al successo 80-85. Una Virtus non brillante batte 85-64 Les Mans, ma Peterson si arrabbia: sopra di 26 nel timeout ha invitato i suoi giocatori a congelare il gioco, con l'unico risultato di vederli al ritorno in campo subire un parziale di 0-5. 33 punti di McMillen e 22 di Serafini. La Sinudyne gioca molto meglio contro l'Innocenti davanti ad 8000 persone: le V nere vincono 76-72, rispettivamente con 28 e 22 punti dei soliti due. Ne segna 10 Bertolotti e 6 un applauditissimo Bonamico. Al termine il pubblico locale porta in trionfo Peterson. Il ritorno in terra di Francia viene perso dalla squadra petroniana 89-88 dopo avere lungamente condotto, ma il doppio confronto è salvo. Questa volta Tom e Gigi scrivono 35 e 28. si torna alle vicende italiche e la Mobilquattro di coach Guerrieri viene battuta 90-78, dopo un'entusiasmante duello tra McMillen Jura, 32 punti a testa. Contro la Jugoplastika occorrerebbe vincere con un buono scarto in vista del ritorno, ma McMillen segna "solo" 24 punti, Serafini addirittura solo 8, Bonamico è condizionato dai falli e per fortuna che ci sono i 24 di un grande Bertolotti e i 13 di Benelli, così la squadra di casa vince 81-78. A Cantù (con la squadra di casa priva di Marzorati) la Virtus vince 99-102 dopo due supplementari: stupendo McMillen, 44 punti, con 17 su 22 al tiro. Molto bene anche Serafini, 18 punti, Bertolotti, 17 (per Gianni anche il record di tiri liberi realizzati in sequenza per il campionato italiano, 23), e Albonico 12. A Spalato "scompare" il commissario FIBA svizzero e viene sostituito dal vice presidente della federazione jugoslava e anche l'arbitro tedesco non arriva. O si arbitra con un direttore di gara jugoslavo o la partita viene spostata a venerdì. Porelli sportivamente accetta l'arbitro di casa Skaro che affianca il rumeno Chiraleu. La Sinudyne perde 87-74 e deve abbandonare la Coppa delle Coppe. Il contraccolpo si avverte anche in campionato, la squadra di Peterson perde 88-76 a Udine, con i friulani trascinati da Mc Daniels e Malagoli, 34 punti a testa; per il primo anche 29 rimbalzi, per il secondo 15 su 19 al tiro. Contro Varese McMillen segna 23 punti, ma si distingue soprattutto come difensore, limitando Morse a 23, lui abituato solitamente a quota 40; buona anche la prova di Serafini, 21 punti. Contro Siena in panchina come vice c'è l'allenatore delle giovanili Agostino Dovesi, che sostituisce John, messo fuori causa da Tommasini in allenamento. Al posto di Valenti, infortunato alla caviglia, c'è il sedicenne Cantamessi. Ultima di stagione regolare a Mestre: Villalta gioca un'altra buona gara, 22 punti, ma McMillen fa ancora meglio che all'andata, 50 punti. Purtroppo Serafini, ricadendo su un piede di Villalta s'infortuna alla caviglia. Per la Poule scudetto si qualificano le prime 6 di A1, Varese, Cantù, Innocenti Milano, Virtus, Mobilquattro Milano e Siena, per la A2 Forlì e Torino. Debutto contro l'Innocenti senza Serafini e Valenti, stavolta appiedato da una stomatite. Partono a razzo i bianconeri, 10-0, trascinati da Bertolotti e McMillen. Con il quintetto composto da loro due e Violante, Bonamico e Albonico le V nere si portano sul 60-52, ma i milanesi reagiscono e sorpassano, 69-70. Sono due canestri di McMillen (32 punti e 25 rimbalzi) a dare il successo ai bolognesi, 73-72. A Siena Tommasini gioca (bene 3 su 3 al tiro) con una maschera protettiva per proteggere il naso colpito duramente in allenamento. I bolognesi avanti 30-40 al 24', subiscono un incredibile parziale di 29-2 e perdono 66-51. Contro la Mobilquattro i bolognesi vendicano i 30 punti presi nella gara di Milano nella stagione regolare: vincono di 33, 100-67, con 31 punti di McMillen, 19 di Antonelli, 16 di Bonamico e 14 di Benelli. Ancora priva di Serafini (che riappare in panchina ma non può dare il suo contributo) la Sinudyne perde 87-80 a Varese. Con Serafini menomato, con McMillen reduce da alcuni passati con la schiena bloccata (autore comunque di 2 1 punti), senza Bonamico, rimasto a Bologna per un problema alla caviglia, i protagonisti a Torno contro il Saclà sono Albonico, 12 punti con 5 su 6, Violante, 8 punti con 4 su 5 e un immenso Bertolotti, 17 pnti con 8 su 11. Bologna vince così 79-83. Contro la Jollycolombani Forlì franco successo 97-84, con 33 punti di Tom, 21 di Bonamico, 20 di Bertolotti e 13 di Benelli. La contemporanea sconfitta dell'Innocenti nel derby proietta Bologna al terzo posto solitario. A Cantù la Virtus va avanti 22-30, con il redivivo Serafini (partito con un 4 su 4, saranno poi tutti gli 8 punti della sua gara, e 10 rimbalzi), ma poi i bolognesi subiscono un 15-0 e la Forst, sulle ali di Recalcati e Marzorati, rispettivamente 32 e 30 punti, perde nettamente 112-87, nonostante i 25 punti di McMillen. Inizia il girone di ritorno a Milano sponda Innocenti e i bolognesi perdono 91-86. McMillen segna 27 punti ma da fuori ha dìsolo 4 su 13 e, così, il migliore è Albonico, autore di 13 punti e illuminante in regia. Vengono poi le vittorie su Siena, 70-61, a Milano contro la Mobilquattro, 83-88, la sconfitta di misura, 73-71, a Varese contro l'ignis neo campione d'Europa, poi ancora il successo sul Saclà, 76-63 la gara persa a Forlì, 104-95, nonostante i 38 punti di McMillen, All'ultima giornata arriva a Bologna la Forst Cantù, già matematicamente campione. La Virtus vince 103-91, un magnifico Bertolotti segna 31 punti, ma la festa è per l'ultima gara di McMillen, autore di 32 punti, e applaudito per due minuti quando esce a pochi secondi dalla fine. Le V nere sono quarte, a pari merito con la terza, l'Innocenti Milano.

27 ottobre 1974 Tom McMillen segna 37 punti nel derby vinto dalla Virtus per 91 a 66 in casa Fortitudo.

SINUDYNE ALLA FASE DI MESSA A PUNTO

La squadra di Dan Peterson punta sull'americano McMillen

di Franco Vannini - 25/08/1974

 

Le novità del basket bolognese sono parecchie e di indubbio interesse sul piano squisitamente tecnico. È anche vero che si tratta di novità costose e che sicuramente si ripercuoteranno sul prezzo del biglietto d'ingresso al Palasport nella prossima stagione.

Alco e Sinudyne, per vie diverse, stanno cercando di raggiungere una dimensione di società e squadra più consistente. La Sinudyne ha dato piena fiducia all'allenatore Dan Peterson che, da buon conoscitore di cose cestistiche, ha suggerito la strada tecnica per impostare una squadra di prestigio. È riuscito a proporre una sostanziosa novità sostituendo il giocatore straniero Fultz, con, un americano sul m 2,10 che è fra i giocatori più prestigiosi d'America, che è stato incerto se passare professionista dietro un compenso favoloso o tentare l'avventura europea (comunque sempre con un compenso favoloso): ha optato per quest'ultima, volendo studiare ad Oxford e trasferirsi settimanalmente a Bologna. Sarà un pendolare del basket, ma crediamo che sulle modalità di questo andirivieni si discuterà più precisamente nei prossimi giorni, quando il giocatore arriverà a Bologna.

Quel che adesso conta è l'indubbio valore di Tom McMillen. È alto, si è detto, m. 2,10, ha 22 anni, le statistiche parlano che nell'ultima sua stagione ha avuto una percentuale nelle realizzazioni su azione del 52 per cento. Quando annunciò la sua decisione di venire in Europa e di non passare professionista, fu organizzata una conferenza stampa perché l'avvenimento meritava tanta pomposità. Il dettaglio testimonia dell'importanza del personaggio e della sua personalità. Appunto sulla personalità di McMillen alla Sinudyne fanno gran conto per introdurre nell'intera squadra una diversa mentalità per fare crescere anche i compagni di squadra. Se effettivamente il costoso dilettante McMillen riuscirà a determinare questa condizione, la Sinudyne compirà quel balzo di qualità che sta cercando in una stagione che la vedrà impegnata anche a livello internazionale.

A parte lo straniero, è stato anche ritoccato il resto della squadra. Partito Gergati sono arrivati alcuni giovani per adesso definiti "interessanti": si tratta in particolare del pivot Tommasini (che è sui m. 2,09) e del playmaker Violante.

Per la Sinudyne non dovrebbero sussistere problemi sui rimbalzi potendo contare su: McMillen m. 2,10, Serafini m. 2,10, Tommasini m. 2,09, inoltre elementi collaudatissimi come Bertolotti e Benelli sono sui 2 metri. Dunque, in teoria la Sinudyne di quest'anno potrebbe giocare un ruolo di primaria importanza. Serafini ha acquisito la necessaria esperienza e nelle sedute mattutine che in questi giorni si svolgono al palasport pare aver trovato già un'ottima condizione di forma. La presenza (e gli insegnamenti) di McMillen dovrebbero completarlo.

...

 

 

Virtus schierata a Leningrado in Coppa delle Coppe: McMillen, Tommasini, Benelli, Bertolotti, Bonamico, Violante, Antonelli, Valenti, Albonico, Serafini

DAN CANTA, ASA RITMA, BOLOGNA SPERA

di Gianfranco Civolani - Giganti del basket - Ottobre 1974

 

Sessanta milioni di abbinamento, duecentottanta di incassi-abbonamenti netti, una cospicua dotazione patrimoniale. Gigi Porelli, nume Sinudyne, verifica che nell'arco di una stagione ci sono in cassa quattrocento milioni da spendere. Già, ma come spenderli? In giocatori, dice l'uomo della strada. E invece no, Porelli riesce nella mirabile impresa di non spendere una lira in giocatori (settantcinque milioni fra Tommasini e Violante, ma settantacinque milioni bilanciati dalle cessioni di Gergati e di Natali, nonché dai prestiti di Martini e Pedrotti). Io i quattrini li profondo in strutture, io insomma li investo, tuona il nume e i fans gli fanno eco senza osare fare una piega. In effetti il fenomeno Virtus a Bologna è un fenomeno viscerale. C'è una sola cosa che interessa alle masse, la Virtus, abbinata non importa con chi. E se putacaso in questa Virtus ci vengono a giocare Marzoati e Bisson, tanto meglio, altri abbonati a raffica. Ma va benissimo se ci vengono a giocare anche solamente Tommasini e Violante. Va benissimo perché di Vu nera ce n'è una sola, dicono qui in città, e la Virtus è una fede, è una bandiera, è un dogma...

"Io i quattrini li investo comprando giovani talenti, li investo spendendo duecento milioni per costruire un paio di palestre, li spendo creando una scuola di basket, li investo facendo spettacolo al Palasport, montando un tabellone luminoso che è la fine del mondo, numerando quasi tutti i posti, facendo basket-Barnum..." esplode Porelli.

Il nume tuona e cerca consensi. Umberto Pepoli annuisce di botto e gli astanti guardano Porelli e opinano che sarà il caso di marciare su quella lunghezza d'onda. In realtà Porelli è un vulcano che produce idee a getto continuo. La più parte di quelle idee sono buone e quelle balorde sono ammantate di suadente dialettica, sono calate in terra con lo spadone, sono insomma porte con il contrabbasso del retore scaltrito dal foro.

Questo Porelli oltretutto ha la grande qualità di saper curare a meraviglia le pubbliche relazioni che gli interessano, di saper fare il buio e il controbuio da pokerista incallito, di conquistarsi sempre la fiducia del potentato economico e quindi di trovar soldi e di acquistar credito. Parliamoci chiaro: oggi la Virtus è un pozzo di San Patrizio. Si naviga nell'oro, le strutture ci sono e non ci sono, ma sicuramente ci saranno e dunque si preparano le tappe dei paradisi di gloria. Io magari obietterei che in questa Virtus manca un play (Caglieris?), ma Porelli da quest'orecchio non ci sente, preannuncia sfracelli inenarrabili al Palasport ("Nessuno ci batterà a casa nostra!") e nel frattempo realizza il capolavoro-McMillen.

Vi faccio grazia dei particolari dell'operazione. Credetemi sulla parola: Tom McMillen è un po' l'opera omnia di Potelli, la sua missione speciale, il suo gioiello. Se ne va John Fultz, grande talento, gran giocatore, un tipo che resterà scolpito nella memoria. E allora? Possibile che un gran giocatore debba fare fagotto? Possibile. Porelli e Peterson programmano l'operazione salto di qualità e per portare avanti questa operazione serve un uomo che misuri due metri e dieci e che abbia la mano fatata. McMillen vanta referenze formidabili. negli ultimi due anni ha spopolato. In tandem con Serafini promette di fare cose spaziali. Queste cose spaziali non serviranno per vincere lo scudetto. Perché non serviranno: perché Bertolotti è una grossa ala e se Bertolotti passa esterno-dietro, all'ala ci va Benelli e mi sa che il pur bravo Benelli non sia ala alta da squadra da scudetto. E perché Antonelli, Albonico e Violante a mio parere non offrono al collettivo una garanzia solida sul tiro da dietro, non offrono insomma un gran contributo di punti.

Sono opinioni, si capisce. Sono opinioni di chi preconizza alla Sinudyne un quarto-quinto posto, sono opinioni di chi - io appunto - non condivide questa atmosfera da scudetto già quasi conquistato. Dan Peterson mi dice per l'ennesima volta che lui non intendeva offendere nessuno (ma cosa significa? Per me è tutto lecito, se non si sconfina nel reato. Peterson ha offeso su un certo piano etico, ma in pratica non ha violato nessunissima norma), poi mi racconta la sua strategia spicciola.

Antonelli e Bertolotti dietro, Benelli, McMillen e Serafini davanti. Voglio provare con questi cinque. Poi anche gli altri, Renato Albonico in testa, si capisce. E tieni d'occhio il Valenti, te lo raccomando caldamente. Chi potrà marcare efficacemente McMillen e Gigi? E Bertolotti si applicherà maggiormente in difesa e spesso sovrasterà il uomo di sei-sette centimentri. Io dico che è una bella Sinudyne. Vedrai che ci piazziamo bene.

...

Nel frattempo Timber Jack (Dan Peterson) porta a spasso la sua chitarra, canta languorose canzoni western e subito realizza una magnifica intesa con il professor Asa. Intesa dapperutto, a tavola, a cantare, sì, Timber Dan canta e Asa ritma. Che città, Bulagna, che città. Il disumano professor Asa si umanizza. No, non in palestra. Li fra Assi (the Vampyr of the Sport) e Asa (torturatore degli afflitti) salta fuori un cocktail che offre il destro a un rosario di battute: Assi...milare, Assi...stenza, Tabula r...Asa eccetera. Si ride, ci si giuggiola allegramente. Asa praticametne vive una nuova stagione della sua vita, ai limiti dell'inverosimile.

Nel frattempo Dan Peterson continua a cercare la maniera di fare baldoria senza mai pagar dazio. Ora io non vorrei che qualcuno trovasse irriverente narrare altro risvolto di due personaggi sfaccettati come quelli che sto fotografando. In realtà Bologna deve andare orgogliosa di avere due tanto grandi allenatori di basket. Due tipi diversi, ma sostanzialmente capaci entrambi di trasmettere al prossimo, di comunicare il verbo. Dicevo che Dan non intende pagar dazio. La sua tirchiera è nota anche ai coloni dell'Illinois. Non risulta che Dan abbia mai sganciato la lira anche per un solo caffé. Porelli voleva multare il suo Dan per via di quella bella pensata su carta intestata Sinudyne. Piuttosto la vita, lo ha implorato Little Fox.

Vi racconto questa. Estate, lunga e calda estate '74. Dan se ne è andato negli USA prendendo un solenne impegno con Little Peppa (Peppino Cellini). Portami i Ray-ban, mi raccomando, gli dice Little Peppa. Little gli scrive dieci lettere. In calce c'è sempre la frase. "Penso ai tuoi Ray-ban. Saranno bellissimi, ne sono certo". Poi Little Dan arriva a Bologna, Little Peppa porge l'occhio da triglia per calzare l'occhiale magico, ma Little Fox Dan porta tanto di catalogo: "Così potrai fare la scelta migliore, okay?" aggiunge lo spudorato. Sacramenti in chiave molto Little. Il giorno dopo Little Dan si ripresenta nel sancta dell'altro Little e gli porta in regalo un'agenda come atto riparatore. Agenda el '72. Rapinata a Porelli, scommetto.

 

Tratto da "Virtus - Cinquant'anni di basket" di Tullio Lauro

 

Nel 1974/75 se ne va John Fultz, la tifoseria rumoreggia, ma Porelli mette a segno un capolavoro accaparrandosi Tom McMillen, cugino di quel John che è l'assistente americano di Peterson e il Guerino lo battezza subito la Torre numero tre. Tom è una prima scelta dei professionisti che ha optato per l'Italia, come un suo celebre predecessore di nome Bill Bradley, per poter studiare ad Oxford. Le continua trasferte Oxford-Bologna non certo il meglio per un atleta e provocano qualche polemica, ma il grande Tom non poche volte mette in mostra un repertorio da capogiro. I suoi duelli con Bob Morse resteranno nell'antologia delle cose più belle, dal punto di vista tecnico, dell'intera storia della pallacanestro moderna in Italia. Il campionato inaugura la formula a due fasi e questa volta la Forst Cantù di Marzorati, Recalcati, Della Fiori e Lienhard supera l'Ignis. Dietro a loro ci sono Virtus e Innocenti Milano. Nella Sinudyne Peterson lancia un altro giovane che ritroveremo: Marco Bonamico.

 

Duello stellare tra McMillen e McDaniel

Tratto da "Il Mito della V nera 2"

 

In estate un altro tassello della Virtus viene aggiunto. Congedato il grande "Kociss", il sostituto si chiama nientepopodimeno che Tom McMillen (cugino di John, l'assistente di Peterson), il quale ha vinto una borsa di studio a Oxford. I suoi 210 cm. di classe purissima non paiono troppo disturbati dalla spola Londra-Bologna-Londra a cui sono costretti due volte alla settimana. La squadra infila, all'inizio del torneo, sei vittorie consecutive, e nel girone di ritorno si esibisce in un "trittico lombardo" che non le riusciva da vari anni: Ignis e Simmenthal perdono in Piazza Azzarita, la Forst a Cantù dopo due supplementari e 44 punti di McMillen.

Nella poule scudetto, anticipatrice dei playoff, la Sinudyne è quarta dietro Cantù, Varese e Milano. L'anno si chiude con 26 vittorie e 14 sconfitte, 1221 punti di McMillen, secondo "top scorer" dietro Bob Morse, e un'utile esperienza in Coppa delle Coppe, dove i più solidi sovietici e jugoslavi (si chiamavano ancora così lo Spartak Leningrado e la Jugoplastika di Spalato) hanno la meglio.

Antonelli, Violante e Valenti festeggiano una vittoria

Tratto da "Quando ero alto due metri" di Dan Peterson

 

Dopo la vittoria in Coppa Italia, la stagione 1974-75 cominciava con noi, la Virtus, come la quarta potenza del campionato, sempre dietro le tre lombarde: Ignis Varese, Innocenti Milano e Forst Cantu. Un motivo per questo era il fatto che avevamo ingaggiato nientemeno che Tom McMillen, cugino di John, All-America, Olimpionico, personaggio e studente ad Oxford… com'era Bill Bradley.

A prima vista, sembrava il colpo del secolo e, sotto il punto di vista della pubblicità e dell'immagine, lo era. Infatti, la mania per i biglietti stagionali alla Virtus è nata con lui. L'anno prima, avevamo 2.500 abbonati e l'impianto era al 99,6% pieno per la stagione. Quando la società ha aperto la sede per quest'anno, c'è stata un'invasione che ha travolto gente, cespugli, parcheggi, ecc. Infatti, con una mossa geniale, l'Avv. Porelli ha chiuso gli uffici, dando l'annuncio che, il giorno dopo, agli sportelli del Palazzo dello Sport, si potevano comprare gli abbonamenti. Quella notte, hanno creato altri 1.000 posti numerati, capendo l'esigenza. Bene, il giorno dopo, vendono quei 3.500 posti in un niente e c'è una lista di attesa di 600 persone. Insomma, l'effetto-McMillen c'era.

C'era anche, però, un problema, anche se un po' previsto: Tom doveva fare il pendolare: Londra-Bologna-Londra. Per la verità, non è mai mancato ad un appuntamento. Abbiamo giocato 48 partite quell'anno ed è sempre stato presente, anche arrivando a Napoli, allo spogliatoio 30' prima della palla a due, con gli altri già in campo per il riscaldamento pre-partita. Insomma, un professionista. Ma quando crei una situazione in cui ci sono 9 giocatori che seguono tutti gli allenamenti e un giocatore che viene quando può, non è una situazione ideale, specie quanto quell'unico giocatore è il numero uno della squadra. Sia chiaro, sia Tom che la squadra hanno affrontato la cosa con la massima professionalità. è semplicemente vero che non avevamo sempre la giusta coesione tecnica. La presenza di Tom, però, è stata determinante per un motivo: abbiamo accorciato la distanza fra di noi e le tre lombarde: 1-3 contro l'Ignis, 2-2 contro la Forst, e 2-2 con l'Innocenti. Insomma, dal 1-7 (compresa Coppa Italia) dell'anno precedente, a 5-7  sempre un progresso. Poi, cominciavamo a vincere in trasferta: da 5-10 in Serie A l'anno prima a 7-6 quest'anno… oltre il 50%.

Pensavo anche di avere la possibilità di sorprendere tutti quest'anno, perché era il primo di partite post-stagione. No, non i Playoffs, come oggi, bensì la Poule Scudetto, una mini-stagione di 14 partite con 8 squadre: le prime 6 dell'A-1 (il primo anno dell'A-1, fra l'altro) e le prime 2 dell'A-2. Ero convinto che, in questa fase, la squadra sarebbe stata in massima forma, ed anche Tom. La sfortuna ci ha colpito nell'ultima gara della stagione regolare, quando Gigi Serafini si è rotto la caviglia a Castelfranco Veneto contro il Duco Mestre, scendendo sul piede di Renato Villalta, un infortunio casuale, colpa di nessuno. Però, Gigi stava giocando da Americano, con 20 punti e 10 rimbalzi di media ogni partita, per me l'MVP italiano della stagione, Meneghin e Marzorati compresi. Senza Gigi, abbiamo lottato molto per ottenere il nostro 8-6 nella Poule Scudetto, un record alla pari con l'Innocenti Milano, ma dietro la Forst Cant (Campione d'Italia) e l'Ignis Varese (a cui mancava Dino Meneghin… infortunato). Però, arrivare alla pari con l'Olimpia Milano dopo solo due anni era, per me, una cosa positiva, anche se avevo due grandi rammarichi durante la stagione.

Il primo era l'eliminazione in Coppa delle Coppe. C'erano due motivi per questo. La prima: la politica della società che non voleva un secondo Americano per la coppa. Sia chiaro, condividevo questa idea al 100%. Non volevo neppure io due squadre: una per l'Italia ed una per l'Europa. Avevo già due squadre: con Tom McMillen e senza Tom McMillen… almeno in allenamento. No, grazie! Il secondo motivo era colpa mia: non avevo una giusta conoscenza delle sottili realtà del gioco in coppa. Neppure la società… dopo 14 anni. Poi, nel nostro girone, c'erano due squadroni: Spartak Leningrado, allenata da Vladimir Kondrashin; e Jugoplastika Spalato, allenata da Peter Skansi. Le due squadre avevano più esperienza europea della mia e i due coaches ne avevano più di me. Il secondo rammarico era la sconfitta nel secondo Derby, l'unico Derby che ho perso in 10 partite nei miei cinque anni a Bologna. Tutta colpa di un viaggio a Leningrado, che ci è forse costato anche la partita a Leningrado, almeno lo scarto finale. La società aveva cambiato agenzia di viaggio, e la nuova agenzia ha programmato il volo da Linate… in inverno. Giochiamo la Domenica in casa contro l'IBP Roma e vinciamo. Poi, bus a Milano alle ore 21.00 per dormire a Milano per poter andare a Linate subito. Ah, siamo arrivati subito… noi e la nebbia. Niente volo. Tutto il giorno nell'aeroporto, poi a Francoforte. Attesa. Berlino. Attesa. Attraverso il muro. A Varsavia. A Mosca. A Leningrado. Forse mancava solo Tokio! Siamo distrutti ma, a 4'00" dalla fine, siamo sotto di solo -6. Però, un arbitro era Jungenbrand... al debutto internazionale, se non sbaglio. Per me, lui non era all'altezza della situazione. Perdiamo di -23. Vinciamo a Bologna per +16, ma il danno era fatto. Con un treno per Roma e un volo Roma-Mosca, tutto sarebbe stato diverso. Quindi, mi è rimasto dentro un male terribile. Fra quelle due gare, c'era il secondo Derby. Avevamo vinto il primo per 91-66. Ma siamo distrutti dal viaggio… di ritorno. Sempre Milano. Sempre nebbia. Atterraggio il venerdì a Genova. Bus a Milano. Cambio bus. Bus a Bologna. Gambe distrutte. Ci aspettava l'Alco con nientemeno che Aza Nikolic in panchina. E ci hanno spazzato via, 83-67. Volevo uccidere l'agenzia di viaggi.

Anche per le esigenze tecniche, non ho utilizzato tante cose sofisticate. Niente 1-3-1 per intenderci. Qualche variante in attacco per sfruttare le grandi caratteristiche di Tom McMillen. Purtroppo, il tutto è venuto insieme per l'ultima gara della Poule Scudetto, contro la Forst, già Campione d'Italia e forse un po' scarica, ma noi li battiamo facilmente, 103-91, con una grande gara di Tom. Le lezioni sono diverse dopo una stagione così. La prima: non si può avere in squadra un giocatore per il quale le regole sono differenti. Anche se lui è il migliore giocatore del campionato… e Tom lo era, con scuse a Bob Morse. Meno male, Tom e la squadra erano brave persone. Mi immagino cosa sarebbe successo con gente maliziosa, meschina e non-professionale. Proprio un finimondo.

La seconda lezione: io dovevo affrontare le coppe in una maniera differente da quella del campionato. Certo, il secondo Americano avrebbe forse fatto comodo. Ma non mi lamentavo per questo. Come ho detto, forse sarebbe stato un danno tremendo quest'anno. Poi la politica della società era di valorizzare gli Italiani al massimo. Senza dubbio, l'obiettivo è stato raggiunto… almeno in parte.

La terza lezione: avevamo bisogno di un vero playmaker di ruolo, perché avevo riprovato con Renato Albonico dopo la cessione di Piero Gergati, ma 'Cip' era sempre una guardia che ci faceva un favore a giocare fuori ruolo. Volevo Charly Caglieris, della Fortitudo, in prestito dalla Saclà. Non giocava con una grande regolarità, ma era veloce, tecnico, e ci dava contropiede e penetrazione. Infine, volevo un Americano che era giocatore-squadra. Porelli esitava a mettere il naso nelle mie scelte però, un giorno, mi chiede: "Coach, cosa ne pensi di Terry Driscoll?" Scherziamo? Ideale! Ringraziamo Tom, che va nell'NBA, ma rafforziamo la squadra con gli acquisti di Caglieris e Driscoll, nonché il pieno recupero di Gigi Serafini. è la mattina di un buon giorno.

 

SERAFINI, L'EROE DI UNA NOTTE PAZZESCA

di Maurizio Roveri - 03/04/2019

 

Io ho ancora negli occhi - da giornalista - un’ incredibile pazzesca notte di 44 anni fa. Quello che accadde il 4 dicembre 1974, nel match di ritorno con il Maccabi Ramat Gan. Era la stagione 1974-75. Secondo anno di Dan Peterson alla guida della V nera. La stagione che portò a Bologna il “prima scelta” NBA Tom McMillen. Colpaccio dell’Avvocato Porelli. Quella Virtus Sinudyne si presentava sulla scena della Coppa delle Coppe. Prima partita, trasferta lunghissima, in Israele. Impatto violento, brusco, durissimo. Pesante sconfitta per i virtussini. Il Ramat Gan vince 114-94. Un -20 doloroso. Così, all’inizio… E il rischio grosso grosso di uscire immediatamente di scena. Negli ottavi di finale. Dove le sfide erano ad eliminazioni diretta. Una settimana di tempo per curare le ferite e il morale. E per trasferire tutta la delusione di Tel Aviv in rabbia. Tanta rabbia da scatenare dentro la propria fortezza, sui legni del palasport di Piazza Azzarita.

Lo capisce anche il popolo della V nera. È   la sera del 4 dicembre ci sono settemila spettatori a gremire l’impianto bolognese per “gara2”. Sì, a quei tempi si andava al palasport in settemila. Quella sera il Palazzo appariva una bolgia. I giocatori virtussini erano delle belve. Ma soprattutto l’atmosfera là dentro era incandescente. Si respirava un’eccitazione mostruosa. Un coinvolgimento totale. Sembrava d’essere nell’ottavo cerchio dell’Inferno dantesco. 

Spinta energicamente dal proprio pubblico, in una serata di forte tensione (vedi la doppia espulsione di Tom McMillen e di Cheatam straniero del Ramat Gan, e poi l’espulsione anche di Antonelli, nonchè un parapiglia con il viceallenatore degli israeliani che scivola a terra), la Virtus Sinudyne compie l’impresa. Vincendo di 26 punti! Punteggio 88-62.

 

Un protagonista su tutti. L’eroe di quella serata pazza ed esaltante fu Gigi Serafini. Il capitano. Dominante. Inarrestabile e incontrollabile per gli israeliani. “Gigione” gonfiò di 30 punti il canestro del Ramat Gan

Ho chiesto a Gigi - che adesso ha 67 anni - di raccontare quella magica notte. “Avevamo una voglia pazzesca di recuperare il meno venti di Tel Aviv. Ed essere noi ad andare avanti in Coppa. Quando cacciarono fuori Tom, diventammo ancor più rabbiosi. Quell’episodio fece scattare la scintilla. Eravamo delle belve assatanate. Fosse rimasto in campo McMillen… non so se saremmo riusciti a capovolgere così il destino della doppia sfida con il Ramat Gan. C’era da fare una dura battaglia e la facemmo. Giocammo con una grande anima. C’era una carica fortissima, quella sera: noi in campo e la gente sulle gradinate”.

La Virtus visse di intense emozioni quella gara, quella situazione. Serafini mangiò in testa ai pivot del Ramat Gan. Fece una grande stagione, Gigi. Tra partite di campionato e di Coppa delle Coppe,  il “centro” della V nera  andò per 33 volte in doppia cifra, per quanto riguarda i punti. Firmando ben 16 “ventelli”, cioè da 20 a 28 punti. Più un trentello, proprio quei 30 punti d’una memorabile notte del dicembre 1974 nel Madison di Piazza Azzarita. La clamorosa rimonta si sviluppò nel secondo tempo (infatti i primi venti minuti erano terminati sul 33-31). Strada facendo, intensificando ritmo e rabbia, la Sinudyne afferrò con estrema decisione l’iniziativa. Renato Albonico, playmaker della V nera, servì con continuità palloni su palloni a Gigi Serafini e a Gianni Bertolotti. Per Gianni 17 punti. E 16 ne mise a segno Massimo Antonelli. Soprattutto, la Virtus produsse una grande difesa. Aveva subìto 114 punti a Tel Aviv. Nel ritorno tenne il Ramat Gan a 62. Gli fece fare cinquantadue punti in meno!

Era la Virtus Sinudyne di Albonico, Antonelli, Bertolotti, McMillen, Serafini, Valenti, Benelli, Tommasini, Bonamico, Violante.

Nella stagione successiva, 1975-76, Gigi Serafini vinse lo scudetto. Con Terry Driscoll al suo fianco. E Charly Caglieris in cabina di regia. In quel campionato il numero 13 della V nera segnò 502 punti e catturò 311 rimbalzi.

IL BLOG DEL COACH: DERBY – BLACK SUNDAY

di Dan Peterson - 22/11/2020

 

L’anno scorso, dopo 9 anni senza il Derby in A-1, Bologna ha riavuto ‘Basket City,’ grazie al ritorno della Fortitudo nella massima serie. Certo, nel 2016-17, c’era il Derby ma in A-2.  Con tutto rispetto per l’A-2, il Derby in A-1 è un’altra cosa.  Per festeggiare questo ritorno, il Resto del Carlino, con la firma di Alessandro Gallo, ha fatto un inserto di ben 16 pagine, il che ci dice quando conta il Derby a Bologna!  Una delle pagine è stata dedicata a me: “Peterson, il Re del Derby.”  Perché questo onorifico?  Perché avevo un record di 9-1 in 10 Derby, il che valeva una percentuale di vittoria del 90,0%.  Oggi, però, parlo dell’unica sconfitta, che brucia ancora!

Era nel 1974-75. Avevamo una squadra molto più forte di loro.  Nell’andata, abbiamo vinto per 91-66, facendo giocare il secondo quintetto diversi minuti.  Ma, prima del ritorno, a Gennaio, avevamo una trasferta a Leningrado in Coppa delle Coppe per giocare contro lo Spartak di coach Vladimir Kondrashin e stelle come Alexander Belov, Ivan Dvorny e Vladimir Arzamazkov.  La settimana prima, nostro deus ex machina, l’Avv. Gianluigi Porelli, litiga con l’agenzia di viaggi, la Boninia, che voleva farci partire da Roma per evitare la possibilità della nebbia a Milano.  Porelli licenzia la Bononia e ingaggia l’Hotel Plan, che programma la partenza da Linate.

Domenica battiamo IBP Roma a Bologna, 93-77.  Subito dopo, pullman a Milano, dove dormiamo.  Lunedì mattina a Milano: una nebbia da far paura!  Niente voli!  Verso le 18.00 prendiamo un volo per Berlino Ovest.  Dormiamo lì.  Martedì: passaggio a Berlino Est, volo per Varsavia, poi un volo per Mosca, poi un volo per Leningrado.  Arrivammo distrutti.  Mercoledì ci ha battuto lo Spartak, 93-70, con un arbitraggio terrificante: eravamo a -6 con 4’00” da giocare.  Giovedì sera, volo per Helsinki.  Milano è ancora chiuso.  Dormiamo ad Helsinki.  Venerdì sera, volo per Genova poi pullman a Bologna, arrivando dopo mezzanotte, ore 01.30 di Sabato mattina.

Siamo stanchi, arrabbiati per la sconfitta e l’arbitraggio, preoccupati per il ritorno.  Il giorno dopo, il Derby.  Ci aspetta il grande Aza Nikolic in panchina.  Era Fortitudo-Virtus, quindi la nostra panchina era davanti alla Fossa dei Leoni.  Il coro: “Peterson, pistola!  Aza ti fa scuola!”  Siamo sotto zero in ogni senso e loro giocano una partita strepitosa, stendendoci, 83-67.  Un disastro.  Mercoledì battiamo lo Spartak, 69-58, ma siamo fuori per quozienti canestri.  A cena, dopo, Porelli prende ogni responsabilità: “Colpa mia.  La trasferta.  Leningrado.  Il Derby.  L’eliminazione.”  Il giorno dopo, ha fatto pace con la Bononia.

Vorrei trovare un alibi per la sconfitta. Niente. Un arbitraggio perfetto. La verità: Aza Nikolic ha fatto il suo solito capolavoro e loro pivot Americano, Ron De Vries, un 211 cm da NBA, è stato il migliore in campo.  Quindi, niente scuse.  Come succede in queste situazioni, ho cercato di ‘cambiare’ la partita con la tattica.  L’ho cambiato, sì, in peggio!  Qualcuno disse, “Il Derby è una partita come un’altra.”  L’ho detto anch’io.  Bene, non lo è.   Quella partita mi fa male al cuore, ancora: “Peterson, pistola!  Aza ti fa scuola!” Mi rimbomba nelle orecchie.  Non è stato ‘Il Professore’ per niente.   Foto:  prima di quel Derby, Aza Nikolic e il sottoscritto.




 

SBANCATO IL PIANELLA CON UN GRANDE TOM MCMILLEN 46 ANNI FA

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 09/02/2021

 

In trasferta contro la Forst capolista (anche se priva di Marzorati e con Della Fiori acciaccato) la Virtus vince 99-102 dopo due supplementari: è il 9 febbraio 1975. Stupendo McMillen, 44 punti, con 17 su 22 al tiro. Molto bene anche Serafini, 18 punti, Bertolotti, 17 (per Gianni anche il record di tiri liberi realizzati in sequenza per il campionato italiano, 23), e Albonico 12. Peterson inizia con un quintetto lungo: Antonelli, Benelli, Bertolotti, Serafini, McMillen; risponde la Forst con Recalcati, Meneghel, Lienhard, Tombolato e Farina. La Sinudyne a uomo e ispirata da McMillen si porta avanti 34 a 38 al sedicesimo minuto. Il primo tempo si chiude con lo stesso divario, 41-45.

Al nono della ripresa, sempre grazie al suo americano, la squadra ospite si porta sul 42-52. L'allenatore di casa Taurisano ordina la zona press e Tom viene in qualche modo limitato e al 18' c'è il pareggio, 76-76. La squadra locale va anche avanti nel punteggio, ma il solito McMillen sulla sirena pareggia, 83-83. Anche nel primo tempo supplementare la squadra canturina prende qualche punto di vantaggio, ma McMillen nuovamente porta le squadre in equilibrio, 90-90. Poi nel secondo supplementare il numero dodici bianconero fredda la squadra di casa con due tiri dalla media distanza e un canestro da sotto. Finisce 99-102. Usciti per cinque falli Beretta per la Forst, Serafini e Albonico nella Sinudyne.

Forst: Lienhard 27, Recalcati 24, Della Fiori, Farina 27, Meneghel 7, Beretta 1, Tombolato 11, Cattini 2, Cancian, Negro-Cuse.

Virtus: Albonico 12, Antonelli 4, T. Mc Millen 44, Serafini 18, Bertolotti 17, Violante, Valenti 2, Benelli 3, Bonamico 2, Tommasini.


 

UNA GIORNATA FANTASTICA

23 febbraio 1975: Doppio successo. Sul prato del Comunale, la squadra di Pesaola affronta l'Inter e la batte 2-1. Poco più tardi, al Palazzo dello Sport, i bianconeri hanno la meglio sull'Ignis Varese, a quel tempo padrona d'Europa
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 23/02/2021

 

23 febbraio 1975, una data storica per lo sport bolognese. Non perché si sia vinto qualche trofeo, ma perché due grandi partite erano in programma quel giorno e le squadre cittadine si fecero onore vincendole entrambe. Al comunale arrivava l'Internazionale e, sebbene fossero passati undici anni, era ancora viva nella memoria di tutti la stagione 1963/64 e quello scudetto conquistato dai rossoblù nello spareggio dell'Olimpico di Roma, contro i freschi campioni d'Europa. Al palasport era in arrivo l'Ignis Varese, la squadra che dominava in Italia e in Europa e che era proprio nel pieno di quel periodo che la vide negli anni '70 disputare dieci finali consecutive di Coppa dei Campioni vincendone cinque. Sul terreno verde scesero in campo quattro reduci dello spareggio: Bulgarelli, divenuto nel frattempo capitano e bandiera del Bologna, al suo ultimo anno di attività, Facchetti, Mazzola e Suarez, divenuto allenatore, nella squadra milanese. La Virtus, che nel 1974 era tornata a vincere un trofeo, la Coppa Italia, a diciotto anni dallo scudetto del 1956, rispetto alla stagione precedente presentava l'asso americano Tom McMillen al posto di quel John Fultz che a Bologna aveva segnato un'epoca e contribuito in maniera decisiva all'ultima conquista. Si gioca la diciannovesima giornata di ritorno del campionato di calcio, quarta di ritorno, con arbitro Menegali di Roma, in una fredda giornata di sole, davanti a quarantamila spettatori. Il Bologna parte subito forte: al nono minuto affondo centrale di Landini, poi Savoldi aggira Facchetti e batte Bordon. Al ventunesimo Cresci nel tentativo di crossare dalla trequarti, fa compiere al pallone una traiettoria imprevedibile che si insacca nel sette ingannando il portiere nerazzurro, 2 a 0. Passano due minuti, cross di Bini, il centravanti ospite Boninsegna anticipa nel gioco aereo Bellugi, l'ex di turno, la palla giunge a Mazzola che, ancora di testa, precede Bulgarelli, che in questa parte finale di carriera agisce da libero, e batte Adani. Il 2 a 1 non cambia più, nonostante alcune occasioni fallite da Muraro per l'Inter, al quarto minuto propiziata dall'ex rossoblù Fedele e al sesto su invito di Mazzola, mentre per il Bologna Ghetti e Savoldi ha avuto occasioni per aumentare il bottino; Beppe-gol ha comunque giocato una buona gara oltre al gol messo a segno. La squadra allenata da Pesaola esce così vittoriosa dal campo. Per il terzo anno consecutivo i rossoblù battono i nerazzurri a Bologna, dopo l'1-0 del 4 febbraio 1973 e il 3-0 del dicembre dello stesso anno. Poco dopo in un Palazzo dello Sport gremito fino all'inverosimile, è in programma la ventiquattresima giornata, undicesima di ritorno. Arbitri Compagnone  e Montella di Napoli. La Virtus chiude avanti il primo tempo 36-34. Nella ripresa i bianconeri prendono una decina di punti di vantaggio; Varese, penalizzata dalle uscite per falli dei suoi due maggiori realizzatori, Meneghin (22 punti) dopo quattro minuti e venti secondi del secondo tempo sul 48 a 42 e Morse (18) cinque minuti dopo sul 58 a 50, soffre e si affida al pressing a tutto campo ordinato dall'allenatore Gamba, a cui Porelli nel 1973 aveva offerto la panchina delle V nere, ma l'ex giocatore dell'Olimpia Milano scelse l'Ignis e fu così che cominciò l'era di Peterson a Bologna. Gli uomini di Dan, che a sua volta hanno perso per raggiunto limite di falli Serafini (21) due minuti prima dell'uscita di Morse e Bertolotti dopo la metà del tempo, resistono, pur facendosi rosicchiare una parte del vantaggio. Ininfluenti le uscite per falli nel finale di Rizzi e Bisson nella squadra ospite, la Sinudyne vince 78 a 73. Migliore realizzatore della partita è Tom McMillen con 23 punti. Uscendo dal Palazzo dello Sport nessuno può immaginare che nel campionato successivo le vittorie contro Varese nella Poule scudetto saranno sinonimo di settimo titolo tricolore per le V nere. In quella fredda sera di febbraio, però, non c'è passato e non c'è futuro, sta terminando una giornata sportiva meravigliosa, riscaldata dalle prodezze di Savoldi e McMillen e che rimarrà a lungo nella mente dei tifosi.

Bologna 2

Internazionale 1

Bologna: Adani, Roversi, Cresci, Bulgarelli, Bellugi, Maselli, Ghetti I, Pecci, Savoldi I, Paris, Landini II. All. Pesaola.

Internazionale: Bordon, Facchetti, Galbiati (dal 16 st Cerilli), Fedele, Catellani, Bini, Nicoli, Scala, Boninsegna, Mazzola, Muraro. All. Suarez.

Reti: 9 pt Savoldi I, 21 pt Cresci, 23 pt Mazzola.

 

Virtus Sinudyne Bologna 78

Ignis Varese 73

Virtus: Albonico 7, Antonelli 10, T. Mc Millen 23, Serafini 21, Bertolotti 8, Violante, Valenti, Benelli 7, Bonamico 2, Tommasini. All. Peterson.

Ignis Varese: Rusconi 5, Ossola 6, Bisson 10, Morse 18, Meneghin 22, Zanatta 9, Rizzi 3, Gualco, Dessi, Carraria. All. Gamba.

RICORDI BIANCONERI

30 ottobre 1974, sesta giornata di campionato, la Sinudyne di coach Peterson batté il Brill Cagliari con super McMillen e Serafini
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 30/10/2021

 

30 ottobre 1974. Nella Bologna del basket, sponda Virtus, c'è grande entusiasmo. Tre anni prima la Virtus ha visto lo spettro della retrocessione, evitata solo negli spareggi di Cantù, ma nel maggio di quel 1974, guidata in panchina dall'americano Dan Peterson e in campo dall'amatissimo John Fultz, ha conquistato la Coppa Italia, riaprendo una bacheca chiusa dal 1956, quando in Sala Borsa arrivò il sesto scudetto. John Fultz in estate non era stato confermato, ma era arrivato il formidabile Tom McMillen, cugino di John (il vice di Dan Peterson) e fratello di quel Jay che aveva giocato a Padova, ma soprattutto Tom è una prima scelta Nba. Avendo vinto una borsa di studio a Oxford, aveva bisogno di un posto in Europa dove giocare per studiare un anno in Inghilterra. Tom tutto l'anno fece il pendolare, avanti e indietro in aereo per le gare di campionato e di Coppa delle Coppe, ma deliziò il pubblico bolognese e concluse quella stagione a 29,94 punti di media, record tuttora imbattuto nella storia delle Vu nere. Tornando a quel 30 ottobre, i tifosi bianconeri sognavano ad occhi aperti: la Virtus aveva vinto le prime cinque gare di campionato: 82 a 68 contro la Reyer (McMillen 37), 84 a 70 a Napoli (28), 88 a 80 contro Rieti (36), 80 a 63 a Roma contro la Stella Azzurra (Tom 24, ma anche Gigi Serafini), poi il dominio nel derby, 91 a 66 contro la Fortitudo (37 per l'americano). A punteggio pieno e in arrivo, in quell'ultima domenica di ottobre, il Brill Cagliari. La Sinudyne vinse agevolmente la gara diretta dagli arbitri Scotti e Carmina;  86 a 63 il punteggio finale e l'unica novità fu che Tom McMillen non fu il migliore realizzatore dei suoi: si fermò infatti a 21 punti, superato da Serafini che, sfruttando anche i passaggi dell'americano, ne realizzò 23. Oltre la singola decina anche Antonelli con 20. Dall'altra parte il migliore realizzatore fu Sutter, la stella del Brill, con 17 punti, ma quel giorno costretto a un deludente 7 su 23 (nella gara di ritorno in Sardegna, vinta sempre dai bolognesi, ma con molta più fatica, 85 a 80, fu stellare la sfida tra McMillen, 38 punti e 17 rimbalzi, e Sutter, 27 punti e 20 palloni raccolti sotto i tabelloni). Quello tra Virtus e Brill fu anche un duello tra allenatori statunitensi, sulla panchina cagliaritana c'era, infatti, un altro coach americano, Howie Landa. Con quella sesta vittoria consecutiva, la Virtus restò in testa a punteggio pieno, appaiata a Forst Cantù e Ignis Varese con 12 punti, quattro in più dell'Innocenti Milano. Complice anche un infortunio a Serafini alla vigilia della Poule scudetto i sogni dei bianconeri sfumarono a primavera, ma si trattò solo di un breve rinvio: lo scudetto tornò a Bologna nella stagione successiva, con Charlie Caglieris playmaker al posto di Renato Albonico e Terry Driscoll, tornato a Bologna dopo l'esperienza in bianconero del 1969/70, per prendere il posto di Tom McMillen.

Ecco il tabellino:

Virtus Sinudyne Bologna: Albonico 8, Antonelli 20, Mc Millen 21, Serafini 23, Bertolotti 9, Violante, Valenti 2, Benelli 2, Bonamico, Tommasini 1. Allenatore Peterson.

Brill Cagliari: Ferello 9, Rossi 3, Nizza 12, Sutter 17, Lucarelli 16, Vascellari 2, Villetti, Serra 4, Mastio, Maxia. Allenatore Landa.

VIRTUS - JUGOPLASTIKA

di Ezio Liporesi - Basketvision - 09/04/2022

 

Leggendo i ricordi di Dan Peterson, vorrei dare un contributo per completare il quadro delle sfide Virtus - Jugoplastika di Pero Skansi. Il 5 febbraio la Virtus, allenata da Dan Peterson, battè la squadra di Spalato 81-78 con 24 punti di Tom McMillen e Gianni Bertolotti, ma anche 13 di un ottimo Loris Benelli. Sette giorni dopo a Spalato finì 87-74, non bastarono i 25 punti di McMillen, anche perché il secondo realizzatore della Virtus fu un giovanissimo Marco Bonamico (12 punti) che non si è mai intimorito in trasferta (43 ne fece a Madrid anni dopo). La formula era ibrida, gironi in cui ci si aggiudicava due punti vincendo il doppio confronto, così andarono alle semifinali le prime due Spartak Leningrado con 6 punti e Jugoplastika con 4, terza ed eliminata la Sinudyne con 2. Andò anche peggio l'anno dopo, quando Virtus e Jugoplastika si ritrovarono in semifinale di Coppa Korac. Nel pieno della Poule scudetto le Vu nere andarono a vincere a Spalato, 74-83, ma due giorni dopo aver battuto i campioni d'Italia della Forst ed aver concluso il girone d'andata della poule a punteggio pieno, la Virtus perse in casa dalla Jugoplastika allenata da Skansi e fu eliminata. Molto rammarico per i bolognesi, anche perché in finale c'era una più che abbordabile Chinamertini Torino. Per la Jugoplastika, che superò i torinesi, fu il primo trofeo europeo, la Virtus si consolò poco più di un mese dopo quella serata infausta con lo scudetto.

 

INIZIO POULE SCUDETTO BATTENDO MILANO

di Ezio Liporesi - 02/01/2023

 

Nella stagione 1974/75 l'ultima giornata della stagione regolare la Virtus la disputa in trasferta contro la Duco Mestre di Renato Villalta. Il futuro campione della Virtus gioca una buona gara, 22 punti, ma McMillen fa molto meglio, 50 punti. Purtroppo Serafini, ricadendo su un piede dello stesso Villalta s'infortuna alla caviglia. La Virtus vince 88-96, ma perde per le prime gare della fase decisiva del campionato il suo pivot Gigi Serafini, che formava una coppia fantastica con Tom McMillen. Fase decisiva che è costituita (per la prima volta dopo tantissimi anni lo scudetto non è assegnato dal classico girone unico della massima serie) da una Poule scudetto alla quale si qualificano le prime 6 di A1, Ignis Varese, Forst Cantù (giunte appaiate a 44 punti), Innocenti Milano (38), Virtus Sinudyne (36), Mens Sana Siena e Mobilquattro Milano (entrambe a 32), e le prime due di A2, Jollycolombani Forlì e Saclà Torino. Gare di andata e ritorno. Debutto al Palasport di piazza Azzarita mercoledì 12 marzo contro l'Innocenti; Sinudyne senza Serafini e Valenti, appiedato da una stomatite. Arbitri Martolini e Fiorito di Roma. Partono a razzo i bianconeri e vanno subito sul 10 a 0, trascinati da Gianni Bertolotti e Tom McMillen. Con il quintetto composto da loro due, più Violante, Bonamico e Albonico, le V nere si portano sul 60 a 52, ma i milanesi non ci stanno: reagiscono e addirittura sorpassano, 69-70. Sono due canestri di McMillen (32 punti e 25 rimbalzi) a dare il successo ai bolognesi, 73-72. Oltre al campione americano, ottimo il contributo di Bertolotti, 16 punti e Antonelli 10. Purtroppo il problema fisico di Serafini fu un handicap per le V nere che conquistarono 8 vittorie su 14 gare, esattamente come l'Olimpia, dietro Cantù e Varese. I sogni tricolori dovevano essere rimandati, ma non di molto: l'anno dopo, con la stessa formula della poule scudetto, la Virtus vinse il settimo scudetto, con una striscia di 13 vittorie consecutive e un'unica sconfitta a titolo già conquistato. Tutt'altro destino per l'Olimpia che, nonostante la vittoria in Coppa delle Coppe, retrocesse in serie A2.

Virtus Sinudyne: McMillen 32, Bertolotti 16, Antonelli 10, Bonamico 6, Benelli 4, Albonico 3, Violante 2, Generali, Cantamessi, Tommasini. All. Peterson.

Innocenti Milano: Brumatti 24, Bariviera 16, Hughes 12, Iellini 11, Ferracini 9, Benatti, Francescatto, Vecchiato, Borlenghi, Benatti. All. Faina.

 

VIRTUS-IGNIS 78-73 - 23 FEBBRAIO 1975

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 23/02/1975

 

Il 23 febbraio 1975 fu una giornata storica per lo sport bolognese. Allo Stadio Comunale il Bologna batté l'Inter 2-1, in una sfida che ancora risentiva degli echi della sfida del 1964, quando nello spareggio di Roma il Bologna conquistò contro i milanesi il settimo scudetto. Poco dopo, in un Palazzo dello Sport gremito fino all'inverosimile, si giocò Virtus-Ignis Varese. Le V nere nel 1974 erano tornate a vincere un trofeo, la Coppa Italia, a diciotto dallo scudetto del 1956, ma l'Ignis Varese era la squadra che dominava in Italia e in Europa e che era proprio nel pieno di quel periodo che la vide negli anni '70 disputare dieci finali consecutive di Coppa dei Campioni vincendone cinque. La Virtus chiuse avanti il primo tempo 36-34. Nella ripresa i bianconeri presero una decina di punti di vantaggio; Varese, penalizzata dalle uscite per falli dei suoi due maggiori realizzatori, Meneghin (22 punti) dopo quattro minuti e venti secondi del secondo tempo sul 48 a 42 e Morse (18) cinque minuti dopo sul 58 a 50, ne soffrì e si affidò al pressing a tutto campo ordinato dall'allenatore Sandro Gamba. Gli uomini di casa, allenati da Dan Peterson, che a sua volta avevano perso per raggiunto limite di falli Serafini (21) due minuti prima dell'uscita di Morse e Bertolotti dopo la metà del tempo, resistettero, pur facendosi rosicchiare una parte del vantaggio. Ininfluenti le uscite per falli nel finale di Rizzi e Bisson nella squadra ospite, la Sinudyne vinse 78 a 73. Migliore realizzatore della partita fu Tom McMillen con 23 punti.

Virtus: Albonico 7, Antonelli 10, T. Mc Millen 23, Serafini 21, Bertolotti 8, Violante, Valenti, Benelli 7, Bonamico 2, Tommasini.

Ignis: Rusconi 5, Ossola 6, Bisson 10, Morse 18, Meneghin 22, Zanatta 9, Rizzi 3, Gualco, Dessi, Carraria.

Arbitri: Compagnone e Montella di Napoli.