SIMONA CORDISCO

Simona Cordisco al momento della firma (foto tratta da www.virtus.it)

nata a: Ortona (CH)

il: 05/11/1992

altezza: 172

ruolo: playmaker

numero di maglia: 50 - 22

Stagioni in Virtus: 2019/20 - 2020/21

DANIELE CAVICCHI

 (foto tratta da www.virtus.it)

Nato a: Bologna

Il: 17/06/1980

Stagioni alla Virtus (come viceallenatore): 2005/06 - 2006/07 - 2007/08 - 2011/12 - 2012/13 - 2013/14 - 2014/15 - 2015/16 - 2016/17

 

 

 

SIMONA CORDISCO NUOVO ACQUISTO DI VIRTUS SEGAFREDO

tratto da www.virtus.it - 26/08/2019

 

Simona Cordisco (05/11/1992), Playmaker di 172 cm, ha debuttato nel campionato di A2 a 17 anni, con la maglia del Chieti, giocando 15 partite e dimostrando da subito grande abnegazione difensiva e visione di gioco. Nella stagione successiva, sempre con la maglia degli abruzzesi, si ritaglia un ruolo da protagonista registrando 34 presenze stagionali. L’anno seguente, Simona si trasferisce nel capoluogo emiliano, dove per 2 stagioni, nel 2016 e 2017 e nel 2018-2019, vince il campionato di A2, ottenendo 2 promozioni, entrambe conquistate da protagonista; l’anno scorso, il play abruzzese ha totalizzato 37 presenze  dimostrando ancora una volta, grandi doti difensive e intelligenza tattica.

 

Simona Cordisco nella prima amichevole stagionale contro Moncalieri

Cordisco, ingegnere in campo e fuori 

L’ortonese, 27 anni, play della Virtus Bologna e dirigente della Philip Morris: «Tanti sacrifici ma sono una donna felice»

di Rocco Coletti - ilcentro.it - 29/01/2020

 

Ingegnere in campo e nella vita. A 27 anni è un’anomalia Simona Cordisco, perché gioca in serie A1 di pallacanestro femminile e lavora. Ha messo subito all’incasso la laurea in ingegneria industriale gestionale senza rinunciare alla passione per la pallacanestro. Nel movimento è l’eccezione che conferma la regola. In A1 femminile, malgrado il professionismo sia ancora lontano, solitamente ci sono ragazze che si allenano e giocano. Nient’altro. Tutt’al più danno una mano al settore giovanile allenando i ragazzi. La play ortonese, invece, gioca ad alti livelli ed è alle dipendenze della Philip Morris International, sempre a Bologna. «Da tre anni lavoro in questa grande azienda, sono people manager, lavoro al dipartimento di produzione. Sono al comando di un team di 30 persone che si occupa della realizzazione delle sigarette. Si parte dal tabacco fino al prodotto finito, anche alla stecca oltre che al pacchetto. In questo momento ci stiamo occupando della Iqos, una sigaretta nuova».

Simona il giorno della laurea in Ingegneria industriale gestionale

E come è arrivata alla Philip Morris? «Semplice, dopo la laurea nel 2016, ho inviato il curriculum a diverse aziende. La Philip Morris mi ha chiamato, ho fatto un colloquio e mi hanno preso». Tutto facile se non fosse che in Italia è dura trovare lavoro, tanto più per chi fa sport agonistico ad alti livelli. «Io ho fatto una scelta a un certo punto del mio cammino, dedicandomi alla finalizzazione degli studi universitari. Ovviamente, ho rallentato con il basket, ma senza mai fermarmi. Magari avrei potuto avere una carriera migliore. Ma sono soddisfatta di quello che ho».
Come fa a conciliare lavoro e basket? «Grazie alla collaborazione dei dirigenti dell’azienda e di quelli della società. Io ci metto del mio, ma devo ringraziare anche chi mi accetta per quella che sono. Mi alzo la mattina alle 6,30; per le 7,30-8 sono al lavoro. Lì resto fino alle 18, dopodiché di corsa verso la palestra dove mi alleno per almeno un paio d’ore. Ovviamente, il tempo di arrivare a casa e di mangiare qualcosa crollo e mi addormento. Ma vado a dormire entusiasta, pur dovendo fare delle rinunce. La mia vita sociale è annullata, ma ognuna delle due occupazioni mi rende una donna felice». La stagione in campo procede tra alti e bassi. Un infortunio muscolare (con ricaduta) l’ha costretta a un lungo stop. E la squadra naviga nei bassifondi della classifica. «Ma due settimane fa abbiamo battuto la capolista Ragusa, riusciremo a fare bene». Una donna entusiasta. «Le mie caratteristiche? Sul campo cerco di organizzare il gioco e di privilegiare gli assist».

Professionista del basket e dirigente d'azienda alla Philip Morris

Il passato. Simona Cordisco ha iniziato a giocare a pallacanestro, a 8 anni, nella sua Ortona, all’istituto Salesiani, con l’Intrepida. In precedenza aveva fatto danza classica. Il primo trasferimento a 14 anni a Pescara per giocare in serie B con l’Adriatica. Poi, a Chieti, con il Cus in serie A2. Infine il grande salto e la decisione di andare a Bologna e, con il diploma al Liceo Scientifico, coltivare il doppio binario università-pallacanestro. «Ho giocato in A2 con la Libertas», racconta. «Nei primi tre anni bolognesi ho fatto università e Libertas. Ma a un certo punto ho deciso di privilegiare gli studi e così nel 2015 sono andata a giocare in serie B nel Basket Progresso del compianto giornalista Gianfranco Civolani. Lì ho fatto una stagione di serie B, una di A3 e poi il salto in A2. In totale cinque anni. Nell’ultima stagione abbiamo vinto la A2, ma non c’erano i fondi per fare la A1. C’era il rischio di tornare indietro e, invece, la gloriosa Virtus ha deciso di rilevare il titolo e di gestire anche la squadra femminile, coronando il nostro sogno». A Basket City Simona Cordisco si trova a suo agio. «Bello giocare al PalaDozza, bello andare in giro per la città e vedere che la gente ti riconosce. Qui si mangia pane e pallacanestro, se non vivi certe sensazioni non puoi capirle». A Bologna ci sono due giocatori di Chieti: Giampaolo Ricci nella Virtus e Stefano Mancinelli nella Fortitudo. «Ho grandissima stima di Giampaolo Ricci come giocatore, è l’esatta dimostrazione del giocatore che si è costruito con la forza di volontà e lo spirito di sacrificio, mentre Mancinelli non lo conosco di persona, ma è uno che è stato anche capitano della Nazionale, quindi...».
La famiglia. Ci sono papà Domenico pensionato, mamma Lucia, impiegata di banca, e la sorella Federica, di 29 anni, che vive a Milano. «Il mio ringraziamento va ai genitori che hanno fatto tanti sacrifici per assecondare le mie esigenze. Per quanto riguarda il basket, devo tanto a Franco Ghilardi (oggi allenatore delle Panthers Roseto, ndr), il coach della svolta. Poi Giancarlo Giroldi,  perché mi ha fatto vivere grandi emozioni». A Bologna risiede, lavora e pensa di restare, ma... «Ortona è Ortona. Mi manca il mare. Avverto la mancanza del Lido Riccio».
 


 

INTERVISTA A SIMONA CORDISCO

di Francesco Strazzari - basketinside.com - 02/04/2020

 

Simona Cordisco è intervenuta nell’ultima puntata di WeBasket su Radio1909, condotta da Domenico Bonacorsi e Francesco Strazzari.
Come stai vivendo la quarantena?
“Io ho una vita totalmente stravolta per quanto riguarda la quotidianità. Sono passata da giornate pienissime con sveglia alle 7 del mattino fino ad arrivare alla sera con gli allenamenti, a giornate diciamo “vuote”: Ho fatto più fatica a riempirle. Ho provato a trarre beneficio da tutto questo: ho scoperto la vita solitaria.
Sono sempre stata a contatto con molte persone, dal lavoro alla palestra. Star da sola alla fine è una figata, riscopri un sacco di cose che alla fine non facevi. Cerco di guardare agli aspetti positivi, a ciò che verrà una volta finito tutto.”

Simona, l’impatto con la Serie A1. Cosa ti ha sorpreso di più?
“E’ stato un sogno che si è avverato. Spero di arrivare qui una volta iniziato a giocare a basket. Ho provato a cercare altre strade durante il mio percorso, per me alla fine è stata la realizzazione di tutti i sacrifici fatti duranti gli anni.
Entrare al Paladozza, giocare con la maglia della Virtus, l’inno. Il rimpianto più grande ora è non essere riusciti a finire questa stagione per ovvi motivi, speriamo che ce ne saranno altre altrettanto belle.
È solo l’inizio di un bel percorso.”

Un attributo cestistico che desidereresti.
"il controllo del corpo, prenderei quello.”

Il lavoro estivo per affrontare la serie A1.
Cordisco: “Sono consapevole del mio talento e dei miei limiti, ho sempre cercato di lavorare su quest’ultimi per stare al passo della categoria. Quello che ho cercato di fare quest’anno si collega molto a quello che faccio nella mia vita lavorativa. Io gestisco un team di persone al lavoro e per mi è stato chiesto di essere il metronomo della squadra.”
Nomina il prossimo ospite che dovrà interagire con noi la prossima puntata.
Cordisco: “Rae D’Alie, mi piacerebbe molto sentirla.”
 


 

SIMONA CORDISCO RINNOVA CON LE V NERE

tratto da www.virtus.it - 21/07/2020

 

Virtus Segafredo Bologna è lieta di comunicare di aver raggiunto l’accordo per il rinnovo contrattuale di Simona Cordisco.

“È magia poter vestire questa maglia per il secondo anno consecutivo. La scorsa stagione, per i motivi che conosciamo, è stata lasciata incompleta. Abbiamo tanto da dimostrare e condividere. Ringrazio la Società per darmi ancora l’opportunità di continuare a scrivere la storia di questo gruppo. Ci divertiremo, non vedo l’ora!” commenta la giocatrice bianconera.

Nell’ultima stagione disputata, Cordisco ha giocato 12 gare con una media di utilizzo a partita di 7 minuti.

 

 

SIMONA CORDISCO

di Ezio Liporesi per Virtus Segafredo Bologna Femminile Fanclub - 30/04/2021

 

Nativa di Ortona, in provincia di Chieti ha iniziato a giocare a pallacanestro, a 8 anni, nella sua città natale, all’istituto Salesiani, con l’Intrepida. Il primo trasferimento a 14 anni a Pescara per giocare in serie B con l’Adriatica. Poi, a Chieti, con il Cus in serie A2, dove ha debuttato a 17 anni, giocando 15 partite. Poi il grande salto e la decisione di andare a Bologna e, con il diploma al Liceo Scientifico, fare coesistere università e pallacanestro. Nei primi tre anni bolognesi ha giocato nella Libertas, poi per privilegiare gli studi, nel 2015, è andata a giocare in serie B nel Basket Progresso di Gianfranco Civolani. Una stagione di serie B, una di A3 e poi il salto in A2. In totale cinque anni. Nel 2016/2017 e nel 2018-2019, vince il campionato di A2, ma non c’erano i fondi per fare la A1. Dopo l'ultima promozione c’era il rischio di tornare indietro e, invece, la gloriosa Virtus ha deciso di rilevare il titolo e di gestire anche la squadra femminile, costruendo sul gruppo storico di giocatrici una formazione per la massima serie. Un'annata lottando in fondo alla classifica, l'interruzione della stagione, causa covid, poi un'annata ai vertici, con la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia, sconfitta da Schio in semifinale, e l'approdo ai playoff, con il bellissimo successo per due vittorie a una nella serie contro il glorioso Geas. Sempre presente, 19 gare nel 2019/20, stagione non conclusa a causa del covid,  29 di campionato e l'unica di Coppa Italia, finora in questo 2020/21, Da ricordare i 12 punti all'andata contro Battipaglia, battuta 102-69 il 28 novembre 2020: 1 su 1 da due, 3 su 4 da tre e 1 su 2 ai liberi. Non tantissimi i minuti in campo, pochi i punti segnati nella massima serie, 33, ma sempre una grande applicazione difensiva e una ammirevole saggezza tattica. Poi c'è il suo ruolo storico nella squadra che ne fa uno dei punti di riferimento per la Virtus Segafredo e i suoi affezionati sostenitori. Un grande impegno per Simona, che dopo la laurea in ingegneria, ha dovuto far collimare basket e lavoro, ma sembra giunto il momento in cui non è più possibile e Simona, seppure a malincuore, forse dovrà lasciare il basket. Sarebbe una grave perdita per la Virtus e gli affezionati sostenitori, ma con l'orgoglio e la soddisfazione di aver concluso nel migliore dei modi.