CRISTIAN FEDRIGO

(foto tratta da www.virtus.it)

 

nato a: Jesolo (VE)

il: ?/?/1970

stagioni in Virtus (come viceallenatore): 2008/09 - 2009/10 - 2010/11 - 2011/12 - 2012/13 - 2013/14 - 2014/15 - 2015/16 - 2016-17 - 2017/18 - 2018/19 - 2019/20 - 2020/21 - 2021/22 - 2022/23 - 2023/24

LA SUA SCHEDA (STAGIONE 2013/14)

www.virtus.it

 

Nativo di Jesolo, classe 1970, Christian Fedrigo inizia ad allenare nella sua città di origine nel 1990. Dal 1994 al 2004 è allenatore del settore giovanile della Benetton Treviso, partendo dal minibasket sino a diventare capo allenatore della categoria Juniores. Nel 2001-2002, con Mike D'Antoni capo allenatore, fa parte dello staff tecnico della prima squadra che disputa le Final Four di Eurolega a Bologna e vince lo Scudetto. Nel 2005 passa a Vicenza con il ruolo di responsabile del settore giovanile. Nella stagione 2007-2008 è stato capo allenatore a Vicenza, in C1, dove ha disputato la finale per la promozione in B2. Dal 1998 è collaboratore in vari ruoli (vice allenatore, allenatore e osservatore) del settore squadre nazionali della FIP e ha partecipato, in qualità di assistente, all'Europeo Under 16 di Madrid nel 2001 e all'Europeo Under 18 di Saragozza nel 2004. Fedrigo passa in Virtus nella stagione 2008-09, in qualità di assistente allenatore in prima squadra, con la quale si aggiudica l'Eurochallenge.

L’INTERVISTA DELLA SETTIMANA: CRISTIAN FEDRIGO

Fedrigo, il ritorno: “Di nuovo tra i ragazzi, farli crescere mi rende felice”

di Marco Tarozzi - www.virtus.it - 26/10/2016

 

Fa un certo effetto parlare di “ritorno”, soprattutto se la parola serve a introdurre un tecnico come Cristian Fedrigo, che ha iniziato la nona stagione in casa Virtus. Ma di fatto è così, almeno per quanto riguarda il settore giovanile di Virtus Unipol Banca, dove Cristian aveva lasciato gli Under 14 a festeggiare un titolo italiano di categoria e oggi li riprende per mano dopo una stagione vissuta unicamente da assistant coach in prima squadra.

“Il motivo è semplice, ero uscito dal settore per esigenze societarie che prevedevano un maggiore impegno legato alla prima squadra. Sono ben contento di essere tornato, naturalmente, perché dedicarmi ai giovani in palestra mi viene naturale, lo faccio da sempre e fa parte della mia cultura: sono cresciuto in un ambiente dove far crescere i giovani era garanzia di futuro”.

Ripartire dall’Under 14 sembra un segno del destino. Con questa categoria aveva chiuso la stagione 2014-2015, regalando alla Virtus il ventunesimo tricolore giovanile da mettere in bacheca.

“Prima d tutto, ringrazio di cuore chi mi ha dato la possibilità di rinsaldare questo legame con il settore. Al di là delle questioni tecniche, ho avuto la fortuna di trovare giocatori reclutati e allenati con grande attenzione, e questo è un merito da ascrivere a Davide D’Atri, che li ha portati fin qui. Ci tengo a evidenziare questo aspetto, perché sono convinto che uno dei compiti più importanti per noi tecnici delle giovanili sia quello di occuparci di reclutamento. E’ vero, riprendo da dove avevo finito, e ne sono entusiasta: in questi anni in Virtus ho sempre avuto la possibilità di programmare il mio lavoro sia in termini di reclutamento sia in termini tecnici, perché ho sempre iniziato con un gruppo Under 13 o addirittura Esordienti per portarlo avanti nel percorso di formazione. E’ una cosa che mi piace fare e qui ho avuto la possibilità di farlo al meglio, sentendo intorno la fiducia della società”.

Under 14, ovvero una specie di “età di mezzo” in cui la passione per il gioco inizia a mescolarsi con una visione più precisa di progetti e aspettative legati al percorso sportivo. Una fase delicata, per chi la vive e anche per chi la indirizza.

“Penso che si debba evitare di dare giudizi e valutazioni troppo precoci, a proposito del futuro o della futuribilità di ogni singolo giocatore di questa età. L’esperienza mi insegna che molto spesso identificare un ragazzo e dargli aspettative in base a ciò che noi immaginiamo di lui, può risultare eccessivo. La riprova è che ci sono giocatori che un allenatore magari non considerava positivamente, e che invece il tempo ha rivelato più interessanti di altri. E’ un’età di fronte alla quale devi stare attento a come ti poni, e anche a quello che ti aspetti”.

Senza parlare di obiettivi e traguardi, perché sarebbe prematuro e sbagliato, che gruppo si è ritrovato tra le mani?

“Lo trovo soprattutto bene educato, nel senso tecnico e in quello delle “buone abitudini”, che sono fondamentali. Con queste premesse è stato più facile entrare a farne parte come capo allenatore ed essere accettato. Non è cosa di poco conto, anzi è la parte più significativa del lavoro di formazione, e come ho detto chi mi ha preceduto ha lavorato nel migliore dei modi”.

Lei sarà assistente in prima squadra, impegnata nella Serie A2 Citroen, e prima guida della formazione Under 14 di Unipol Banca. Piani diversi, ma realtà che si assomigliano nel momento in cui si ha l’impressione che il lavoro dell’allenatore-insegnante abbia un peso più significativo.

“Credo che la nostra Serie A2 debba essere una sorta di campionato di sviluppo. E questo aspetto è importante, perché mai come quest’anno i nostri giovani hanno la possibilità di trovare spazio in prima squadra, con responsabilità oltre che con minuti. Le similitudini? In entrambe le realtà si lavora sul miglioramento individuale dei giocatori, un obiettivo che quando si parla di prime squadre rischia a volte di andare perduto. Quando alleni degli Under 14, devi avere chiaro l’obiettivo della società, che è quello di avere tra tre-quattro anni, dal gruppo 2003, giocatori che possano far parte della prima squadra. Allo stesso tempo, la prima squadra deve dare spazio a giocatori giovani, per aiutarli a crescere. E quest’anno ha la possibilità di farlo”.

Questa è la nona stagione bianconera, per Cristian Fedrigo. Diamo un significato, in poche frasi, a una lunga e vissuta militanza.

“Ci sono cose, situazioni, emozioni che spesso non si possono descrivere a parole. Tanto più nel mio caso, visto che sono sempre stato uno che ne ha spese poche. Forse non riesco a fotografare con la giusta grandezza l’orgoglio, la soddisfazione di essere qui. Una cosa, però, posso dirla: spero di essere all’altezza di tutte le persone che qui dentro mi hanno preceduto, che prima di me e per molti anni hanno lavorato con passione per la Virtus. E una volta di più, ringrazio chi mi ha dato la possibilità di farne parte”.

 

VIRTUS, LO STAFF TECNICO SI CONSOLIDA CON IL RINNOVO DI FEDRIGO

tratto da www.virtus.it - 15/07/2016

 

Si consolida lo staff tecnico di Virtus Pallacanestro. Dopo il rinnovo di Daniele Cavicchi, nel gruppo di lavoro di Alessandro Ramagli entra ufficialmente anche Cristian Fedrigo, che ha rinnovato il suo rapporto con la V nera firmando un contratto di due anni con opzione per la terza stagione.

Nato a Jesolo, classe 1970, Fedrigo è alla Virtus dalla stagione 2008-2009, in qualità di assistente allenatore della prima squadra e di tecnico del settore giovanile, dove negli anni ha ricoperto il ruolo di capoallenatore di Under15, Under14, Under13, Allievi ed Esordienti, svolgendo anche attività di scouting. Ha conquistato il titolo italiano Under 14 nella stagione 2014-2015,
Prima di approdare alla Virtus è stato allenatore del settore giovanile della Benetton Treviso, anche nello staff della prima squadra che ha vinto lo scudetto con D’Antoni nel 2002, e capoallenatore a Vicenza in C1 nel 2007-2008. Ha collaborato in vari ruoli al settore squadre nazionali della Fip, partecipando in qualità di assistente all’Europeo U16 di Madrid 2001 e all’Europeo U18 di Saragozza 2004.
Ha fatto parte dello staff della Nazionale al raduno di Bologna in preparazione al Torneo Preolimpico di Torino.

“Sono felice che la società mi abbia dato la possibilità di continuare il mio percorso professionale nel mondo bianconero”, commenta Fedrigo. “Da sempre mi onora far parte di una delle realtà più blasonate e importanti della pallacanestro italiana, dalla quale ho ricevuto tanto in tutti questi anni. Voglio ringraziare le persone che mi hanno dato questa possibilità: il presidente Bucci, il Gm Trovato, il capoallenatore Ramagli, che proponendomi un contratto pluriennale mi hanno dato un segnale significativo della fiducia che ripongono nei confronti del sottoscritto, che intendo ripagare col mio lavoro”.

“Siamo davvero contenti che un bravo allenatore come Cristian sia rimasto con noi”, afferma il presidente Alberto Bucci. “Lui è da anni un valore aggiunto per la nostra società e per le nostre formazioni, dalla prima squadra alle giovanili, a cui ha dato tanto in termini di conoscenza ed esperienza, e tanto continuerà a dare in futuro”.

L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA: CRISTIAN FEDRIGO

Cristian Fedrigo, 10 anni in Virtus: "Una grande scuola per tutti"

di Marco Tarozzi - www.virtus.it - 03/11/2017

 

Anniversari. Cristian Fedrigo non è tipo da festeggiarli con clamore, ma ne sta vivendo uno importante, che ne fa uno dei veterani della Porelli. Questa è la sua decima stagione in Virtus. Dieci annate vissute tutte a stretto contatto con la prima squadra, di cui è assistente allenatore, ma anche portando il suo contributo di esperienza e conoscenza al settore giovanile. Un anno fa, dopo una stagione di pausa nella quale si era dedicato unicamente alla prima squadra, ha ripreso il timone di un gruppo di giovani. Ci ha messo poco a farsi capire dagli Under 14 di Virtus Unipol Banca, e li ha portati dritti al terzo posto delle Finali Nazionali di Bormio. Da lì ora è ripartito, seguendo il corso naturale del tempo: i suoi Under 15 hanno un anno di più, ma sono volti che ormai conosce bene.

Quella finale per il titolo sfiorata a Bormio appena pochi mesi fa si può considerare un punto fermo da cui ripartire?

“In questo momento ho sensazioni che mi fanno dire che richiamare tutto ad un risultato sportivo non è sempre la cosa giusta. Bisogna tener conto invece di molte altre componenti, a cominciare dal raggiungimento di miglioramenti individuali da parte dei giocatori. Nella passata stagione questa squadra è riuscita a mostrare miglioramenti significativi, spero che anche in questa possa seguire lo stesso percorso”.

Un anno di lavoro alle spalle con gli stessi ragazzi, può avere importanza nella costruzione e nella crescita del gruppo?

“Può averla nella misura in cui questo tempo passato insieme abbia avuto un significato legato alla condivisione di obiettivi che rimangono nel tempo. Dal punto di vista tecnico i miei ragazzi hanno la possibilità, all’interno del gioco, di crescere imparando ad avere una dimensione intera, che permetta loro di migliorarsi individualmente, esprimendo una pallacanestro completa. Questo sarà il nostro vero grande obiettivo di squadra”.

Le prime uscite della sua Virtus Unipol Banca nella categoria Under 15, che indicazioni le stanno dando?

“La squadra non si è certamente presentata ai blocchi di partenza come mi sarei aspettato. E mi collego al discorso iniziale, in cui dicevo che legarsi ad un risultato ottenuto, per quanto significativo, non è tutto: lo sport insegna sempre a ricominciare daccapo, ed anche nel nostro caso avrebbe dovuto essere così. Non mi riferisco ai risultati sportivi, ma all’applicazione ed all’impegno nella quotidianità, che fa crescere giocatori affidabili e responsabili. Quello che ho potuto vedere in questo inizio di stagione non è in linea con quanto ero solito vedere in palestra”.

Quello che invece sta vedendo le ha già suggerito risposte?

“La crescita di un atleta passa anche da momenti nei quali è giusto gioire ed essere contento dei risultati che ha raggiunto. Perché li ha raggiunti attraverso sacrifici personali, dandosi regole e obiettivi. Ma poi è altrettanto importante che sappia ripartire, trovare stimoli nuovi. Questo terzo posto in Italia probabilmente ad alcuni dei miei ragazzi, anziché essere vissuto come un punto di partenza, ha fatto l’effetto opposto”.

A proposito di stimoli, quali sono quelli che ancora la fanno guardare avanti, nel suo percorso di allenatore?

“Come i giocatori devono allenarsi per poi giocare, l’allenatore deve allenarsi ad allenare. Mi piace farlo in veste di assistente della prima squadra, e lo faccio da anni, così come guidare le squadre del settore giovanile, perché mi permette di tenermi aggiornato sui metodi di allenamento e sulle relazioni con giocatori e staff”.

Visti da fuori, due mondi diversi: un basket adulto e professionistico, un altro in sboccio. Dove sta il minimo comune denominatore?

“E’ quello che mi guida all’interno di entrambi i settori: cercare di far sì che i giocatori che alleno migliorino dal punto di vista individuale. E’ una linea-guida che mi hanno insegnato fin da quando allenavo a Treviso, ed anche qui in Virtus è il principale obiettivo del settore giovanile. Sento che noi allenatori abbiamo il dovere di fornire ai ragazzi che ci vengono affidati competenza, programmazione e serietà. E questo passa anche dalle sconfitte, talvolta”.

Ci spiega questo concetto?

“Tutti giochiamo per vincere, e deve essere così. Ma ci sono momenti legati a tipologie di giocatori, a obiettivi tecnici, in cui nonostante uno faccia di tutto per uscire vincitore deve mettere in preventivo anche la possibilità di essere battuto, se punta dritto al suo traguardo. Non esiste miglioramento tecnico ad alto livello disgiunto dall’ambizione della vittoria. La vittoria sportiva è lo strumento da “usare” per provare in ogni partita a superare i propri limiti, ma nello stesso tempo dobbiamo sapere che se quel miglioramento è l’obiettivo finale, può succedere che passi anche, talvolta, attraverso la sconfitta sportiva”.

Lei non è tipo da sbandierare i propri sentimenti, ma dieci anni di Virtus sono pur sempre una bella medaglia da appuntarsi al petto. Come li ha vissuti, e cosa le sta dando questa ormai lunga esperienza bianconera?

“Un allenatore molto più bravo di me, che ha allenato qui e che è nella storia della Virtus, un giorno disse che era arrivato da dilettante e che in questa società gli è stato permesso di diventare un professionista. Senza ovviamente pensare anche solo di avvicinarmi a chi lo ha detto, posso tranquillamente affermare che mi è successa la stessa cosa. Non semplicemente in termini contrattuali, ma di opportunità. E queste, in fondo, sono le cose che uno non dovrebbe mai dimenticare”.

 

FEDRIGO ASSISTENTE ALLENATORE DELLA NAZIONALE UNDER 16

tratto da www.virtus.it - 26/04/2018

 

Il Settore squadre Nazionali giovanili comunica di aver selezionato Cristian Fedrigo, assistente allenatore della Virtus Segafredo Bologna e capo allenatore della formazione under 15 targata Unipol Banca, come assistente allenatore della Nazione Under 16 maschile guidata da Antonio Bocchino per l’estate 2018.

INTERVISTA A CRISTIAN FEDRIGO, ASSISTENTE DELLA VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA

di Lorenzo Gaballo - 1000cuorirossoblu - 10/05/2020

 

Cristian Fedrigo, assistente di coach Sasha Djordjevic, è giunto al suo undicesimo anno in Virtus. Nativo di Jesolo, classe 1970, è arrivato in Virtus nella stagione 2008-2009 dopo aver allenato prima la squadra della sua città natale e, poi, il settore giovanile della Benetton Treviso. Ripercorriamo con Fedrigo la sua carriera nel mondo della pallacanestro.

Buonasera Cristian. Vista la situazione in cui ci troviamo. la prima domanda è scontata: come sta affrontando questa quarantena?

“Il periodo che stiamo vivendo ci ha costretto a cambiare tutte le nostre abitudini quotidiane, quindi, non mi restava che prenderne atto e approfittare di una “opportunità” per dedicarmi ai miei figli e alla mia famiglia”.

Un bilancio su questa stagione che, purtroppo, si è dovuta chiudere anzitempo?

“Ci sono figure all’interno della società che si occupano di questo e di programmare il futuro della Virtus Segafredo. Nel mio ruolo posso solo dire che si è iniziato un percorso di “costruzione” all’interno delle varie “aree di competenza” della società che è stato supportato dai risultati sul campo”.

E’ già al lavoro per la prossima stagione?

“Si, coordinati dal Capo allenatore stiamo riordinando e pianificando lo scouting di questa e della prossima stagione. Nonostante il  momento particolare stiamo cercando di sviluppare un lavoro focalizzando la nostra attenzione sullo scouting di alcuni giocatori, ma non solo. All’interno di un sistema di lavoro ormai consolidato ci stiamo confrontando su come riuscire, nella prossima stagione, a fornire ai nostri giocatori una qualità ancora maggiore di proposte per il raggiungimento degli obiettivi: semplici idee, opzioni, esercizi, report”.

Come si è avvicinato al mondo della pallacanestro?

“Un giorno accompagnai mia mamma che andava a prendere mio fratello minore alla sua prima lezione di minibasket…”.

Parlando un po’ della sua carriera, è alla dodicesima stagione in Virtus. E’ fiero del percorso fin qui avuto?

“All’interno di un team ogni figura deve garantire professionalità ed affidabilità affinché il programma di cui fanno parte possa raggiungere l’eccellenza. Mi sento fiero quando riesco ad aiutare la società e le persone con le quali lavoro”.

Ha delle partite che ricorda più di altre e perché?

“Ne ricordo più di una e ad ognuna sono profondamente legato per motivi diversi. Porto con me ognuna di queste partite in quanto associate a momenti della mia vita lavorativi e non, persone, ambienti completamente diversi tra loro”. 

Tornando ancora più indietro, ha avuto l’occasione di fare parte dello staff tecnico di Mike D’Antoni a Treviso e, nel 2002, ha vinto lo scudetto e raggiunto anche le Final Four di Eurolega disputata proprio a Bologna. Che ricordi ha di quell’annata e quanto è stato importante per il suo percorso di crescita il poter lavorare con D’Antoni?

"In quell’annata facevo semplicemente il giovane allenatore delle giovanili che era stato aggregato alla prima squadra per presenziare agli allenamenti della mattina (sedute di tiro e allenamenti individuali dove il compito era passare la palla ed imparare) ed occuparmi - assieme ad altri dello staff – dei video e dello scouting cartaceo di campionato ed Eurolega.  E’ stata la stagione che mi ha permesso per la prima volta di stare a contatto quotidianamente con un ambiente professionistico che giocava per competere ai massimi traguardi in Italia ed in Europa. Mi ha dato l’opportunità di vedere e poter ascoltare i migliori.  Mi ha insegnato a capire il ruolo di ognuno, a fare uno scouting report di una squadra avversaria, a rispettare le dinamiche all’interno del team e non ultimo a migliorare tecnicamente la mia organizzazione che prevedeva anche allenare 2 gruppi del settore giovanile (allora Cadetti anno 1985’-86 ed Allievi 1987)”.

Ha allenato anche nel settore giovanile. Che tipo di approccio ha nei confronti dei più giovani?

“In tutti i miei anni da assistente ho sempre cercato (partite di Coppa permettendo) di allenare anche un gruppo giovanile. L’obiettivo primario di questo settore  è anche quello di “produrre giocatori” che un giorno possano far parte della nostra prima squadra. Ho imparato che noi allenatori abbiamo il dovere di fornire ai ragazzi che ci vengono affidati, competenza, programmazione tecnica e serietà”.

Ha un sogno nel cassetto? 

“Si, garantire ai miei figli educazione, istruzione ed opportunità. Le stesse che i miei genitori hanno saputo garantire a me”.

Vuole mandare un saluto ai tifosi bianconeri che anche quest’anno vi hanno sostenuto cercando sempre di darvi la carica giusta per affrontare le partite?

“Patrimonio ed anima emotiva delle nostre vittorie. Penso non ci sia altro da aggiungere. Spero di poterli risentire presto cantare per noi”.


 

LO STAFF TECNICO DI VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 2021/2022

tratto da www.virtus.it - 07/07/2021

 

Virtus Pallacanestro Bologna S.p.A. comunica che, dopo l’arrivo del nuovo head coach bianconero Sergio Scariolo, è stata definita anche l’organizzazione del suo staff tecnico, questa la nuova composizione: gli assistenti Andrija Gavrilovic, vice allenatore delle V Nere tra il 2003 e il 2006, e Andrea Diana, capo allenatore a Brescia dal 2014 al 2019. Due volti nuovi nello staff bianconero ma anche due conferme. La prima è quella di Cristian Fedrigo, una presenza fissa nella Virtus dal 2008, la seconda quella di Mattia Largo, ormai da diciotto stagioni con la V sul petto tra giovanili e prima squadra.

Novità per quanto riguarda il preparatore atletico che sarà Matteo Panichi. Terminata la carriera da giocatore (2 scudetti, di cui uno con la Virtus nella stagione 97/98), Matteo ha iniziato in maniera altrettanto brillante quella da trainer. In Nazionale dal 2010, farà parte della spedizione olimpica azzurra che partirà alla volta di Tokyo. Collaborerà con lui il confermato Emanuele Tibiletti, giunto alla sua quarta stagione in bianconero.

FEDRIGO DA RECORD

 di Ezio Liporesi - Cronache Bolognesi - 13/10/2023

 

Alla Virtus nell'era Zanetti ci sono stati tanti avvicendamenti in tutti i ruoli della squadra e della società, ma ci sono anche i fedelissimi.

Christian Fedrigo, dopo le esperienze nella sua regione, approdò in Virtus nel 2008; da allora ha fatto l'assistente e nei primi anni anche l'allenatore nelle giovanili guidando formazioni che sono andate dagli esordienti agli under 15 (anche uno scudetto under 14 per lui). Nel 2023/24 Fedrigo raggiunge le 16 stagioni sulla panchina Virtus e mai nessuno, sommando annate da capo allenatore o da assistente, ha mai fatto meglio. Christian supera Messina che ne fece 15, 6 da assistente e 9 da capo allenatore.