FILIPPO GIULI

Filippo Giuli col massaggiatore Giarella (foto da "Il mito della V Nera 1871-1971)

nato a:

il: 08/03/1891 - 05/08/1968

Stagioni alla Virtus: dal 1930 al 1933/34

 

GALLERIA DI CAMPIONI DI IERI: FILIPPO GIULI

di Sergio Balistrieri - Stadio - 1964

 

Correva l'anno 1920. Altri tempi, anche per l'atletica. Si disputava ad Udine una riunione preolimpica e il concorrente Filippo Giuli che, con quel corpicciolo piccolo e magro, non pareva nemmeno un atleta, partecipava a tre competizioni (salto triplo, salto con l'asta, 110 ostacoli) solitamente riservate alle "gambe lunghe"; la riunione era iniziata alle 6 del mattino e Giuli, dopo un viaggio notturno privo di "comfort", a pancia desolatamente vuota, nn era stato in grado di qualificarsi nel salto con l'asta, che pure era la sua specialità. Ma poco dopo fu in grado di stabilire il primato italiano di salto triplo, con la misura di m. 12,55. Per la prima volta in Italia una gara di salto triplo si disputava, anziché con stile libero, con lo stile obbligatorio (battuta, caduta sullo stesso piede, poi alternarsi dei piedi), e Giuli aveva vinto la gara: dunque sembrava una cosa pacifica, che il primato fosse suo. Sembrava. Ma per farsi riconoscere dalla Fidal quel primato Filippo Giuli ha dovuto attendere la bellezza di quarantatré anni. Ha dovuto invecchiare con quella spina nel cuore. Sì, è vero, si trattava solo di un primato sportivo, strabattuto negli anni seguenti e ormai dimenticato; ma a chi non dispiace non vedersi riconoscere i propri meriti? Anche a Filippo Giuli dispiaceva; e Filippo Giuli ha fatto ricorso al CONI. Mancavano i documenti; il CONI non poteva riconoscere un primato senza le indispensabili attestazioni che il primato fosse stato veramente stabilito, il CONI non può fidarsi della parola dell'interessato, per quanto galantuomo. A distanza di quarantatré anni, alcuni mesi orsono, i documenti, incontrovertibili, con tanto di autentiche fotocopie, sono saltati fuori; li ha scovati a Udine un amico di Giuli, il presidente del Panathlon locale comm. Dandlan. ILl CONI ha immediatamente provveduto al riconoscimento del record e ha coniato per Giuli una bella medaglia.

Adesso Filippo Giuli è soddisfatto e quella giornata del giugno 1920 ha trovato nella sua memoria una diversa classificazione. Perché, in una carriera tutt'altro che povera di soddisfazioni, era stata proprio una bella giornata; alla vittoria nel salto triplo aveva fatto seguito un terzo posto nel 100 ostacoli, e poi l'allora stimatissimo allenatore americano Platt Adams aveva ottenuto il permesso dalla giuria di farlo esibire nell'asta malgrado fosse stato eliminato, per additarlo al pubblico e concorrenti come un modello di stile; e Giuli, rimesso in sesto lo stomaco, aveva ottenuto fuori gara la stessa misura del vincitore e poi aveva dovuto desistere, altrimenti...

Filippo Giuli, classe di... fil di ferro 1891, è entrato a far parte della Virtus nel 1903, ma già prima, come nipote del custode, frequentava la società; ha praticato anzitutto la ginnastica, con risultati brillanti, e poi la lotta, il sollevamento pesi, l'atletica leggera, riportando in ogni campo buone affermazioni. Abbandonata l'attività agonistica, fu per diversi anni istruttore del settore atletico della Virtus e alla sua scuola si formarono numerosi campioni. È stato in seguito segretario del Comitato Emiliano della Fidal. Attualmente è delegato provinciale dell'Associazione Nazionale Azzurri d'Italia. Sportivo di buona razza, è sempre rimasto negli ambienti dello sport e il CONI ha trovato modo di ricompensarlo.

 

È MORTO FILIPPO GIULI

Ex atleta della Virtus e apprezzato dirigente
Primatista italiano nel salto triplo e specialista dell'asta

 Stadio - 6 agosto 1968 (Archivio S.E.F. Virtus)

 

È improvvisamente scomparso Filippo Giuli, stroncato da una malattia che l'aveva colto qualche giorno fa, proprio quando diceva d'essere sul punto di partire per una vacanza in montagna

Nato nel marzo del 1891, Filippo Giuli aveva acquistato grande popolarità nel mondo sportivo bolognese. Fin da ragazzo aveva gareggiato per i colori della Virtus, come ginnasta e come atleta. Per la sezione Ginnastica della vecchia società bolognese aveva partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali; come atleta era arrivato al traguardo della maglia azzurra: sue specialità erano il salto con l'asta e, soprattutto, il salto triplo. Mel salto triplo, in particolare, aveva stabilito nel 1910 il primato italiano.

Lasciata l'attività agonistica, non aveva voluto abbandonare il mondo dello sport; anzi, col passare del tempo, si era interessato ad altre discipline, segnatamente la pallacanestro. Era allenatore e istruttore giurato della Federazione ginnastica italiana e giudice benemerito della Fidal. Aveva costituito a Bologna la sezione dell'Associazione Azzurri d'Italia (della quale era stato poi nominato Delegato per la nostra città e consigliere nazionale).

I bolognesi che seguono le vicende sportive ormai da anni, difficilmente potranno dimenticare quella figura che era tra le più simpaticamente note della città; quell'uomo che pure in età avanzata, aveva tante cose da insegnare ai giovani che muovono i primi passi nelle piste, nelle pedane, nelle palestre.

 

Giuli nel 1963/64 (foto reperita all'Archivio S.E.F. Virtus)

GIULI È MORTO

Scompare un pioniere dello sport bolognese. Azzurro, primatista, campione d'Italia, emerse nell'atletica leggera e nella ginnastica, fu maestro insigne e dirigente appassionato

 

Il delegato provinciale bolognese dell'Associazione Azzurri d'Italia cav. Filippo Giuli è morto l'altra notte all'ospedale Maggiore di Bologna. Aveva settantasette anni, essendo nato l'8 marzo 1891.

Lo vedemmo l'ultima volta al campo della Virtus (della sua Virtus) un mese fa, nel corso di una cerimonia per la consegna di attrezzature sportive al più vecchio sodalizio bolognese. Era provato dalla micidiale malattia che lo aveva colpito, ma la sua tempra di uomo forte e l'indomabile forza di volontà che lo avevano accompagnato in mille battaglie e in mille vittorie, gli permettevano di sperare. "Sai - ci disse - che sono stato lì lì per fare viaggio? ma gente del mio stampo non ha paura di nessuno, nemmeno della morte". Credeva nella vita, lui che nella vita era sempre stato un faro di luce come atleta, come maestro di sport, come dirigente. Purtroppo anche la sua resistentissima fibra ha ceduto di fronte all'ineluttabile.

Era nato nello sport: suo padre custodiva la "Santa Lucia", sommo tempio dello sport bolognese. Senza accorgersene Giuli imparava ogni segreto, grande o piccolo, dello sport.

La passione si impossessò di lui poco più che decenne: la sua prima tessera di virtussin fu staccata sessantacinque anni fa. Intraprese giovanissimo l'attività agonistica, ma il suo record nazionale lo siglò in età abbastanza avanzata: il primo nome nell'albo d'oro del salto triplo italiano è proprio quello di Giuli e porta la data del 1920, con una misura di dodici metri e cinquantacinque centimetri.

Fu azzurro sia nell'atletica leggera che nella ginnastica, due discipline per le quali egli divise il suo amore. Fu allenatore ed istruttore, non lesinò consigli e pareri, fu preparatore atletico di una gamma incalcolabile di discipline sportive. Fu giurato di ginnastica e giudice benemerito della Fidal. Da diversi anni a questa parte si appassionò alle fortune dell'Associazione Azzurri d'Italia della quale fu, fino a trentasei ore fa, consigliere nazionale e delegato provinciale bolognese.

Era assiduo frequentatore della nostra redazione fino a quando il male gli impedì la quasi quotidiana "chiacchierata coi miei amici giornalisti". Amava raccontare le vicende sportive di tempi remoti, di pionieri, vicende che ai più giovani apparivano leggenda. Anche lui, oggi, è entrato nella leggenda: l'uomo ci ha lasciato, l'esempio resta. Imperituro.

Stadio, che lo ebbe amico fraterno, si inchina commosso alla sua memoria, porgendo ai familiari i sensi del più profondo e sincero cordoglio.

I funerali avranno luogo stamane alle ore 11, con partenza dalla chiesa parrocchiale di San Procolo (via D'Azeglio).