STAGIONI IN ORDINE CRONOLOGICO

 

Prima del basket: l'Ottocento e la Virtus nelle altre discipline

Gli albori: l'attività cestistica prima delle competizioni ufficiali

Questa giovane Virtus centenaria

 


stagione

serie

piazzamento regular season1

post season2

Coppa Italia

Altre Coppe
1929/30 1a Div. Emilia        
1930/31 2a Div. Emilia        
1931/32          
1932/33 2a Div. Emilia        
1933/34 1a Div. Nord-Est3 e
2a Div. Emilia
1 (promossa)      
1934/35 Div. Nazionale4 2      
1935/36 Div. Nazionale4 2      
1936/37 Div. Nazionale4 2      
1937/38 Serie A 2      
1938/39 Serie A 3      
1939/40 Serie A 2      
1940/41 Serie A 6      
1941/42 Serie A 3      
1942/43 Serie A 2      
1943/44 Serie A non disputato      
1944/45 Serie A non disputato      
 1945/46  Serie A Campioni d'Italia      
1946/47 Serie A Campioni d'Italia      
1947/48 Serie A Campioni d'Italia      
1948/49 Serie A Campioni d'Italia      
1949/50 Serie A 2      
1950/51 Serie A 3      
1951/52 Serie A 2      
 1952/53  Serie A 2      
  1953/54   Serie A 3      
1954/55 Serie A Campioni d'Italia      
1955/56 Serie A Campioni d'Italia      
1956/57 Serie A 2      
 1957/58  Serie A 2      
1958/59 Serie A 2      
 1959/60  Serie A 2      
1960/61 Serie A 2     C. Campioni: eliminata ottavi5
1961/62 Serie A 3      
1962/63 Serie A 3      
1963/64 Serie A 3      
1964/65 Serie A 3      
1965/66 Serie A 4      
1966/67 Serie A 6      
1967/68 Serie A 3      
1968/69 Serie A 10   El. quarti  
1969/70 Serie A  8   El. quarti  
1970/71 Serie A 10 Spareggio: salva El. quarti  
1971/72 Serie A 5   El. quarti  
1972/73 Serie A 6   El. ottavi  
1973/74 Serie A 5   Coppa Italia  
a partire dal campionato 1974/75, alla stagione regolare segue la "poule scudetto"
1974/75 Serie A1 4 4 non disputata C. Coppe: 3a girone elim.
1975/76 Serie A1 3 Campioni d'Italia non disputata C. Korac: Semifinalista
a partire dal campionato 1976/77, alla stagione regolare seguono "poule scudetto" e playoffs
1976/77 Serie A1 1 Finalista non disputata C. Campioni: 2a girone elim.
1977/78 Serie A1 3 Finalista non disputata C. Coppe: Finalista
a partire dal campionato 1978/79, alla stagione regolare seguono i playoffs
1978/79 Serie A1 2 Campioni d'Italia non disputata C. Coppe: Semifinalista
1979/ 80 Serie A1 2 Campioni d'Italia non disputata C. Campioni: 4a girone finale
a partire dal campionato 1980/81, alla stagione regolare seguono la "fase ad orologio" e i playoffs
1980/81 Serie A1 5 Finalista non disputata C. Campioni: Finalista
 1981/82  Serie A1 5 Semifinalista non disputata C. Coppe: Semifinalista
a partire dal campionato 1982/83, alla stagione regolare seguono i playoffs
1982/83 Serie A1 5 El. quarto non disputata  
1983/84 Serie A1 2 Campioni d'Italia Coppa Italia  

1984/85

Serie A1

 7

El. quarti

El. quarti

C. Campioni: 6a girone finale
1985/86 Serie A1 7 El. ottavi El. quarti  
1986/87 Serie A1 3 El. quarti El. quarti  
1987/88 Serie A1 6 El. ottavi El. ottavi C. Korac: eliminata quarti
1988/89 Serie A1 3 Semifinalista Coppa Italia  

  1989/90 

Serie A1

 5

El. quarti

Coppa Italia

Coppa delle Coppe

1990/91

Serie A1

 3

Semifinalista

el. quarti

C. Coppe: eliminata quarti

1991/92

Serie A1

 4

Semifinalista

Semifinalista

C. Campioni: eliminata quarti
1992/93 Serie A1 1 Campioni d'Italia Finalista C. Campioni: eliminata quarti
1993/94 Serie A1 1 Campioni d'Italia Semifinalista C. Campioni: eliminata quarti
1994/95 Serie A1 1 Campioni d'Italia el. quarti

Euroleague: eliminata quarti

a partire dal campionato 1980/81, alla stagione regolare seguono la "fase ad orologio" e i playoffs

1995/96

Serie A1

 1

Semifinalista

Semifinalista

Euroleague: eliminata girone
SuperCoppa Italiana

1996/97

Serie A1

 3

Semifinalista

Coppa Italia

Euroleague: eliminata ottavi
a partire dal campionato 1982/83, alla stagione regolare seguono i playoffs
1997/98 Serie A1 1 Campioni d'Italia

Semifinalista

Eurolega
SuperCoppa Italiana: Finalista

1998/99

Serie A1

 3

Semifinalista

Coppa Italia

Euroleague: Finalista
SuperCoppa Italiana: Finalista

  1999/00 

Serie A1

 2

Semifinalista

Finalista

C.Saporta: Finalista
SuperCoppa Italiana: Finalista
2000/01 Serie A1 1 Campioni d'Italia

Coppa Italia

Eurolega
SuperCoppa Italiana: Finalista

2001/02

Serie A

 3

Semifinalista

Coppa Italia

Euroleague: Finalista
Supercoppa Europea: Semifinalista
SuperCoppa Italiana: Semiinalista
2002/03 Serie A 14 non ammessa non ammessa Euroleague: eliminata girone
SuperCoppa Italiana: Finalista

nell'estate viene radiata, ricomincia dalla Legadue con i diritti sportivi del Progresso Castelmaggiore

poi viene riconosciuto il non fallimento e viene riaffiliata

2003/04 LegAdue 3 P.O.: finalista non promossa non ammessa Uleb Cup: eliminata 1 turno
2004/05 LegAdue 2 P.O.: promossa Semifinalista  
2005/06 Serie A 9 non ammessa non ammessa  

2006/07

Serie A

 3

Finalista

Finalista

FibaCup: Semifinalista
2007/08 Serie A 16 non ammessa Finalista Euroleague: eliminata girone

2008/09

Serie A

 5 El. quarti Finalista EuroChallenge
2009/10 Serie A 5 El. quarti Finalista (EuroCup rinunciata)
SuperCoppa Italiana: Finalista
2010/11 Serie A 8 El. quarti El. quarti SuperCoppa Italiana: Finalista
2011/12 Serie A 5 El. quarti El. quarti  
2012/13 Serie A 14 non ammessa non ammessa  
2013/14 Serie A 13 non ammessa non ammessa  
2014/15 Serie A  8  El. quarti non ammessa   
2015/16 Serie A 16 (retrocessione) non ammessa non ammessa  
2016/17 Serie A2 2 girone est P.O.: Campione A2 promossa Coppa Italia A2  
2017/18 Serie A 9 non ammessa El. quarti  
2018/19 Serie A 10 non ammessa Semifinalista Champions League
2019/20 Serie A 16 non disputati6 El. quarti Eurocup: qualificata quarti di finale7
Coppa Intercontinentale (finalista)
2020/21 Serie A 3 Campioni d'Italia El. quarti Eurocup: Semifinalista
SuperCoppa Italiana: Finalista
2021/22 Serie A 1 Finalista Semifinalista Eurocup
SuperCoppa Italiana
2022/23 Serie A 2 Finalista Finalista Eurolega: 14a
SuperCoppa Italiana
2023/24 Serie A       Eurolega:
SuperCoppa Italiana

NOTE

1 - Per regular season si intendono il girone di andata e ritorno;

2 - Per post season si intendono la poule scudetto, la "fase ad orologio" e i play/offs;

3 - Seconda serie nazionale;

4 - Massima serie nazionale;

5 - Partecipa alla Coppa dei Campioni in quanto seconda classificata l'anno precedente dopo la rinuncia del Simmenthal che aveva vinto lo scudetto;

6 - Regular season non completata e playoff non disputati per emergenza coronavirus;

7 - Eurocup non completata per emergenza coronavirus.

CHIARIMENTO

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Nel 1984, in occasione della conquista della stella da parte della Virtus, uscì un libro di Tullio Lauro che celebrava i 50 anni della Virtus Pallacanestro, facendo risalire la nascita di questa sezione al campionato 1934 che sancì la promozione delle V nere in Divisione Nazionale; il lavoro del noto giornalista, scomparso nel 2000 era anche confortato dal fatto che non esistevano dati né ufficiali, né ufficiosi, su un’attività precedente, se non qualche piccolo cenno dello storico della Virtus Renato Lemmi Gigli, che nel libro del centenario fece qualche riferimento all’attività iniziale della pallacanestro a Bologna in generale e alla Virtus in particolare, indicando come data d'inizio della sezione il 1933, immediata vigilia di quel campionato 1934. Lo stesso Lemmi Gigli, però, a quel tempo sapeva bene che il basket in Virtus aveva già una piccola storia prima di quel 1934 e, seppure senza farvi mai riferimento specifico con la signorilità e riservatezza che lo contraddistingueva, accolse con scetticismo quella pubblicazione, come a sottolineare che si fosse un po’ cavalcata l’onda della ricorrenza in occasione della vittoria del decimo scudetto. Era infatti impegnato nel completare “centomila canestri”, libretto regalato agli abbonati nel 1987, contenente tutta la storia statistica della Virtus Pallacanestro, non ebbe mai modo di dare luogo alle ricerche sull’attività primordiale delle V nere, forse anche stanco dopo una vita passata a inseguire dati riguardanti le sue passioni sportive, la Virtus (ne seguiva tutte le sezioni) e il Bologna calcio. Da allora ho sempre pensato che quella verità storica andasse ristabilita, un “dovere” nei confronti della Virtus e di Lemmi Gigli stesso. Oggi, dopo 30 anni, possiamo ricostruire, seppure con qualche piccola lacuna dovuta a qualche dato mancante, l’esatto evolversi delle vicende bianconeri in quei primi anni di vita: i cinque Tornei Invernali Propaganda, riservati a squadre bolognesi, organizzati per diffondere lo sport della pallacanestro, che si svolsero dal 1930/31 al 1934/35 e i campionati nazionali di prima e seconda divisione - zona Emilia, ai quali però si iscrivevano solo squadre bolognesi, nelle stagioni che vanno dal 1929/30 al 1932/33, con l’eccezione della stagione 1931/32, nella quale la Virtus non partecipò (era il momento del passaggio di consegna tra i primi giocatori e i campioni come Venzo Vannini e Giancarlo Marinelli che domineranno la scena fino agli inzi degli anni Cinquanta. Infatti i primi passi risalgono probabilmente al 1929, quando i "ragazzi dell'atletica", Riccardo Chiaffarelli, Gastone Colombo, Ermenegildo De Luigi, Vittorio De Simoni, Piero Grigioni e Almo Padovani, lanciatori, saltatori e velocisti della sezione atletica della S.E.F. Virtus si lanciarono nei primi allenamenti, in vista del Campionato Nazionale Emiliano I Divisione. Per anni la Sezione Virtus si è fatta risalire al 1927, ma era una data che veniva da ricordi offuscati dei protagonisti (forse il 1927, o il '28, 0 il '29 così i pionieri avevano risposto a Lemmi Gigli negli anni Ottanta quando il giornalista aveva cercato presso di loro informazioni), ma il ritrovamento della notizia della prima gara in quel campionato, il 19 marzo 1930, esclude con sufficiente certezza che la sezione sia nata prima del 1929. Ora, compiuto questo passo, si può dire che la realtà storica della Virtus sia ancora più completa e ricca.

In sintesi:

1971    Renato Lemmi Gigli, autore de "Il Mito della V nera" insieme ad Achille Baratti, scrive che la sezione Virtus Pallacanestro si forma nel 1933 basandosi sull'iscrizione al primo campionato a carattere nazionale delle V nere, quello di Prima Divisione, praticamente la seconda serie, che poi sarà vinto dalla Virtus ottenendo la promozione nel massimo campionato. Nelle mie ricerche ho però trovato che la Virtus ha disputato a partite dal 1930 (prima gara 19/03/1930 nel Campionato Emiliano di Prima Divisione e nel Campionato Allievi) campionati regionali, tornei invernali di propaganda e campionati giovanili. Tornei esistenti anche in precedenza,m ma senza la presenza della Virtus.

1984    Tullio Lauro, in occasione dello scudetto della stella scrive il libro "Virtus cinquant'anni di Basket", rifacendosi praticamente a quella stessa data.

1987    Renato Lemmi Gigli scrive il libretto "Centomila Canestri" che i pionieri (i 6 ragazzi dell'atletica Virtus Vittorio De Simoni, quello della bandiera, Ermenegildo De Luigi, Gastone Colombo, Piero Grigioni, Almo Padovani e Riccardo Chiaffarelli) cominciarono l'attività nel 1927 o 1928 o 1929, perché interrogandoli a distanza di mezzo secolo questi non ricordavano con chiarezza quale fosse la data nella quale avevano chiesto un campo per giocare. Fu assunta come data di nascita 1927.

Alla luce di tutto questo l'unica cosa ufficiale è l'iscrizione al campionato nella stagione 1929/30 Emiliano di Prima Divisione (unico precedente quando nel 1924 il capitano Vittorio Costa portò alcuni atleti della Virtus ai campionati universitari di Firenze partecipando e vincendo anche il torneo di pallacanestro, ma fu un avvenimento estemporaneo, dopo per 5 anni in Virtus non si parlò più di pallacanestro). Infatti nel 2023 le maglie Macron sono uscite con la scritta 1929 che è da considerarsi la data di nascita ufficiale della sezione pallacanestro.

Già in occasione dei miei precedenti confronti con i Forever Boys abbiamo parlato della questione e mi avete chiesto un documento ufficiale. L'ufficialità è data dalla partecipazione a quel campionato e non può invece esistere un documento che attesti il 1927 perché a quel tempo la Virtus pallacanestro non c'era.

I PRIMI PASSI DELLA VIRTUS PALLACANESTRO

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 22/11/2017

 

Siamo nel 1929, la Società di Educazione Fisica da oltre mezzo secolo, dal 1871,  porta gloriosamente il suo nome in giro per l'Italia e per il mondo quando muove i primissimi passi la Virtus pallacanestro. Il nome Virtus è comparso nella denominazione sociale dal 1889, su proposta del presidente Modoni. Ebbene in quel 1929 due ragazzi della Virtus, della sezione atletica si recano dal segretario generale Mario Negroni, nel suo ufficio, che si trova appoggiato alla prima colonna della navata centrale della chiesa sconsacrata di Santa Lucia, in via Castiglione, per chiedere di potere avere un campo in cui cimentarsi nella palla al cesto.

I due ragazzi sono Vittorio De Simoni, nato a Zola Predosa l'11 aprile 1909, saltatore in alto e nel triplo, ed Ermenegildo De Luigi, calabrese di Nicastro, classe 1912, anch'egli saltatore, ma con l'asta. La risposta di Mario Negroni non arriva subito, ma dopo qualche tempo i ragazzi vengono indirizzati al campo del Ravone. Con loro ci sono altri quattro amici, sempre provenienti dall'atletica: Almo Padovani, lanciatore di peso e disco, il velocista dei 200 e 300 metri piani, nonché della staffetta 4x100, Piero Grigioni, il velocista degli ostacoli Riccardo Chiaffarelli e Gastone Colombo. I primi tempi sono fatti di partitelle e sfide con chi a Bologna aveva già qualche piccola esperienza. Era un gioco ancora rudimentale, i canestri avevano solo l'anello e dopo ogni canestro si riprendeva al centro con la palla a due, ma i ruoli già ben definiti: Grigioni e Chiaffarelli difese, Padovani e De Luigi ali, De Simoni centro, Colombo riserva. Per arrivare alle prime gare ufficiali bisogna aspettare il 1930, quando a marzo parte il Campionato Nazionale Emiliano I Divisione, in realtà disputato da tutte squadre bolognesi. La Virtus si presenta con due formazioni, la A e la B, inserite in gironi diversi. Nel giorno del debutto, il 19 marzo 1930, mentre la squadra A osserva un turno di riposo, quella B esce sconfitta dal campo di via San Gervasio dalla Bologna Sportiva C (Minghetti) per 14-6. La formazione maggiore, entra in gioco la settimana successiva, sullo stesso campo alle 8,30 del mattino e viene sconfitta dalla Centuria Avanguardia Galvani per 4-15.. Alle 11,30 è il turno della compagine B, battuta 25-12 dal GUF B. Si tratta, in verità, di un torneo molto frastagliato , a causa dei molti forfait e anche di alcuni ritiri dal campionato. Va però segnalato, quello stesso giorno e sullo stesso campo l'inizio anche del campionato per la squadra allievi, battuta dalla Bologna Sportiva A per 8-2: anche la lunga tradizione del basket giovanile bianconero inizia quel giorno.

Nella stagione successiva, sempre nel mese di marzo, le due squadre della Virtus disputano il campionato di seconda divisione zona Emilia (in realtà ancora solo a partecipazione bolognese), ma nel novembre precedente ha preso il via il primo torneo invernale di propaganda, partito il 30 novembre con il derby delle due Virtus (per la cronaca ha prevalso la formazione B 12-10). Esattamente sette giorni prima viene scattata la foto di un giocatore della Virtus intento ad allenarsi sul campo del Ravone, si tratta di uno di quelli che più si era adoperato perché nella Virtus ci si dedicasse alla palla al cesto, Vittorio De Simoni. È probabilmente anche la prima foto di pallacanestro bolognese esistente, certamente la numero uno in assoluto per quanto riguarda la Virtus. Il primo campionato ad uscire dai confini cittadini è quello di prima divisione che comincia nel febbraio 1934 e che si concluderà trionfalmente nelle finali di Firenze, con la promozione nella massima serie, la divisione nazionale. Nessuno del gruppo che aveva cominciato l'avventura è presente, gli ultimi a comparire in formazione sono De Simoni e Colombo, che sono protagonisti fino alla stagione precedente, ma è proprio da quei sei ragazzi dell'atletica che è cominciata la lunga affascinante storia della Virtus Pallacanestro.

1930-1943: CRESCE IN FRETTA LA LEGGENDA DELLA VIRTUS

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 11/12/2017

 

L'attività nei primi anni è fatta a partire dal 1930 di campionati emiliani (in realtà con in gara solo squadre bolognesi), per la precisione nel 1930, 1931 e 1933, mentre a partire dalla stagione 1930-31 si svolge anche il Torneo invernale di propaganda, che funge da preparazione al campionato e che vedrà la Virtus in gioco fino al 1934-35 con la quinta edizione. La squadra con la V sul petto si aggiudicherà solo l'ultima di queste 8 manifestazioni, il 5° Torneo Invernale di Propaganda nel 1934/35, prima in città c'erano ancora squadre più forti. Si svolgevano anche Tornei Volanti, con una singolare prerogativa: il valore dei canestri dipendeva dalla categoria di appartenenza delle squadre, per esempio in quello che cominciò il 24 ottobre 1937 valevano 2 punti quelli di squadre di Divisione Nazionale, 3,5 per le compagini di Divisione Nazionale B, 4,5 per le squadre di I Divisione, 5,5 per le formazioni di  II Divisione e 6 per quelle dell'O.N.D. (ovvero le squadre dell'Opera Nazionale Dopolavoro).

Finalmente nel 1933-34 si esce dai confini cittadini, con il campionato di prima divisione. Le V nere vincono l'eliminatoria della zona Nord Est contro il Guf Galvani, prevalendo in entrambi gli incontri, poi sono inserite nel girone Ovest: due vittorie nette contro il Guf Firenze e una pesante sconfitta contro l'Acega a Trieste 27-6, prima dell'ultima giornata che vede i triestini scendere a Bologna. Il 20 maggio la Virtus prevale 32-25 e raggiunge in vetta i friulani con 6 punti. Necessario lo spareggio a Venezia il 10 giugno 1934. Un franco successo per 33-20 porta i bianconeri alle finali di Firenze, che si svolgono oltre un mese dopo, dal 13 al 15 luglio. La semifinale è contro la Ginnastica Roma: i bolognesi a metà gara sono sotto 8-10 e hanno resistito soprattutto grazie ai 5 punti di Pirazzoli. Nella ripresa i bolognesi riescono a prevalere 17-16, sempre Pirazzoli migliore realizzatore con 9 punti. In finale contro l'U. S. Milanese altra gara molto combattuta, 6 pari a metà partita e 14-14 a pochi secondi dal termine. Questa volta è Valvola a guidare il tabellino bolognese con 6 punti, ma il canestro della vittoria lo segna Palmieri, fino ad allora a secco in queste finali: un tiro da metà campo che dà la vittoria ai felsinei e li proietta nella massima serie, la Divisione Nazionale, dove l'anno successivo si comportano bene: nel girone A sono secondi solo alla Ginnastica Roma e nel girone finale a 4 giungono terzi. La stagione 1934/35 è anche quella della fusione con la Bologna Sportiva, la polisportiva voluta da Leandro Arpinati che riuniva gran parte delle società sportive bolognesi, con il suo apice nel Bologna Football Club, la nuova società prende il nome di Virtus Bologna Sportiva (è Mario Negroni ad ottenere che venga mantenuto davanti il nome Virtus) mentre il Bologna calcio si costituisce in sezione autonoma. Una testimonianza diretta di questa fusione l’abbiamo nel campionato allievi 1935 a cui parteciparono Virtus, Bologna Sportiva, Fortitudo, Salus, Pro Juventute, Dopolavoro Ferroviario, con gare di andata e ritorno. Il girone di andata si concluse il 31 marzo 1935, con la vittoria della Virtus sulla Fortitudo per 28 a 7 e la sconfitta della Bologna Sportiva contro il Dopolavoro Ferroviario per 6-12. Dalla settimana dopo, quando era in programma la prima giornata di ritorno il 7 aprile 1935, la Virtus scese in campo con due squadre, infatti Bologna sportiva continuò il suo campionato come Virtus B, in seguito appunto alla fusione che vide confluire la Bologna Sportiva nella società Virtus. Per la cronaca quel campionato vide la vittoria della Virtus, davanti al Dopolavoro Ferroviario, terza la Fortitudo, quarta la Virtus B e infine la Pro Juventute (la Salus si ritirò nel corso del girone di ritorno).

Tornando alla squadra maggiore, si migliora nell'annata successiva, dopo aver vinto il girone B a punteggio pieno giunge seconda in quello finale dietro il Borletti. Nel 1937 arriva seconda nel girone B, dietro la Filotecnica Milano, venendo così esclusa dalla finale tutta milanese, vinta dal Borletti. Il 1937-38 è l'anno del girone unico e le V nere sono seconde dietro il Borletti, terze nel 1939, ancora seconde l'anno successivo, per scendere al sesto posto nel 1941 e risalire al terzo nel 1942. Nel 1942-43, ultimo campionato prima dell'interruzione bellica, s'intravede finalmente la possibilità di vincere il titolo. È arrivato Albino Bocciai da Trieste. Le V nere vincono agevolmente le prime 5 gare: la quarta di queste vittorie, alla quinta giornata, subito dopo il turno di riposo, arriva segnando 60 punti al Guf Pavia e 25 sono di Bocciai, numeri astronomici per l'epoca. Ora c'è da affrontare la trasferta di Milano e i bolognesi dimostrano di saper vincere anche nelle gare strette, 25-26! Altre due trasferte, entrambe a Trieste: nella prima un agevole successo sull'Ilva, nella seconda un'altra perla, 28-29 alla Ginnastica Triestina, e sono 9 vittorie di fila. Il 20 dicembre arriva a Bologna la Reyer, ma la Virtus soccombe 19-22. Bisogna riprendere il cammino e lo si fa con 2 altre vittorie di un punto, nel recupero contro la Bruno Mussolini Roma e a Monfalcone. Altre 4 facili vittorie, poi la sfida col Borletti, vinta 32-21. Brutta sconfitta a Roma contro la Bruno Mussolini (risulterà purtroppo decisiva), senza Bocciai che in realtà ha giocato solo 9 delle 20 partite, poi le due vittorie casalinghe contro le squadre triestine. La Virtus cede 28-24, venendo superata proprio sul filo di lana dai veneziani, dopo avere condotto tutto il campionato in testa.

Intanto è cominciata anche l'attività internazionale della Virtus, il 6 marzo 1937 i bolognesi hanno battuto il Kalev Tallin 18-17, con 9 punti di Paganelli, 6 di Marinelli e 3 di Girotti. In realtà c'era stato un precedente sempre contro gli estoni, la prima sfida internazionale del basket petroniano, il 17 gennaio 1932, quando una rappresentativa bolognese affrontò il Kalev Tallin, uscendo sconfitta per 12-86. La squadra locale scese in campo con Candi, Caniato, Crocioni, Canepele (4 punti) e Paganelli (8 punti), con riserve Valvola e Hercolani. Nessuno di questi giocatori faceva in realtà parte della Virtus pallacanestro, che stava affrontando i suoi primi anni di vita, ma una forte matrice Virtus era presente. Ben quattro erano infatti atleti della Virtus Tennis, Pier Giovanni Canepele, che giocava a quel tempo a pallacanestro nel Galvani e sarà poi cestista in Virtus nella stagione 1938/39, Filippo Hercolani, Cesare Caniato e Crocioni; Paganelli, compagno di squadra di Canepele nel Galvani, vivrà poi una lunga avventura in Virtus, dalla stagione 1933/34 fino al 1945; come abbiamo visto approderà in Virtus anche Napoleone Valvola, nella stessa stagione di Paganelli, per poi restarvi fino al 1939.

La prima trasferta europea è a Parigi nel maggio 1938: il 14 la Virtus batte 36-31 una selezione locale con 16 punti di Camosci, il giorno dopo vince 35-31 contro la rappresentativa di Alsazia e Lorena, Brisco segna 17 punti e Galeazzo Dondi Dall'Orologio 15. Quella stessa Rappresentativa fu poi sconfitta anche a Bologna 13 giorni dopo e stessa sorte aveva ricevuto anche il Tallin. Circa un anno dopo, nel giugno 1939, le V nere, rinforzate dai prestiti Bessi e Novelli della Ginnastica Triestina e Paganella del Borletti Milano, furono invitate a Liegi, per il prestigioso Torneo dell'Eau, in occasione dell'Esposizione Internazionale dell'Acqua. I bianconeri si comportarono benissimo, sconfissero una rappresentativa di Bruxelles 29-23 e il Lilla 37-24, prima di soccombere per un solo punto, 30-29, a una selezione parigina. All'indomani della prima vittoria il giocatore della Virtus Verardo Stivani scrive: "Ieri sera abbiamo giocato contro il Bruxelles e abbiamo vinto 29-23 nonostante che l'arbitro ci fregasse a più non posso cacciandoci fuori Vannini Paganelli, Bessi e Girotti infortunato per fortuna leggermente e speriamo oggi possa giocare" (da una lettera spedita dal Grand Hotel Moderne alla fidanzata, che poi diventerà sua moglie). Un curioso aneddoto è legato a questo torneo: durante un incontro, un signore belga (anzi molto poco signore), inveiva a più riprese contro i giocatori italiani, urlando "Macaronì". La cosa cominciò presto a diventare fastidiosa e fece innervosire in particolare Gelsomino Girotti. Mino, come lo chiamavano i compagni, si avvicinò a Stivani, e gli disse: "Alla prossima azione, quando saremo all'altezza di quel signore, io ti passerò la palla, ma tu non prenderla". Sul momento Stivani non capì, ma poi la cosa gli risultò chiara. Di lì a poco, Girotti, come preannunciato, effettuò il passaggio che Stivani non raccolse e la pallonessa, i palloni di cuoio in uso allora, colpì il bersaglio e il maleducato belga cadde a terra quasi svenuto.

Poi l'11 dicembre 1940, in Santa Lucia, i bianconeri sconfissero una rappresentativa universitaria bulgara, ma l'Italia è già in guerra e bisognerà aspettare il 1945 per vedere la Virtus nuovamente contro una compagine straniera, la squadra militare americana, affrontata dalle V nere in ben 4 amichevoli.

Le prime tre foto sono tratte dal libro "Il Mito della V Nera". L'ultima è fornita da Marco Stivani, figlio di Verardo, che ha anche fornito la lettera di cui si parla nell'articolo e raccontato l'aneddoto citato. Gli ho chiesto specifica autorizzazione a pubblicare il materiale in questo articolo.


 

SECONDO CONFLITTO MONDIALE E DOPOGUERRA: DAL DOLORE AGLI SCUDETTI

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 16/01/2018

 

Dopo la stagione 1942/43 i campionati vengono interrotti. Nel 1944 l'attività della Virtus è limitata ad un torneo volante disputato il 20 febbraio, oltre alle due formazioni della Virtus è presente la Polisportiva Cisponi, una sfida in famiglia il 5 aprile tra Virtus A e B, vinta dalla prima 38-31 (L'incontro è particolarmente significativo perché si tratta dell'ultima partita disputata nella gloriosa palestra della chiesa sconsacrata. Successivamente vi si svolgerà ancora qualche allenamento prima che la palestra venga destinata ad altro, dopo essere stata sede della Virtus fin dal 1873) e una vittoria a Vignola contro una rappresentativa modenese. L'anno dopo, oltre a quatto sfide contro la squadra militare americana, assistiamo ad una vera e proprio ripresa con un campionato provinciale: la Virtus è al via con ben 3 formazioni, completano il quadro la Polisportiva Cisponi, la Cassa di Risparmio e la squadra dei Ferrovieri. Mentre la squadra C delle V nere giunge quarta, le squadre A e B finiscono al primo posto appaiate con 9 punti. È necessaria una finale, che si disputa il 15 giugno 1945 (non sono trascorsi nemmeno 50 giorni dalla liberazione) al campo Ravone, dove prevale 30-29 la squadra maggiore, trascinata da Marinelli e Dondi autori di 9 punti a testa; alla squadra B non sono sufficienti i 13 punti di Renzo Ranuzzi. Un folto pubblico assiste alla gara che è particolarmente entusiasmante. La Virtus B, trascinata da Ranuzzi e Ferriani, chiude il primo tempo avanti di tre lunghezze, ma nella ripresa gli "anziani", nelle cui file i migliori risultano Dondi dall'Orologio, Marinelli e Bersani, riescono proprio in volata ad avere la meglio per 30-29. In campo ci sono otto dei nove campioni d'Italia della stagione successiva, il 1945-46 del primo scudetto, Bersani, Vannini, Calza, Marinelli, Dondi dall'Orologio, Cherubini, Girotti, Rapini, due, Ranuzzi e Ferriani, saranno scudettati nel 1946-47, Camosci nel 1947-48. Quindi ben 11 dei 16 giocatori in campo quel giorno, conquisteranno almeno un titolo di campione d'Italia nei tre anni successivi (senza contare che la Virtus C ha disputato il torneo con in formazione Battilani che sarà protagonista dei due scudetti degli anni cinquanta). La guerra aveva lasciato però i suoi segni.

Parliamo dei tre ragazzi della Virtus pallacanestro, Luciano Trevisi, Franco Mariani e Antonio Rosini, caduti in guerra su opposte fazioni, come capitò a tanti compagni di squadra di tante società, fino a pochi giorni prima a inseguire gli stessi obiettivi e le stesse ambizioni, poi su strade opposte che spesso conducevano alla stessa tragica fine. Luciano Trevisi, nato a Bologna il 13 maggio 1922, faceva parte delle giovanili bianconere e lo ritroviamo nella formazione che affronta nelle stagioni 1938/39 e 1939/40 il campionato G.I.L. (gioventù italiana littoria), uno dei tornei (l'altro era il G.U.F., gruppi universitari fascisti) che il fascismo aveva affiancato ai classici tornei per divulgare l'attività sportiva e farne uno strumento di propaganda; questi tornei erano disputati da squadre cittadine e, appunto quelle bolognesi, sia del G.I.L., che del G.U.F., erano in gran parte costituite da giocatori della Virtus. Fu così che Trevisi si trovò a giocare nel G.I.L. Bologna, insieme ad altri virtussini, alcuni dei quali diverranno campioni d'Italia negli anni successivi, come Gianfranco Bersani, Cesare Negroni, Marino Calza, Gianfranco Faccioli; gioca insieme anche a Raffaello Zambonelli, giocatore prima della guerra, poi brillante dirigente. Nella seconda stagione il cammino della squadra bolognese è brillante, tanto da giungere alle finali di Abbazia, nella provincia di Pola, nell'attuale Croazia. I bolognesi ci arrivano insieme alle squadre di Milano, Trieste e Napoli. Dopo aver perso contro i lombardi e i giuliani, i petroniani si riscattano battendo, il 5 maggio 1940, per 41-31 i campani, guadagnandosi la terza piazza. In quest'incontro Trevisi mette a segno 4 punti e sono i suoi ultimi su un campo di basket, perché Luciano non potrà seguire le orme dei suoi compagni. Nell'estate successiva ha infatti inizio la campagna del Nordafrica, nella quale Trevisi è impegnato come sottotenente. Qui troverà la morte il primo giorno di agosto del 1943, 81 giorni dopo la resa delle forze italo tedesche e della fine della campagna del Nordafrica, o perlomeno questa è stata la data in cui è stato registrato il suo decesso. Franco Mariani ha un fratello più grande, Alberto, classe 1921, che ha già disputato amichevoli con la prima squadra nel 1938/39; due stagioni dopo, a conflitto già iniziato, è nella seconda squadra Virtus che disputa il Campionato di Divisione Nazionale B e fa anche un'apparizione nella squadra maggiore che partecipa al campionato di Serie A (diventerà poi apprezzato arbitro internazionale). Lo ritroviamo nel 1944, esattamente il 31 marzo ad un allenamento della prima squadra in Santa Lucia; in quell'occasione c'è anche il giovane fratello Franco. Insieme a loro, oltre ai già citati Bersani e Cesare Negroni, ci sono altri bianconeri che conquisteranno allori tricolori e faranno la storia della Virtus pallacanestro, come Carlo Cherubini e, soprattutto, Giancarlo Marinelli e Venzo Vannini. C'era un ottavo giocatore, già compagno di squadra di Vittorio Gassman nel Parioli e nella nazionale, Fulvio Ragnini. Franco Mariani si stava affacciando quindi alla prima squadra, ma la sua storia cestistica finì praticamente sul nascere e la sua stessa vita terminò, troppo presto, poco tempo dopo a Monte San Pietro. Perirà con lui anche il cognato di Alberto, Antonio Rosini (per tutti Tonino), che pure giocava nelle giovanili Virtus ed era compagno di Franco, non solo sui campi di gioco, ma anche nella lotta partigiana. Luciano Trevisi perì lontanissimo dalla palestra di via Castiglione, Franco Mariani e Antonio Rosini a una manciata di chilometri, ma tutti lasciarono orfana la Virtus di tre cestisti, di tre ragazzi, che meritano di essere ricordati. Nel 1946, in memoria di Franco e Antonio, si disputò a Bologna la Coppa Mariani e Rosini, vinta dalla Virtus, davanti a Timo, Gira, Asip, Matteotti e Sempre Avanti.

IL PRIMO SCUDETTO HA UNA STORIA TUTTA PARTICOLARE

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 18/02/2018

 

Il primo scudetto ha una storia tutta particolare: i dirigenti della Virtus furono sospesi perché sospettati di troppa vicinanza al regime e così l'inizio del campionato fu disputato da una squadra mista Virtus Fortitudo, sotto il nome di Fortitudo Sisma. I dirigenti furono prosciolti solo a primavera, giusto in tempo perché la squadra riprendesse la denominazione Virtus e vincesse a Reggio Emilia il girone B della fase semifinale nord, battendo Genoa, Ginnastica Torino e San Giusto Trieste. Le finali sono in programma a Viareggio e la Virtus ci arriva in camion; le gare si disputano su un campo in terra battuta. le V nere battono nettamente la Libertas Roma e per 35-31 la Reyer Venezia, con Rapini autore di 11 punti: è il primo titolo italiano, vinto il 28 luglio 1946 e la data e il luogo consigliano di festeggiare con un tuffo nel Tirreno. L'anno successivo la Virtus domina il girone G, vinto a punteggio pieno con 8 vittorie (l'ultima per rinuncia della Fiorentina), le V nere si aggiudicano il giorne C delle semifinali contro Genoa e Como. bolognesi e comaschi arrivano a pari punti, ma la differenza canestri premia i felsinei. Il girone finale comincia con una sconfitta interna contro la Ginnastica Triestina, poi arrivano due belle vittorie a Roma e Venezia; nella gara decisiva di Trieste la Virtus sembra spacciata quando è sotto 27-21, ma con un bel recupero pareggia: la squadra di casa torna in vantaggio, ma Bersani, su lancio di Marinelli, coglie il 29 pari; il triestino Novelli avrebbe poi un libero per vincere ma lo fallisce. La Libertas Roma e la Reyer Venezia non si presentano a Bologna e così, con queste due vittorie per rinuncia la squadra bolognese chiude a 9 punti, davanti alla Ginnastica Triestina con 7. È il secondo scudetto, il primo vinto nel nuovo campo, la Sala Borsa. Nel 1947/48 i bolognesi si aggiudicano il girone B con 22 punti davanti alla Ginnastica Roma ferma a 19. Nel girone finale si arriva all'ultima gara con i romani a 8 punti e i bolognesi a 7, in virtù della sconfitta nella capitale e del pareggio contro l'Olimpia Milano. Una Virtus veloce e grintosa batte i capitolini 39-26 in una Sala Borsa entusiasta; grandi protagonisti Ranuzzi con 14 punti e Rapini con 11. Il campionato successivo è il primo a girone unico. Dopo una flessione prima di Natale con due sconfitte consecutive, a Trieste e in casa contro l'Olimpia Milano alla quinta e sesta giornata, la Virtus riprende il cammino costellato di successi, cade a Venezia, poi la vittoria contro Varese, già sconfitta a domicilio all'andata, tiene i lombardi, principali rivali, a distanza. Tre vittorie in casa con Trieste, Pavia e Gallarate, che fanno seguito ai successi di Milano e Napoli, sanciscono il trionfo, rendendo inutile l'ultima sconfitta a Roma. Con 18 vittorie in 22 partite i bolognesi distanziano Varese di 4 punti e fanno il poker di titoli vinti. Tra le gare vinte anche i due derby contro il Gira, le prime stracittadine nel massimo campionato, dopo quelli contro il GUF Bologna del 1935.

Ripresa anche l'attività internazionale: nel gennaio 1947 i bianconeri sono secondi al Torneo delle Nazioni di Nizza, nel settembre dello stesso anno occupano il posto d'onore anche al Torneo di Ginevra e nei primi giorni del 1949 giungono terzi nuovamente nel torneo delle Nazioni a Nizza, nonostante si siano presentati con molte assenze. Numerose anche le sfide a squadre straniere in amichevole.

 



 

DOPO GLI SCUDETTI TORNA LA VIRTUS DEI PIAZZAMENTI

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 20/03/2018

 

La stagione 1949/50 vede la Virtus sognare il quinto titolo consecutivo. Il finale di campionato è rocambolesco: a 3 giornate dalla fine il Borletti comanda con 38 punti, seguono Virtus e Varese a 36. Varese deve incontrare i bolognesi nella terzultima giornata e i milanesi all'ultima. Contro la Virtus la gara non si schioda dall'equilibrio, finisce 32-32. Milano, con tre punti di vantaggio a due gare dal termine è ad un passo dal successo finale. Le V nere deluse, perdono la settimana successiva, scelleratamente 21-18 a Gallarate. Arriva però il colpo di scena che rende questa sconfitta molto amara: viene riscontrato un errore tecnico nella gara terminata in parità a Varese e l'incontro dovrà essere ripetuto. All'ultima giornata il Borletti già campione cede a Varese, la Virtus batte la Polizia Civile di Trieste e la settimana successiva vince la ripetizione contro la squadra varesina. Alla fine Milano 42, Virtus e Varese 40, con tanto rammarico per quei punti lasciati a Gallarate L'emozionante campionato va di pari passo con una fitta serie di gare internazionali, dalla tournée in Francia, ai tornei di Bruxelles, Ginevra (vinto dai bolognesi), Barcellona, nonché la prima coppa Città di Bologna con Racing Bruxelles, Barcellona e Gira. Notevole anche il successo sulla Stella Rossa Belgrado in novembre, 37-22. Interlocutoria la stagione 1950/51, con i bianconeri terzi, a 11 punti dal Borletti campione e a 7 dalla Ginnastica Roma; come consolazione avere battuto entrambe queste squadre in Sala Borsa nelle ultime due giornate, 30-29 ai milanesi, 52-32 contro i romani. Vinti anche entrambi i derby col Gira a cui è approdato Ranuzzi. In campo internazionale le V nere vincono il torneo di Mentone e battono nuovamente la Stella Rossa a Bologna, questa volta in modo più sofferto, 35-33. Nell'annata 1951/52 la Virtus in casa non sbaglia un colpo, all'ultima di andata batte in Sala Borsa il Borletti e lo raggiunge in classifica. I sei giocatori cardine sono Ferriani, Bersani, Ranuzzi (rientrato dal Gira), Rapini, Negroni e Dino Zucchi. Un infortunio ferma invece il fratello di Dino, Dario, così torna in gioco Vannini; ci sono poi Battilani, Gambini, Bencivenni e Wiener. All'ultima giornata allo stadio del ghiaccio di Milano i bolognesi arrivano con un punto in meno dei meneghini. Una vera e propria finale in cui prevalgono gli uomini di casa 64-52, che così vincono il titolo. Le V nere si aggiudicano la Coppa Città di Bologna battendo in finale il Barcellona e il Torneo di Mentone battendo in finale Semailles Bruxelles 31-30. Nel 1952/53 le V nere arrivano ancora seconde, ma questa volta nettamente staccate dal Borletti, 39 punti per i milanesi, 30 per i bolognesi, che hanno però la soddisfazione di battere i campioni all'ultima giornata in Sala Borsa, 59-56, con 22 punti di Rapini. Le V nere riescono a conservare la supremazia cittadina: sebbene perdano uno dei due derby contro il Gira, lo precedono di un punto in classifica. In campo internazionale i bianconeri vincono il 3° Torneo Città di Bologna, in finale sul Partizan Belgrado, e il torneo di Casablanca. Il sorpasso in città avviene però l'anno dopo, infatti la Virtus arriva terza a 28 punti, ma lontana dal Borletti (41) e dal Gira (38). Nel periodo natalizio le V nere vanno in tournée in Tunisia, 4 facili successi, nell'ultimo di quali Calebotta segna 68 punti, e a a fine stagione le V nere vincono a Matarò il torneo per il cinquantenario della federazione spagnola. Se dal suo arrivo nella massima serie la Virtus aveva disputato i primi nove campionati, scendendo solo una volta dal podio, sesta, ottenendo 5 secondi posti e 3 terzi posti, dopo l'abbuffata dei 4 titoli italiani, torna nel suo ruolo di "eterna seconda", con 4 secondi posti e un terzo posto.

La "moda", attuale anche oggi, dei fratelli in campo con la V nera, cominciata durante il periodo degli scudetti dell'immediato dopoguerra, continua in questa fase, Molto sono i parenti che hanno indossato la maglia della Virtus e molto tra questi sono stati i fratelli; il numero però si riduce per quanto concerne i fratelli che hanno giocato contemporaneamente in prima squadra in gare ufficiali. I primi furono i Negroni, Carlo e Cesare nella loro lunga milizia bianconera si trovarono a giocare insieme nelle stagioni 1946/47 e 1947/48, conquistando addirittura due titoli italiani.

Nella seconda di queste annate cominciano a disputare amichevoli i fratelli Dario e Dino Zucchi che dal 1948/49 (quando vinsero il titolo con le V nere) saranno ufficialmente in prima squadra insieme fino al 1952/53, anche se in realtà Dario salterà tutto il 1951/52 per infortunio. Anche se nell'anno sportivo 1953/54 Dario giocherà ancora gare ufficiali, mentre Dino solo amichevoli, la loro permanenza in Virtus è veramente stata parallela. Nel 1951/52 ci sono in squadra due omonimi, Paolo e Nino Zacchi. Poi bisognerà aspettare il nuovo secolo per ritrovare due fratelli insieme in campo, Luca e Michele Vitali: cresciuti nelle giovanili bianconere si incrociano in prima squadra solo nella stagione 2011/12. Gli ultimi in ordine di tempo sono Stefano e Alessandro Gentile: il primo arriva nel 2017 subito prima dei playoff per riportare la Virtus in serie A, il secondo lo raggiunge nella stagione successiva.

 


 


 

CON DUE SCUDETTI SI SALUTA DEGNAMENTE LA SALA BORSA

 

Nel 54-55 la Virtus ha un girone di andata con un insufficiente ruolino esterno: se le sconfitte a Trieste e Milano erano da mettere in preventivo, costano care quelle nella capitale, contro l'AS Roma, e a Venezia. Comunque al termine del girone d'andata la Ginnastica Triestina comanda con 16 punti, Milano e le V nere ne hanno 14 e il Gira, battuto nel derby 51-39, 13.

Se i bianconeri hanno lasciato 8 punti per strada saranno la metà nel ritorno; sono costretti al pareggio a Varese, travolgono la squadra di Trieste per 93-48, con 37 punti di Calebotta, poi il 13 marzo devono affrontare il Gira, che conduce 54-52 a pochi secondi dalla fine, quando Tracuzzi ruba palla a Lucev, serve Canna che subisce fallo e trasforma i due liberi. Arriva così un pareggio che mantiene la Virtus, che intanto è passata (virtualmente) al comando della classifica, in testa per un punto, davanti alla Ginnastica Triestina. Nei recuperi contro Reyer e As Roma i bianconeri vendicano le sconfitte dell'andata, con Calebotta che segna, rispettivamente 46 e 36 punti (Nino sembra non aver digerito le gare perse nella prima parte di campionato!). Poi si arriva alla penultima giornata, in programma il 17 aprile, con ancora con il minimo vantaggio in classifica: in mattinata la squadra di Tracuzzi, allenatore e giocatore, cade a Pesaro, "in un campo all'aperto, bagnato - sono parole proprio di Tracuzzi - con il sole negli occhi", ma nel pomeriggio il Gira fa un favore storico ai cugini. Con grande orgoglio batte la Ginnastica Triestina, con Lucev che si fa male nel primo tempo, ma continua a giocare per aiutare i compagni. Il 1 maggio, nella gara finale la Virtus attende il Borletti, campione uscente, in Sala Borsa (dove ha sempre vinto, tranne il punto lasciato nel derby, ... in cui però giocava in casa il Gira). In una bolgia incredibile i bolognesi trionfano per 72-57 e conquistano il titolo. Ancora Tracuzzi descrive il gioco di quella squadra: "La nostra era una pallacanestro diversa. Allora per vincere il campionato bastava avere i giocatori più forti degli altri... noi facevamo 3 o 4 allenamenti alla settimana per 8 ore complessive, con pochi palloni... tecnicamente però il nostro basket era apprezzabile: c'era una buona predisposizione al rimbalzo (perché in allenamento i palloni non bastavano per tutti e bisognava cercarseli ad ogni costo), poi noi facevamo una 1-3-1 molto lunga che arrivò in Italia quell'anno. In attacco c'erano giochi a due, a tre, sfruttavamo molto la statura di Calebotta". Proprio Nino è quarto nella classifica cannonieri, dietro Zorzi, Stefanini e Riminucci.

Prosegue anche l'attività internazionale, in particolare una tournée in Jugoslavia prima del campionato, con un pareggio con la Nazionale jugoslava, che poi viene a vincere di un punto a Bologna in ottobre; il torneo di Barcellona a fine campionato, con il terzo posto finale per una Virtus priva di Canna ma con in campo Alesini, protagonista del caso dell'estate precedente: la Virtus lo aveva acquistato dalla squadra di Varese, ma ne era nato un caso tra le due società, con Mario fermo per un anno in attesa di vestire la V nera. Con l'inserimento di Alesini ad affiancare Canna, la Virtus ha due ali che si esaltano in contropiede e il talento di Calebotta, 59 punti nell'83-56 in Sala Borsa contro Pesaro e 5° nella classifica cannonieri (i tre costituiscono il famoso "trio Galliera") fa il resto. Così, se il campionato precedente era stato combattutissimo, quello del 1955/56 è una cavalcata trionfale: 19 vittorie e 3 sole sconfitte, 11 punti di vantaggio sul Borletti. Ben 4 i derby vinti: due contro il Gira (quarto a fine campionato), a cui è approdato Rapini, addirittura dominato quello di andata, 70-33, e due contro la neo arrivata Moto Morini (che finirà settima), nelle cui file è invece arrivato Ranuzzi.In campo internazionale successo a Liegi nella Coppa Paul Lentin che ripropone la Virtus Minganti - già vincitrice in dicembre della Stella Rossa di Belgrado per 70-55 - ad un livello europeo di assoluto valore. L'affermazione finale sull'A.Z.S. di Varsavia (65-55) serve inoltre d'aggancio per una tournée in Polonia a metà giugno. Senza Gambini e Alesini, sostituiti con i prestiti di Lucev del Gira e Geminiani del Motomorini (oltre a quello del livornese Andreo già in predicato di trasferirsi a Bologna), la squadra giunge terza al Torneo di Cracovia.

Finisce intanto un'epoca: con gli ultimi due scudetti si chiude la Sala Borsa alla pallacanestro, si sta infatti costruendo il nuovo palazzo dello sport, ma bisognerà attendere ben 20 anni per festeggiare nel nuovo impianto un altro scudetto delle V nere.

 


 

DOPO IL BIS TRICOLORE QUATTRO TITOLI SOLO SFIORATI SEMPRE AD INSEGUIRE IL SIMMENTHAL

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 08/05/2018

 

Il campionato 1956/57 porta alcune novità: innanzitutto in termini di basket bolognese si lascia la Sala Borsa per il nuovo Palazzo dello Sport. In termini più generali viene abolito il pareggio ed introdotto un tempo supplementare di 5 minuti, in caso di parità. Una novità che deciderà il campionato.

Già alla seconda giornata le V nere sperimentano l'innovazione: il derby con il Gira Preti (ottavo alla fine) è nervoso, tanto che a metà gara il punteggio è di 12-11; alla fine dei 40', le squadre sono sul 40-40, ma nei 5 minuti supplementari i bianconeri prevalgono 45-42. Il nuovo palasport è un fortino, ma fuori casa arrivano un paio di sconfitte, 47-39 a Pavia e 83-82 a Varese. Proprio dopo la sconfitta di Varese arriva il Simmenthal: 60-60 alla fine dei 40' canonici e Virtus ancora più vispa al supplementare, 71-64. La giornata successiva è di nuovo derby, stavolta contro la Motomorini (terzo a fine campionato). Alla seconda giornata di ritorno battuto nuovamente il Gira e alla quarta bella vittoria a Venezia, mentre il Simmenthal cade a Bologna contro la Motomorini, dopo essere già caduta anche contro il Gira: per i milanesi tre sole sconfitte in campionato, tutte a Bologna. A questo punto le V nere sono da sole al comando, ma alla quarta di ritorno cadono a Roma. Alla terzultima scontro decisivo contro il Simmenthal: 63-63 al 40', ma stavolta il supplementare dice Milano, che vince con un parziale di 4-0 nei 5' aggiuntivi. Le ultime due giornate vedono i bianconeri battere la Motomorini e vincere a Roma, ma ormai il campionato è deciso e si chiude con Milano a 38 e le V nere a 36.

Prestigioso il successo nella Coppa Città di Bologna in gennaio, contro una squadra jugoslava, una belga e una polacca. Subito dopo la fine del campionato le V nere sono seconde al torneo Paul Lentin di Bruxelles. Nel Premio Comune di Bologna, disputato in maggio la Virtus arriva seconda, dietro alla Motomorini e davanti a Gira e Burrogiglio Reggio Emilia.

Nella stagione successiva la Virtus si rinforza con Lucev e Flecher Johnson, ma la rivale è sempre l'Olimpia. Le due squadre sono due corazzate, vincono tutte le prime 10 gare di campionato (anche se il Simmenthal ha sofferto alla terza giornata a Bologna contro il Gira, vincendo di un solo punto) e all'undicesima, l'ultima di andata, si trovano di fronte nel confronto diretto in Lombardia. Vincono i padroni di casa e chiudono la prima metà di campionato a punteggio pieno.

Alla quarta di ritorno i milanesi cadono per la prima volta (e sarà l'ultima per questo campionato) a Varese, ma la Virtus non ne approfitta: perde infatti a Pavia 57-56. Partita che ha anche un risvolto giallo, i bolognesi fanno infatti ricorso per due punti assegnati in più ai pavesi. Il ricorso viene in un primo momento accolto e la ripetizione dell'incontro programmata per il 7 aprile; ma poi il risultato del campo viene omologato. Le due rivali non commettono più passi falsi e si ritrovano a Bologna per l'ultima gara di campionato. L'Olimpia vince ancora e si conferma campione, per la Virtus un'altra piazza d'onore, nonostante le 19 gare vinte su 22.

Nella stagione successiva ancora più rammarico. Simmenthal e Virtus arrivano a punteggio pieno allo scontro diretto della settima giornata. Le V nere dominano, vanno a +14 a 6 minuti dalla fine, un vantaggio notevole, Tracuzzi ormai certo del successo tolse i titolari, Milano rimontò e vinse al supplementare. Una sconfitta incredibile, di peso specifico enorme, visto come andò a finire la stagione. Nella giornata successiva sconfitta casalinga dei milanesi contro la Stella Azzurra, ma anche i bolognesi cadono, a Varese. Il Simmenthal perde di un punto anche a Cantù e la Virtus, in quella stagione targata Oransoda, la raggiunge in vetta grazie al facile successo sulla Lazio Roma. Poi le due squadre riprendono il loro cammino vincente appaiate. Alla quinta di ritorno la squadra di Tracuzzi coglie una bella vittoria a Cantù, 68-70, ma nella giornata successiva perde il derby con la Motomorini, così Milano riprende il comando solitario. La giornata seguente diventa vitale, con l'Oransoda costretta a vincere a Milano per restare in corsa e i bolognesi non falliscono l'obiettivo, 66-73, con 20 punti di Fletcher Johnson e 23 di Lombardi. Riprende il cammino delle due compagini in lotta per il titolo. Si arriva così all'ultima giornata: il Simmenthal passeggia contro Livorno, 94-31, mentre i bianconeri perdono a Pesaro 52-47, perdendo così la possibilità di giocare lo spareggio. Singolare classifica finale con le tre lombarde, Milano, Varese e Cantù, al primo, terzo e quinto posto, e le bolognesi Virtus, Motomorini e Gira a pedinarle nei posti pari, il secondo, quarto e sesto.

Ormai lo scudetto diventa una maledizione, lotta serrata anche nella stagione 1959/60. Nelle prime 19 giornate la Virtus perde solo a Milano, nello scontro diretto della nona giornata, il Simmenthal resta imbattuto per 18 giornate, poi alla diciannovesima cede in casa a Varese. Siamo proprio alla vigilia della gara di ritorno e la Virtus, vittoriosa sulla Stella Azzurra 90-62 (già avanti 20-9 al 7') può così raggiungere i milanesi. Nello scontro del Palasport, però le V nere soccombono 76-79 e si ritrovano di nuovo secondi.

Nella giornata successiva, sfiduciati, i bolognesi perdono nettamente a Varese e non possono approfittare della sconfitta dei rivali a Cantù. Nell'ultima giornata non può essere certo il Gira (penultimo, davanti al Sant'Agostino che ha operato la fusione con la Motomorini) a impensierire il Simmenthal che si conferma ancora campione d'Italia.

 


 

TRE CAMPIONATI INTERLOCUTORI, POI UN ALTRO SCUDETTO SFIORATO, QUANDO LA CITTÀ DI BOLOGNA VA VICINISSIMA AL BIS TRICOLORE

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 09/06/2018

 

La stagione 1960/61 comincia con una striscia di 13 vittorie, la speranza di arrivare allo scudetto è forte, invece le V nere vengono tagliate fuori più nettamente che nelle quattro precedenti annate. Quattro sconfitte nelle ultime nove gare, quattro trasferte perse delle ultime cinque, hanno tarpato le ali ai bianconeri. A tre giornate dalla fine i bolognesi sono ancora in corsa, appaiati al Simmenthal e a due punti dall'Ignis, ma con le trasferte di Milano e Varese ancora da giocare. Contro il Simmenthal Pellanera segna subito, ma lo 0-2 sarà l'unico vantaggio Virtus della gara, ma i bianconeri lottano e si difendono con  orgoglio fino alla fine, riavvicinando a più riprese le scarpette rosse, come dimostra il susseguirsi del punteggio: 10-5 al 5', poi 18-9, quando Alesini sostituisce Pellanera, e subito la Virtus si riavvicina 18-15, 20-15 al 18', 28-23 al 15', poi Virtus a ridosso dei milanesi, 28-27, poi il Simmenthal sprinta e chiude il tempo 40-30. Avvio di ripresa veemente delle Vu nere con un parziale di 0-6, 40-36, ancora meno 4 al 25', 46-42, un bravissimo Conti riporta Bologna a una lunghezza 47-46, 54-50 al 30', 63-59 al 35' con questi 4 punti di distacco che sembrano la costante di questo secondo tempo, ma i bolognesi riescono ancora una volta a diminuirli fino al 63-62, per la terza volta nel match Idrolitina a meno uno senza riuscire a riagganciare gli avversari, infine alla distanza, come nel primo tempo, il calo dei petroniani e finisce 76-68. Così la gara dell'ultima giornata a Varese non ha più significato, con l'Ignis già campione. I varesini, sconfitti solo nell'andata a Bologna, chiudono con 6 punti di vantaggio su Virtus e Olimpia. Non è un caso che nella striscia negativa dell'ultima parte di campionato si sia inserita anche la bruciante sconfitta di Bucarest che ha eliminato le Vu nere dalla Coppa dei Campioni, ponendo fine alla prima manifestazione ufficiale a cui ha partecipato la Virtus fuori dai confini italiani. Dopo aver eliminato l'Urania Ginevra e aver vinto all'andata, contro Bucarest, di 14 punti, i felsinei cedono di 16 in Romania e danno l'addio alla Coppa. Appendice della stagione il Torneo internazionale Italia’61 a Torino, dove le Vu nere colgono due belle vittorie contro Simmenthal e Racing Parigi, concludendo al terzo posto dietro le due squadre che l’hanno battuta, OKK Belgrado e Truckers Denver.

LA VIRTUS ARRIVA TERZA E FA PENDERE LA BILANCIA DALLA PARTE DEL SIMMENTHAL

L'anno dopo la Virtus è costretta ad osservare da lontano la sfida Simmenthal-Ignis, che chiudono a 38 punti e vanno allo spareggio; i bianconeri sono terzi a 30, ma le V nere sono indirettamente coinvolte nella lotta scudetto: a 6 giornate dalla fine Varese sembra avviata al titolo, ha infatti 4 lunghezze di vantaggio sui rivali milanesi, però l'Ignis cade malamente in casa proprio contro la Virtus Bologna (senza sponsor in omaggio ai 90 anni della S.E.F.), 90-96 il punteggio, con 22 punti di Lombardi e Paolo Conti. Poi i milanesi, vincendo lo scontro diretto hanno appaiato i gialloblù e prevalendo nello spareggio di Bologna si sono aggiudicati il titolo. Il 22 maggio 1962 una Selezione Emiliana composta da Alesini, Calebotta, Canna, P. Conti, Lombardi (33 punti), Paoletti, Pellanera, Zuccheri della Virtus Bologna e completata da Stefanelli e Varotto del Petrarca Padova, S. Rossi e Samoggia del Gira Lovari Bologna ha sconfitto per 75-74 a Bologna la Nazionale dell’URSS, imbattuta da 7 anni in Europa.

Non va meglio l'anno dopo, sempre terzi, ma ancora un po' più lontani dalla vetta: il Simmenthal si conferma con 52 punti, poi Ignis a 46 e Virtus a 42.

CALCIO E BASKET A BRACCETTO

Nella stagione successiva, 1963/64, si torna a sentire profumo di scudetto, ma è un'annata particolare ed entusiasmante per la Bologna sportiva. La squadra di calcio insegue uno scudetto che manca da 23 anni, ma la Virtus non è da meno e rivuole quel titolo che le sfugge da otto anni. Le due squadre conducono un percorso incredibilmente parallelo, la squadra di calcio sfida le due compagini milanesi, quella di pallacanestro ha anch'essa un avversario meneghino, il Simmenthal, e uno che si trova a meno di 50 km da Milano, l'Ignis Varese. Ci sono però anche tante altre affinità, incredibile per esempio quello che successe il primo marzo: il Bologna vinse a San Siro contro il Milan, staccandolo di 3 punti, mentre l'Inter scavalcò i cugini e rimase a due lunghezze dai rossoblù; poco dopo, al Palalido, a 2 km da S. Siro a Virtus scende in campo con Calebotta, Alesini, Bonetto, Borghetti, Augusto Giomo, Lombardi, Pellanera, Santo Rossi, Tesoro e Zuccheri. La Virtus è sotto di 10 all'intervallo, ma rimonta fino all'81-81 al termine dei tempi regolamentari e trionfa 88-92 dopo un supplementare trascinata dai 39 punti di uno scatenato Lombardi. Le V nere si mantengono in scia a Varese, che è ancora a punteggio pieno e la sola capace di battere finora i bianconeri, mentre le scarpette rosse con tre sconfitte, giunte nelle ultime 4 gare (le altre due a Livorno e a Varese), sono attardati. La settimana dopo, mentre in città si parla solo dello scandalo doping che ha investito la squadra di calcio, la Virtus, vincendo a Roma, appaia al comando l'Ignis battuta a Livorno. Il 22 marzo è in programma lo scontro diretto a Bologna: i bolognesi soccombono 62-67, ma non è finita, infatti alla penultima giornata il Simmenthal batte l'Ignis e la Virtus la raggiunge al comando. Intanto il Bologna calcio, completamento riabilitato per quanto riguarda la vicenda doping, quattro giorni dopo la morte del suo presidente Renato Dall'Ara, batte l'Inter nello spareggio di Roma e si laurea Campione d'Italia, è il 7 giugno 1964. Sei giorni dopo è in programma l'ultima giornata del campionato di basket. Varese ha un facile impegno casalingo, le V nere affrontano al Palasport il Simmenthal e vincendo la Virtus potrebbe anche lei giocarsi uno spareggio per il tricolore. Il palasport quel giorno era rivestito di vessilli rossoblù e bianconeri, in una città grondante d'entusiasmo per lo scudetto appena vinto dal Bologna Calcio, ma anche forse un po' sazia e soprattutto esausta per una stagione intensissima e la Virtus uscì sconfitta di 4 punti dai milanesi, così Varese vinse il titolo e i bianconeri furono raggiunti e superati dal Simmenthal per differenza punti. Alla Bologna del basket non bastano 23 vittorie in 26 partite, anzi finisce addirittura terza, come magra consolazione Lombardi capocannoniere del torneo.

 


 

VIRTUS 1964/65 e 1965/66, GLI ULTIMI SUSSULTI

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 07/07/2018

 

Nel 1964/65, Con due sconfitte nelle prime due trasferte, alla prima giornata a Cantù e alla terza a Milano contro All'Onestà, la Virtus praticamente parte già tagliata fuori dalla lotta per il titolo. I bianconeri terminano con 6 vittorie in meno del Simmenthal e tre in meno dell'Ignis, perdendo i 4 scontri diretti. Da salvare nella stagione le due vittorie nei derby con il Gira, peraltro ultimo con sole 7 vittorie come Livorno. Due punti sopra le ultime, 4 squadre con 8 vittorie, tra cui la Reyer, battuta due volte dalle V nere e sconfitta anche in un'amichevole a Bologna il 15 novembre, in una gara risolta dalla riserva Nanetti, come racconta un articolo dell'epoca: "Con un "piazzato" azzeccato all'ultimo istante da Nanetti, la Knorr è riuscita a raddrizzare in extremis le sorti di un incontro che l'ha vista per un lungo tratto in stato di evidente e sorprendente inferiorità di fronte a una Reyer puntigliosa e garibaldina. Le assenze dei militari Lombardi, Zuccheri e Pellanera giustificano solo in parte la opaca prestazione fornita dal quintetto petroniano che nutre ambizioni da scudetto. Se Nanetti (solo due punti in quella gara) non avesse imbroccato quel tiro impossibile dall'angolo proprio mentre stava scadendo il tempo regolamentare, si sarebbero disputati i tempi supplementari ed è probabile che la Knorr, con Giomo e Calebotta in panchina dopo l'uscita per limite di falli, avrebbe finito per soccombere." Sette giorni dopo rivincita in laguna e sconfitta della Virtus, 79-76. Prima delle due amichevoli contro la Reyer la Virtus sconfisse, sempre in gara non ufficiale, il S. Agostino Alcisa 62-53.

VIRTUS AI PIEDI DEL PODIO NEL 1965/66

Il campionato successivo vede una mezza rivoluzione, in casa Virtus. Innanzitutto, la novità americana: si sono riaperte le frontiere e dagli States arriva il pivot Terry Dale Werner. Raddoppiata la componente livornese della squadra, con Massimo Cosmelli che raggiunge Lombardi, la Virtus peggiora il terzo posto delle passate stagioni. Al termine dell’annata scende infatti di un gradino, sopravanzata dal Petrarca Padova. L'’abbinamento Candy porta in dote anche colorate divise rossoazzurre, ultimo “tradimento” della Virtus, prima del definitivo ritorno al bianconero. Simmenthal e Ignis sono un gradino più in alto rispetto alla concorrenza e vanno allo spareggio perso sul campo ma vinto a tavolino dai milanesi: Padova è terza con una vittoria in più dei bolognesi. I veneti avevano soffiato alla Virtus anche il Trofeo Lovari a Lucca all'inizio di settembre in una finale terminata 66-65, con Moe (30 punti) dominante su Werner (2 punti). Due settimane dopo Le V nere si erano riscattate vincendo il Torneo di Carrara, in finale sul Sant'Agostino Alcisa, 115-100, con 29 punti di Lombardi, 23 di Werner e 22 di Zuccheri. Successo anche nella Coppa Emilia, battendo Gira, Fortitudo e lo stesso Sant'Agostino. Nella Coppa Candy di fine anno, bianconeri secondi, dietro all'Honved, e davanti a Sant'Agostino e Levski Sofia. Per tornare ai successi da segnalare i tornei di Lodi e di Parma.

VIRTUS 1966/67 e 1967/68, PRIMA DELLA GRANDE PAURA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 20/07/2018

 

NON BASTA IL GRANDE LOMBARDI, V NERE SOLO SESTE

Nella stagione 1966/67 Zambonelli torna presidente, il ceko Sip subentra ad Alesini, ma delude l'americano Mills e uno strepitoso Lombardi, che batte tutti gli americani con 25 punti di media e conquista la Coppa d'Oro dei frombolieri, non basta a tenere in quota la Candy che retrocede dal quarto al sesto posto. Sono arrivati Raffaele (terzo livornese in squadra) e Rundo. Operato al ginocchio Zuccheri. Alla penultima giornata un'impennata: l'Ignis, ormai definitivamente seconda, cade a Bologna, ma il cannoniere principe stavolta non è Lombardi, "solo" 19 punti, bensì Pellanera, autore di 22 punti. È anche la stagione dei primi derby contro la Fortitudo dopo quelli disputati nel torneo invernale di propaganda e nel campionato regionale di seconda divisione nel 1932/33, gare che si potevano considerare di carattere amichevole. Il primo lo vincono i bianconeri in casa della Fortitudo, 66-73, con 30 punti di Lombardi, nel secondo il cannoniere delle V nere fa un punto in meno, ma la Virtus viene nettamente sconfitta 63-78. Il calo di rendimento è riscontrabile anche nei tornei disputati: a parte la vittoria in quello di Ozieri, la Virtus è seconda nel Trofeo Lovari di Lucca, in quello di Cagliari, nella Coppa Emilia, nel torneo Ferwoollen di Lodi, è terza nel Trofeo Oransoda a Cantù e nel Trofeo Gianfranco Bersani disputato al campo dei Salesiani e ultima nei tornei di Caserta e Chieti.

IGNIS VARESE ED ELDORANO FRENANO LA VIRTUS NELLO SPRINT SCUDETTO

Con l'arrivo di un buon americano, Swagerty, le cose migliorano nell'annata 1967/68. La Virtus si lascia dietro Ignis e Simmenthal e in testa fiancheggia lungamente le emergenti Cantù e Partenope. Ma a quattro domeniche dalla fine Cantù, Napoli e Bologna sono appaiate, segue il Simmenthal con una sconfitta in più. l'Ignis vince a Bologna, poi la Virtus perderà anche il derby contro l'Eldorado; nelle ultime quattro giornate collezionano due sconfitte anche Partenope e Simmenthal, mentre l'Oransoda Cantù fa percorso netto. Altro 3° posto per i bolognesi, ma alla pari con i napoletani secondi, dietro solo ai canturini. Successo internazionale nel Trofeo Fumagalli disputato a Bologna, battendo, OKK Beograd, Joventut Badalona e Racing Bell Malines.

 



 

VIRTUS 1968/69, IL DECLINO

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 19/09/2018

 

Nel 1968-69 se ne va Pellanera, arriva il secondo Giomo, Giorgio, l'americano è Skalecky. Per Porelli, appena chiamato alla presidenza, il compito si prospetta subito difficile. Vinto il Trofeo degli Oscar, i primi rovesci portano all'esonero di Sip a dicembre, dopo 3 sconfitte in 4 gare, tutte in trasferta a Padova, nel derby e a Venezia, di fronte al solo successo casalingo contro Milano 2; a sostituirlo la coppia Ranuzzi-De Sisti. Situazione sempre allarmante rimediata alla meno peggio col terz'ultimo posto e un'unica vittoria fuori casa (sul fanalino di coda Stella Azzurra Roma, con 33 punti di Lombardi). Solo 9 vittorie, persi entrambi i derby. Unico acuto a gennaio con la vittoria sul Simmenthal, 71-64, con 22 punti di Lombardi, 16 di Cosmelli, 13 di Skalecky, autore di 5 minuti superlativi, e 7 di Zuccheri. Al nono della ripresa, con i milanesi avanti 45-50, Jellini doveva uscire per 5 falli. Riminucci che prendeva il suo posto, pur esordendo con un canestro "vecchia maniera", non riusciva poi, col passare del tempo, a dare il necessario apporto ai suoi compagni e tutto il quintetto affievoliva la sua proiezione offensiva, diventando più nervoso e indeciso in difesa. La Virtus dava invece vita ad un finale strepitoso di Lombardi, benissimo coadiuvato da uno Zuccheri determinante (Ettore era entrato soltanto all'inizio del secondo tempo) e da un Cosmelli che riusciva col suo gioco personalissimo a far sbandare la difesa avversaria, producendo così il parziale finale di 26-14 determinante per la vittoria bolognese.

VIRTUS 1969/70: ARRIVA DRISCOLL, MA ANCORA TROPPE SCONFITTE

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 24/09/2018

 

Le principali novità della stagione 1969-70 sono l'americano Driscoll in campo e l'allenatore Paratore in panchina. Da Cantù arriva Danilo Nanni, il resto dell'ossatura principale della squadra è formato dai confermati Lombardi, Zuccheri, Cosmelli, Rundo, Serafini e Buzzavo. La Virtus disputa un bel precampionato, secondo posto ai tornei Bersani, a Borgotaro, e Pinto, a Roma, e la vittoria nella Coppa dell'Amicizia, doppio confronto con l'Olimpia Milano.

Il girone d'andata procede abbastanza bene, con 6 vittorie e 5 sconfitte. Alla settima i bianconeri perdono il derby 67-64, ma reagiscono subito vincendo a Udine e battendo il Simmenthal davanti a 8000 persone: Il trio Driscoll, 27 punti, Lombardi, 26, e Cosmelli, 21, dà una mano decisiva nella vittoria contro il Simmenthal. Gara bellissima, con il primo tempo chiuso avanti dai bolognesi 51-49, ma nella ripresa, quando sembra che i milanesi ce la possano fare, la grande continuità dei bianconeri ha la meglio. Di fianco alle tre punte, hanno ben giostrato prima uno Zuccheri eccezionale, poi Serafini e, alla fine, Rundo e Nanni. Serafini, Driscoll e Rundo, in marcatura a staffetta su Masini, lo hanno limitato a "soli" 25 punti.

iIL GIRONE DI RITORNO

Il girone di ritorno parte malissimo, con 6 sconfitte consecutive: la Virtus si trova al terz'ultimo posto, a quota 12, appaiata proprio ai pesaresi e all'Eldorado, prossimo avversario nel derby, due punti sopra alla penultima, la Splügen, chiude il Brill a 4, ma con una gara da recuperare. Curiosamente, proprio in questo periodo negativo arriva la prestigiosa vittoria in amichevole sul CSKA Mosca. Contro la Fortitudo sono gli uomini di Lamberti a partire meglio, accumulando nei primi 15 minuti 16 punti di vantaggio, 20-36, ma con 6 improvvisi contropiedi a bersaglio i bianconeri riescono a ridurre notevolmente il disavanzo con questo parziale di 12-0, andando al riposo sotto di sole 4 lunghezze, 32-36. Nella ripresa l'Eldorado continua a gestire la gara, ma ben presto i suoi giocatori si caricano di falli, permettendo alla Virtus di stare aggrappata al match. Comunque, i biancoblù sembrano in grado di prevalere, grazie soprattutto ai 29 punti di Schull, che però commette qualche fallo di troppo e sbaglia qualche di tiro, tenendo così in vita le V nere. A 12" dal termine, sul 69-70, un tap-in di Driscoll, dopo un'incursione di Cosmelli, permette alla Virtus il sorpasso che risulterà decisivo, 71-70. Infatti nell'ultima azione Calamai, appena entrato al posto di Angelini, uscito per 5 falli, usufruisce di 2 liberi, ma li fallisce entrambi, decretando il successo della squadra di Paratore, tra il tripudio dei tifosi bianconeri. Lombardi con 22 punti, Cosmelli con 21 e Driscoll con 16, tra cui il canestro della vittoria, i migliori bianconeri. Rinvigorita dal successo nella stracittadina la Virtus, nella gara infrasettimanale, batte anche la Snaidero 94-75, dopo aver chiuso il primo tempo avanti 47-39. Superlativa la prova di Driscoll, 38 punti. Il nono successo arriva nell'ultima gara casalinga, contro Cantù: all'8' Della Fiori porta avanti Cantù sul 22-23 e sulla scia i lombardi prendono in 3' dieci punti di vantaggio, ma al 16', con due liberi di Zuccheri, Bologna pareggia, 43-43. Alla pausa, il punteggio è altissimo e le V nere riescono ad avere un punto di vantaggio, 54-53. Nel secondo tempo i bianconeri riescono a prendere 6 punti di vantaggio, 63-57, ma gli ospiti reagiscono e tornano avanti con Recalcati, 75-76, dopodiché comincia un alternarsi di vantaggi, ma quando la Virtus sembra poter prevalere, a 5" dal termine Siudut pareggia, 93-93. Nel supplementare parte meglio Bologna, ma viene presto raggiunta e a 30" dalla fine le squadre sono ancora in parità, 106-106; a decidere l'incontro è il principale protagonista della gara, Driscoll, che, segnando i due liberi decisivi e fissando il punteggio sul 108-106, giunge a 43 punti realizzati. Buono il primo tempo di Lombardi, 20 punti al termine dei 40'. Bene aveva giocato anche Zuccheri (10 punti), ma a metà ripresa è dovuto uscire per una distorsione al ginocchio destro. Nel supplementare è emerso Rundo, che nell'arco di tutta la gara ha segnato 20 punti.

La Virtus chiude con 9 vittorie e 13 sconfitte, come nell'annata precedente, con solo 6 squadre davanti, ma con dietro solo le due squadre retrocesse, mentre Snaidero, Pelmo ed Eldorado affiancano le V nere. Insomma il fondo della classifica è più vicino di quello che indicherebbe la posizione reale: per il secondo campionato consecutivo le V nere hanno dietro solo due squadre. Rimangono da disputare e vincere Trofeo Solferini battendo nel derby l'Eldorado e un paio di amichevoli vinte a Bologna, facilmente contro l'Australia, con più difficoltà contro il Canada.


 

INIZIA L'ERA PORELLI CON LA GRANDE PAURA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 30/09/2018

 

Nel 1970-71 il peggioramento continua, stavolta le ultime tre squadre sono appaiate con sole 5 successi e tra esse c'è anche la Virtus. L'era Porelli deve affrontare esigenze di bilancio: Lombardi va alla Fortitudo e Cosmelli a Milano (sponda All'Onestà), in cambio di Albonico e Bertolotti. L'americano Neer, pochissimo quotato in patria, riparte quando ci si accorge che doveva ancora assolvere gli obblighi di leva. Al suo posto Cook. In panchina torna Tracuzzi  Dopo un discreto avvio di campionato, 4 vittorie nelle prime 8 gare, arriva un'incredibile serie di 12 sconfitte consecutive, che fa sprofondare la squadra all'ultimo posto a due turni dal termine. Bertolotti e Serafini, con 19 punti a testa, trascinano la Virtus ad un franco successo a Udine, permettendo ai bolognesi di agganciare Biella e Livorno a 10 punti. Nell'ultima giornata le tre squadre cadono in casa, nettamente i piemontesi e i toscani, mentre le V nere cedono in volata di fronte a Cantù, 68-70. Sono necessari gli spareggi. Inizialmente previsti a Milano, furono all’ultimo momento spostati a Cantù, perché il Palasport milanese era occupato da una manifestazione di protesta. I bolognesi, sostenuti da almeno 2000 tifosi, battono nella prima giornata Biella, con un netto 68-49, con Cook migliore realizzatore con 15 punti, seguito a ruota da Bertolotti con 14, poi Rundo con 10.

La vittoria di Biella contro Livorno, con 11 punti di scarto, mise la Virtus nella favorevole posizione di poter perdere anche con 13 punti di scarto contro i toscani per mantenere una differenza punti migliore di Livorno, con Biella ormai tagliata fuori: impresa sulla carta abbastanza agevole, ma che si rivelò poi più complicata del previsto, con i toscani scatenati e i bolognesi intenti a tenere il punteggio basso, ma ancora a meno 9 a 2'11" dalla fine. La sconfitta finale per 49-44, risultò quindi equivalente a un successo e le Vu nere si salvarono a discapito delle due contendenti (infatti le tre squadre si trovarono tutte con una vittoria, ma una differenza punti nelle tre gare di +14 per Bologna, -4 per Livorno e -10 per Biella). Ancora Cook e Bertolotti davanti a tutti nel tabellino, con 13 punti a testa, poi Buzzavo con 10. Sospirone di sollievo.

VIRTUS 1971/72: LA RISALITA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 19/10/2018

 

Tre sconfitte nelle prime quattro gare, (nette a Varese e Venezia, di soli tre punti in casa contro Cantù, quando non bastano 30 punti di Fultz) e la sola vittoria, 64-61 alla Partenope, costano la panchina a Tracuzzi; a sostituirlo arriva Nico Messina e la Virtus rinasce: batte la Stella Azzurra con 37 punti di Fultz e 21 di Gergati, cade a Milano contro la Mobilquattro solo dopo due supplementari, vince a Udine, poi il Simmenthal cade in Piazza Azzarita due giorni prima di natale, 82-79 con 35 di Fultz. Il 2 gennaio arriva anche la vittoria nel derby, 73-78 (gioca in casa la Fortitudo), davanti a un palasport strapieno. Il periodo felice si chiude con la vittoria su Pesaro, con 38 punti di Fultz, dopodiché arrivano 5 sconfitte in fila: nell'ultima di andata i bolognesi cadono a Padova, poi l'inizio del ritorno è peggio di quello dell'andata, sconfitte in casa, rispettivamente di due punti contro Varese e di uno contro Venezia e in mezzo le cadute a Napoli e Cantù, ma la Virtus reagisce con tre vittorie consecutive, prima di perdere in trasferta contro il Simmenthal e nel derby di ritorno. Le vittorie a Pesaro e contro Padova portano la squadra di Messina al quinto posto finale, con un bilancio in pareggio di vittorie e sconfitte, con la ciliegina sulla torta di Fultz capocannoniere a un nonnulla dai 30 punti di media. La Coppa Italia si ferma ai quarti contro la Mobilquattro, dopo aver eliminato Goriziana e Partenope (45 punti di Fultz). A ottobre secondo posto nel torneo organizzato per festeggiare il centenario della SEF Virtus.


 

VIRTUS 1972/73: LA CONFERMA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 28/10/2018
 
 

L'inizio del campionato 1972/73 è in salita: subito tre sconfitte, ben 7 nelle prime dieci gare, ma la Virtus lotta, infatti tra queste c'è la gara persa con Varese al supplementare (overtime che aveva agguantato Albonico), la sconfitta di un punto a Padova e quella di tre a Udine. Tra i tre successi spicca, naturalmente quello nel derby del 3 dicembre, con 23 punti di Fultz e 21 di Serafini. In realtà la gara persa alla prima giornata è avvolta dal giallo: in serie A quattro squadre, Gorena, Saclà, Forst e appunto la Splugen hanno il palazzetto dello sport non regolamentare. Il giovedì precedente l'inizio del campionato con una raccomandata la Federazione autorizza le quattro società a giocare su questi campi, purché siano rispettati alcuni vincoli, tra i quali la distanza di almeno due metri dal campo del pubblico. Prima dell'incontro Porelli chiede il rispetto della norma, ma in realtà si comincia a giocare con gli spettatori a distanza non regolamentare. I dirigenti della Reyer invitano i bolognesi alla sportività, sostenendo che, dopo aver fatto alzare gli spettatori della prima fila, mancano solo 4 cm alla distanza prevista dalle norme, in realtà il referto indicherà che solo un lato fu liberato e che si è comunque cominciato a giocare con il pubblico che distante dal campo sui quattro lati di metri 1,55, 1,60, 1,69 e 1,80. Dopo la sconfitta per 81-78 (nonostante i 41 punti di Fultz), la Virtus presenta reclamo. La vicenda occuperà i quotidiani per mesi, infatti l’incontro fu in un primo tempo dato vinto alla Virtus per 2-0, poi dopo ricorsi e polemiche che durarono per quasi tutta la stagione sarà fatto ripetere a fine marzo, quando mancano quattro gare al termine del torneo e vinto ancora dalla Reyer per 94-78.

All'undicesima giornata vittoria di un punto sul Saclà, 82-81, con i bianconeri bravi a gelare il pallone negli ultimi secondi. Dopo la sconfitta di Cantù arrivano le vittorie su Robur et Fides Varese, Venezia e a Napoli, ma è soprattutto la gara contro i lagunari quella carica di significati, si ripropone infatti la sfida ancora oggetto di polemiche e di cui si attende ancora la ripetizione, dopo che vinta da Venezia e data vinta a tavolino alla Virtus, ne è stata decisa la nuova disputa. I bolognesi sembrano in controllo della gara, 46-33 all'intervallo, dopo essere stati anche a più 17; poi però i bianconeri si addormentano e Guadagnino con due tiri liberi sorpassa 77-78, ma è lo stesso giocatore veneziano, quando Venezia con 30 secondi da giocare e palla in mano deve solo mantenere il controllo della sfera per vincere, a farsi rubare palla da Fultz a pochi secondi dal termine e Kociss vola a segnare il canestro della vittoria per 79-78 quando sta per suonare la sirena. Decisivo l'americano, oltre all'azione descritta, per lui 32 punti, bene Gergati, autore di 17 punti. Delle successive 10 gare, la Virtus ne vince solo due, contro Padova e Udine, perdendo tra l'altro il derby, la gara interna col Simmenthal al supplementrare, a Cagliari, sempre in 45', di due punti ad Asti e la ripetizione dalla partita di Venezia. Arrivano infine due successi nelle ultime due gare, contro Cantù e in trasferta contro la seconda squadra di Varese. Cala leggermente la percentuale di vittorie, 12 su 26 gare, sesto posto finale, ma con davanti solo Varese, Milano Simmenthal e Cantù. In sostanza dopo la grande paura del 1971 è confermato il consolidarsi di una posizione nel gruppo dietro le grandi. La speranza di progredire ancora mitiga la delusione per l'uscita dalla Coppa Italia, per mano della Fortitudo, sul campo di Cremona, sette giorni dopo la fine del campionato.

VIRTUS 1973/74 (PARTE 1): CON PETERSON SI RIAPRE LA BACHECA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 25/11/2018

 

Estate turbolenta, nonostante i 7 confermati, ovvero Serafini, Bertolotti, Albonico, Gergati, Benelli, S. Ranuzzi e Fultz, l'arrivo dalla squadra cadetti dell'anno precedente di Bonamico e Piero Valenti e l'inserimento, sempre dalle giovanili, di Antonelli, rientrato alla base dopo essere stato due anni in prestito a Pescara e Vigevano. Turbolenta per il giallo Ferracini: la Virtus pretendeva di farlo giocare nelle sue file, in quanto proprietaria del cartellino, facendo quindi riferimento al diritto privato della giustizia sportiva; Milano altrettanto, vantando una scrittura privata e quindi rivolgendosi al diritto pubblico della giustizia ordinaria. Il caso occuperà le pagine dei giornali fino alla immediata vigilia del campionato. All'immediata vigilia dell'udienza in tribunale, non decisiva perché l'ultima parola spetta alla giustizia sportiva, ma comunque importante, le due società si accordano e Tojo passa all'Innocenti per 80 milioni e una promessa di giocatori che dovrebbero passare dall'Olimpia alla Virtus nella stagione successiva (giocatori che poi non arriveranno). Turbolenta perché la Virtus ad un certo punto aveva anche pensato di avvicendare Fultz, cercando un americano sotto canestro; era stato chiamato in prova Steve Mitchell, 22enne proveniente da Kansas State University, con un record nella stagione precedente di 23 vinte e 5 perse, ma non aveva convinto appieno e i vantaggi che si potevano ricavarne in solidità sotto canestro non fugavano il timore di privarsi, lasciando partire John, di un notevole potenziale offensivo. Anche un'estate però che segnerà in maniera incancellabile il futuro delle V nere e di tutta la pallacanestro nazionale.

Arriva ad allenare Dan Peterson. Porelli voleva un coach americano, sembrava ormai fatta per Rollie Massimino, ma poi all'improvviso arrivò Little Dan di Chicago, proveniente dal Cile, dove aveva allenato la nazionale. Veste in maniera vistosa, ma ha idee molto chiare sul basket e sulla mentalità che devono acquisire i giocatori, queste le sue parole: "Quel primo anno, ho voluto concentrarmi sulle cose basilari condizionamento fisico, fondamentali, difesa, mentalità difensiva, aggressività, mentalità in trasferta, mentalità vincente, concentrazione, attitudine al lavoro". Il nuovo allenatore individua subito come obiettivo il raggiungimento del livello delle prime tre, il triangolo lombardo Milano, Varese, Cantù e anche se al primo anno le V nere perdono i 6 confronti con le "grandi", il bersaglio è individuato. Cerca di motivare la squadra anche per le gare in trasferta, facendo eliminare il premio doppio che era previsto per le vittorie lontano da casa, un modo per spiegare che tutte le gare sono importanti e difficile allo stesso modo. I risultati si vedono, i bianconeri vincono 5 gare in trasferta (a Udine, a Siena, nel derby, a Pesaro, a Cagliari) e altre tre le perdono di un punto, a Napoli, a Milano sponda Innocenti e a Torino contro il Saclà Asti. Il campionato era cominciato male, con tre sconfitte, poi però 3 vittorie consecutive avevano dato ragione a Porelli, che anche dopo i primi rovesci non aveva messo in discussione l'allenatore. Dopo 22 gare ancora in equilibrio il bilancio vittorie sconfitte, poi i successi nelle ultime 4 gare fecero chiudere il bilancio con 15 vittorie e 11 sconfitte, con la perla dei due derby vinti, e il rocambolesco successo sulla Snaidero, 92-90 dopo due supplementari, con due liberi di Benelli a tempo scaduto, sul campo neutro di Reggio Emilia, per la squalifica del campo di Bologna, in seguito ad un'invasione nella gara casalinga contro l'Ignis. Virtus alla fine quinta, lontana dalle prime tre, a soli due punti da Venezia. Finito il campionato c'è da disputare la finale a quattro di Coppa Italia. La Virtus c'era arrivata eliminando Livorno negli ottavi, con gara secca in Toscana, poi vincendo il proprio girone, con avversari Cantù, Pesaro e Roma. La formula prevedeva l'assegnazione di due punti alla squadra che si aggiudicava il doppio confronto. Facile liberarsi di Maxmobili e Stella Azzurra, più arduo il confronto contro la Forst. Dopo avere perso in trasferta di soli tre punti, i bianconeri misero in campo un grande carattere e nel corso della gara si trovarono anche a più 12, poi chiusero con un vantaggio di 8 punti, trascinati dai soliti Bertolotti, Serafini e Fultz, a cui si aggiunse nell'occasione Antonelli. Importante la mossa di Peterson che mise Bertolotti a marcare Marzorati, limitando un po' con la statura di Gianni le capacità realizzative e di costruzione di gioco del playmaker avversario. A Vicenza per la fase finale, semifinale contro il Saclà. Buona partenza, 10-5 al 4', ma dopo 90 secondi il punteggio è di 10-10. Piemontesi avanti 10-14, trascinati da Sacchetti, poi ancora 14-18 al 9'. Peterson, con una girandola di cambi, ottiene il meglio dai suoi giocatori e così la Sinudyne rimonta, sorpassa, si stacca e va al riposo sul 38-28. Asti prova a riagganciare i bolognesi, ma si avvicina solo, 56-53 al 32', 64-61 al 35', poi la Virtus controlla e vola verso la finale dell'indomani, contro la Snaidero Udine, che di lì a due settimane ha in programma gli spareggi salvezza contro Napoli e Fortitudo. I friulani hanno sconfitto in semifinale, a sorpresa, di un punto i campioni d’Italia dell’Ignis, che partivano favoriti anche se privi di Meneghin. Sanders imperversa nel primo tempo, ma l'allenatore bolognese ha organizzato raddoppi per limitare Malagoli e così il primo tempo viaggia sull'equilibrio e termina 40-40. Nella ripresa Udine passa a zona, ma la Sinudyne funziona come un orologio, con un super Fultz e tutti i compagni a coadiuvarlo, Benelli un gradino sopra gli altri. Al 38', sul più 20 c'è spazio anche per Ranuzzi, Natali e Valenti, che si prende anche il lusso di segnare un bel canestro dall'angolo. Vince la Virtus 90-74, conquistando la sua prima Coppa Italia e l’accesso alla Coppa delle Coppe dell’anno successivo. Le Vu nere, dopo 18 anni dallo scudetto del 1956, tornano finalmente a primeggiare in una competizione, ma alzando la coppa nessuna immagina che, sempre contro la Snaidero, 23 mesi dopo il palasport si vestirà di tricolore per festeggiare il settimo scudetto, Dan Peterson ha cominciato a lasciare il segno, ma è solo l'inizio.

VIRTUS 1973/74 (PARTE 2): GLI AMERICANI DI PETERSON A BOLOGNA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 02/12/2018

 

Per Fultz 29 punti in semifinale e 28 in finale, sono gli ultimi in maglia bianconera di un giocatore che ha lasciato il segno a Bologna, un realizzatore fantastico, 2232 punti in 83 gare ufficiali, alla media di 26,89 a partita, superando nettamente il record precedente che era di Keith Swagerty con una media di 18,59. Si rinuncia a Kociss perché è in arrivo un vero fenomeno, Tom McMillen, uno dei migliori giocatori universitari americani, prima scelta Nba. Perché McMillen arriva a Bologna? Perché suo cugino John è il vice allenatore e avvisa Peterson che Tom ha intenzione di studiare ad Oxford e perché Porelli è un fine stratega: il fratello maggiore di Jay gestiva il futuro di Tom, ma passò tutto all'agente Dell, ex tennista e allora il patron bianconero si porta dietro Orlando Sirola, virtussino, giocatore di Davis in passato contro Dell e così l'affare si conclude. Tom passa metà settimana a Oxford e metà con la squadra, a Bologna o nelle varie trasferte, ma non salta mai una gara, né un allenamento, rispetta alla lettera il programma e incide notevolmente sulla crescita della squadra e in particolare su quella di Gigi Serafini, 20 punti e 10 rimbalzi a gara quell'anno. Tom segna però anche in proprio, tanto che il record di Fultz cade subito: McMillen segna 1437 punti in 48 gare ufficiali, 29,94 di media, a un nonnulla dai 30 punti a partita, record tuttora imbattuto in casa Virtus. La Sinudyne migliora rispetto all'anno precedente, 18 vittorie e 8 sconfitte nella prima fase, battendo a Bologna Innocenti e Ignis e vincendo a Cantù dopo due supplementari (44 di Tom), si piazza al quarto posto, a soli due punti dall'Olimpia Milano e a 8 dalla coppia Varese Cantù. Nell'innovativa poule scudetto, un girone all'italiana tra le prime 6 di A1 e le prime 2 di A2, batte ancora Milano nella prima giornata e i neo campioni della Forst nell'ultima, conferma il quarto posto, ma a pari merito con l'Innocenti terza, con 8 vittorie e 6 sconfitte; avrebbe sicuramente fatto meglio senza l'infortunio a Serafini nell'ultima gara di fase regolare, handicap che penalizza i bolognesi nelle prime giornate della poule. A fine stagione Tom lascia ovviamente la Virtus, lo attende una lunga carriera tra i professionisti, poi un'altrettanto importante vita politica. A Bologna arriva un viso già noto per avere giocato nella Virtus qualche anno prima, Terry Driscoll, maturato e ancora più forte. Se Terry non batté il record di media punti, riuscì in un'impresa ancora più esaltante, riportare lo scudetto a Bologna dopo 20 anni, fargli seguire due secondi posti e una finale di Coppa delle Coppe, poi sostituire Peterson sulla panchina bianconera, con risultati strabilianti: due scudetti consecutivi.

VIRTUS 1973/74 (PARTE 23): IL CURRICULUM DI PETERSON

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 09/12/2018

 

Peterson ha quindi determinato una svolta nella vita della Virtus: al primo anno le ha ridato consapevolezza e la possibilità di vincere qualcosa, con la prima Coppa Italia; al secondo una dimensione superiore, con l'arrivo di McMillen e la possibilità di competere con le migliori sulla gara singola, anche se non ancora sull'intero campionato; al terzo ha permesso alla Virtus di vincere il suo settimo titolo, due decenni dopo il sesto.

Nelle due stagioni successive ha mantenuto i bianconeri al vertice con due secondi posti. Ha inoltre dato per la prima volta una dimensione europea alle V nere, con una semifinale di Korac nel 1976, arrivando vicinissimi alla finale, che sarebbe stata contro una non irresistibile Chinamartini Torino, e una finale di Coppa delle Coppe nel 1978, persa per due soli punti contro Cantù e giocando con un Roche, la guardia americana affiancata a Driscoll (da quell'anno fu possibile giocare con due stranieri) menomato.

Poi Dan lasciò Bologna per intraprendere l'avventura a Milano, dove raggiunse una popolarità che andava anche oltre i confini della pallacanestro, le sue telecronache delle gare Nba hanno fatto epoca. Sul campo prese un'Olimpia che era giunta sesta da neopromossa, i milanesi erano infatti retrocessi nell'anno dello scudetto Sinudyne, e la portò alla finale scudetto, ironia della sorte proprio contro la fortissima Virtus capace di vincere in due gare e 113-92 nella seconda in trasferta; quel secondo posto fu per Peterson e Milano l'inizio di un decennio ricco di successi in Italia e in Europa, anche se non poterono nulla nella seconda finale disputata da Virtus e Olimpia, quella che nel 1984 valse alle V nere lo scudetto della stella.

 

 


 

VIRTUS 1975/76: DOPO VENT'ANNI LO SCUDETTO

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 03/02/2019

 

Nel 1974/75 la Virtus giunge quarta nella regular season, a otto punti dalla coppia Varese-Cantù e a soli 2 dall'Olimpia. Nella poule scudetto, inaugurata proprio da un successo di un punto si milanesi, le V nere confermano il piazzamento, ma con gli stessi punti in classifica deill'Innocenti Milano. Senza l'infortunio di Serafini nell'ultima gara della prima fase a Mestre, vinta con 50 punti di McMillen, incidente che ha privato i bianconeri dell'apporto di Gigi nelle prime gare della poule, il risultato sarebbe stato sicuramente migliore. Prestigiosa la vittoria nell'ultima gara contro Cantù, già matematicamente campione. Nella stagione successiva, Terry Driscoll torna dopo la stagione 1969/70 a sostituire il fromboliere Tom Mc Millen, che con oltre 29 punti di media aveva fatto meglio di qualsiasi altro virtussino nella storia. Cambio anche in cabina di regia, parte Albonico e arriva dai cugini Charly Caglieris, play di grande talento che fino ad allora non si era completamente espresso ma che si avvia ad una grande carriera.

Dopo la vittoria all’esordio con la Snaidero Udine, arrivano cinque sconfitte consecutive: di un punto a Forlì, a tavolino in casa contro la Mens Sana quando l’inutile vittoria bianconera è vanificata dal lancio criminale di una moneta che colpisce un giocatore senese, a Milano contro la Mobilquattro e a Cantù, infine contro Varese sul neutro di Vicenza, per l’inevitabile squalifica del campo d Piazza Azzarita.

Poi però nelle successive sedici partite la Virtus vince 14 volte, uscendo sconfitta solo in sequenza in casa contro i campioni in carica di Cantù per soli tre punti dopo un’avvincente partita e nettamente a Varese. Al termine della regular season i bianconeri sono saldamente al terzo posto, ma avendo perso i quattro confronti con le squadre che guidano la classifica, la Mobilgirgi Varese, con due sole sconfitte (entrambe di un punto, alla seconda giornata a Roma e all'ultima di andata nella trasferta contro i campioni di Cantù) e la Forst Cantù che ha due vittorie in più dei bolognesi.

La poule scudetto che allinea le prime sei del campionato di A1e le prime due di A2, inizia con una vittoria in diretta Rai a Roma contro l’IBP: finisce 87-85 con un decisivo Sacco nel finale. La Virtus batte poi i cugini nel derby casalingo (solo Bologna e Varese a punteggio pieno dopo due giornate) e vince la doppia trasferta successiva, di tre punti a Milano contro la Mobilquattro, più nettamente nella temibile tana della Reyer Venezia, che due giornate prima aveva fermato i campioni in carica. Si arriva allo scontro diretto con Varese a punteggio pieno per entrambe le squadre. Parte forte Varese, ma la Virtus rimonta fino al -5 dell’intervallo. L’inizio del secondo tempo è splendido: sorpasso con Antonelli dall’angolo e tutto il palazzo scatta in piedi, poi è un crescendo virtussino fino al +11; i lombardi rientrano un po’, ma a 35 secondi dalla sirena, Martini segna da sotto il +7, l’asciugamano di Serafini in panchina vola in alto a sancire il successo. Negli spogliatoi Gigi afferma: "abbiamo dipinto il primo terzo del tricolore". L’indomani Il Resto del Carlino titola: Sinudyne meravigliosa 77-70 alla Girgi. Driscoll e Serafini, rispettivamente con 24 e 23 punti, sono i maggiori artefici del successo. Varese perde dopo 15 vittorie consecutive in campionato. In contemporanea Cantù cade a Roma. Poi per le V nere vittoria ad Udine, mentre Varese vince fuori contro Cantù, e all’ultima d’andata la Virtus liquida, senza troppo brillare, gli stessi campioni in carica a questo punto tagliati fuori dalla corsa al titolo. Le V nere concludono così senza sconfitte il girone d’andata. La classifica vede la Sinudyne a 14, la Mobilgirgi a 12, la sorprendente Fortitudo Alco a 8, Cantù e Roma a 6, Mobilquattro Milano e Venezia a 4 e Udine a 2. Ormai lo scudetto è un affare fra bolognesi e varesini. Le difficoltà palesate dalla Virtus nell'ultima gara prendono corpo in settimana, quando le Vu nere perdono in casa di 13 dalla Jugoplastika dopo aver vinto di 9 a Spalato mancando l’accesso alla finale di Coppa Korac. Alle semifinali la Virtus era giunta dopo un turno preliminare e vincendo un girone a 4 grazie al successo per differenza canestri nel doppio confronto contro il Partizan Belgrado (la formula assegnava due punti a chi prevaleva nel doppio confronto). Alla ripresa del campionato  Roma cade in Piazza Azzarita contro una Virtus ancora un po’ imballata, poi arriva il derby in trasferta; Antonelli parte in sordina, poi un timeout lo sveglia e segnerà alla fine 26 punti. L'Alco che aveva preso vantaggio viene avvicinato e poi raggiunto, ma la gara si gioca sul filo dell'equilibrio: sul +1 Virtus, Benevelli allo scadere fa 1 su 2 dalla lunetta e si va al supplementare. Vincono i bianconeri di 3, con tutto il quintetto in doppia cifra e Serafini euforico in spogliatoio: “Con Varese mettemmo il primo colore della bandiera, oggi il secondo, manca solo il terzo al tricolore”. Nel turno infrasettimanale con la Mobilquattro scende in campo nuovamente una Sinudyne in gran forma che infligge trenta punti agli avversari, mentre a Varese, reduce dalla doppia sfida vittoriosa contro Cantù in semifinale di Coppa Campioni, per battere Venezia in casa non bastano i 40'. Per la prima volta risuona al palazzo un coro divenuto famoso: “Noi vogliamo la Virtus tricolor, la Virtus tricolor, la Virtus tricolor…”, sulle note di Yellow submarine. La domenica successiva Virtus-Reyer. 50-50 il primo tempo, poi i bianconeri chiudono un po’ la difesa e la Virtus vince 90-82. La domenica successiva, il 4 aprile,  nella tana della grande Varese che in settimana si è laureata campione d’Europa e segue i bianconeri di due punti in classifica frutto del risultato dell’andata. Squadre in equilibrio, poi nella seconda parte del secondo tempo la Virtus allunga. Nel finale dalla lunetta Caglieris suggella a più riprese la vittoria; l’allenatore Peterson non lo fa mai rinunciare ai liberi, di fronte al fallo sistematico dei varesini che tentano un disperato recupero, per non dimostrare paura. Bertolotti, 26 punti, Driscoll 22, Antonelli 18, sono i principali realizzatori dei petroniani.

Quattro punti di vantaggio a due giornate dalla fine, è quasi fatta. I giocatori bianconeri per l’entusiasmo si rivestirono immediatamente senza fare la doccia, per rientrare subito a Bologna, ma ci ripensarono subito quando si sentirono tutti appiccicosi sotto i vestiti. La Mobilgirgi campione d'Europa, chiuderà il campionato con solo 4 sconfitte in 36 gare, solo 2 nelle ultime 25, ma quelle due sono contro la Sinudyne e risultano decisive. Non c'è ancora la matematica certezza del titolo, che manca a Bologna da 20 anni, ma il mercoledì sera è in programma Virtus-Snaidero Udine. L’entrata dei giocatori in un’apoteosi di coriandoli e felicità è l’inizio di una grande festa. La Virtus gioca con la stessa maglia nera di Varese, al posto della solita canotta bianca di casa. Pronti via e 10-0 Virtus firmato da un contropiede di Caglieris. Poi è una cavalcata vincente, fino al 94-68 con tutti i 10 bianconeri a segno.


 

GLI SCUDETTI VINTI DALLA VIRTUS AI PLAYOFF

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 13/11/2021

 

Sono nove su sedici gli scudetti vinti dalle V nere ai playoff. Ecco il cammino di quei titoli, con l'asterisco le serie vinte senza il fattore campo a favore.

 

 

1979   

            quarti               Mens Sana Antonini Siena                 2-1

            semifinali         Sebastiani Arrigoni Rieti                     2-1

            finale               Olimpia Billy Milano                           2-0

            totale                                                                     6-2

 

1980   

            quarti               Auxilium Grimaldi Torino                  2-1

            semifinali         Emerson Varese                               2-1

            finale               Gabetti Cantù                                  2-0

            totale                                                                    6-2

 

 

1984

            quarti               Febal Napoli                                   2-1

            semifinali         Auxilium Berloni Torino                     2-0

            finale               Olimpia Simac Milano                       2-1*

            totale                                                                    6-2

 

1993   

            quarti               Olimpia Kleenex Pistoia                     2-0

            semifinali         Clear Cantù                                       2-0

            finale               Benetton Treviso                               3-0

            totale                                                                      7-0

 

1994

            quarti               Benetton Treviso                             2-0

            semifinali         Scaligera Glaxo Verona                      2-1

            finale               Victoria Libertas Scavolini Pesaro        3-2

            totale                                                                     7-3

 

1995

            quarti               Virtus Teorematour Roma                  2-0

            semifinali         Olimpia Stefanel Milano                      3-2

            finale               Benetton Treviso                               3-0

            totale                                                                      8-2

 

1998

            quarti               Virtus Calze Pompea Roma                3-1

            semifinali         Pallacanestro Varese                          3-1

            finale               Fortitudo Teamsystem Bologna           3-2

            totale                                                                      9-4

 

2001

            quarti               Cordivari Roseto                                3-0

            semifinali         Benetton Treviso                                3-0

            finale               Fortitudo Paf Bologna                         3-0

            totale                                                                      9-0

 

2021

            quarti               Universo De' Longhi Treviso              3-0

            semifinali         Happy Casa Brindisi                           3-0*

            finale               Olimpia AX Armani Milano                  4-0*

            totale                                                                    10-0

I NUMERI VIRTUS IN COPPA ITALIA

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 09/02/2021

 

La Virtus si appresta a giocare la Final Eight di Coppa Italia in cui vanta otto trionfi: 1974, 1984, 1989, 1990, 1997, 1999, 2001 e 2002. Le V nere hanno vinto otto delle prime dieci finali disputate, per poi perderne quattro consecutive tra il 2007 e il 2010. Binelli ne ha vinte cinque, Abbio quattro, Brunamonti tre da giocatore, una da allenatore e tre da dirigente. Con tre successi sul campo anche Frosini, Bonamico e Rigaudeau, il più titolato tra gli stranieri e match winner in due occasioni segnando il canestro decisivo sia nel 1999, sia nel 2002. Brunamonti guida anche la classifica dei punti segnati, con 804, davanti a Gus 690 e Danilovic 590, il quale però non ha mai vinto il trofeo: nel 1999, quando era in forza alle V nere non disputò alcuna gara della manifestazione e perse contro Treviso le due finali del 1993, quando non bastarono i suoi 27 punti a evitare il più due Benetton, e del 2000. Seguono poi Coldebella, Richardson, Villalta e Fultz. Kociss detiene anche il maggior punteggio individuale con 45 punti, rifilati alla Partenope Napoli negli ottavi di finale nel 1972/73, in una gara giocata a Pescara e vinta dai bolognesi 92-90 dopo un supplementare; 36 ne fece Richardson nell'edizione 1990/91, non sufficienti a evitare un meno ventidue casalingo contro Verona e l'eliminazione nei quarti di finale; poi i 35 di Bonamico il 25 ottobre 1984 contro la Mulat Napoli in un 110-86, che ribaltò il meno quindici dell'andata. La migliore prestazione individuale in una finale, per punti realizzati, fu quella di Brunamonti, 29 nel 1990 contro il Messaggero Roma, davanti ai 28 che misero a segno Fultz nel 1974 contro la Snaidero Udine e Ginobili nel 2002 contro il Montepaschi Siena. Imbattibili, vista la formula attuale, i record societari di squadra: le sette vittorie iniziali, stabilito nel 1983-84, quando la Granarolo Felsinea vinse il trofeo con dieci successi in undici gare; le tredici consecutive, ultime sei della Coppa Italia del 1973/74, trofeo vinto dai bianconeri prima di una lunga interruzione della manifestazione che riprese proprio nel 1983/84 con le sette vittorie già menzionate. Da segnalare anche una sconfitta per rinuncia: nel giugno 1968, prima edizione della Coppa nazionale, la Virtus non si presentò a Roseto per gli ottavi di finale. La prima gara di coppa Italia fu quindi nell'edizione successiva, nel novembre 1968, quando nei sedicesimi di finale i bianconeri vinsero un derby, battendo ed eliminando il Gira per 51 a 50.

CURIOSANDO NELLA STORIA DELLA COPPA ITALIA DELLE VU NERE

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 14/02/2022

 

Otto i successi della Virtus in Coppa Italia, due in finali uniche a Bologna, quattro in Final Four, due a Casalecchio, una a Vicenza e una a Forlì, dove le Vu nere hanno vinto due volte anche in Final Eight. Due le vittorie al supplementare, nel 1989 contro Caserta e nel 2002 contro Siena, dove segnò il canestro decisivo Rigaudeau, come era già successo nel 1999 contro Varese e Le Roi è l'unico ad aver portato la coppa nella bacheca bianconera con canestro risolutivi. Sei le finali perse, una nella Final Four di Forlì, una in Final Eight a Reggio Calabria, e con lo stesso formato le quattro consecutive dal 2007 al 2010, le prime tre a Casalecchio, la quarta ad Avellino. Una singolare curiosità: le prime sei coppe vinte, tutte quelle dello scorso secolo, furono conquistate in sei mesi diversi. Nell'ordine maggio 1974, giugno 1984, aprile 1989, febbraio 1990, marzo 1997, gennaio 1999; arrivarono poi aprile 2001 e febbraio 2002.

 

I maggiori punteggi individuali dei giocatori Virtus in gare di Coppa Italia. In nessuna delle tre annate la Virtus vinse la Coppa, né ci andò vicino.

 

n.

giocatore

punti

stagione

data

partita

risultato

1

John Fultz

45

1971/72

27/05/1972

Virtus - Partenope Napoli 1

92-90 dts

2

Micheal Ray Richardson

36

1990/91

13/11/1990

Virtus- Scaligera Glaxo Verona

88-110

3

Marco Bonamico

35

1984/85

25/10/1984

Virtus- Mulat Napoli

110-86

1Giocata a Pescara.

Queste invece le dieci prime posizioni per punteggi totali in Coppa Italia in maglia Virtus..

n.

giocatore

punti

1

Roberto Brunamonti

804

2

Augusto Binelli

690

3

Predrag Danilovic

590

4

Claudio Coldebella

434

4

Micheal Ray Richardson

429

6

Renato Villalta

413

7

John Fultz

334

8

Marco Bonamico

330

9

Riccardo Morandotti

287

10

Clemon Johnson

281

Dei giocatori attuali, il migliore è Teodosic con 30 punti, tallonato da Weems con 29, poi si salta ai 4 di Pajola, in una manifestazione che non ha dato gioie recenti alle Vu nere. Il giocatore che ha vinto più Coppe Italia è Binelli con 5; Gus è anche il bianconero che ha vinto più trofei nella storia della Virtus. Nel computo totale è superato però da Brunamonti, che ne ha vinte sette su otto: le prime tre da giocatore, la quarta da allenatore, poi altre tre da dirigente.


 

FEBBRAIO CALDO

Nel secondo mese dell'anno i bianconeri hanno vinto due Coppe Italia, compresa l'ultima del 2002 grazie alle giocate dei suoi fenomeni. Strepitoso nella rimonta Ginobili, anima del 10-0 del terzo quarto
di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 17/02/2022

 

Delle otto Coppe Italia vinte dalla Virtus Pallacanestro, solo due sono state vinte nel mese di febbraio: la quarta il 15 febbraio 1990 e l'ultima il 23 febbraio 2002, entrambe le volte a Forlì. Nel primo caso la coppa nazionale s'inserì in un periodo molto denso per la squadra bolognese: la domenica precedente la Virtus, consolidando aveva battuto 90-89 una delle due capolista, la Ranger Varese e l'aveva così agganciata in classifica. Le Vu nere si ritrovarono poi i varesini di fronte nella prima gara della Final Four di Forlì, in semifinale, e bissarono il successo 78-74. In finale la Knorr si trovò di fronte i romani del Messaggero, battuti 93-84 con una superlativa prova di Brunamonti (29 punti), Richardson (24), Johnson (17 e 13 rimbalzi) e Binelli (17 e 8). La Virtus continuò poi il suo periodo d'oro vincendo a Milano e sconfiggendo di 20 punti il Paok nella semifinale di andata di Coppa delle Coppe. Dodici anni dopo, sempre nella città romagnola, la Virtus targata Kinder affrontò la Final Eight. I bianconeri, vincitori del grande slam nella stagione precedente, con i successi in Coppa Italia, Eurolega e campionato, non ebbero particolare difficoltà a sbarazzarsi di Trieste, 96-71, e Pesaro, 82-66. Tutt'altra musica in finale: I toscani partono sparati, 0-7, chiudono il primo quarto 14-28 e in avvio di secondo salgono sul 14-30; la Kinder riesce a limare qualcosa all'intervallo, 31-42. Al 30' Bologna è a meno 7, ma la Mens Sana riparte trascinata da Chiacig che, dopo i 24 punti dei primi 20' e zero nel terzo, ricomincia a segnare. Così a 3'40" Siena si trova a +9 palla in mano, Un gioco da tre punti di Andersen e una tripla del «Re» francese riaprono improvvisamente la partita (2'17", 65-68). Montepaschi in apnea e a 59 secondi arriva il primo pareggio, ancora con Rigaudeau (69-69). La Virtus va anche in vantaggio 71-69 con Jaric ma Naumoski, a tre secondi dalla sirena segna contro una difesa che negli ultimi minuti aveva concesso molto poco agli avversari. Supplementare. La Kinder sta sotto fino al 44', ed eccolo, Ginobili, dopo aver perso due palloni (sono 7 alla fine, macchiolina su una gara splendida), con la tripla del nuovo sorpasso (77-75). Chiacig mette il suo trentacinquesimo punto (77-77) ma non può niente quando Manu sbuca dal nulla e prende il rimbalzo offensivo, sull'errore di Jaric, che dà la possibilità ai bolognesi di gestire l'ultima azione fino allo scadere del cronometro. Rigaudeau, a quattro secondi dal termine, dall'angolo sinistro, segna il canestro della vittoria (decisivo Antoine, segna la tripla del meno tre, il canestro del 69-69, e nel supplementare, la sospensione decisiva, 7 dei suoi 10 punti sono fondamentali). Strepitoso nella rimonta Ginobili, anima del 10-0 del terzo quarto, quando la Kinder riemerge, 28 punti con 5 su 9 da due, 5 su 10 da tre e 3 su 4 ai liberi, 10 rimbalzi, 5 recuperi, 3 assist e 32 di valutazione, con anche una schiacciata in tap-in e una in penetrazione. Andersen segna 17 punti, cattura 13 rimbalzi per 21 di valutazione, Jaric 10 (continua a litigare col canestro da lontano, 0 su 6, 0 su 11 nelle ultime due gare ma il canestro del 71-69, primo vantaggio, quasi al 40'), Smodis 8 e Abbio 6. Vince la Virtus 79-77, dopo essere stata sotto quasi 44'. Fu l'ultimo successo in Coppa Italia per le Vu nere.

PER L'OTTAVA VOLTA LA VIRTUS COMANDA PRIMA DEI PLAYOFF

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 30/04/2022

 

Dall'avvento dei playoff la Virtus ha affrontato la fase finale del campionato da prima classificata al termine della fase precedente in altre sette occasioni:

 

1976-77. La Virtus arriva nettamente prima, davanti a Varese, poi giunge in finale ma senza avere il fattore campo a favore, perché i playoff iniziavano con due gironi ed erano le prime classificate di questi a godere del beneficio del fattore campo. La Virtus arriva seconda dietro a Varese nel girone, supera il turno di semifinale vincendo la bella in trasferta contro Cantù, prima dell'altro girone, poi ritrova Varese in finale e perde 2-0.

 

Passarono molti anni, le V nere conquistarono altri tre scudetti ma partendo sempre dalla seconda posizione.

 

1992/93. La Virtus arriva prima e vince il campionato senza bisogno nei playoff delle belle, sette vittorie e zero sconfitte.

 

1993/94. La Virtus arriva prima e vince lo scudetto sfruttando la bella in casa sia in semifinale che in finale.

 

1994/95. La Virtus arriva prima e vince il titolo, va alla bella solo in semifinale.

 

1995/96. La Virtus arriva prima ma in semifinale perde 3-1 contro Milano. Il Palasport cade in gara uno dopo 28 vittorie consecutive in casa nei playoff, dalla sconfitta nel derby dell'88, la Virtus torna a perdere in casa nelle sfide post season.

 

1997/98. Virtus arriva prima e vince lo scudetto. Alla bella si va solo in gara cinque. Le V nere imbattute in casa nella prima fase, perdono ben tre volte nei playoff godendo del fattore campo, una in semifinale e due in finale, ma sono comunque Campioni d'Italia.

 

2000/01. Nell'annata del Grande Slam la Virtus vince anche la prima fase, ma di belle non c'è bisogno, 9-0 secco nei playoff.

 

Nel 2021 arriva nuovamente lo scudetto, ma partendo dal terzo posto.

 

Delle sette precedenti prime posizioni (ma solo in sei ha avuto il beneficio del fattore campo) la Virtus ne ha sfruttate cinque per vincere lo scudetto. Altri quattro titoli sono arrivati da posizioni di rincalzo.