ANGELO GIGLI

Angelo Gigli contro David Andersen della Montepaschi Siena (foto tratta da www.virtus.it)

 

nato a: Pietermaritzburg (Sud Africa)

il: 04/06/1983

altezza: 209

ruolo: ala forte/centro

numero di maglia: 12

Stagioni alla Virtus: 2011/12 - 2012/13

statistiche individuali del sito di Legabasket

biografia su wikipedia

LA PRESENTAZIONE DI ANGELO GIGLI

www.bolognabasket.it - 22/07/2011

 
 
Dopo aver superato le visite mediche, Angelo Gigli ha firmato un contratto triennale (2+1) con la Virtus ed è stato presentato questa mattina. Ecco le prime parole in bianconero del giocatore romano.
 
Lo scorso anno ho patito due infortuni in rapida serie: prima il polso, poi una pulizia al ginocchio non curata. Per il resto della stagione ho lavorato per superare il problemna, ora sono quasi in condizione ottimale: sono al lavoro all’Isokinetic per essere pronto al 100% al raduno del 21. Abbandonare Roma è stata una scelta difficile, perché sono da sempre tifoso della Virtus giallorossa. Non è una decisione presa alla leggera, ho chiesto anche a Toti l’autorizzazione a trattare con un altro club, perché a Roma sarei rimasto. Nello sport succedono anche queste cose. L'interesse da parte della Virtus Bologna mi onora: c’è un progetto di più anni, sento la fiducia di tutti, dei compagni di squadra, dello staff e del president. Credo sia la società ottimale per dimostrare di aver voglia di giocare.
 
Toti? Con lui ho un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso e c’è estremo rispetto. Lui è una persona leale e sincera. A caldo può aver fatto dichiarazioni un po' cosi, ma magari un giorno ci rincontreremo. Lo ringrazio per avermi dato la possibilità di giocare per Roma, che mi ha dato tantissimo. Io spero di aver ricambiato. Non voglio far polemica, tra noi c'è rispetto reciproco.
 
McIntyre? E’ uno di quei giocatori che innalza il livello di chi ha di fianco, è bravo per la squadra, ma anche un grande realizzatore che sbaglia raramente i palloni che contano. Un anno fa era il miglior play d'Europa. Ero in squadra con lui il giorno del 10/10 da tre al PalaMalaguti: spero che sia di buon auspicio.
 
Finelli? Mi ha spiegato la sua idea, come intende utilizzarmi, e sono a sua disposizione. Il criterio delle sue scelte sarà meritocratico, sia per quanto visto in allenamento che in campo. Giocherò in due ruoli, da “4” e da “5”, come a Roma e in Nazionale, non ho problemi a partire eventualmente dalla panchina. L'importante è dimostrare di poter ricambiare la fiducia che c’è in me.
 
Un giudizio sulla squadra? Ci sono due play che stimo sia come giocatori che come persone, e andare d'accordo sul piano umano dà una grande mano. La squadra è stata costruita guardando sia le qualità sul campo che le persone: ci sono i presupposti per far bene, sta a noi dimostrarlo sul campo.
 
La coppa vinta con Treviso? È un bel ricordo, ho avuto un problema di infortunio all'inizio per una distorsione alla caviglia, poi ho stretto i denti e abbiamo vinto il trofeo.
 
La Nazionale? Per me è importante giocarci, è un grande orgoglio aver fatto parte del gruppo per sei anni consecutivi. Ora è stato meglio prendersi un anno di pausa per risolvere questi problemi fisici, altrimenti sarebbe stata una continua rincorsa alla forma migliore: è un momento importante della mia carriera e voglio affrontarlo con cautela. Voglio lavorare per arrivare al 21 agosto nella migliore condizione.

GIGLI È IL MIGLIOR LUNGO E NON È UNA SORPRESA

di Daniele Labanti - https://boblog.corrieredibologna.corriere.it - 21/12/2011

 

Angelo Gigli è il miglior acquisto della Virtus nel rapporto qualità-prezzo?

Gigli è una sorpresa solo per chi credeva fosse finito. È  esperto, capisce il gioco, è in grado di difendere su 4 e 5 e soprattutto sul pick’n’roll.  In attacco non ha un grande range di tiro, ma può fare un canestro dalla media e sfrutta bene gli spazi per tagliare dentro.  Con queste caratteristiche, a 28 anni non puoi essere finito nemmeno se sei reduce da molti mesi di stop per svariati infortuni.  Ci ha messo  qualche settimana per trovare la brillantezza perduta, ma ora va confermata la sensazione che sia stato il miglior acquisto dell’estate e non è un’eresia sostenere che Gigli sia uno dei centri più forti del campionato.  Le sue cifre sono lusinghiere: 7,9 punti e 5,7 rimbalzi di media, con il 73% da due e 10,6 di valutazione.  Ma nelle ultime quattro partite, il rendimento s’è notevolmente alzato: 12,8 punti e 7,5 rimbalzi di media con 16,8 di valutazione.  Quest’estate s’è rischiato di prendere Sandro Nicevic, che poi il suo agente serbo ha spedito alla Sutor, ma Gigli e doveva essere l’unico obiettivo.  La sliding door è stata fortunata per la V.  Qualcuno lamenta che Lang non rende (ed è vero, Kris adesso è un problema…  Anche a causa di un infortunio) e che Cdr non è un americano da 20 punti.  Non va però dimenticato che la Virtus ha puntato su Poeta e Koponen, su Sanikidze e Gigli: se gli americani non fossero in grado di essere di complemento, sarebbe un problema.  Lang deve migliorare.  Cdr non si tocca.  E Gigli nemmeno.

 

Gigli in avvicinamento a canestro (foto tratta da www.virtus.it)

GIGLI: AL CENTRO DELLA VIRTUS

di Stefano Benzoni - SuperBasket - 31/01/2012

 

Nell'estate del 2011, a 28 anni appena compiuti, la carriera di Angelo Gigli sembrava correre su un binario morto. Partita nel 2001 a Reggio Emilia, città e club nei quali è rimasto cinque anni, sbocciando, crescendo ed arrivando a sfiorare la chiamata nel draft NBA, era poi proseguita ad alti e bassi nei due anni di Treviso, e sembrava essere ridecollata con l'approdo alla Virtus Roma, la squadra della sua città, con una seconda stagione che lo aveva riportato alla ribalta dei migliori giocatori italiani. Poi però, l'anno scorso, è arrivata un'annata disastrosa, la peggiore fra le tre, "un calvario", come la definisce lui, con tanti problemi, soprattutto quelli fisici. In estate, scaduto il contratto, Angelo Gigli non sembrava più un giocatore su cui i grossi club avrebbero scelto di puntare, scoraggiati da un passato che avrebbe potuto essere molto luminoso e che invece treppe volte era stato buio. Così la chiamata della Virtus per lui è arrivata come una liberazione che ha squarciato con forza e potenza un cielo fatto di cattivi pensieri, sfortuna e un po' troppa negatività. Ed oggi, indipendentemente da quello che capiterà da qui a fine stagione, possiamo dire che l'intuizione del patron Claudio Sabatini e del manager Massimo Faraoni è stata uno dei colpi più azzeccati del mercato. Angelo Gigli sta disputando la miglior stagione in carriera, almeno per quello che riguarda continuità ed intensità delle sue prestazioni. A parte le cifre che ci parlano di 9.6 punti, 6 rimbalzi ed un recupero di media in quasi 26' tirando con il 72.4% da due, il 38.5% da tre e il 66.7% dalla lunetta, quello che sorprende è l'energia che sprigiona in ogni azione offensiva e soprattutto difensiva, la qualità delle sue giocate e la fiducia che mette in tutto quello che fa. Nelle ultime sei gare, prima delle due partite casalinghe consecutive contro Avellino e Milano, Gigli si è tenuto sui 12.6 punti di media, ma questo è solo un dettaglio nell'arco delle grandi prestazioni del suo campionato. Un campionato, comunque da ricordare: "Sì, è vero, sotto molti punti di vista sto disputando il miglior campionato della mia carriera e questo lo dicono soprattutto le cifre, contesto, qualità e continuità delle prestazioni, il tutto collegato ai risultati di squadra che sono sempre la parte più importante del tutto. Un fatto è certo, sto passando un gran bel momento, sono inserito in un ambiente che fa emergere il meglio che c'è in ognuno di noi, ma il campionato non è ancora finito, siamo a metà e quindi così come si può può peggiorare, potrei anche migliorare. Diciamo che i conti li facciamo alla fine, anche se per ora sono piuttosto soddisfatto di come stanno andando le cose". Tutto però parte, per ogni giocatore ma principalmente per uno come Gigli non fortunatissimo a livello di guai fisici nella sua carriera, da uno stato di salute ottimale: in poche parole Angelone finalmente non ha più guai: "e quindi stare bene fisicamente ti fa allenare bene, ti fa caricare e di conseguenza se lavori bene dopo vai in campo tranquillo e con tanta fiducia. Oggi sto bene al cento per cento e questa è la parte principale da cui parte tutto quello che succede in campo, perché se non stai bene e non sei tranquillo dentro la tua testa esiste sempre qualcosa che ti impedisce di dare il massimo. O meglio puoi sopportarlo e passarci sopra per una, due o tre partite, ma alla lunga la situazione diventa logorante ed insopportabile". Ma quali sono gl iulteriori margini di miglioramento a cui faceva riferimento il lungo romano nato in Sudafrica, dove il padre Paolo si trovava per motivi di lavoro? Parliamo dei tiri liberi? "Direi di sì, anche se nelle ultime cinque partite sono migliorato parecchio (è 14/16, 87.5%) grazie al lavoro che faccio tutti i giorni alla fine dell'allenamento insieme a Christian Fedrigo, uno degli assistenti di Finelli, che ha la pazienza di stare con me a lavorare. A parte questo, credo che dopo le due operazioni e le sette cicatrici che ho nei polsi e nelle due mani il problema sia stato soprattutto mentale e di fluidità di gesto. Però ora le cose sono migliorate e continueranno a farlo. Poi posso crescere nel gioco in post basso, nelle varie letture delle situaziuoni di gioco in attacco ed in difesa e nelle posizioni difensive. Continuando a stare bene conto di potercela fare".

ANGELO AND PEPPE STORY

Ma in questo campionato il contributo di Gigli è totale e completo. In difesa sembra che in lui si fondano due se non tre giocatori. Infatti non solo difende su centri ed ali forti - facile per lui... - ma impacchetta anche ali piccole (ci può stare) e soprattutto guardie ed anche playmaker nei cambi difensivi che spesso si trova ad affrontare. Poi c'è la parte offensiva che è fatta di precisi tiri dalla media, di qualche conclusione da tre, ma soprattutto di agilità sotto canestro e particolarmente nel pick and roll, con annessi spettacolari alley-oop che produce in collaborazione con l'immancabile Peppe Poeta e che, oltre a rappresentare un punto di forza nel gioco della Canadian Solar, sono una delle azioni più belle da vedere oggi nel campionato italiano: "Nasce tutto in modo molto naturale, in allenamento non proviamo nulla mentre in partita ci viene spontaneo creare qualcosa, ci basta un cenno o uno sguardo. Poi è ovvio io sono atletico ed agile e lui la passa in modo spettacolare, quindi... Peppe ed io ci conosciamo bene da tanto, abbiamo feeling, andiamo sempre insieme in vacanza a Formentera e ci divertiamo molto. Aggiungiamo anche che queta è la prima stagione nella quale mi trovo a giocare come centro e quindi sono stato costretto ad imparare a giocare il pick and roll in un altro modo e farlo con Peppe è sempre facile e piacevole". Sulla difesa, invece, non si comincia nemmeno a parlare, Angelone è un docente nel campo: "Il contributo e l'applicazione difensiva sono sempre state costanti in tutta la mia carriera e quindi questo è l'aspetto meno sorprendente anche se in questo campionato tutto sta andando molto bene. Ma anche a Roma, visto che ero in squadra con grandi tiratori e che a me toccavano quattro-cinque tiri a partita, era indispensabile che il mio contributo alla squadra fosse fatto di difesa, rimbalzi recuperi, aiuti difensivi e sfondamenti presi. Posso avere mille lati negativi, ma un fatto è certo: anche se non segno trovo il modo di rendermi utile alla squadra. E poi torniamo al discorso di prima: quando stai bene ed hai la fiducia di coach, compagni e ambiente tutto procede con il vento in poppa". Già. la fiducia di coach Alessandro Finelli, uno che Gigli ha imparato a conoscere e ad apprezzare: "Non lo conoscevo di persona, ma solo tramite quello che di lui mi ha detto il mio grande amico Jacopo Giachetti che lo aveva avuto a Livorno. Ho scoperto un allenatore estremamente esigente, che tiene al rispetto dell regole, ma anche molto aperto e disponibile al colloquio, uno con cui puoi parlare se hai dei dubbi o bisogno di chiarimenti". E Finelli è una delle chiavi della stagione, finora oltre le aspettative della vigilia, di questa Canadian Solar che, dopo aver perso Terrel McIntyre e Jared Homan (playmaker e centro titolare, non bazzecole) pareva potesse naufragare, ed invece si è risollevata ed ha cominciato a vincere e a dare spettacolo: "Non siamo la squadra più forte a livello di talento dei singoli che ci sia, ma in 11 anni di carriera confesso di non aver mai trovato un gruppo migliore di questo dove tutti sono sulla stessa lunghezza d'onda, disponibile ad aiutarsi ed a sacrificarsi senza invidie o gelosie. Dopo aver perso Terrell e Jared è scattato qualcosa nelle teste di tutti. Tutti si sono sentiti più responsabilizzati e tutti hanno capito che quella presente poteva essere una bellissima opportunità per mettersi in mostra, lavorare, dare il meglio e smentire chi non aveva fiducia innoi. Poi ammetto che ci ha sorpreso, e chi dice il contrario non racconta la verità, aver trovato così presto il bandolo della matassa del gioco e della chimica di squadra. Ora però viene il difficile, non sarà facile confermarci su questi livelli fino a fine stagione, ma abbiamo il dovere di provarci quantomeno nei confronti della proprietà e dei tifosi. Io poi ho una ragione ulteriore per farlo: la riconoscenza e la gratitudine che nutro verso la Virtus che la scorsa estate mi ha dato un'occasione ed ha creduto in me e nel mio recupero in un momento nel quale non tanti l'avrebbero fatto".

V=VITTORIA E VIRTUS. POI LA LAZIONALE

Ora però la Virtus non deve pensare di essere già arrivata e rilassarsi, ma deve proseguire nella strada intrapresa: "Rilassarsi? Non c'è pericolo, con Finelli questo non capita. L'altro giorno in allenamento ha notato un minimo segnale di rilassamento, ha fermato tutto e ci ha subito ripreso, ricordandoci che ora che tutti cominciano a conoscerci e che non ci sottovaluterà più nessuno dovremo alzare il livello di attenzione, non diminuirlo". Gigli punta a due traguardi: "Vincere in maglia Virtus e poi in estate riconquistare e togliermi qualche soddisfazione con la nazionale, visto che per me è sempre un onore indossare quella maglia azzurra ed ha sempre rappresentato una priorità nella mia carriera. Darò il massimo, come sempre, per dare una mano e ammetto che non vedo l'ora di tornare per far parte di questo nuovo gruppo che secondo me ci darà grandi soddisfazioni".

 

L'ANGELO AZZURRO

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 01/03/2012

 

Aneglo Gigli, che effetto le fa tornare in nazionale?

Sono molto contento, anche perché la decisione che ho preso la scorsa estate di non far parte della squadra azzurra è stata una scelta molto difficile, ma alia fine si è rivelata giusta. Non riuscivo a fare un passo dietro l'altro ed era necessario fermarsi per evitare che la situazione peggiorasse anziché migliorare. Il coach lo ha capito e di questo io ringrazio così come io ringraziai allora per la fiducia che mi diede, nonostante la mia scorsa stagione fu molto tribolata.

Che senso ha una manifestazione come Ali Star Game nel panorama italiano?

Intanto è un'occasione per vestire la maglia della nazionale e per noi giocatori questo deve sempre essere un onore. Nel passato ii pubblico ha sempre risposto bene a questo tipo di evento e credo possa essere una buona occasione per avvicinare i giovani alia pallacanestro. È un momento in cui si privilegia lo spettacolo alla tecnica, anche perché non c'è il tempo di preparare difesa e attacco.

Veniamo alla Virtus. Domenica ondate a Varese. Loro stanno attraversando un buon momento, mentre voi non siete più quelli di un mese fa.

Io credo che questo fosse un fatto molto prevedibile. Non siamo più una sorpresa, gli avversari iniziano a conoscerci e cercano delle contromisure.

Ad esempio?

Quando io e Poeta giochiamo il pick and roll adesso troviamo diversi adeguamenti nella difesa avversaria. Se poi parliamo dell'ultimo periodo, bisogna dire che l'assenza di Peppe si è fatta sentire.

Anche lei è acciaccato.

Del mio infortunio non parlo perché si è rivelato molto più semplice e non mi ha costretto a saitare delle partite come, invece, purtroppo è successo a Peppe. Vedremo se riusciremo a recuperarlo per domenica: in ogni caso, a Varese proveremo il colpo.

Siete l'unica squadra del campionato ad avere l'asse play-pivot italiano. Perché?

Intanto neppure da noi le cose erano iniziate in questo modo, si era partiti con altre idee, poi le situazioni sono cambiate. Ringrazio chi ci ha dato fiducia e ai tempo stesso dico che a volte noi italiani ci sentiamo dei gregari.

Qui non lo siete.

Vero, ma in carriera mi è capitato di avere questo atteggiamento, mentre qui ho avuto la possibilità di dimostrare di poter essere un giocatore importante per la squadra.

GIGLI CHIAMA LA VIRTUS

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 28/05/2012

 

Angelo Gigli, qual è il suo bilancio di questo prima stagione con la maglia della Virtus?

Sicuramente positivo. A sette giorni dalla fine della nostra stagione mi sto rendendo conto anche di quanto sia stata faticosa ed intesa. Purtroppo siamo tutti in ferie e lo siamo con l'amaro in bocca per come è finita e per il fatto che non siamo riusciti a dimostrare tutto il nostro valore. Purtroppo non avremo un'altra occasione per riscattarci come gruppo, perché molti noi l'anno prossimo vestiranno altre maglie.

Sia lei che la Virtus potete uscire dall'accordo che vi lega. Lei come si muoverà?

È un po' presto per parlarne. Io devo molto alla Virtus: mi ha dato fiducia nonostante arrivassi da un infortunio e io ho cercato di ripagarla facendomi trovare pronto in ogni occasione. Ci sarà un passaggio di proprietà per cui dovremo ragionare con un nuovo soggetto e non è detto che le vecchie condizioni siano accettate. Mi dispiacerebbe molto, però, lasciare una realtà dove mi sono trovato molto bene.

Ma se dipendesse solo da lei?

Vorrei rimanere a Bologna ed è per questo che prima di prendere ogni decisione credo che sia opportuno mettersi a sedere a parlarne. Ad oggi se chiudo gli occhi e penso alla prossima stagione non mi vedo con nessun'altra maglia che non sia quella bianconera. Sulla questione, però, ribadisco che non sono il solo a dover decidere.

In ferie fino al 17 luglio, quando inizierò il raduno azzurro. Come trascorrerà queste vacanze?

Non ho programmato nulla perché ero convinto che saremmo almeno andati in semifinale, magari al termine di un quarto molto lungo, ma purtroppo le cose sono andate in modo molto diverso. Dopo una stagione così faticosa ora ho bisogno di un po' di riposo per presentarmi al meglio in nazionale. La scelta dell'anno scorso di fermarsi per una estate e recuperare da tutti i miei acciacchi si è rivelata giusta, perché ora so no fisicamente in ordine e pronto a dare il mio contributo.

Dopo aver perso due gare per una manciata di centesimi, che cosa vi siete detti nei giorni successivi all'eliminazione?

Ho apprezzato molto il fatto che da parte di tutti c'è stata l'umiltà di dire che Sassari è stata più brava e, quindi, più forte. Per nessuno è stata una questione di fortuna loro o di sfortuna nostra e questo è il presupposto migliore per ripartire.

Per quale motivo vuole rimanere a Bologna?

Di natura io non sono una persona ruffiana. Quando l'anno scorso sono venuto qui non ho detto che fin da ragazzino tifavo per la V nera. Altri miei colleghi l'hanno fatto per convenienza, ma io non ho mai nascosto la mia fede per la Virtus Roma. Allo stesso tempo sono un professionista e, qui a Bologna, ho trovato l'ambiente ideale dove svolgere la mia professione essendo questa una città dove si vive di pallacanestro sia dentro che fuori dal palazzetto.

 

ANGELO GIGLI: "ORGOGLIOSO DEL MIO TRASCORSO IN VIRTUS, QUANDO UNO PASSA DA BOLOGNA RESTA MARCHIATO A VITA"

Di Francesco Strazzari - bolaround.wordpress.com - 08/02/2018

 

 

Ciao Angelo, intanto ti ringrazio della disponibilità. Partiamo dal presente: come sta andando la stagione? Avete perso l’ultima gara a Treviglio ma siete in piena zona playoff.

Ci abbiamo messo un po’ a ingranare, le prime partite a livello di gioco facevamo molta fatica. Adesso ci siamo conosciuti meglio, abbiamo cambiato qualcosina e stiamo trovando il nostro equilibrio. Ancora ci manca quella continuità che potrebbe farci fare il salto di qualità, comunque secondo me stiamo lavorando in maniera positiva e riusciremo a toglierci qualche soddisfazione.

L’anno scorso si è notata una certa differenza di livello tra il girone ovest ed est: come giudichi la situazione in questa stagione? Chi vedi come favorite alla promozione?

Secondo me il livello è rimasto più o meno quello, soprattutto in alto rispetto al girone est c’è un po’ di differenza con le prime; per quel che riguarda la zona medio-bassa di classifica siamo lì, ma le prime dell’altro girone sono oggettivamente migliori e un po’ più profonde. La profondità di Trieste e Fortitudo può fare la differenza, hanno 12 giocatori veri, hanno speso tanto con un grande budget, questo ovviamente non vuol dire nulla perché ai playoff può succedere di tutto, però ad oggi le favorite sono ad est.

Tu hai girato quasi tutte le grandi piazze in Italia: Treviso, Roma, Milano, Bologna. Che effetto ti fa vedere adesso in Legadue tante piazze storiche? Quale credi che sia il problema di fondo?

Rispetto a qualche anno fa c’è una differenza proprio di soldi, quella è la prima cosa che salta all’occhio. Quando si giocava in Eurolega si puntava alle Final Four, c’erano diverse squadre italiane tra le migliori d’Europa, adesso purtroppo c’è rimasta solo Milano, che comunque fa un po’ di fatica. La differenza principale è il budget, senza tralasciare il fatto che grandi nomi hanno lasciato la pallacanestro, grandi presidenti come Benetton o anche i presidenti lì a Bologna, purtroppo è un momento storico in cui di gente pronta a investire non ce n’è ed è tutto “regredito” a livello economico. Sono scomparse grandi piazze con grandi tradizioni, è un peccato, ma è stata l’opportunità per piazze meno conosciute di poter emergere. Non so se fosse meglio prima o meno, però vedere Treviso, Siena, Fortitudo e piazze così in A2 lascia un po’ di amaro in bocca perchè hanno fatto la storia della pallacanestro, hanno grande tradizione e seguito, quello che ci auguriamo tutti è che possano tornare agli antichi fasti.

I tuoi ricordi qua a Bologna, cosa ti sei portato dietro da questa esperienza?

Quando uno passa da Bologna rimane marchiato a vita. Sappiamo com’è vissuta la pallacanestro, Bologna è un posto unico. Ci sono tante belle piazze dove giocare, ma farlo a Bologna è qualcosa di diverso: lì veramente si respira di pallacanestro, sono orgoglioso del mio passato in Virtus, ci sono due grandi società come Virtus e Fortitudo e ci auguriamo tutti che possano tornare tutti a fare derby non di alto, ma di altissimo livello. Chi ha la fortuna di passare per Bologna, da una sponda o dall’altra, rimane marchiato, non si dimentica, me la porterò sempre dentro. Mi son trovato benissimo sia dal punto di vista sportivo che non, è una città che riesce a darti tanto.

Qui sei arrivato dopo un momento difficile della tua carriera, qualche infortunio di troppo, tante chiacchiere, tanta pressione e ti sei completamente rilanciato: cosa ha l’ambiente di Bologna di particolare? 

E’ un ambiente stimolante, il fatto di poter lasciare un buon ricordo in una piazza del genere stimola chiunque. Ancora oggi sento gli amici di Bologna che si ricordano dei tempi in cui giocavo io, c’era Peppe (Poeta), e insomma questo mi fa piacere, perché essere apprezzati da un pubblico che in passato ha apprezzato giocatori di ben altra caratura fa veramente piacere: è passata gente che ha vinto Euroleghe e ha giocato in NBA e il semplice apprezzamento anche per un periodo così breve è una cosa particolare.

Parlando più in generale di Serie A, quali sono secondo te le favorite quest’anno?

Credo che Avellino tra alti e bassi possa dire la sua, tutti si aspettano che magari Brescia rallenti un attimino, però ogni settimana riescono a smentire queste voci e secondo me anche loro possono arrivare fino in fondo. Poi sicuramente Venezia e Milano, credo che  avremo un altro campionato equilibrato che non può che far piacere a tutti quanti.

Un commento su questa nuova nazionale: tanti volti nuovi, Sacchetti in panchina, le finestre durante la stagione

Non mi esprimo su questa formula, se ne è parlato sin troppo, non sta a me giudicare queste finestre, hanno i loro pro ma credo anche molti contro. Credo ci sia entusiasmo, questo permette anche ai giocatori un pochino fuori dall’ordine della nazionale di fare cose importanti con la nazionale stessa, e responsabilizza molti altri. Come stiamo vedendo chiunque indossa la maglia è responsabilizzato, Sacchetti è una garanzia per chiunque, una persona conosce la pallacanestro e sa come valorizzare i giocatori, siamo tutti convinti che ci darà grandi soddisfazioni.

Grazie Angelo, in bocca al lupo per la stagione!

Crepi, grazie mille e a presto.