GIULIANO BATTILANI

(giocatore)

 

nato a: ?

il: ?/?/1922 - 20/06/1973

ruolo:

numero di maglia: 8

Stagioni alla Virtus: 1940/41 - 1941/42 - 1950/51 (in prestito dal Gira Bologna) - 1951/52 - 1952/53 - 1953/54 - 1954/55 - 1955/56 - 1959/60 

(in corsivo la stagione in cui ha disputato solo amichevoli)

palmares individuale in Virtus: 2 scudetti

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I "MARINES"

di Zelio Zucchi - tratto da "Il cammino verso la stella"

 

La V nera in campo bianco non significa soltanto Virtus, come vogliono tradizione e logica. La V maiuscola vuol dire anche Vecchia Signora, accompagna un sottile e discreto profumo di borotalco, il buon odore della polvere che gli anni hanno depositato su maglie eterne e su passioni mai assopite. Eppure, la Virtus ha anche un'altra anima, meno salottiera e più pugnace, l'anima di chi è disposto a rimboccarsi le maniche, per far risultato, e magari sprizzare stille di sudore o di sangue sulle immancabili belle signore del parterre. È l'anima dei marines, per dirla con uno slogan. Personalmente, ricordo Battilani: lo chiamavano "Fulmine" anche perché non aveva l'eleganza di Tracuzzi o la gentilezza di Alesini. Lo chiamavano "Fulmine" temperando con termine affettuoso quello che, forse, non era un concetto di grande riguardo. Ma alle glorie della Virtus il buon Battilani ha contribuito non meno di suoi compagni più famosi. E forse, il suo cuore bianconero lassù, in questi anni e soprattutto nell'ultimo, ha spinto perché quaggiù le cose andassero meglio, anzi benissimo come poi si è verificato.

(...)

 

IL RICORDO DI GIGI RAPINI

di Roberto Cornacchia

 

Era il mio amico del cuore. Abbiam fatto l’asilo e le elementari. Giulio era uno che aveva una forza tremenda e ha sempre avuto paura di utilizzarla. È sempre stato molto riguardoso nelle cose perché, essendo il padre questurino, evitata tutto ciò che poteva essere malversazione. Sempre gioioso, sempre allegro.

D: quindi in campo, pur potendo essere un muscolare, non la metteva sul fisico più di tanto…

Infatti, però stava attaccato all'uomo e anche se non usava il fisico la sua presenza incuteva un certo timore: le spalle grosse, il volto grande e con la mascella volitiva, insomma, chi si vedeva marcato da lui era sempre un po' in soggezione.

IL RICORDO DI KUCHARSKI

maggio 2008

 

Infine non posso dimenticare, con grande affetto, Giulio Battilani. Un fratello per me, un uomo che sempre mi ha aiutato, per tutto il soggiorno a Bologna. Seppi del suo incidente, che gli costà la vita, e questo mi rattrista ancora, proprio ora nel ricordarlo. Erano tutte eccellenti persone con le quali ci fu una relazione non solo professionale, ma da veri amici.

 

RICORDO DI BATTILANI

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Era il 20 giugno 1973, di ritorno da uno stage federale a Forlì, l'auto su cui viaggiavano Porelli, l'allenatore e direttore scouting americano Percudani, il giovane giocatore statunitense Lademan e Giuliano Battilani finisce fuori strada all'altezza di Imola. Lademan muore sul colpo, Battilani poco dopo all'ospedale imolese. Battilani aveva disputato 5 campionati da giocatore negli anni 50, vincendo due scudetti, quattro da vice allenatore e uno da direttore tecnico negli anni 60 e poi negli anni 70, fino a quella tragica serata, era stato appassionato dirigente accompagnatore. Era soprannominato il "Marine", per la sua grande dedizione alla squadra o anche "Fulmine", per la sua abilità nello scattare in contropiede. Per anni a lui è stato intitolato il torneo di settembre con cui la Virtus si presentava ai suoi tifosi e oggi che quel torneo non c'è più amiamo ricordarlo come una delle anime virtussine più emblematiche.

I GRANDI DELLA VIRTUS: GIULIANO BATTILANI

di Ezio Liporesi - basketcity.net - 04/04/2020

 

Giuliano Battilani, classe 1922, esordì nella Virtus collezionando qualche presenza nelle stagioni 1940/41 e 1941/42, quando il campo di casa era la Santa Lucia; poi la guerra frenò la sua ascesa. Nel 1951 lo ritroviamo in maglia bianconera, in prestito dal Gira, nel torneo di Mentone, che le V nere si aggiudicarono battendo il Monaco e l'Olympique Antibes. Nella stagione successiva, 1951/52, il ritorno a tutti gli effetti alla Virtus, dove rimase fino al 1955/56, con la conquista di due scudetti, nell'epico periodo della Sala Borsa. Dal 1959/60 al 1962/63, già in epoca Palasport Battilani fu assistente prima di Tracuzzi, al suo ultimo anno in Virtus, poi di Kucharski per tre campionati. Nella prima di queste quattro stagioni tornò anche in campo per gare amichevoli. In seguito fu dirigente della Virtus fino alla fine prematura della sua vita. Fu proprio nel periodo in cui faceva parte della dirigenza che lo conobbi: era il 21 aprile 1973, sabato di Pasqua. Era amico di mio zio e alla Virtus Tennis, io non avevo ancora dieci anni, mi chiese se avevo il poster della Virtus; era inconcepibile che un tifoso delle V nere non lo possedesse. Il giorno dopo, al tradizionale ritrovo di famiglia per il pranzo pasquale, vidi arrivare mio zio con le classiche uova e un rotolo: "Te lo manda il signore che abbiamo incontrato ieri, te lo ricordi". Eccome se me lo ricordavo, ma già ero intento a riconoscere, sullo sfondo arancione del poster, i giocatori in azione di gioco: da Fultz a Serafini, da Albonico a Gergati, poi Ferracini, Bertolotti, Benelli e tutti gli altri. Non lo incontrai più e non ebbi il tempo di ringraziarlo. Il 20 giugno 1973, di ritorno da uno stage federale a Forlì, l'auto su cui viaggiavano Porelli, l'allenatore e direttore scouting americano Percudani, il giovane giocatore statunitense Lademan e Giuliano Battilani finì fuori strada all'altezza di Imola. Lademan morì sul colpo, Battilani poco dopo all'ospedale imolese. Per anni a lui (che era stato soprannominato il "Marine", molto prima di Bonamico, per le sue caratteristiche di guastatore o anche "Fulmine", per la sua abilità nello scattare in contropiede) fu intitolato il torneo di settembre con cui la Virtus si presentava ai suoi tifosi e oggi che quel torneo non c'è più amiamo ricordarlo come una delle anime virtussine più rappresentative: dalla Santa Lucia, alla Sala Borsa, al Palasport; giocatore, vice allenatore e dirigente.


 

BATTILANI, "IL MARINE"

di Franco Flamini - Pallacanestro (mensile di Padova) - marzo 1952

 

Giuliano Battilani, giocatore della Virtus di Bologna, s'è guadagnato per il suo gioco spericolato il nomignolo di "marine".

Le sue attitudini fisiche e il carattere lo fanno giocatore di combattimento pronto sempre a scaraventarsi in avanti, quale che sia il pericolo, per risolvere situazioni critiche. Perciò il nomignolo gli sta bene.

Nel recente Torneo Internazionale di Bologna, fu proprio in uno dei momenti meno felici per la Virtus in lotta contro gli elvetici, che Battilani fece il suo ingresso in campo. Un compatto gruppo di spettatori lo salutò allora intonando il celebre inno dei "marines" americani. E l'incoraggiamento fece il suo effetto.

BATTILANI E LADEMAN SONO MORTI

Grave sciagura in casa Norda. Un incidente stradale ha coinvolto anche l'avvocato Porelli e Percudani, gravissimi all'ospedale

tratto da Stadio - 21/06/1973 (articolo fornito dalla collezione Lamberto e Luca Bertozzi)

 

La Norda è stata colpita da un gravissimo lutto: in un incidente stradale sono periti Battilani (dirigente) e Lademan (giocatore USA); ricoverati all'ospedale di Imola con prognosi riservatissima sono l'avv. Porelli e Percudani, tecnico Usa. L'incidente è avvenuto questa notte sull'ìAutostrada, fra Toscanella e Imola, all'altezza del km. 40: la BMW 3000 guidata dal proprietario avv. Porelli e su cui viaggiavano i quattro è improvvisamente uscita di strada per lo scoppio di un pneumatico, schiantandosi.

Giulio Battilani, il popolare "fulmine" degli anni '50 era stato uno dei più validi appassionati giocatori della Virtus dei tempi d'oro della "Santa Lucia", i tempi dei Marinelli, Bersani, Ferriani. Terminata l'attività agonistica era entrato nello staff dirigenziale virtussino, ricoprendo cariche di responsabilità anche in campo tecnico. Sportivo appassionato, era ricordato per la sua grinta agonistica, per le sue doti di combattente in campo quando ancora la pallacanestro era nella fase di grande sviluppo tecnico.

Percudani, tecnico americano, era arrivato da pochi giorni a Bologna per uno "stage": aveva iniziato con Lademan un ciclo di esibizioni pratiche sul campo ai giovanissimi giocatori del vivaio virtussino. Tale "stage" doveva terminare ai primi di luglio.

L?avvocato Porelli, dopo una lunga attività come dirigente della Virtus - Norda, aveva da poco tempo dato ufficialmente le dimissioni, ma è tuttora fra i personaggi più noti ed influenti della società, praticamente pilotando la Norda nelle varie scelte.

 

ADDIO "MARINE"

È morto Giulio Battilani

di Raffaele Zanni - Stadio - 22/06/1973 (articolo fornito dalla collezione Lamberto e Luca Bertozzi)

 

La vecchia Santa Lucia vide nascere Giulio Battilani, un ragazzone con due spalle così, una rupe in campo, timido e taciturno fuori.

Erano i tempi di Bersani, il mancino terribile, di Ferriani, Rapini, Vannini, Marinelli, Negroni, della "gente che ha fatto il basket", insomma.

Battilani, allora - e si parla degli anni cinquanta, abitava in via Cartolerie, vicino al Teatro Duse, a due passi dalla "Santa Lucia". Cominciò presto a giocare, sulle orme dei Dondi, degli Zambonelli, dei Calza e naturalmente di Marinelli.

Battilani  giocava in difesa, era il suo un gioco tutto combattimento, tutta grinta, quando in campo infuriava la battaglia (e a quei tempi accadeva spesso) Giulio era nel suo ambiente, si sentiva a suo agio. Per questa sua grinta venne ribattezzato "Fulmine", poi "Marine", un soprannome che gli calzava alla perfezione.

Giulio Battilani impersonava proprio il "Marine" dello sport. Una interpretazione perfetta e senza sbavature della pallacanestro atletica. Giulio sembrava giocasse con la baionetta in mano, la recita tecnica era un'arte che lui quasi disdegnava: lo sport per il "Marine" era soprattutto agonismo, battaglia. I preziosismi non rientravano nella sua mentalità di lottatore nato.

Una rissa di ricordi co Giulio Battilani sempre protagonista. Gli infuocati Virtus-Reyer, Virtus- Triestina, Virtus- Borletti, i tafferugli del dopopartita, quando c'erano pochi carabinieri, ma volavano molti pugni. Zuffe quasi "storiche" in un basket d'avanguardia.

Allora il basket si chiamava timidamente pallacanestro, e "Santa Lucia" questo gioco del canestro l'ha avuto in grembo, l'ha cresciuto, l'ha fatto grande. Battilani, con gli altri, è stato un giocatore che ha contribuito con la sua passione, con la sua volontà, a creare il boom di oggi.

Poi dalla Santa Lucia alla Sala Borsa. Battilani sempre lui, il "Marine" dello sport. Una parentesi al Gira, con Di Cera, Bonaga, Bongiovanni, Muci, Perin, Strong. Tre anni di "arancione", una bella promozione in serie A.

Nel 1952 Battilani ritorna alla "sua" Virtus. Dà l'anima, come è nel suo carattere, sempre nel vivo di match incandescenti con la "Borsa" che scoppia d'entusiasmo. Siamo verso il boom.

La Virtus nelle stagioni 1954-55 e 1955-56 conquista due scudetti, sono gli anni d'oro di Calebotta, il primo "duemetri e rotti" del campionato. Negroni, Battilani, Canna, Zia, Rapini, Tracuzzi, Calebotta, Verasani, Gambini, Mioli, Rizzi, Borghi, ecco la formazione virtussina del primo scudetto.

L'anno dopo, sempre col "Marine", con in più Alesini e Randi. Due campionati vinti dalla Virtus che hanno lasciato il segno nella storia della società. Due campionati che portano la firma anche di Giulio Battilani, un po' la bandiera della pallacanestro da combattimento.

Terminata l'attività agonistica Giulio porta il suo temperamento e la sua grande esperienza al servizio della Virtus. Entra nella società quasi in punta di piedi, come è sua abitudine, senza far chiasso, ma con la mentalità intatta del "Marine" dei tempi d'oro.

Battilani, passa attraverso il settore tecnico (per un breve periodo fu anche vice-allenatore) nel cuore dello staff dirigenziale. È consigliere della Norda, restando sempre fedele ai suoi principi sportivi, restando, insomma, il combattente di sempre.

Poi, ecco il destino a rubarci d'improvviso quasi un pezzo di Virtus, con tanti ricordi di sport vissuto che non bastano a soffocare il grande dolore. Addio, "Marine".

LA VIRTUS RICORDA IL MARINE

di Achille Baratti - Stadio - 28/06/21973 (articolo fornito dalla collezione Lamberto e Luca Bertozzi)

 

A una settimana dal tragico incidente, la Sef Virtus, per la penna del suo segretario generale Achille Baratti, ricorda così l'indimenticabile Giulio Battilani.

"In quella piazzetta, che conserva ancora l'acciottolato della vecchia Bologna, e dove, ragazzi, trascorremmo liete ore di gioco incuranti della severità del grande edificio che conserva tanti dolori e della austerità del Tempio, noi Ti abbiamo atteso.

Sembrava il preludio di una delle Assemblee Generali della nostra Virtus, ma nei discorsi fra atleti, ginnasti, cestisti, pallavolisti, schermidori e tennisti, giovani e anziani, campioni e non, vi era un solo tema e in ogni episodio emergeva il Tuo nome, anzi emergevano i Tuoi nomi: Giuliano, "Giulio", "Fulmine", "Marine".

Ti abbiamo atteso là, in quella piazzetta che fu per noi il primo campo sportivo, con un nodo che ci stringeva in gola; con le bandiere abbrunate; abbrunate per Te che eri semère stato sinonimo di vita e di sana allegria.

Poi, quando sei giunto, abbiamo pianto. Non è vero che  lo sportivo è un forte; un forte pronto a sopportare spartanamente qualunque avversità, qualunque dolore. Non è vero perché noi sportivi non siamo riusciti a rimaner forti di fronte a questa grande avversità che ha colpito Te e con Te la Tua amata famiglia e tutti noi. Abbiamo pianto.

Questo saluto doveva esserTi porto in quella piazzetta, ma nessuno si è sentito di pronunciarlo e la scusa - anche lo sportivo cerca di giustificare le sue debolezze - è stata la certezza che tutti sapevano chi eri, cosa avevi fatto. Oggi, trascorsi alcuni giorni, convinti ormai che ci hai lasciati, la Tua Virtus Ti saluta.

Un "marine", se cade, cade sul campo. E Tu "Giulio", sei caduto sul campo cioè mentre ancora una volta espletavi le mansioni di dirigente rientrando da una visita alla nostra squadra giovanile impegnata a Forlì. Davanti a quella scarpata, unica a fiancheggiare l'autostrada, nell'ora in cui il tramonto porta malinconia, colei che nessuno può battere, nemmeno uno sportivo, nemmeno un marine, Ti ha atteso. E, sorridente per la vittoria dei "cinni" virtussini, linfa certa per la Società, parlando certamente di essa, Ti sei presentato puntuale all'appuntamento.

Nella Tua vita d'uomo e di sportivo sei sempre entrato, in ogni luogo silenziosamente. Anche quando gonfiavi il tuo ampio torace per far sentire la tua voce, anche quando volevi essere "cattivo" eri buono. E per noi, che non abbiamo udito lo stridore di gomme, il sibilo e il ruggito della potente macchina catapultata verso l'orribile destino, il ferrigno rumore di lamiere contorte nella lunga falciata del terreno, in silenzio sei scomparso.

Cosa eri per la Virtus? Cosa eri per noi? Un purissimo virtussino, un grande e leale amico. Queste poche e semplici parole raccolgono il Tuo curriculum di uomo amante la propria famiglia, di sportivo amante la propria Società.

La Società ti saluta con la profonda amarezza di perdere un suo valido "figlio", un suo ottimo dirigente. I cento anni di ininterrotta attività dicono che in una lunga staffetta il testimonio è passato da uomo a uomo. Tu il testimonio lo hai consegnato in quella scarpata, in quell'ora di malinconico tramonto, dopo aver percorso la Tua frazione con onore per Te e per la Virtus.

Noi Giuliano, "Giulio", "Fulmine", "Marine"raccogliamo quel testimonio e ti promettiamo di continuare la corsa a sostegno della "V"nera chiedendoti di rimanerci vicino ad indicarci la via sicura.

Grazie Giuliano per quanto hai fatto, per l'esempio che hai saputo dare, per il calore di pura amicizia che sempre ci hai fatto sentire. Grazie".