DANIELE FORNACIARI

(foto tratta da bolognabasket.it)

 

Nato a: Bologna

il: 03/08/1947

Stagioni in Virtus: 2015/16 - 2016/17

 

LA PRIMA PARTITA

di Daniele Fornaciari - 03/12/2020

 

La prima partita vista fu nell'ottobre 1954 contro la Stella Azzurra Roma ma non ricordo bene. Ricordo che in quella stagione vincemmo lo scudetto. Da allora nel mio cuore è tatuata, per sempre, la V Nera. Il ricordo, di bambino, seppur sbiadito, è vivo. Anche se quello più forte e indimenticabile è come mi apparve quell'antro infernale che era la Sala Borsa con il pubblico vociante, tutti che fumavano e quelli che battevano sui bandoni di metallo delle balaustre del piano superiore. Della prima partita questo è il ricordo più acceso. Poi, nel corso della stagione, diventai tifoso di Alesini. E, naturalmente, della Virtus. Un amore che dura da oltre sessant'anni.

VIRTUS, NOI CI SIAMO

di Massimo Selleri - Il Resto del Carlino - 18/02/2016

 

Anticipato a oggi, perché alcuni suoi componenti domani vogliono essere al Dall’Ara per Bologna-Juventus, il tavolo di indirizzo della Fondazione Virtus non dovrà occuparsi solo di come reperire 800mila euro necessari per chiudere la stagione, ma anche delle dimissioni di Bertolini dalla presidenza.

«Leggo sui social network e sento in giro commenti che non mi piacciono e che non sono veritieri – spiega il consigliere delegato della Virtus Daniele Fornaciari – su Francesco Bertolini. Al di là del fatto che è un amico, penso che il suo amore per la V nera non possa essere messo in discussione e per questo sono molto dispiaciuto per le sue dimissioni. Purtroppo il suo lavoro lo porta a essere un giorno in Cina, un giorno a Udine. La mancanza di tempo è reale e lo costringe a non essere presente quando un presidente deve esserci. Prima di dimettersi ha fatto un gesto importante: alla sponsorizzazione con Caffaro ne ha aggiunta un’altra con Icp spa, società del gruppo Bertolini dottor Gustavo spa, che produce manufatti per cavi elettrici».

Cosa spinge tifosi facoltosi a scendere in campo per la Virtus?

«La passione. Ho visto la prima partita nel 1954 in Sala Borsa e da allora mi sono innamorato di questo club. Ne ho viste di tutti i colori: dagli spareggi di Cantù all’aver dormito solo 6 ore nei 5 giorni di Barcellona. Dopo la mia famiglia, al secondo posto c’è il mio lavoro e al terzo la Virtus. Quando mi è stato chiesto di dare una mano ho risposto presente e questo vale anche per Francesco. Nelle società ogni tifoso deve dare per quello che può, al di là di quelli che sono i risultati della squadra».

Sta disegnando l’identikit del nuovo presidente?

«No. Descrivo solo quello che è lo spirito con cui abbiamo aderito alla Fondazione. Non c’è nessun interesse o rendita, ma solo quella passione che porta Pietro Basciano, presidente della Fondazione, a convocare subito un tavolo di indirizzo a 48 ore dalle dimissioni di Bertolini e un’assemblea dei soci lunedì. In questi due momenti si deciderà chi sarà a capo del club. Io mi auguro sia una persona significativa per il popolo virtussino ed espressione della proprietà».

Perché da consigliere delegato ha lanciato l’aumento di capitale?

«Da imprenditore sono abituato a chiudere il bilancio con i numeri stampati con l’inchiostro nero. Da settembre vedo che quelli della Virtus sono scritti in rosso e diventano neri solo dopo gli interventi della Fondazione. I bilanci degli altri club non sono molto diversi, ma dove c’è un unico soggetto come socio di maggioranza è più semplice mantenere le cifre in nero. Siccome l’amministratore deve essere cauto e lungimirante, ho ritenuto opportuno che questo fosse lo strumento migliore per sondare se ci sia un imprenditore pronto per questo passo».

Nominato il nuovo presidente, lei si dimetterà?

«Chi arriverà vorrà definire la sua squadra. Sono a disposizione della Virtus è faccio quello che mi viene chiesto di fare in spirito di servizio. Non faccio parte di quelli che una volta sarebbero stati definiti grandi elettori per cui mi attengono agli ordini di scuderia. L’unica poltrona a cui sono attaccato è quella del parterre, un primo posto che mi assegnò l’allora presidente Lenzi»

FORNACIARI: SOTTOSCRITTO TUTTO L'AUMENTO DI CAPITALE, GUARDIAMO AL FUTURO CON FIDUCIA

tratto da bolognabasket.it - 01/07/2017

 

Il presidente della Fondazione Virtus Daniele Fornaciari, sentito da Andrea Bonomo su Stadio, ha fatto il punto della situazione economica della società alla chiusura dell’anno sportivo 2016/17: Chiusa una stagione straordinaria, che mi ha ripagato per i patemi dell’anno precedente. In più, ho visto un pubblico entusiasta e appassionato. Bilancio economico? Dal primo luglio 2016 al 30 giugno 2017 c’è stata la sottoscrizione totale dell’aumento di capitale. Il capitale sociale ora è di 2.100.000 euro, dai 600.000 di partenza. Possiamo guardare al futuro con fiducia.

FORNACIARI: "MAI AVREI PENSATO DI SUPERARE QUOTA 5000 ABBONAMENTI, È STRAORDINARIO. CI SONO TUTTE LE PREMESSE PER FARE BENE"

tratto da bolognabasket.it - 13/09/2017

 

Il presidente della Fondazione Virtus, Daniele Fornaciari, è stato intervistato dal Resto del Carlino.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sul tutto esaurito al PalaDozza, che ricorda la caccia all’abbonamento dell’epoca Porelli. Me lo ricordo, quando sugli annunci del Carlino si leggevano le offerte per comperare una prelazione per l’abbonamento della Virtus. Il tutto esaurito è straordinario e supera ogni nostra aspettativa. E’ successa una cosa straordinaria: speravo di raggiungere 4000 abbonati, mai avrei pensato di superare quota 5000. Ci sono tutte le premesse per far bene anche in questa stagione dopo la bella vittoria dell’anno scorso e la costruzione di una squadra interessante e intrigante.
Come presidente della Fondazione sono felice di una risposta così importante del popolo virtussino che mi ha dato grande soddisfazione. Come consocio della Virtus sono felicissimo perché gli investimenti di Massimo Zanetti sono ripagati da un entusiasmo che credo sia contagioso e questo significa che il suo impegno economico è stato compreso e in qualche modo premiato. Mi fa molto piacere. Poi, come tifoso Virtus sono orgoglioso della risposta di chi ha nel cuore la mia stessa squadra e mi dà la speranza di un futuro abbastanza roseo.

Sul compito della Fondazione da socia di minoranza. Il nostro ruolo dipenderà dai soci principali che sono quelli che hanno messo e metteranno più soldi. La mia idea è che la Fondazione debba essere il punto di raccolta della bolognesità e dello stile Virtus, ma questa è solo una opinione personale. In ogni caso saremo un sostegno agli altri soci sia in termini economici che di idee.
Cosa significa? Che all’interno della proprietà Virtus ci sarà una parte che aiuterà il socio principale a essere sempre più vicino e appetibile al tifo bolognese. Nella nostra storia i tifosi hanno sempre avuto un ruolo da protagonisti.

Le aspettative per la stagione. Spero di vincere il più possibile in casa, fare qualche blitz fuori e toglierci delle soddisfazioni e fare dei playoff da una posizione che ci permetta di fare affrontare qualche turno.
Mi accontenterei di arrivare in semifinale, quindi di passare il primo.

La storica cravatta gialla

DANIELE FORNACIARI, PRESIDENTE FONDAZIONE VIRTUS:”VORREI CHE MIO FIGLIO RIVIVESSE LE MIE EMOZIONI”

di Mario Becca - renonews.it -13/01/2018

 

Chi assiste alle partite interne della Virtus Basket non può non aver notato un distinto signore in giacca e cravatta (rigorosamente gialla, per tradizione e scaramanzia come i famosi pantaloni scozzesi di Alberto Bucci. coach in un periodo felice delle Vunere) che dalla sua poltrona nella prima fila del parterre, in occasione di fischiate discutibili dei signori in grigio, si alza, si avvicina al bordo campo, all’arbitro più vicino e contesta il suo intervento. Il “personaggio”, presenza fissa da decenni alle gare bianconere, è ormai conosciuto da tutti e simpaticamente seguito con un sorriso nelle sue sempre cortesi diatribe con i giudici di gara è Daniele Fornaciari, imprenditore bolognese, di famiglia con origine sul Belvedere di Lizzano (Pianaccio).

Da un anno lei è presidente della Fondazione Virtus, una carica ed una responsabilità che sono ovviamente arrivate dopo un lungo amore verso i colori bianconeri. 

Feci il primo abbonamento alla fine degli anni ’60. Nel 1976 con la presidenza di Lenzi, padre della mia amica Mariuccia, ebbi per la prima volta l’abbonamento in prima fila del parterre e da allora, quindi per più di 40 anni, ho sempre visto la Virtus da bordo campo !

Perchè decise di entrare nella Fondazione costituita nel 2013 dall’ex presidente Sabatini verso la fine della sua gestione?

Diciamo che fu un atto d’amore e che ce n’era assolutamente bisogno. I Soci mi hanno eletto Presidente nell’aprile dello scorso anno.

 Ricordo che lei aveva già dimostrato la sua vicinanza a questi colori già in precedenza con un’importante iniziativa.

Sono stato Direttore Responsabile di “Bianconero”, la più bella rivista di tifosi virtussini del mondo. Non esagero…in occasione della finale di Eurolega con la spagnola Vitoria, facemmo un numero speciale di “Bianconero” metà in italiano e metà in inglese e mettemmo una copia su tutti i sedili del Palazzo.  Stern, allora Commissioner della NBA, mi disse:”The best Fanzine in the world !”

Per il mondo Virtus c’è una passione dichiarata, ma è intuibile che è rivolta verso  tutto il mondo della palla a spicchi….

Vidi la prima partita nel lontanissimo ottobre del 1954 in Sala Borsa. Mio padre aveva i biglietti per il parterre ed io, allora molto gracile e timido, rimasi terrorizzato dall’ambiente: una folla urlante, tanta gente che fumava come ciminiere, altri che, posizionati sulla balconata, picchiavano come dei fabbri sui bandoni di metallo che ricoprivano le balaustre. Rimasi però affascinato dagli atleti altissimi, per me, che cercavano di mettere una palla in un canestro. Per alcuni mesi mi rifiutai di tornare, ma poi cominciai a frequentare  Sala Borsa e mi entusiasmai, mi innamorai di questo sport. Forse portai anche fortuna perchè quell’anno la Virtus vinse lo scudetto! E, se ricordo bene, anche nel campionato seguente (1955/56). Dopo si andò al Palasport di Piazza Azzarita che venne inaugurato nel settembre del 1956 con una partita della nostra nazionale contro la Cecoslovacchia.

Veniamo a fatti più recenti, alla retrocessione in A2 che ancora brucia nel cuore di tanti tifosi…lei era tra i dirigenti e quindi come si sente di commentare la dichiarazione che ha rilasciato Giorgio Valli, allora coach dei bianconeri: “Sono stato un allenatore aziendalista, non ho colpe” ?

Diciamo che le “colpe” in casi come questo non sono mai di una sola persona. Sicuramente Valli ebbe le sue nell’assemblare una squadra inidonea e nel guidarla non esemplarmente, ma anche la situazione societaria incise nel creare una situazione di difficoltà psicologica

E’ entrato in Società Massimo Zanetti col marchio Segafredo e in questi giorni anche il Gruppo Parmalat con Santal, due nomi molto importanti che hanno investito capitali… ..la Fondazione che ruolo ha ? Quanto conta nelle decisioni e nell’organizzazione interna ? 

La Fondazione, come ho detto sin dall’inizio del mio mandato, è la garante della storia delle V Nere. E’ normale e giusto che le decisioni, alla fine, vengano prese da chi ci mette i soldi, ma devo dire che sia Segafredo che le Coop e tutti gli Sponsor hanno sempre dimostrato grande rispetto nei confronti della Fondazione e del suo Presidente. Apprezzo molto il fatto che vengo sempre coinvolto e consultato sulle varie situazioni.

Quindi anche per i più recenti acquisti lei è stato interpellato…o informato solo a cose fatte ?

Sapevo che c’erano le trattative in atto e sono stato entusiasta quando mi hanno confermato che avevamo preso i due migliori italiani del campionato.

Sono arrivati giocatori di grande livello come Alessandro Gentile e Pietro Aradori, ma in certe partite si continua a soffrire. Ad Avellino la squadra guidata da Ramagli ha fatto obiettivamente una prestazione veramente brutta. Che sensazioni ha provato ? Le ha trasmesse anche a Baraldi ?

La sera stessa, dopo la partita, ho avuto modo di parlare proprio con chi era stato presente all’incontro. Come sempre le impressioni, a caldo, sono un po’ sopra le righe. A mente fredda ho pensato che era una partita che non si poteva vincere, ma non è stato accettabile l’atteggiamento rinunciatario… e ho fatto il pensiero che, credo, hanno fatto in tanti: se il mio avversario mi vuol dare 30 punti, io lo faccio penare, usciamo in  tre o quattro con 5 falli perchè almeno dimostriamo che l’abbiamo messa sull’agonismo

Il suo sogno bianconero…

In tutti questi anni ho sofferto , ma anche tanto gioito, ho provato tante soddisfazioni, e quindi mi piacerebbe vedere mio figlio Giovanni provare alcune delle emozioni che ho provato io: una finale scudetto, una Final Four di Eurolega….!!

L’ultima domanda non può non essere sul suo rapporto con gli arbitri.Io l’ho sentita tante volte criticare i loro interventi, ma sempre con grande correttezza, mai un’offesa o un insulto e infatti vedevo che si giravano e sorridevano….

Sì, e questo dialogo proseguiva spesso negli spogliatoi. Io ho sempre fatto osservazioni di carattere tecnico, perchè credo di conoscere il Regolamento avendo fatto il corso per arbitro.  Per 6 mesi nei campionati giovanili UISP scesi in campo col fischietto che attaccai al chiodo stanco delle offese e delle minacce dei genitori, i peggiori tifosi in tutti gli sport. Con i signori in grigio ho sempre avuto ottimi rapporti. Ricordo in particolare  l’incontro con  Pietro Pallonetto, arbitro napoletano simpaticissimo, che mi definì “O’ Professore”. Suppongo che trasmise ai colleghi questa definizione perchè dopo tutti gli arbitri mi chiamavano così.


 

Daniele Fornaciari sventola le banconote. Gesto che esegue solo quando trova che gli arbitri esagerino e non giudichino con la necessaria equidistanza: lo fece nel 1998 mentre Fucka tirava i liberi, dopo tre fischiate contrarie alla Virtus, subito prima del famoso canestro da quattro; qui contro l'Efes in eurolega nel 2022, quando nell'ultimo quarto Teodosic viene espulso dopo che il computo dei falli di squadra era 5 Virtus, 0 Efes.

FORNACIARI A RADIO BOLOGNA UNO: "STO BENE E RINGRAZIO TUTTI I TIFOSI"

tratto da bolognabasket.it - 14/12/2018

 

Non è stata una domenica facile quella scorsa per la Virtus, che è uscita sconfitta dal parquet del Paladozza con Sassari. Ad uscire anzitempo dal parquet, anche se solo per qualche minuto, è stato il presidente della Fondazione Daniele Fornaciari. Durante il secondo quarto, infatti, la difesa sarda devìa un pallone fuori dalla linea laterale: il giocatore che tocca il pallone, di slancio, frana addosso al dirigente bianconero e gli provoca una rovinosa caduta che fortunatamente, dopo qualche minuto di paura, si rivela senza conseguenze. Ieri, durante il programma Tris di Jack, su RadioBolognaUno, Fornaciari, con una telefonata inaspettata, ha voluto ringraziare il palazzo che si è subito preoccupato delle sue condizione e lo ha applaudito al suo rientro in parterre: ““Volevo approfittare di questa trasmissione per ringraziare la curva e tutto il palazzo dell’affetto che mi ha dimostrato domenica scorsa quando sono uscito barcollante dopo essere stato “investito” in prima fila. Sto bene, è andato tutto bene, l’unico problema è non essere riuscito a prendere la targa nella confusione; è come essere stato investito da un’ape Piaggio sulle strisce. Al di là di tutto, ringrazio ancora tutti per l’ovazione di affetto che mi è stata riservata quando stavo uscendo per andare a mettermi un po’ di ghiaccio sulla testa.”