2016-17

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

Formazione: Old: Renato Albonico, Loris Benelli, Pietro Generali, Massimo Antonelli, Marco Bonamico, Luigi Serafini, Dan Peterson, Tonino Zorzi. In campo: Hugo Sconochini, Roberto Brunamonti, Augusto Binelli, Flavio Carera, Paolo Moretti, Marco Tirel, Alessandro Romboli, Claudio Coldebella, Alessandro Abbio, Davide Bonora, Alessandro Frosini, Fabrizio Ambrassa. Allenatore Alberto Bucci. Assistente Giordano Consolini.

AMICHEVOLI

2 Old Star Game (Bologna - 06/04/2017)
Virtus Bologna - Fortitudo Bologna                                                                                                                               61-78
Virtus: R. Brunamonti 2, Coldebella 6, Abbio 7, Bonora, Moretti 5, Sconochini 7, Au. Binelli, Ambrassa, Frosini 7, Tirel 17,
Carera 2, A. Romboli 8. All: Bucci
Fortitudo: Attruia 7, Basile 9, Lamma 6, Pilutti, Fucka 8, Fumagalli 7, Vidili, Galanda 2, Alibegovic 2, Dallamora, Aldi, Casoli 19,
Ferroni 12, Rivers 6. All: Recalcati.

 

A BOLOGNA L'OLD STAR GAME: IL DERBY RIACCENDE LA MEMORIA

tratto da www.virtus.it - 17/03/2017

 

Un Derby “Old Star” per rivivere i fasti e le emozioni degli anni d'oro di Basket City. Ma soprattutto un gustoso antipasto dell'attesissimo derby di ritorno tra Fortitudo Kontatto e Virtus Segafredo.
L'appuntamento da non perdere sarà giovedì 6 aprile alle 20,30 al PalaDozza, dove andrà in scena la seconda edizione dell'”Old Star Game”, evento promosso dalla Fondazione Operation Smile Italia Onlus, presieduta da Santo Versace e impegnata nell'assistenza e nella cura di giovani e bambini affetti labiopalatoschisi e da altre malformazioni del volto, ed organizzato dall’agenzia We For You Events&Communication di Ale Nava con il patrocinio del Comune di Bologna, della FIP e delle società Virtus e Fortitudo.
Dopo il successo della prima edizione, andata in scena il 10 gennaio 2016 a Reggio Calabria per celebrare i 50 anni della Viola Basket, è stata scelta la città di Bologna per ospitare la tappa di quest'anno di un evento itinerante e dall'alto contenuto etico.

Per infiammare gli animi dei tifosi sugli spalti e per aiutare la Fondazione Operation Simile Italia Onlus, a cui sarà devoluto l'incasso della gara, torneranno a sfidarsi i campioni di ieri di Virtus e Fortitudo: sono oltre quaranta i grandi personaggi che hanno fatto la storia di Basket City e che si riuniranno eccezionalmente per l'”Old Star Game”.

Sulla panchina bianconera siederanno due miti della Virtus: Alberto Bucci, che ne è oggi presidente, e che da allenatore l’ha portata a conquistare tre scudetti, compreso quello della storica Stella nel 1984, seguito da quelli del 1994 e del 1995, oltre che due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana. Accanto a lui Dan Peterson, portato dall’avvocato Gigi Porelli a metà degli anni Settanta, vincitore dello scudetto 1976 e della Coppa Italia 1974.
Potranno contare su una formazione stellare: saranno in campo Roberto Brunamonti, Gus Binelli, Flavio Carera, Claudio Coldebella, Paolo Moretti, “Picchio” Abbio, Zoran Savic, Alessandro Frosini, Giampiero Savio, Marco Tirel, Davide Bonora, Claudio Crippa, Fabrizio Ambrassa, “Rasho” Nesterovic e Hugo Sconochini.
Sulla sponda fortitudina, altri nomi che hanno fatto la storia della Città dei Canestri: Carlton Myers, Gianluca Basile, Teo Alibegovic, Vincenzo Esposito, David Rivers, Gregor Fucka, Corrado Fumagalli, Nino Pellacani, Claudio Pilutti, Dan Gay, Andrea Dalla Mora, Franco Ferroni, Massimo Ruggeri, Stefano “Bip” Vidili, Max Aldi, Roberto Casoli, Stefano Attruia, Davide Lamma, Jack Galanda, “Sandrino” De Pol. A guidarli Charlie Recalcati, che ha vinto il primo storico scudetto dell’Aquila, nel 2000.
Assicurata la presenza anche di altre icone di Basket City come Gigi Serafini, Renato Albonico, Loris Benelli, Pietro Generali, Massimo Antonelli, Marco Bonamico, Santi Puglisi, Lino Bruni, Mauro Di Vincenzo, Franz Arrigoni e Marco Calamai.

“Bologna è da sempre Basket City” afferma l’Assessore allo sport del Comune di Bologna, Matteo Lepore, “e la disponibilità di Virtus e Fortitudo nel sostenere questo evento ne sono la migliore testimonianza. Sono convinto che i bolognesi, e i tifosi del basket in generale, non faranno mancare la loro presenza ad un evento che avrà un alto contenuto spettacolare ed emotivo oltre ad una finalità benefica. Per questo il Comune di Bologna ringrazia gli organizzatori di questa iniziativa ed è lieto di sostenerla”.

“Siamo felici che il progetto Old Star Game abbia quest’anno rinnovato il sostegno ad Operation Smile”, commenta Santo Versace, Presidente della Fondazione Operation Smile Italia Onlus”, ed ancora più lieti che la città che ospiterà l’evento sia Bologna. L’obiettivo di questa manifestazione è sostenere la nostra attività attraverso la raccolta fondi che verrà fatta. Confidiamo nella grande generosità dei bolognesi. Nell’anno passato i nostri medici hanno operato 12.000 bambini affetti da una malformazione al volto, ma tanti sono ancora i piccoli che aspettano l’arrivo dei volontari di Operation Smile. Abbiamo tutti il dovere di fare qualcosa e di garantire un'assistenza sanitaria adeguata e tempestiva a tutti i bambini che nel mondo nascono malformati e non hanno accesso a cure chirurgiche sicure ed efficaci. Operation Smile si impegna per questo ormai da 35 anni in cui ha cambiato la vita ad oltre 240.000 persone”.

“L'idea di scegliere Bologna come sede della seconda edizione dell'”Old Star Game” è nata la scorsa estate” spiega Ale Nava, ideatore e organizzatore dell'evento, “con il ritorno del Derby di Basket City dopo otto anni. Credo che rivedere in campo tanti protagonisti che hanno scritto la storia di una partita che, da sempre, catalizza l'interesse di tutto il movimento cestistico sia il sogno di tutti i tifosi e appassionati. Abbiamo studiato un allestimento scenografico ad hoc e momenti di intrattenimento con cheerleaders, il team acrobatico Dunk Italy, il Museo Nazionale del Basket in Tour di Antonello Cobianchi più tante sorprese che sveleremo nelle prossime settimane, in attesa della partita che sarà un vero e proprio antipasto del derby di ritorno tra Fortitudo e Virtus. Un grazie a Spalding, sponsor tecnico dell'evento. Le divise celebrative delle due squadre e il pallone di gioco saranno messi all'asta alla fine della partita”.

 

BRUNAMONTI: "MI ASPETTO UN PALADOZZA PIENO"

tratto da bolognabasket.it - 20/03/2017

 

La bandiera della Virtus in campo con i campioni del passato nel Derby di Basket City giovedì 6 aprile alle 20,30 per la Fondazione Operation Smile
Una bandiera della Virtus Bologna, un’icona della pallacanestro italiana: giovedì 6 aprile alle 20,30 al PalaDozza scenderà sul parquet anche lui, Roberto Brunamonti.
I quattordici anni in bianconero – dal 1982 al 1996, con 465 presenze – coincisi con la conquista di 4 scudetti, 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana e 1 Coppa delle Coppe (più una Coppa Italia nel 1997 come allenatore) arricchiscono un palmares personale in cui spiccano anche l’argento olimpico a Mosca nel 1980 insieme all’oro (Francia, 1983), al bronzo (Germania Ovest, 1985) e all’argento (Italia, 1991) ai campionati europei.

Un campione senza tempo, dentro e fuori dal parquet. Un grande uomo, come conferma l’adesione entusiasta all’Old Star Game.
“Ho voluto partecipare alla seconda edizione dell’Old Star Game, dopo che nella prima, tenutasi a Reggio Calabria per i cinquant’anni della Viola, avevo avuto modo di constatare la serietà del progetto. Il piacere di avere potuto contribuire, nel mio piccolo, a quella serata, in una partita tra tanti ex giocatori della Viola Reggio Calabria ed una selezione di over dell’Italia davanti a 3000 persone, è stato ancora più forte perchè l’incasso ricavato è stato devoluto alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus, presieduta da Santo Versace e impegnata nella cura dei bambini affetti da palatoschisi e da altre malformazioni del viso. Il fatto che la seconda edizione dell’Old Star Game si svolga a Bologna mi fa poi ulteriormente piacere. Penso, spero e credo che i tifosi di Virtus e di Fortitudo potranno contribuire a questa buona causa”.

Andrà in scena un Derby tra i grandi campioni che hanno scritto la storia di Basket City. Qual è il vero significato della stracittadina di Bologna?
“Giocare ancora una volta al PalaDozza accanto a tanti miei ex compagni come Coldebella, Moretti, Binelli, Abbio, Carera e Sconoschini e con Bucci in panchina sarà una grande emozione. Ricordo ancora il mio primo derby, nella stagione 1982/83. Tutti me ne avevano parlato, ma finchè non l’ho vissuto in prima persona, ho fatto fatica a capirlo veramente. Perché, al di là dei due punti in classifica che mette in palio, va oltre al perdere o al vincere: è un fatto molto emozionale, che coinvolge entrambe le tifoserie. Averne giocati tanti è stata per me una fortuna che non capita a tutti i giocatori di serie A. Bologna in questo è molto particolare. Ricordo piazze come Livorno o come Milano, ma a Bologna è tutta un’altra cosa”.

Qual è il Derby da raccontare ai nipotini?
“Ne ho giocati poco meno di una trentina, ma non ne ricordo uno in particolare: la fortuna di averli disputati, nel bene o nel male, mi dà comunque una forte emozione”.

La curiosità legata ai Derby che oggi ci può rivelare?
“Avendone giocati tantissimi in piazza Azzarita e qualcuno a Casalecchio, ricordo che le squadre entravano e uscivano comunque dallo stesso punto e non succedeva mai niente. Durante la gara ce le potevamo dare finchè volevamo, ma poi finiva tutto lì, con grande correttezza. Quello è il basket che mi piace”.

Qual è l’avversario più forte che ha mai incontrato?
“Facendo una media delle presenze, devo dire che Bucci era un cliente difficile da marcare”.

L’Old Star Game sarà un gustoso antipasto del derby di A2 tra Fortitudo e Virtus, in programma il 14 aprile, sempre al PalaDozza. Qual è il suo pronostico?
“Rispetto al derby d’andata le due squadre sono cambiate, soprattutto la Fortitudo che, con l’arrivo di Legion, si è assicurata un americano importante, capace di spostare gli equilibri. Con lui la Fortitudo è cambiata e anche Knox ha potuto godere di maggiori spazi. Dall’altra parte spero che con il ritorno definitivo di Ndoja e l’ingresso di Bruttini la panchina della Virtus potrà avere ulteriore profondità. E’ difficile sbilanciarsi. Il cuore mi dice Virtus, ma non è un pronostico”.

In casa bianconera la conquista della Coppa Italia di A2 ha suscitato grande ottimismo per il proseguimento della stagione.
“Ero presente e ho visto tutte le partite delle finali di Coppa Italia, sia di B, sia di A2. Vincere un trofeo come quello crea entusiasmo e positività”.
Nel 1997 Brunamonti ha vinto una Coppa Italia come allenatore della Virtus. Ha mai pensato ad una carriera in panchina?
“No, in quei due mesi e mezzo ho contribuito alla conquista del trofeo e alla qualificazione all’allora Coppa dei Campioni e mi ha fatto piacere. E’ stata una bella parentesi, ma non era la mia strada”.

Meglio adesso come dirigente della Nazionale italiana?
“E’ un ruolo che mi piace molto e che cerco di fare al meglio. La componente giovanile del movimento mi interessa notevolmente. Uno dei miei compiti principali è quello di far capire ai ragazzi che rappresentare la propria nazione è un dono, un premio, ma anche un stimolo. Tanti di loro sognano l’NBA, ma far parte di un gruppo che rappresenta l’Italia ha la stessa valenza e importanza”.
Il Derby è confronto anche a distanza. Chi è favorita per la promozione: la Virtus o la Fortitudo?
“In un campionato così lungo ed estenuante, con una sola promozione, nessuno può dare una risposta. L’unica plausibile sarebbe che, con trentadue squadre, dovrebbero esserci più promozioni”.

Che effetto farà vedere i grandi campioni del passato in campo e seduti in panchina con dietro i giocatori di oggi di Virtus e Fortitudo?
“Vedendo i nomi di entrambi i roster credo che sarà una gioia per le due tifoserie che potranno riabbracciare e applaudire i loro beniamini. Bologna non ha bisogno di un appello in particolare: sono convinto che all’Old Star Game ci sarà un buonissimo afflusso di pubblico, anche perchè l’evento è stato organizzato per una buona causa. Mi auguro che tutti, compresi i social media, la stampa e le televisioni possano dare il massimo risalto all’evento. Vogliamo riempire il PalaDozza”.

 

ABBIO: "IN VIRTUS OTTO ANNI SUPER, SARÀ BELLO RINCONTRARSI AL PALADOZZA"

tratto da bolognabasket.it - 21/03/2017

 

Alessandro Abbio, che il 6 aprile sarà in campo all’Old Star Game, è stato intervistato da Alessio De Giuseppe.

Ecco un estratto della sua intervista, che sarà pubblicata in maniera integrale sul prossimo numero di VMagazine, a breve in edicola.

Sarà una situazione molto particolare perchè ci rivedremo sul rettangolo di gioco. Siamo tanti della mia leva, del 1971: io, Hugo Sconochini, Gregor Fucka, Carlton Myers. Spesso ci siamo incontrati a bordocampo o da avversari in panchina in ambito giovanile (anni fa vinsi una final four contro Gus Binelli con un Under 17) ma su un campo di gioco mai, sarà molto divertente. Lo si fa poi ancor più volentieri se lo scopo della rimpatriata è a scopo benefico, fa sempre piacere aiutare persone e bimbi in difficoltà che non hanno avuto la fortuna che abbiamo avuto noi. Dunque ci rimetteremo i calzonicini e ci reincontreremo sul campo del PalaDozza, sarà una serata molto carina, con tante situazioni buffe ma allo stesso tempo con tutti che vorranno fare bene, nei limiti del massimo rispetto. Il mio esordio assoluto, ai tempi di Torino, fu proprio al PalaDozza contro la Virtus, il problema è che era il 1988, chissà come sara ora…

Gli anni in Virtus? Sono periodi della vita che ti segnano per sempre, sono stati otto anni veramente super. Ricordo in particolare il primo giorno in cui sono arrivato, la stagione del 2001 con il grande slam, quella del 94’-95’ dove vincemmo lo scudetto per il terzo anno consecutivo e il 98’ quando vincemmo la Coppa dei Campioni per la prima volta. Qualche settimana fa ero la a Bologna per seguire le finali di Coppa Italia e la gente quando mi fermava aveva piacere di ricordare insieme a me proprio quegli stessi episodi. E’ inevitabile ritornarci, in quegli anni vincemmo davvero moltissimo. Cose piacevoli, ricordo gli otto anni in maniera importante, seguo sempre la Virtus quando mi è possibile, a volte torno anche al palazzo e rivedo con grande piacere anche la tifoseria, sta meritando i successi di questa stagione dove è giusto che le Vu Nere coltivino concretamente il sogno di ottenere l’unico posto a disposizione per la promozione.

Chi è favorito? C’è un bel gruppo, Biella in finale con la Virtus ha fatto veramente molto bene. Trieste ha un organico misto fra nuove leve, ragazzi giovani con talento e vecchia guardia con un certo tipo d’esperienza. Poi non dimenticherei squadre che hanno messo in difficoltà Bologna come Ferrara e Ravenna, da tenere in considerazione. In questo momento però è la Virtus prima in classifica, dopo aver superato un periodo difficile avendo avuto problematiche dal punto di vista fisico credo abbia davvero reagito molto bene. I conti però si fanno alla fine.

 

MORETTI: "IL TIRO DA 4 DI DANILOVIC? IL PUNTO PIÙ TRISTE DELLA MIA CARRIERA"

tratto da bolognabasket.it - 24/03/2017

 

Old Star Game, Moretti:
“Il tiro da 4 di Danilovic? Il momento più triste della mia carriera”
“Vestirò la maglia della Virtus, in Fortitudo una toccata e fuga”: giovedì 6 aprile, alle 20,30, al PalaDozza in campo anche “Paolino” Moretti

Sarà un doppio ex. Con quattro stagioni in Virtus – dal 1992 al 1996 – e una e mezzo in Fortitudo, nell’annata 1997/98 e metà di quella successiva, “Paolino” Moretti ha scelto quale maglia indosserà giovedì 6 aprile alle 20,30 al PalaDozza all’Old Star Game – per il quale è in preparazione una speciale scenografia d’amarcord a bordo campo – nella serata speciale a favore della Fondazione Operation Smile Italia Onlus.
“Vestirò la maglia bianconera perché il mio passaggio in Virtus ha lasciato un segno importante (tre scudetti consecutivi nelle stagioni 1992/93, 1993/94, 1994/95 e una Supercoppa italiana nel 1996, ndr), mentre quella in Fortitudo è stata poco più di una toccata e fuga (nella stagione 1997/98, vincendo comunque una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, e nella metà di quella successiva). E’ meglio prendere una posizione che fare scontenti tutti. Mi sembra una cosa, giusta, serena e tranquilla”.

Che cosa significa il derby a Basket City?
“Il derby – non solo a Bologna ma in tutto il mondo – è qualcosa di sentito in maniera astratta e che esula da ogni logica di classifica e di equilibrio. E’ una partita a sè, un campionato della città tra due squadre, in cui rivalità private e pubbliche, litigi, umori e tutto ciò che fa da corollario contribuisce ad alimentare l’attenzione attorno all’evento. Ci sono emozioni che vanno al di là di ogni paragone. Non c’è un derby che assomiglia ad un altro, ma la stessa passione che si ripete e che si amplifica”.

A Bologna è tornato il derby dopo otto anni. Ha seguito quello dell’Epifania all’Unipol Arena? Che idea si è fatto?
“Sì, l’ho seguito in televisione. E’ stato emblematico. Io stesso avevo fatto un pronostico netto a favore della Virtus, perché la Fortitudo mi sembrava un gradino sotto. Invece è uscita una partita equilibrata che la Fortitudo avrebbe vinto ai punti, ma che ha perso di un soffio. Nel derby di ritorno, il 14 aprile, mi aspetto una gara equilibrata, in cui tutto sarà possibile. L’atmosfera che solo il PalaDozza può dare rispetto all’Unipol Arena potrebbe giocare un ruolo importantissimo”.

Com’è stato vivere il derby prima in Virtus e poi in Fortitudo?
“Il primo anno in Fortitudo ci sono stati due derby in campionato, poi quelli di Coppa Italia, di Eurolega e della finale play off: in tutto una decina. Al di là delle prestazioni, ricordo ancora un episodio. La notte prima di un derby che io giocai in maglia Virtus, nel cuore della notte, sentii un campanello suonare di continuo per minuti e minuti. Alzai la cornetta del citofono, imprecai, urlai mandando il mio interlocutore a quel paese, ma il rumore continuava. Trascorsi alcuni minuti, scesi e trovai uno stuzzicadenti incastrato nel campanello. Ecco, il derby è questo: ha un “pre”, un “durante” e un “post” che lo rendono unico”.

Nella sua prima stagione in Fortitudo vide, da avversario nella finale scudetto, il famoso “tiro da quattro” di Danilovic?
“Fu in assoluto il momento più triste della mia carriera sportiva come atleta”.

Qual è il suo ricordo vincente più caro in maglia Virtus?
“Quello della stagione 1994-95. Eravamo senza Danilovic e nettamente sfavoriti, ma riuscimmo a ribaltare il pronostico vincendo 85-81 (grazie anche ai 26 punti Moretti che, nell’occasione, si meritò il soprannome di “Morettovic”)”.

Alla Virtus e alla Fortitudo si associano spesso gli stereotipi dello “stile”, da una parte, e della “passione”, dall’altra. E’ ancora così o queste “categorie” sono state superate?
“Secondo me questi stereotipi erano validi: la storia lascia un segno in cui entrambe le tifoserie si riconoscono. Ma oggi i tifosi che mi seguivano quando giocavo hanno cinquanta, sessanta e più anni. Le generazioni cambiano, le tifoserie si evolvono. Ci possono essere un adeguamento, una metamorfosi e un miglioramento della concezione di come si sentono i tifosi delle due sponde di Basket City”.

Giovedì 6 aprile alle 20,30 al PalaDozza andrà in scena l’Old Star Game, il Derby dei Miti di Basket City. Un’occasione unica a cui partecipare.
“Ho voluto esserci prima di tutto per rivedere amici, quelle facce e quegli occhi con cui, al di là dei colori della maglia, ho condiviso emozioni speciali. Poi per ricordare il passato, con la consapovolezza che il tempo è tiranno e che oggi non possiamo minimamente assomigliare a quelli che eravamo. E terzo – e più importante – perché stiamo facendo beneficenza per una nobilissima causa”.

Moretti è stato un grande giocatore che ora è allenatore. Il suo futuro è in panchina o in altri ruoli?
“Nel prossimo futuro non mi vedo in un ruolo diverso da quello di allenatore. Al momento sono sotto contratto con Varese anche per la prossima stagione. Aspettiamo l’estate e vediamo cosa succede”.

Il figlio di Moretti, Davide, è uno dei talenti emergenti del basket italiano. Quale consiglio gli dà?
“Dico una cosa che riguarda tutti i talenti dai sedici ai vent’anni: che si preparino ad un percorso duro, difficile e per niente scontato. Oggi il sistema basket è difficile. Investire sui giovani significa investire in denaro e pazienza ed il sistema di oggi non è strutturato per sostenere questi ragazzi. Auguro a loro di avere la forza di resistere alle difficoltà”.

Dopo le sue esperienze in Virtus e in Fortitudo, dove consiglierebbe di giocare a suo figlio?
“Davide oggi è un giocatore sotto contratto con Treviso con la possibilità eventuale di un prolungamento. Valuterà a a fine stagione tutte le opzioni e cercherà di metterle sulla bilancia”.

Tra Virtus e Fortitudo chi è favorita per la promozione?
“L’allenatore di una (la Virtus) dice di avere una squadra seria e competitiva, quello dell’altra (la Fortitudo) di avere la squadra più forte del campionato. Questo significa che sono due squadre che si contenderanno la poltrona per la Serie A. Ci sono tante pretendenti, ma ora le due bolognesi mi sembrano le più ambiziose. Potranno arrivare fino in fondo, a meno che il calendario non le metta di fronte in qualche turno precedente”.

All’Old Star Game siederanno in panchina grandi allenatori come Bucci, Peterson e Recalcati.
“Saranno gli unici che potranno fare egregiamente il loro mestiere, mentre per noi sarà un’agonia. Al di là della battuta, è bello che personaggi di questo spessore abbiano aderito per sostenere la causa della Fondazione Operation Smile”.

Un appello a Basket City per partecipare all’Old Star Game?
“Venite in tanti, venite tutti con lo spirito di partecipare a una grande festa per il motivo più nobile che ci possa essere”.

Intanto procede a gonfie vele la prevendita per l’Old Star Game del 6 aprile: i biglietti si possono acquistare sul circuito VivaTicket, presso il Virtus Point e il Fortitudo Point.

 

 

SI PARTE CON IL CLINIC DI TONINO ZORZI E MASSIMO ANTONELLI

di Damiano Montanari - ufficio stampa Old Star Game - 30/03/2017

 

Old Star Game, Tonino Zorzi: “Quella volta con la Virtus in cui i carabinieri volevano mettermi dentro”
“I tifosi mi strapparono la giacca e la camicia, poi ci pensò Porelli”. Grande apertura dell’evento con il clinic del Paron e di Max Antonelli, l’ideatore del “music basketball method”

Sarà subito spettacolo. Giovedì 6 aprile la giornata dedicata all’”Old Star Game” si aprirà con un appuntamento speciale: il clinic di Tonino Zorzi, il “Paron”, e di Max Antonelli, in programma alle 10 alla palestra Porelli.
Un momento di formazione importante rivolto agli aspiranti allenatori e agli istruttori di minibasket.
Zorzi, decano della pallacanestro italiana, premiato come migliore giocatore di tutti i tempi della Pallacanestro Varese e dal 2011 nella Italia Basket Hall of Fame, parlerà della transizione, mentre Antonelli illustrerà i vantaggi del “music basketball method”, il metodo di allenamento da lui ideato e insegnato in tutto il mondo.
In attesa della conferenza stampa ufficiale di presentazione dell’Old Star Game, che si terrà lunedì 3 aprile alle 11 in Sala Savonuzzi a Palazzo d’Accursio, e dopo l’incontro con i campioni Gregor Fucka e Gus Binelli, la prevendita dell’evento – il cui incasso sarà devoluto alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus di Santo Versace – ha superato i tremila biglietti.
Tante le sorprese che sveleremo da oggi fino al giorno dell’Old Star Game, tanti gli elementi di richiamo come la presenza del Dunk Italy e della squadra di cheerleaders che intratterrà il pubblico nelle pause del match.
I biglietti per l’evento sono acquistabili in prevendita sul circuito VivaTicket, presso il Fortitudo Point e presso il Virtus Point e si potranno comprare anche il giorno stesso della partita, giovedì 6 aprile, a partire dalle 18, presso la biglietteria del PalaDozza.
L’attesa cresce, i ricordi si rincorrono. Anche nella memoria di Zorzi e di Antonelli che hanno voluto ripercorrere la loro esperienza a Basket City.

Tonino Zorzi, il “Paron”.
Cominciamo dal clinic che aprirà la giornata dedicata all’Old Star Game. Zorzi parlerà della transizione.
“Ho sempre amato la transizione. Ho sempre pensato – come dicevano gli allenatori americani di una volta che frequentavo durante l’estate – che sia meglio prendere gli avversari con le braghe calate, quando rientrano dopo avere segnato un canestro: quello è il momento in cui cercare di colpirli”.

Il clinic si terrà alla palestra Porelli. Che ricordi evoca a Zorzi?
“Mi farà piacere tornarci, dopo avere allenato la Virtus, come assistente di Boniciolli, nella stagione 2008-09. In quella palestra, ogni mattina, facevo due ore di tiro e fondamentali con Keith Langford e Petteri Koponen”.

Oggi Boniciolli è sulla panchina della Fortitudo. Che tipo di allenatore è?
“Nei due anni in cui ho lavorato come suo assistente ho vinto una Coppa Italia ad Avellino (2008) e una Eurochallenge con la Virtus (2009). Matteo è un buon allenatore che dà tutto alla squadra. Qualche volta si arrabbia un po’ troppo, ma lo comprendo perchè anche io ero così. Quando uno dà tutto alla propria società, alla propria squadra e ai propri allenatori si aspetta di avere il massimo in cambio”.

Che idea si è fatto della Fortitudo Kontatto e della Virtus Segafredo?
“Ho visto la Fortitudo a Trieste e mi ha fatto un’ottima impressione. L’arrivo di Legion ha portato maggiore qualità: è un ottimo giocatore di cui mi hanno sempre parlato molto bene.
La Virtus, che ho seguito tre volte, in particolare nella finale di Coppa Italia con Biella, mi è sembrata una squadra molto bene organizzata, con un roster che presenta un buon equilibrio tra gioventù ed esperienza, una caratteristica che, di solito, hanno le squadre che arrivano fino in fondo, anche se domenica con Trieste la Segafredo mi è parsa un po’ scarica.
Fortitudo e Virtus sono sicuramente le squadre più forti del campionato. Per il salto in Serie A vedo loro, Verona e Treviso. Una promozione su trentadue? L’impressione è che qualcuno cerchi di fare del male al basket. Nella mia vita mi sono innamorato di due cose oltre a mia moglie: la pallacanestro e la maglia azzurra. Mi dispiace vedere la situazione che sta attraversando il movimento cestistico italiano”.

All’Old Star Game ci sarà anche Dan Peterson. Alcune vostre sfide sono state epiche.
“Sì, ricordo quando allenavo la Canon Venezia e affrontai la Virtus di Peterson. Era il 1973. Eravamo avanti di un punto con palla in mano. Kociss (John Fultz, ndr) intercettò un passaggio a metà campo, andò a schiacciare e perdemmo di un punto. Trovai da dire con alcuni tifosi sugli spalti. Mi strapparono la camicia e la giacca che poi Porelli mi rimborsò. Poi feci volare un cappello ad un carabiniere: quella volta stavano per mettermi dentro”.

Giovedì 6 aprile quali saranno i simboli della Fortitudo Old Star e della Virtus Old Star?
“Io dico Brunamonti per la Virtus e Lamma per la Fortitudo. Myers è stato un grandissimo, ma sono legato affettivamente a Davide. L’ho allenato a Gorizia, facendo esercizi con le sedie sul parquet per migliorare i fondamentali. L’Old Star Game sarà uno spettacolo. Spero di vedere il PalaDozza pieno”.

Max Antonelli, in Virtus dal 1973 al 1978
Al Clinic di apertura dell’Old Star Game interverrà anche Max Antonelli, ideatore e insegnante del “music basketball method”. In cosa consiste?
“E’ un metodo che utilizza la musica per insegnare i fondamentali della pallacanestro. La musica è una grande motivatrice. Utilizzandola, l’esercitazione dura più a lungo e si riesce ad allungare la concentrazione degli atleti nell’esecuzione dei gesti tecnici”.

L’Old Star Game coinciderà con il ritorno dei Miti di Basket City. Che ricordi ha Antonelli dei derby di Bologna?
“Alcuni furono strepitosi. Ricordo quello di ritorno della stagione 1975-76, in cui poi vincemmo lo scudetto. Eravamo sotto di molti punti, Peterson, che allenava la Virtus Sinudyne dei vari Caglieris, Bertolotti, Serafini e Driscoll, chiamò timeout. Martini mi aggredì dicendomi che stavo disputando una partita pessima. Rientrai. Feci 11/11 al tiro, arrivando a 29 punti totali. E vincemmo ai supplementari. Quella vittoria ci diede la consapevolezza che potevamo recuperare anche svantaggi importanti: fu in quel momento che gettammo le basi per vincere lo scudetto che avremmo conquistato a Varese contro l’Ignis”.

Ricorda un aneddoto su Dan Peterson come allenatore?
“Aveva la regola “del 3”. Prima di ogni partita si presentava nello spogliatoio e attaccava un cartello con tre punti. E ogni volta che ci dava suggerimenti, ci presentava sempre tre opzioni. Poi, in allenamento, faceva sempre due quintetti: uno più forte e uno più debole. Ma fischiava “contro” quello più debole. L’ho capito negli anni: in quel modo faceva salire l’arrabbiatura al quintetto più debole e alzava il livello dell’agonismo generale”.

L’Old Star Game sarà una festa.
“Sì. A Bologna, ogni volta che c’è un derby, è sempre uno show”.

Bucci, Albonico, Generali, Antonelli, Serafini, Frosini, Au. Binelli, Tirel, Sconochini, Moretti, Carera, Benelli, Consolini

Bonamico, Coldebella, Brunamonti, Abbio, A. Romboli, Bonora, Ambrassa (foto tratta da "Il Resto del Carlino)

SCONOCHINI: “RAVAGLIA E IL PROF GRANDI SEMPRE NEL CUORE. CHICCO E IL PROFESSOR GRANDI SONO I RICORDI PIÙ BELLI DEGLI ANNI IN VIRTUS. MESSINA ERA DURO E QUELLA VOLTA DOPO LA VITTORIA IN EUROLEGA…”

di Damiano Montanari - ufficio stampa Old Star Game - 05/04/2017

 

Ha la voce calda e gli occhi che si illuminano, Hugo Sconochini. Rientrare al PalaDozza, dopo tanti anni, sarà un’emozione. Giovedì 6 aprile alle 20,30, per l’Old Star Game, ci sarà anche lui. Chiaramente con la maglia della Virtus Old Star.
L’esperienza in bianconero – dal 1997 al 2001 –, in cui arrivarono due scudetti (1997-98 e 2000-01), una Coppa Italia (1999) e due Eurolega (1997-98 e 2000-01), racconta ancora di momenti indelebili e di incontri che vanno al di là del tempo.

“I ricordi più belli dei miei anni in Virtus, al di là dei risultati sportivi ottenuti, sono legati a due persone: Chicco Ravaglia e “Il Prof” Grandi. Enrico era un’eccellente persona, un ragazza che doveva vivere, solare, pieno di energia, divertente un buon amico e un eccellente giocatore. Quando è successo quello che sappiamo ho affrontato momenti durissimi.
Lo stesso vale per “Il Prof”. E’ stato artefice di molte vittorie della Virtus. Anche con le parole, e non solo con l’ottimo lavoro che ha sempre fatto, ha saputo tirare fuori la squadra da situazioni ingarbugliate”.

Con questo spirito Hugo Sconochini tornerà a calcare il parquet del PalaDozza domani, giovedì 6 aprile, per l’Old Star Game. Qual è stata la motivazione principale che l’ha spinta ad accettare?
“Prima di tutto la beneficenza. Aiutare i bambini e i ragazzi con malformazioni facciali, di cui la Fondazione Operation Smile Italia Onlus si prende cura, è un dovere oltre che un piacere. Poi il fatto che ci sia Ale Nava, che aveva già organizzato magistralmente la prima edizione dell’Old Star Game legata ai cinquant’anni della Viola Reggio Calabria, sia una garanzia. Quindi, come terzo e ultimo motivo, credo che Basket City debba potersi regalare di nuovo questo derby, proprio quest’anno in cui è tornata la stracittadina bolognese in A2. Domani andremo a rievocare la storia. Dovrà essere vissuta come una festa da entrambe le tifoserie”.

Oggi Sconochini ha smesso di giocare, ma è ancora nel “giro” della pallacanestro.“Sì, lavoro a Sky come commentatore dell’Eurolega. Ma mi dedico anche ad altro. Quattro anni fa ho scoperto il paddle. Non trovavo uno sport che mi divertisse dopo il basket. Invece ho scoperto il paddle che è molto aggregante e divertente e mi permette di mantenermi in forma”.
Fermarsi è difficile. Soprattutto dopo essere stato protagonista con la maglia della Virtus. Ricorda le Final Four di Eurolega del 1998, quando fu tra gli artefici del successo bianconero?
“Assolutamente sì. Eravamo a Barcellona e fu bellissimo vedere quel palazzetto strapieno di tifosi con la maglia bianconera. Battemo l’Aek Atene. Fu un successo meritato. La mia gara? Non ho mai messo la prestazione individuale davanti a quella della squadra. Se avessi scelto di guardare i miei numeri personali, avrei giocato a tennis”.

L’Old Star Game sarà di nuovo un derby. Che ricordi ha Sconochini della stracittadina bolognese?
“Credo che nessuna delle due squadre potesse esistere senza l’altra. Una antagonista era ed è necessaria: come il bianco serve al nero e il sole alla notte. Sono contento che il derby di Basket City sia tornato perché è la storia della pallacanestro. Entrambe le società meritavano di riaverlo.
L’obiettivo del nostro sarà quello di rievolcare le grandi emozioni del passato. E soprattutto raccogliere tanti soldi per aiutare la Fondazione Operation Smile Italia Onlus”.

Che cosa ha significato per Sconochini indossare la maglia della Virtus?
“E’ stata la mia prima grande squadra. Dopo la stagione funesta al Panathinaikos, la Virtus ha rappresentato l’occasione di ripartire con una squadra italiana di alto livello che voleva fare qualcosa di importante. Aveva allestito un roster incredibile gestito da un grande allenatore e da uno staff pazzesco: Consolini, Valli, il Prof e Messina costituivano una squadra perfetta”.

Com’era Ettore Messina?
“Un allenatore ottimo, ma duro. Una volta vinta l’Eurolega tornammo a Bologna e, nell’allenamento che facemmo due giorni dopo all’Arcoveggio, dopo un paio di azioni, ci fermò. “Così non va bene – disse -. Non pensate perché avete vinto l’Eurolega che adesso sarà tutto facile”. Era già conceNtrato sull’obiettivo successivo, che sarebbe stato il campionato. Che poi vincemmo”.

Quali sono i campioni più forti con cui e contro cui lei ha giocato?
“Nella “mia” Virtus ci sono stati grandissimi campioni. Penso a Coldebella, a Crippa, a Frosini, ma il simbolo chiaramente era Danilovic. Anche se al suo livello metto Savic. E non voglio dimenticare Rigadeau. Poi, nella squadra della stagione 2000-01, arrivò anche Ginobili.
Tra gli avversari dico Carlton Myers, un grandissimo atleta e professionista. A volte era quasi impossibile da marcare”.

Secondo lei era più forte Danilovic o Ginobili?
“Li avrei visti bene anche insieme. Se andiamo a vedere i numeri, il vantaggio di Manu è stato che ha vinto in NBA, mentre in Nazionale Sasha è stato avvantaggiato, sebbene anche Manu abbia fatto il suo. E’ impossibile dire chi sia stato il migliore. Sarebbe come chiedere a un bambino se vuole più bene al papà o alla mamma”.

All’Old Star Game vogliamo vedere il PalaDozza pieno.
“Sì. Noi saremo tutti lì per quello. E sarà ancora una volta una grandissima emozione”.

ALL'OLD STAR GAME IL PRESIDENTE BUCCI TORNERÀ A GUIDARE LA SUA VIRTUS

tratto da www.virtus.it - 05/04/2017

 

Tornerà sulla panchina bianconera, Alberto Bucci. Da allenatore di quella Virtus Pallacanestro che oggi guida dalla poltrona di presidente, per la seconda volta nella storia della società. Ma domani, all’Old Star Game che andrà in scena dalle 20.30 al pala Dozza, sarà di nuovo al timone della squadra. Una squadra fatta da molti dei suoi ragazzi, e da nomi che, come lui, della V nera hanno fatto la storia.
Un derby “vintage”, aspettando quello di venerdì 14 aprile, al quale parteciperanno Roberto Brunamonti, il Capitano, e con lui Coldebella, Moretti, Sconochini, Abbio, Binelli, Carera, Frosini, Nesterovic, mentre sull’altra sponda, quella Fortitudo, ci saranno tra gli altri Carlton Myers, Vincenzino Esposito, Gianluca Basile, Teo Alibegovic, e ancora Pilutti, Pellacani, Dallamora, Rivers, Lamma, Fumagalli, guidati da Charlie Recalcati.
Vicino a Bucci siederanno anche Dan Peterson e quelli che vogliono esserci comunque, ma non scenderanno in campo: Canna, Serafini, Bonamico, Albonico, Generali e tanti altri.

DAN PETERSON: IL DERBY DI BOLOGNA? PER ME NUMERO 1

di Damiano Montanari - ufficio stampa Old Star Game - 06/04/2017

 

E’ il grande giorno. Questa sera alle 20,30 al PalaDozza rivivranno i fasti del derby di Basket City con il ritorno al Madison dei Miti che hanno fatto la storia della stracittadina di Bologna.
E’ il grande giorno, quello dell’Old Star Game, l’evento organizzato dalla We For You Events&Communication di Ale Nava con il patrocinio del Comune di Bologna e della FIP e con il sostegno della Virtus e della Fortitudo, tutti uniti per sostenere la Fondazione Operation Smile Italia Onlus presieduta da Santo Versace e impegnata nella cura dei bambini affetti da labiopalatoschisi e da malformazioni del volto.
La prevendita dell’evento sta andando nel migliore dei modi, tanto che sono rimasti disponibili soltanto i biglietti per le curve, acquistabili ad appena 10 euro anche oggi presso tutti i punti vendita del circuito VivaTicket, presso il Fortitudo Point ed il Virtus Point, e, dalle 18 di oggi, presso la biglietteria del PalaDozza.
Tantissimi i campioni che si affronteranno nella sfida tra Fortitudo Old Star e Virtus Old Star, una sfida epica che avrà il sapore della festa e che sarà presentata dal mitico Dan Peterson, che nei cinque anni sulla panchina delle Vu nere – dal 1973 al 1978 – seppe conquistare una Coppa Italia nel 1974 ed uno scudetto nella stagione 1975-76.

Dan Peterson è pronto a tornare al PalaDozza?
“Sì, presenterò le squadre. Sarà una roba abbastanza semplice”.

Cinque anni sulla panchina della Virtus non si dimenticano. Che ricordi conserva ancora di quella esperienza?
“Ovviamente la mente va alla conquista della Coppa Italia e dello scudetto, ma va ricordato che disputammo anche due finali scudetto nel 1977 e nel 1978. Quella era la Virtus di Driscoll, Serafini, Bertolotti, Caglieris, John Roche, una squadra molto tecnica in un campionato in cui la competizione era molto alta. Penso ad avversarie come Cantù, Varese, Milano, Venezia, Rieti, Pesaro, Udine. Ogni partita era veramente difficile”.

Qual è stato il giocatore più forte che ha allenato?
“Ce ne sono stati tanti. Terry Driscoll, John Roche, Gianni Bertolotti, che l’anno dello scudetto viaggiava a 26 punti di media a partita, un record per un italiano, prima che arrivasse Antonello Riva. Bertolotti era immarcabile: era due metri e il suo arresto e tiro era un problema per gli avversari. Ho diverse foto con lui un metro sopra il suo difensore. Poi c’era il piccolo Charlie Caglieris, il motore del contropiede e dell’attacco, mentre Gigione Serafini era il nostro pivottone.Gli ultimi due anni ho allenato anche due giocatori formidabili come Renato Villalta e Marco Bonamico, ma probabilmente il più forte di tutti è stato Terry Driscoll”.

Che ricordi ha dei derby con la Fortitudo?
“Prima di tutto vorrei dire che di 10 derby giocati ne ho vinti 9 e perso 1 solo. Credo che sia un record che forse non sarà mai superato. La cosa ancora più interessante è che, quando arrivai sulla panchina della Virtus, il bilancio dei precedenti confronti con la Fortitudo era di 9-6 per l’Aquila: in sette anni se n’erano giocati 14 di campionato più uno in Coppa Italia.
Per questo in Virtus c’era grande preoccupazione per il derby. Quando arrivai dissi ai miei giocatori: “Hey, noi dobbiamo cercare di vincere non per essere i migliori nel triangolo di terra tra il PalaDozza e via san Felice, ma per essere una squadra di livello nazionale, come Varese, Milano, Cantù. Dobbiamo pensare in grande”.
Con la Fortitudo c’era grande rivalità, ma anche da grande amicizia. Il rapporto tra il nostro boss, l’avvocato Porelli, e il loro boss, l’onorevole Giancarlo Tesini, ne era la migliore conferma”.

Si racconta di un giorno particolare in cui lei tifò per la Fortitudo.
“Nel 1975 la Fortitudo andò a Genova per disputare lo spareggio per non retrocedere: su tre squadre coinvolte, solo una si sarebbe salvata. Toccò a Roma, che era allenata da Valerio Bianchini, mentre la Fortitudo e Mestre retrocessero. Andai a Genova a tifare per l’Aquila, facendo la trasferta in pullman con la Fossa dei Leoni. Fu molto simpatico. Con noi c’era anche Maurizio Ferro, un ragazzo cresciuto nel vivaio della Fortitudo, di cui poi sarebbe diventato giocatore e, nel tempo, anche allenatore e responsabile del settore giovanile. Era molto giovane ed era un grande imitatore di voci. Per un’ora fece la voce di “Dido” Guerrieri, che aveva allenato la squadra l’anno precedente, e poi si cimentò nell’imitazione di Aza Nikolic. Non ho mai riso tanto in vita mia”.

Lei come allenatore della Virtus non ebbe problemi a fare la trasferta in pullman con la Fossa dei Leoni?
“No, erano tutti tranquilli, non ci fu neanche una parola fuori posto. Ai tempi c’era rivalità, ma, come dicevo, anche grandissima amicizia tra i giocatori delle due squadre”.

Antonelli, tra i protagonisti dello scudetto della stagione 1975-76 e presente stasera al PalaDozza, oltre che questa mattina dalle 10 alla palestra Porelli per il clinic sul “music basketball method”, ci ha raccontato della “regola del 3” di Dan Peterson.
“Ricordo Antonelli, il mitico “Fucile”: era un grande tiratore. Confermo la “regola del 3”. L’ho usata anche a Milano. Sono sempre stato contrario all’idea di sovraccaricare i giocatori e i loro cervelli di troppa responsabilità. Era meglio che giocassero con le idee chiare e senza il peso del mondo sulle spalle. Per questo dicevo poche cose – appunto tre di solito o a volte anche meno – ma chiare. Durante i timeout a volte chiedevo a un giocatore. “Cosa ho detto? Ripetimelo!”. Volevo imprimere il messaggio nella loro mente. Trasmettere chiarezza era fondamentale”.

Segue ancora la Fortitudo e la Virtus?
“Vivo a Milano e faccio il consulente per l’Olimpia. Ogni tanto le guardo. Mi dispiace vederle entrambe in A2: spero che vengano presto in Serie A, dove spero ritornino anche altri grandi piazze come Treviso, Siena, Roma. Sono molto nostalgico”.

Quindi lei sarebbe favorevole alla proposta di una Superlega a 24 squadre, un’ipotesi di cui si è parlato proprio in questi giorni?
“Io sono a favore di qualsiasi cosa che riesca a portare le grandi piazze italiane in Serie A. Vorrei vedere nel massimo campionato, oltre a Bologna, anche Trieste, Siena, Roma, Torino, Brindisi, Napoli, magari la squadra di una grande città della Sicilia, come Palermo o Messina. Ora c’è Capo d’Orlando, che ha 13.000 abitanti. E che merita davvero tanti complimenti: ha fatto un capolavoro”.

Quello che, speriamo, si possa fare questa sera per aiutare la Fondazione Operation Smile Italia Onlus. Qual è l’appello che Dan Peterson fa alla piazza di Bologna?
“Amici sportivi, ci vediamo questa sera, alle 20, al PalaDozza. Venite tutti, io sarò lì. Il derby di Bologna? Per me è sempre numero 1”.

 

OLD STAR GAME, QUASI 40 MILA EURO D'INCASSO

di Damiano Montanari - ufficio stampa Old Star Game - 08/04/2017

 

Grande prova di generosità di Basket City, in attesa della donazione finale alla Fondazione Operation Smile Italia Onlus
Un caldo abbraccio di cinquemila persone, per un incasso ufficiale di quasi 40.000 euro, ha accolto il ritorno dei Miti di Basket City sul parquet del PalaDozza. Un successo storico per l’Old Star Game, l’evento ideato e organizzato dall’agenzia We For You Events&Communication di Ale Nava per sostenere la Fondazione Operation Smile Italia Onlus presieduta da Santo Versace.
Un tuffo nel passato che ha scaldato gli animi e regalato brividi a tutto il pubblico, fin dalla presentazione “all’americana” di Dan Peterson, special guest che, tra applausi scroscianti, ha restituito a Bologna i miti che hanno scritto la storia del derby di Basket City: da Myers a Brunamonti, da Basile a Coldebella, da Fucka a Binelli, fino a Lamma, Sconochini, Fumagalli, Galanda, Moretti, Abbio, Pilutti, Rivers e tantissimi altri campioni che hanno voluto partecipare, comprendendo la finalità nobile dell’evento.
Per la cronaca la gara tra Fortitudo Old Star, guidata da Charlie Recalcati, e Virtus Old Star, agli ordini di Alberto Bucci, è stata vinta dalla formazione biancoblù, impostasi 78-61 in quella che, prima di tutto, è stata una festa di massa.
Ognuno ha dato il proprio contributo, anche giocando poco, o facendo solamente presenza – come Myers – avendo capito che l’importante era metterci la faccia e sostenere la missione della Fondazione Operation Smile Italia Onlus.
Tra i campioni del passato, a guidare al successo la Fortitudo Old Star, si sono messi in evidenza un grande Casoli, top scorer del match con 19 punti, e Ferroni con 12, anche se le triple di Basile hanno fatto riaffiorare alla mente ricordi speciali. Mentre in maglia bianconera i canestri di Tirel – migliore dei suoi con 17 punti – non sono bastati alla Virtus Old Star per aggiudicarsi il derby.
La vera vittoria è stata tuttavia quella della città di Bologna che ha saputo raccogliere la sfida e cogliere il significato più profondo dell’evento, riempiendo quasi completamente il PalaDozza.
Ma la gara di solidarietà non è ancora finita: da lunedì le maglie da gioco dei campioni delle due squadre Old Star saranno messe infatti in vendita all’asta online (a breve saranno comunicate le modalità), dopo la quale sarà calcolata la donazione finale a favore della Fondazione Operation Smile Italia Onlus.
Sostenuta nei suoi progetti da tutta Basket City. In attesa di nuovi appuntamenti e nuove emozioni.