FEDERICA NANNUCCI

Federica Nannucci

 

nata a: Bologna

il: 01/01/1991

Stagioni in Virtus: 2019/20 - 2020/21

DANIELE CAVICCHI

 (foto tratta da www.vir

ANA-MARIJA BEGIC

Ana-Marija Begic con la maglia della sua nazionale

 

 

nata a: Spalato (Croazia)

il: 17/01/1994

altezza: 190

ruolo: ala/centro

numero di maglia:

Stagioni in Virtus: 2019/20

biografia su wikipedia

DANIELE CAVICCHI

 (foto tratta da www.vir

 

"SOGNO UNA VIRTUS ROSA DOVE VINCO LO SCUDETTO"

Federica Nannucci in B a 14 anni con la maglia della Masi: "Non ho un modello, Ginobili e Jaric sono i miei idoli di sempre. Ma nel mio futuro c'è anche l'università"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 02/11/2005

 

La Fip Emilia Romagna e il suo presidente, Giancarlo Galimberti, l'hanno premiata quale "miglior promessa categoria giovanile femminile". Bella soddisfazione per lei che, con la Masi, ha vinto lo scudettino riservato alla categoria Bam. Bionda e una gran determinazione, Federica Nannucci è nata a Bologna il primo gennaio 1991. il papà, Stefano, amico e commercialista di Claudio Sabatini, patron bianconero, è un grande appassionato di basket. Tanti dicono che se Federica fosse un maschietto il suo "cartellino" avrebbe avuto un valore superiore a quello di Danilo Gallinari, il miglior '88 italiano.

Lei è la più interessante della classe 1991. Così brava da aver debuttato, a 14 anni, in serie B.

Federica, cominciamo dagli studi.

"Liceo scientifico, frequento il Sant'Alberto Magno".

Altezza?

"Credo 1 metro e 69 centimetri".

Ruolo?

"Play".

Quando ha cominciato a giocare a basket?

"Avevo otto anni".

Come nasce questa folgorazione?

"È stato mio fratello Francesco a insistere. Voleva giocassi con lui".

E alla fine?

"Ho giocato. Ho giocato nel San Mamolo, in una squadra maschile".

Poi?

"C'è stata la possibilità di giocare a livello femminile".

Il suo modello?

"Non ce l'ho".

I suoi idoli?

"Mah, Ginobile e Jaric".

L'argentino è un fenomeno, ma non è un play.

"Vero. Ma se è per questo impazzivo per Nesterovic".

Ginobili, Jaric e Nesterovic: tre indizi fanno una prova.

"Sono virtussina, credo si sia capito".

Il suo obiettivo?

"Per ora divertirmi. E se possibile continuare a crescere".

Migliorare, considerando il livello del basket femminile in questa città, significherebbe spostarsi.

"L'idea mi spaventa un poco, per ora, però, non ci penso. Gioco e mi diverto".

Ma le sue coetanee che la vedono in prima squadra cosa dicono?

"Sono contente: mi alleno ancora con loro".

Invidia, competizione?

"Grande amicizia, anche se ho legato di più con Charlotte Hedinger, Matilde Dall'Aglio e Carolina Magliaro".

In prima squadra la considerano una bambina?

"No, davvero. Mi hanno accolto bene".

Dopo il liceo?

"Università".

Preferenze di facoltà?

"Forse medicina".

Potrebbe sistemare da sola una distorsione.

"E potrei restare nel mondo sportivo".

Il papà?

"È orgoglioso. Fa di tutto per assecondarmi".

Cosa ne dice di una Virtus rosa?

"C'è un progetto. Mi piacerebbe potesse concretizzarsi".

Proviamo a mettere in fila una serie di desideri: play  e capitana di una Virtus rosa che porti lo scudetto da queste parti.

"Il ruolo di capitana non mi interessa, il resto sì. Sarebbe un bel sogno".

 

FEDERICA NANNUCCI: "GIOCARE PER QUESTA SQUADRA E VINCERE LO SCUDETTO È IL SOGNO DELLA MIA VITA"

di Lele Carl Malaguti - 1000cuorirossoblu.it - 08/07/2019

 

Dopo tante peripezie ed incertezze, finalmente la luce in fondo al tunnel: la Virtus femminile si farà.

Luca Baraldi ne ha dato conferma direttamente sulle colonne della Gazzetta dello Sport, precisando: "Non rileviamo il titolo della Matteiplast, bensì fondiamo una sezione femminile all'interno di Virtus Segafredo".

Parole che certificano un sogno, quello delle ragazze che con la Progresso hanno conquistato due promozioni in tre anni e che ora possono godersi, non senza ulteriori fatiche, i frutti dei loro sforzi. "Vogliamo allestire una squadra che possa raggiungere la salvezza e poi consolidarsi nel tempo - continua l'ad bianconero - dovremo fare degli investimenti, ma siamo contenti di aver intrapreso questa strada".

Ma una delle pagine più belle di questa favola è senza dubbio quella scritta da Federica Nannucci, pilastro della Bologna cestistica dal cuore bianconero che con la creazione della Virtus rosa corona così un sogno. "Gioco da 20 anni - dichiara la playmaker bolognese - e qualche occasione l'ho lasciata andare. Ora per la prima volta mi ritrovo in A1 con la maglia della Virtus, con cui sognavo di giocare e di vincere lo scudetto". Un sogno che sta divenendo realtà, fatto di onori ma anche di oneri: "La decisione del Dottor Zanetti di aprire la sezione femminile è stata per noi giocatrici della Matteiplast la luce in fondo al tunnel. Ora vogliamo ripagare tanta fiducia con impegno e dedizione, per contribuire a migliorare l'immagine del Club e per regalare ai nostri tifosi delle belle soddisfazioni".

Una grande responsabilità per le ragazze del basket rosa bolognese, che però poggia su una solidissima certezza: "Vogliamo fare bene - conclude Nannucci - e giocare con il sorriso sulle labbra, lanciando un segnale di positività per il nostro sport".

NANNUCCI: “SARÀ UN ANNO DIFFICILE MA SI SCENDERÀ SEMPRE IN CAMPO PER ONORARE LA MAGLIA”

tratto da bolognabasket.it - 13/09/2019

 

In occasione del programma “Black and White” in diretta su RadioBolognaUno da Casa Virtus, ha parlato Federica Nannucci, dirigente responsabile della Virtus femminile.

La Virtus femminile, una novità di quest’estate: “È successo tutto in maniera inaspettata, un piccolo grande sogno. Per me c’è stata una prima convocazione del dottor Baraldi: sono entrata qui dentro emozionata e in punta di piedi e ho subito percepito grande entusiasmo anche dal dottor Zanetti. Abbiamo lavorato tantissimo quest’estate: siamo partiti quasi da zero, abbiamo ancora qualcosa da fare ma siamo carichi.”

Prime sensazioni in questo inizio di pre-season? “Abbiamo già fatto la prima amichevole, contro una sicura concorrente alla promozione in A1: siamo contenti, è stata una partita positiva nonostante la sconfitta. Siamo in attesa dell’americana Williams e stiamo lavorando nella maniera giusta. Tava e Rosier sono ancora acciaccate ma si uniranno al gruppo molto presto. Siamo ancora agli inizi, dobbiamo giocare, dobbiamo conoscerci e i frutti si vedranno più avanti. Giocare per la Virtus responsabilizza, io sono tifosa da sempre e per me è un’emozione unica. Sono contenta e tranquilla per le ragazze, perché credo che saranno responsabili con questa maglia addosso e la onoreranno. Sarà difficile quest’anno, faremo il possibile per mantenere la serie. Ho una certezza: si scenderà sempre in campo per onorare la maglia della Virtus.”

Che lavoro c’è dietro alla costruzione di questa squadra? “Per costruire la squadra siamo partiti dalle giocatrici che erano già a bologna: Barladi e Zanetti volevano premiare chi la promozione se la era guadagnata sul campo. In base a ciò, insieme a Paolo Ronci che non finirò mai di ringraziare, sono entrata in contatto con procuratori e giocatrici per definire quello che poteva servire alla squadra. Il roster è quasi completo: abbiamo 9 giocatrici senior e 2 under. Coach Giroldi aveva chiesto di averne 10 senior: ne manca una, ovviamente italiana; abbiamo qualche situazione aperta e dovrebbe esserci un ultimo arrivo.”

Sensazioni delle giocatrici straniere? “Parliamo di tre straniere che hanno giocato in campionati importanti. Il nome di Bologna è conosciuto in tutto il mondo, maschile e femminile. Con una strutta e una società seria come quella della Virtus, nonostante la novità del progetto, l’appeal di questa squadra e di questa maglia ha vinto su tutto.”

Come vedi la squadra maschile? “La squadra è strutturata molto bene, c’è stato molto tempo per decidere su chi andare a puntare, con grande criterio. Vale molto il gruppo: per vedere la Virtus migliore bisognerà creare gruppo. Penso e spero che ci si potranno togliere tante soddisfazioni con questa squadra. Teodosic? È un grande evento riuscire a portare un giocatore come lui a Bologna, dal punto di vista del movimento in generale. Poter ammirare un giocatore così da vicino, anche in un banale allenamento, è veramente impagabile. La dimostrazione della volontà di alzare l’asticella da parte della società si è vista.”

 

NANNUCCI A WEBASKET: CONTRO LE SQUADRE DI LIVELLO SUPERIORE ABBIAMO ESPRESSO LA NOSTRA MIGLIORE PALLACANESTRO

tratto da bolognabasket.it - 18/02/2020

 

Federica Nannucci è stata ospite a Webasket.
Le parole della dirigente della Virtus Femminile.

Indossare la maglia Virtus, anche per la femminile, ha un peso difficile da gestire?

Parlare di pesantezza di questa maglia è un termine che non mi piace. Sicuramente è una maglia che responsabilizza, ma allo stesso tempo inorgoglisce. Credo che una giocatrice donna lo possa aver sognato per molto tempo, sia per la Virtus, sia per la maglia di qualche altra realtà importante. Responsabilizza ed è giusto provare sensazioni del genere per la maglia che porta e siano anche le sensazioni più belle da provare per chi fa questo come lavoro.

Anche nel passaggio da Basket Progresso Matteiplast a Virtus Segafredo, molti si riconoscono e continuano a vedere il vostro identikit: quello di gioco di squadra, attaccamento e superare ogni barriera per arrivare al risultato, tu cosa ne pensi?
In una città come Bologna è difficile poter vedere persone che vadano a vedere la Virtus, se tifosi fortitudini. Però è vero, questo ce lo si è portato dietro con una realtà già esistente. Il discorso Virtus è un passo importante per tutto il panorama cestistico italiano femminile. Spero che possa portare tante persone ad aprire gli occhi su questa realtà. Avendo un filo logico con la realtà che siamo portate dietro, cerchiamo di portare avanti i valori fondamentali in qualsiasi squadra, presentati nella domanda. Cerchiamo anche di portare giocatrici e persone nuove in questo mondo, per portarle sui campi la domenica.

La Virtus femminile sembra mancare gli impegni chiave nelle gare più alla portata. Pensi ci sia un aspetto mentale o un qualcos’altro da dover migliorare nella squadra?
Con le squadre di livello superiore abbiamo espresso la nostra miglior pallacanestro. Purtroppo nelle partite “secche” o con le nostre dirette interessate, bisogna fare un analisi sul momento, o su come siamo arrivate a quelle determinate partite. Non lo definirei un problema più che altro mentale, perché nelle prime la squadra era in una fase di costruzione, partendo sì da un nucleo importante, ma dove la maggior parte non aveva giocato l’A1 e avevamo bisogno di capire come stare in questo campionato. In più abbiamo inserito delle giocatrici totalmente nuove per il campionato italiano. Le ultime posso dire che qualche errore da parte nostra ci sia stato, prendendo in esame la specifica di ieri, posso dire che arriviamo da un momento sfortunato, in cui la nostra playmaker titolare, nel processo di sviluppo appena citato, si stava prendendo il suo ruolo in tutto e per tutto, abbiamo avuto appunto l’infortunio di Rae D’Alie, fuori ormai da 3 settimane. In più ieri al secondo quarto si è infortunata anche Milica Micovic, quindi bisogna esaminare anche tutte le componenti che hanno portato alla vittoria o alla sconfitta.

Come sta Milica Micovic e come sta Rae D’Alie? Ci può essere la possibilità di averle in campo già nella partita di domenica contro San Martino di Lupari al Paladozza?
Colgo l’occasione per fare i complimenti a Costa, dove abbiamo trovato un campo caldo con una bella cornice di pubblico e una bella cornice per l’intero panorama femminile. Micovic è stata all’Isokinetic. Non voglio sbilanciarmi sul suo infortunio, comunque nulla di grave, però ci vuole ancora qualche giorno per capire le sue condizioni. Per D’Alie, la stiamo monitorando costantemente, ma secondo me sarà difficile averla in campo in campo il prossimo weekend. L’infortunio di Milica Micovic è al collo del piede, non sembrano interessati i legamenti. Ha effettuato la prima visita con la nostra Dott.ssa Rocchi e il Dott. Nanni, domani e dopodomani ne sapremo di più anche noi.

Come stai vivendo il passaggio dal campo alla scrivania?
Devo dire che era veramente più facile giocare, da un milione di punti di vista. Giocando tutto quello che ti può succedere in settimana, di positivo o negativo, puoi buttarlo in campo, sfogarti e anche nei momenti difficili della partita, cercare di risolverla tu. Da fuori è molto più difficile, perché le sensazioni quando uno è coinvolto sono veramente forti ed è un discorso di grande fiducia. Per quello che è la squadra quest’anno sono molto contenta, perché io ho fiducia estrema nelle ragazze, quindi posso vivermela. Se uno non avesse fiducia nelle persone che scendono in campo per te, faresti fatica ad andare avanti. Nonostante le difficoltà che stiamo vivendo, non ho mai smesso di avere fiducia in questo gruppo ed è la cosa che mi fa tornare col sorriso agli allenamenti delle ragazze, con l’entusiasmo, perché credo ciecamente in queste ragazze e credo nel loro lavoro. Quindi è più difficile, ma è un’esperienza che mi sta dando moltissimo.