STAGIONE 1998/99

 

Frosini, Panichi, Danilovic, Nesterovic, Paspalj, Sconochini, O'Sullivan, Binelli

Abbio, Ravaglia, Crippa, Rigaudeau

 

Kinder Bologna

Serie A1: 3a classificata su 14 squadre (20-26)

Play-off: semifinalista (4-7)

Coppa Italia: VINCENTE (5-6)

Euroleague: finalista (15-23)

SuperCoppa: finalista (0-1)

 

N. nome ruolo anno cm naz note
5 Predrag Danilovic A 1970 201 YUG  
6 Claudio Crippa P 1961 184 ITA  
7 Alessandro Abbio G 1971 193 ITA  
8 Radoslav Nesterovic C 1976 214 GRE  
9 Silvio Gigena A 1975 200 ITA dal 31/10/98 al 28/01/99
9 Enrico Ravaglia P 1976 193 ITA  
10 Matteo Panichi G 1972 205 ITA  
11 Augusto Binelli C 1964 211 ITA  
12 Alessandro Frosini A/C 1972 209 ITA  
13 Daniel O'Sullivan A/C 1968 210 IRL  
14 Antoine Rigaudeau P 1971 201 FRA  
15 Bill Edwards A 1971 200 USA dal 27/01/1999
15 Zarko Paspalj A 1066 207 YUG fino al 20/12/98
  Hugo Sconochini G 1971 194 ITA  
  Andrea Maiani A 1980 196 ITA  
  Fabio Ruini P 1980 192 ITA  
  Michael Olowokandi C 1975 215 NGR fino al 25/01/99
Solo allenamenti: Sean Marks  
             
  Ettore Messina All     ITA  
  Giordano Consolini ViceAll     ITA  

 

Partite della stagione

Statistiche di squadra

Statistiche individuali della stagione

Giovanili

IL FILM DELLA STAGIONE

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

In estate Danilovic si è operato alla caviglia, la Virtus ha rilasciato Savic, ha provato Mihailov Pesic, due metri nato a Dublino, ma ha poi optato per O'Sullivan e Gigena; quest'ultimo protagonista di una singolare vicenda: annunciato con un contratto quinquennale a inizio agosto, dopo le visite mediche viene rispedito a Livorno e nasce un contenzioso tra il Don Bosco Livorno e la società bolognese. Silvio inizia la stagione con i toscani, ma, messo presto fuori squadra, approda finalmente a Bologna, dove rimarrà solo due mesi e mezzo, per poi passare a Milano. Al raduno si presentano Ravaglia, Crippa, Binelli, Panichi, Gigena, O'Sullivan e Nesterovic. Saranno poi raggiunti da Rigaudeau e, successivamente da Sconochini, Abbio e Frosini, mentre Danilovic si unirà al gruppo a Folgaria, in attesa dello straniero destinato a sostituire Savic (Paspalj). Alla fine tredici effettivi titolari per una stagione su più fronti. Per Folgaria partono anche Cupello, Gonzo, Bottiroli e Fabio Ruini. In questo ritiro anche la tradizionale sfida a calcio, nella quale i giocatori hanno battuto la squadra di dirigenti e tecnici 3-0 (reti di Rigaudeau, Danilovic e Sconochini). A Verona si gioca il Trofeo Europa, una sorta di Supercoppa non ufficiale tra la Muller, vincitrice della Korac e la Virtus che si è aggiudicata l'Eurolega. Partono meglio i veneti, 24-15, ma le V nere azzerano quasi il divario, 28-26, poi gli scaligeri chiudono il tempo avanti 34-29. Nella ripresa, con un Nesterovic dominante, la Kinder produce un parziale di 0-7 e passa a condurre 34-36. Reagiscono i padroni di casa e un 6-0 firmato da Griffin produce il vantaggio locale 50-44. Nel finale viene fuori l'esperienza Kinder: si fa vedere O'Sullivan, ma sono Sconochini e Abbio a prendersi le responsabilità decisive. Griffin a 4" fallisce il libero del pareggio e Abbio scrive la sentenza dalla lunetta, 58-61. Nella presentazione interna contro Reggio Emilia, assente Danilovic, assente Sconochini per problemi muscolari, mentre Abbio c'è nonostante un problema alla caviglia sinistra; i reggiani stanno attaccati ai bolognesi: 12-6 Kinder, poi però pareggio a quota 30, finale di tempo 40-37 e bianconeri tre volte a più 7 nella ripresa, ma di nuovo parità a 55. Nel finale in volata decisiva la tripla di Abbio, 70-68. Un grande Rigaudeau, il giorno dopo a San Marino, segna 27 punti e trascina la Kinder alla vittoria sull'Olimpia Lubiana. A Reggio Calabria debutto in Coppa Italia, senza Danilovic, senza Paspalj (lieve infortunio) e con Sconochini solo in panchina ma tenuto a riposo; buon inizio della Kinder, 9-15 con due liberi Rigaudeau, poi Crippa ruba palla a Ginobili e manda a segno Ravaglia, Nesterovic domina sotto le plance e così Bologna vola, 16-30 e 24-38 all'intervallo. Nella ripresa reazione calabrese, 50-59 all'11', poi 55-61 dopo una tripla di Binotto. Ginobili esce per falli e si arresta la rimonta locale; Crippa, Abbio e Rigaudeau orchestrano il gioco bolognese e il divario torna ampio, 57-72. Brilla nuovamente Nesterovic, Riguadeau segna e la gara termina 72-87. Sconfitta in amichevole a Siena, 69-65, la Virtus affronta il ritorno contro la Viola. Recuperato Paspalj, rientra anche Sconochini e c'è pure Ravaglia, nonostante una piccola distorsione alla caviglia. In parterre c'è Divac, venuto a salutare l'amico Danilovic che è stato al suo capezzale in occasione della sua operazione. La Virtus, 21 rimbalzi in più dei reggini, ma anche 26 palle perse, soffre, i calabresi non accusano mai un distacco superiore ai 6 punti; il primo tempo si chiude sul 36-34, ma nella ripresa Reggio Calabria va a +7, 56-63 al 14'. Paspalj di rapina ricuce lo strappo, ma i bolognesi sembrano compromettere la gara (la qualificazione è in cassaforte dopo l'andata) con gli errori dalla lunetta a 44" e la palla persa a 38". Ci pensa un super Nesterovic, 11 su 14 al tiro, a pareggiare e poi a stoppare Santoro. La gara termina in pareggio, 68-68, consentito in queste sfide giocate sul doppio confronto. Mentre i tifosi organizzati non avendo ottenuto una curva, pensano di sciogliere il coordinamento dei tifosi formatosi pochi mesi prima e comprendente Forever Boys Virtus, Bad Girls, Club dei 100, Ragazze del Parterre, Gruppo Vincere e Provincia Bianconera, ci si appresta ai quarti di Coppa Italia a Verona, senza Sconochini, uscito dalla gara interna contro la Viola con una contusione al vasto mediale della gamba destra. Paspalj domina l'inizio della gara, 12 punti senza errori in 9': Griffin gli lascia spazio e Zarko sciorina il suo repertorio fatto di gancetti, tiri appoggiati al tabellone e rimbalzi in attacco. La Kinder si porta sul 17-27, Rigaudeau è senza mira, ma Abbio è invece preciso, 3 su 4 e 2 su 2 dalla lunetta (alla fine saranno, rispettivamente, 3 su 6 e 7 su 7), così il vantaggio lievita, 19-35. Sei punti di Iuzzolino riducono il distacco a fine tempo, 31-41. Nella ripresa le V nere soffrono il pressing e il parziale diventa di 14-0, con Bologna a secco per 4'30", 39-41 e Nesterovic già a quattro falli. I bolognesi tornano a +7, ma la Muller reagisce ancora, fino al pareggio, 54-54. Una piroetta di Binelli e l'unica tripla di Rigaudeau riportano a +7 gli emiliani, che chiudono poi vittoriosi, 65-70. Nel ritorno, ancora senza Danilovic e Sconochini, anche Nesterovic, O'Sullivan e Rigaudeau lamentano qualche problema fisico. Messina spera nella difesa e nei punti di Ravaglia, ma come successe nel derby valido all'accesso per la Final Four di Eurolega, quando mancavano Abbio e Rigaudeau, a ergersi a protagonista è Claudio Crippa che limita Iuzzolino e trascina i suoi alla Final Four, stavolta di Coppa Italia: insieme a Rigaudeau è il migliore realizzatore bianconero, con 14 punti, tutti nella ripresa, 1 su 1 da due e 3 su 4 da tre. Bologna era partita forte, 5 su 5 e 15-8, con Paspalj e Frosini protagonisti. Verona rientra con uno 0-7 e Rigaudeau all'8' firma l'ultimo vantaggio Kinder del primo tempo, 19-17. I bolognesi si arrestano e gli scaligeri, con un parziale di 3-19 vanno sul 22-36, appena limato all'intervallo, 28-40. Una tripla di Rigaudeau e 9 suoi punti filati ridanno fiato a Bologna, Nesterovic si fa sentire e Crippa con un siluro da 9 metri riporta in quota le V nere, 44-46. Tre liberi sbagliati da Iuzzolino e un'altra tripla di Crippa portano avanti i bolognesi, 49-47, al 28'30". I veneti tornano a +6, quindi virtualmente qualificati a 4'25", 56-62, ed è ancora Crippa, con la terza tripla a rilanciare Bologna; Claudio suggella la sua gara da match-winner coi liberi della vittoria. 71-66.

Nella Supercoppa contro la Fortitudo, Virtus sempre incompleta per le assenze di Hugo e Sasha, Abbio è MVP, 19 punti e 32 di valutazione sui 59 complessivi della squadra. Nel primo tempo la Kinder resta a galla, 32-33, dopo essere stata anche avanti 28-23, grazie al 14 su 15 ai liberi, ma solo 8 canestri. Nella ripresa i bianconeri cedono alla stanchezza e, pur rimanendo in partita fino al 38', cedono 59-66. Le assenze pesano anche in Coppa, contro l'Olimpiakos di Komazec e Papanikolau, anche perché stavolta Abbio fa 2 su 10, Paspalj tira 5 su 11, ma soprattutto non tiene Komazec, 25 punti. Per fortuna ci sono Rigaudeau, 22 punti, e Nesterovic, 18 punti con 9 su 15, ma calato alla distanza, costretto a un minutaggio superiore all'anno precedente. Rigaudeau al 9' firma il vantaggio Kinder, 20-19, ma al 16' greci avanti di 8, 26-34; all'intervallo 32-38; a inizio ripresa due buone cose di Paspalj illudono, poi gli ellenici scappano definitivamente, 40-53 al 27'. Giù Paspalj e su la vecchia guardia, compreso Binelli, però le cose non migliorano, meno 16 al 31' e, quando Binelli tira da tre si capisce che la gara è terminata. Un tiro miracoloso di Rigaudeau da tre punti limita i danni, 67-72, in vista di un'eventuale arrivo a pari punti a fine girone. Esordio in campionato, in trasferta contro Cantù, con i soliti assenti. La Virtus vince nonostante Crippa sia il migliore degli esterni e il terzo marcatore con 13 punti, dopo Nesterovic (23) e Rigaudeau (16), Panichi giochi 11 minuti e i bolognesi si blocchino e si mangino 13 lunghezze di vantaggio. La gara inizia bene per Bologna, 6-11 al 7' e 9-19 al 10', grazie a Crippa, Rigaudeau e Nesterovic. La Virtus arriva al +12 sul 20-32 e chiude il tempo 21-32, con la Polti al 30% al tiro e 56% dalla lunetta. Nella ripresa i padroni di casa si riavvicinano 28-33, ma Nesterovic risponde, 28-41, poi di nuovo rimonta dei lombardi. Finale allo sprint, Tripla di tabellone di Rigaudeau, risponde Rowan, Paspalj a 29" segna su rimbalzo d'attacco e dà il + 3 a Bologna, Di Giuliomaria con canestro più fallo (il quinto di Paspalj) agguanta il pareggio e Rigaudeau sbaglia l'ultimo tiro. Al supplementare la Virtus segna 9 attacchi su 10, 3 su 3 Nesterovic, 6 punti Crippa, che segna oltre a fare girare la squadra e prendere anche il rimbalzo d'attacco a 1', su errore di Frosini. Finisce 70-76 e così la Kinder evita il terzo ko consecutivo, l'ultimo rimane lo 0-3 dei playoff 1997. Si ferma per una distorsione alla caviglia sinistra Binelli e così per Zara parte Ruini. Parte male Bologna, 11-4 dopo 6'38". Lewis e Ruzic, artefici della velocità dei padroni di casa, finiscono in panchina con tre falli e la Kinder con uno 0-7 in un minuto sorpassa, 12-13 (tripla del rientrante Sconochini). Lo 0 su 5 di Abbio, costringe Messina a spostare Rigaudeau in guardia e affidarsi a Crippa play. All'intervallo 28-23 casalingo. Messina nella ripresa si affida alla zona 2-3 e, grazie anche al contropiede, le V nere partono con uno 0-10 di parziale. Poi i bolognesi controllano e l'ultimo tentativo croato viene spento da Nesterovic (21 punti). In doppia cifra anche Rigaudeau e Abbio con 12 punti e Paspalj con 10. Finisce 55-65.

Contro Gorizia Binelli va a referto ma non entra, Ravaglia è fuori per quindici giorni, in attesa di vedere se il suo ginocchio è nuovamente da operare, e Panichi ha un dito steccato, ma la notizia è che rientra Danilovic, quintetto, 27 minuti, 8 punti (primo canestro dopo 70"), 4 su 4, un rimbalzo e una stoppata. Il primo tempo si chiude sul 35-31, con 17 su 21 per la Virtus da due punti (10 delle prime 11 conclusioni a bersaglio), ma 11 palle perse. Nella ripresa Bologna si stacca, un 9-0 la trascina al 52-36, ma uno 0-9 riporta i goriziani sul 52-45; poi dal 58-51, negli ultimi 8'45" la difesa bolognese costringe gli avversari ad un solo punto, 71-52. Miglior realizzatore bianconero Rigaudeau con 19 punti, dopo troviamo Paspalj, 14, con 7 su 9. Contro l'Alba viene consegnato agli abbonati il coupon per ritirare alla concessionaria Volvo il volume fotografico che celebra l'accoppiata Scudetto-Eurolega della stagione precedente. In parterre, molto festeggiato Zoran, fresco di operazione a Bologna. Nesterovic, Danilovic (schiacciata) e Rigaudeau fanno subito 6-0. Le V nere volano sul 15-2, 7 di Antoine. Per 5'33" Berlino non segna su azione, poi Alexis, marcato da Paspalj, spezza il digiuno dopo 7 errori. Da meno 14 i tedeschi arrivano a meno 8, poi Binelli, il nono uomo, si presenta con schiacciata, due stoppate e un assist schiacciato al bacio per Danilovic (per Gus alla fine 16', 6 punti, 7 rimbalzi, 1 assist e 2 stoppate, anche se tutti ne hanno viste tre); Crippa, l'ottavo uomo, infila due triple, Abbio fa 7 punti filati sfruttando il contropiede. Alla pausa +24, con il 71% al tiro, contro il 26% tedesco, 22-7 a rimbalzo, 12-1 negli assist e soli 6 canestri dal campo concessi agli avversari. Mancano all'appello Frosini, 3 falli in 3', e Sconochini, zero tiri, ma non è un problema. Hugo troverà poi gloria nella ripresa, dove i bolognesi toccano anche il +32, prima di chiudere 78-52. Leggera distorsione per Crippa, ma nulla di grave. A Reggio Emilia (molto festeggiato dai fan bianconeri Carera) i padroni di casa reggono fino al 27-28 del 17', poi un parziale di 1-13 completato da 7 punti di Danilovic (21 punti alla fine), porta le V nere sul 28-41 di metà gara. Trascinati da Sconochini, 13 punti, 9 assist, 9 rimbalzi e 31 di valutazione, i bianconeri non scendono mai sotto gli 11 punti di margine (49-60) e dominano a rimbalzo, 35-23. Sul +20, 54-74, Sconochini rincorre Pastori per andarlo a stoppare. A Mosca si affronta una squadra che non perde in casa da 12 turni di Eurolega. Il tabellone e la sirena sono rotti, quindi si gioca in un clima un po' irreale; inoltre la polvere sul campo fa scivolare i giocatori: ne fanno le spese Sconochini che s'infortuna alla caviglia destra dopo 2' e Rigaudeau che si provoca un danno analogo a quella sinistra nel finale. Parte bene Bologna, 6-11 al 6' e 10-19 verso metà tempo. All'intervallo si va su un canestro di Abbio, 27-31, e lo stesso Picchio nella ripresa con 5 punti filati porta le V nere sul 27-38; Rigaudeau fa il 31-45. Frosini sbaglia 6 liberi, invece 6 ne mette a segno Danilovic e respinge il tentativo di rimonta russo. Termina 62-70, con il 61% al tiro per i bianconeri. Rigaudeau 22 punti, 9 su 11, 5 su 5 da due, 4 triple su 6, 2 rimbalzi e 6 assist; Nesterovic 18 punti, 9 su 10 e 6 rimbalzi; Abbio 13 punti, 4 su 6 al tiro, 4 su 4 dalla lunetta, 4 rimbalzi, 2 assist e difesa ottima su Karassev; Danilovic, partito con 5 errori, chiude a 2 su 10, ma segna i 6 liberi su 6 già citati. Sconochini e Rigaudeau fuori per due settimane: Antoine distorsione tibio tarsica con distrazione del legamento peroneo-astragalico alla caviglia sinistra, Hugo stessa distorsione, ma alla caviglia destra e con distrazione del legamento tibeo-peronale.

Mentre la società si lamenta della compagnia aerea Lufthansa, si attende, in situazione di emergenza, la Sony Milano. I milanesi partono bene, 3-6, ma subiscono subito un 11-0 di parziale. Al 13'30", su rimbalzo d'attacco, Panichi segna il 22-10; Nesterovic segna tre canestri, il primo su palla schiacciata di Abbio, il secondo da fuori e il terzo in piroetta; tre canestri li segna anche Danilovic e si va sul 34-14 al 18'. Il tempo si chiude sul 37-23, ma al 25' la tripla di Danilovic porta la Kinder sul +21 e i bolognesi continuano a dilagare, 61-31. La Virtus chiude 74-51, anche perché Messina prova quintetti anche con Panichi, O'Sullivan e Maiani. Costretta Milano al 33%; gli emiliani catturano 35 rimbalzi e confezionano 7 assist, 4 con Paspalj, vincono grazie a una grande difesa e al contropiede. In Eurolega arriva l'Ulker, che segna solo tre canestri nei primi 10', ma Bologna non scappa perché perde 7 palloni che si sarebbero potuti trasformare in contropiedi vincenti. Paspalj ha già tre falli al 13'. Al 15'30" il primo strappo: dal 21-17, tripla di Abbio, tap-in di O'Sullivan, entrata di Danilovic e si passa al 28-17. Il tempo si chiude sul 31-24. Al 25' di nuovo Kinder a +11, 37-26, ma Zarko è già a 4 falli. I turchi rimontano e impattano, 43-43, poi sbagliano più volte l'occasione del sorpasso. Due liberi di Danilovic e un canestro di Paspalj permettono ai bianconeri di entrare negli ultimi 5' con tre punti di vantaggio; canestro pesante di Danilovic (l'unico su 6 tentativi), rimbalzo offensivo di Binelli, contropiede di Paspalj e siluro di Abbio, così la Kinder s'invola, chiude 66-49, con un parziale di 23-6 negli ultimi 8'30", lasciando i turchi sotto i 50 punti, col 34% al tiro e ben 23 palle recuperate dagli uomini di Messina. Sasha non tira benissimo (a parte l'8 su 8 dalla lunetta), 8 su 18 dal campo, ma segna 25 punti e trascina i suoi, stando in campo 38', mentre 39 sono quelli di Abbio, anche lui sotto il 50%, 7 su 15, ma capace di produrre 19 punti. In due segnano 44 dei 69 punti della Virtus. A Varese i padroni di casa partono 14-5 grazie alla zona, poi la Kinder si riprende piazza uno 0-11 (spostando Nesterovic su Mrsic che aveva giganteggiato contro Paspalj) che la issa a 18-24; Bologna chiude il tempo 36-43, con un parziale di 22-38. La Virtus regge pure nella ripresa, anche quando dopo 5'20" va sotto di 2, ma negli ultimi 12' Varese si rimette a zona (alla fine saranno 16 le palle perse per i bolognesi) e chiude con un parziale di 18-9. A indirizzare la gara comunque un volo di Pozzecco su contatto con Binelli, l'arbitro abbocca, fischia il quinto fallo a Gus, Danilovic (un grande Sasha, 21 punti, 8 su 12, con 3 triple su 5), prende tecnico e i lombardi vanno a +3, 77-74, chiudendo poi 84-80. Paspalj male in difesa, ma 6 su 8 in attacco. Dopo 13 mesi, 400 giorni, la Virtus non è più prima. Infrasettimanale contro la Pepsi e a sorpresa c'è anche Ravaglia, per cui si era temuta la necessità di un nuovo intervento, nei 10 e Chicco giocherà anche gli ultimi tre minuti; altro fatto inaspettato è O'Sullivan in quintetto al posto di Frosini, ma la lieta novità è anche la gran gara di Paspalj, 18 punti, 8 su 11, 8 rimbalzi, 6 recuperi e 1 assist in 25'. Subito Kinder avanti 9-1 al 3', ma i romagnoli rimontano e passano a condurre 13-14 al'8'45", con l'unica tripla riminese del primo tempo, e vanno anche a +3. Bologna torna avanti solo sul 23-22 al 13', ma non si stacca perché, pur tirando col 59% da due, difende male. Con l'unica tripla di Danilovic la Virtus si porta a +6 e chiude il tempo sul 35-31. Zarko segna in contropiede e poi fornisce l'assist ad Abbio per il +13, 48-35, dopodiché la gara è in discesa, c'è anche la schiacciata di Panichi e gloria per Frosini, 12 punti con 4 su 7 e 4 su 4 dalla lunetta, con l'aggiunta d 4 rimbalzi; finisce 71-58. In tempo per il derby arriva finalmente Silvio Gigena, dopo l'accordo con Livorno. Nel derby assenti ancora Rigaudeau e Sconochini, quest'ultimo sembrava pronto per il rientro ma è peggiorato improvvisamente il venerdì. Mentre Antoine, poco tempo prima invitato a cena dal premier francese Jospin insieme agli grandi sportivi di Francia (le Roi è l'unico cestista), si rende protagonista di un bel gesto: in trattoria insieme alla moglie, che non gradisce il fumo, chiede al cameriere se gentilmente può far smettere di fumare al tavolo al fianco al suo, i quali acconsentono e alla fine della cena, al momento di pagare, si accorgono che Rigaudeau aveva loro offerto la cena. Nobile gesto, meno nobili le polemiche dopo derby, per il quale s'è scomodata anche la prima firma di Sports Illustrated, Wolf. Pur senza Sconochini e Rigaudeau, domina la Virtus, chiude avanti il primo tempo 26-30 e parte con uno 0-10 nel secondo, 26-40 al 24'30". La Fortitudo rientra 44-43, la Virtus con Abbio e Danilovic a 4 falli si mette a zona, ma quando Picchio esce, al 36'16", la Kinder è ancora a+5, 47-52 e quando esce anche Sasha, a 58" è a +4, 52-56. Due liberi di Myers, poi Paspalj balza in campo sulla rimessa (Zarko solo 14' e -1 di valutazione, incapace di difendere), Karnisovas mette la tripla a 21", poi la Fortitudo con 5 falli di squadra ne commette tre, superando così il bonus di 7, ma uno viene misteriosamente assegnato a Frosini, numero 12 in panchina Virtus, invece che a Karnisovas, numero 12 in campo per la Fortitudo e autore del fallo; inoltre, altrettanto misteriosamente, sul tabellone rimangono segnati 5 falli e non vengono mai aggiornati. Crippa viene sbattuto fuori dal campo a 3" e la gara termina con il successo biancoblù. Alla fine polemiche a non finire: Skansi accusa Messina di condizionare gli arbitri, Ettore risponde lamentandosi del pasticcio Karnisovas-Frosini, Crippa si lamenta per essere stato buttato a terra nell'ultima azione senza che fosse fischiato fallo. Invece che placarsi le polemiche aumentano l'indomani quando la tv locale Rete 7, mostra chiaramente che la paletta del bonus era stata alzata dal tavolo, ma per ben due volte abbassata dal direttore sportivo della Fortitudo Puglisi. Alla fine di tutto il polverone sollevato rimane la gioia Fortitudo, che si ritrova prima solitaria, lo sconforto Virtus, che si ritiene beffata, ma soprattutto il ricordo del derby, come quello della paletta, giocato nel giorno dei Santi e di cui divenne protagonista Santi (Puglisi).

Rigaudeau torna in palestra, ma è indisponibile per Atene, dove si deve affrontare l'Olympiakos, mentre partono Abbio, che accusa problemi alla caviglia, e l'acciaccato Frosini, ma c'è bisogno di tutti. In quintetto c'è Panichi, perché Frosini non ce la fa; va meglio Abbio, che segna la tripla dello 0-5 e tiene Goldwire; Panichi regge su Komazec, mentre Danilovic imperversa su Papanikolau, così Bologna vola 2-11 dopo 4'30". Papanikolau va in panchina e sale Tomic. Al 7' V nere in bonus, con Nesterovic e Binelli a due penalità. Al 10' Kinder avanti 10-15, ma tirano solo Abbio e Danilovic (alla fine rispettivamente 13 e 25 punti, 12 per tutti gli altri insieme), gli altri tre del quintetto fanno da sponda. L'Olympiakos recupera con i rimbalzi d'attacco, le palle vaganti e i tiri liberi, nonostante la Virtus si sia schierata a zona. Dalla lunetta sbagliano invece due liberi a testa Nesterovic e Paspalj, così Fassoulas ha modo di sorpassare, 20-19 e Komazec, al suo primo canestro della gara ed è un tiro pesante, di allungare, 23-19 al riposo. Bologna ha segnato 11 punti nei primi 4'30" e 8 nei restanti 15'30", rimanendo a secco negli ultimi 7'22". Ivkovic assale gli arbitri, ma Messina non ci sta. Il digiuno continua nella ripresa per 3'20", 30-20, interrotto solo da un punto di Danilovic che arriva dopo 9'20" senza segnature italiane. Al 27'30" primo canestro di Nesterovic. I greci vanno sul 41-29 e la gara sembra chiusa, ma i bolognesi, trascinati da Sasha, si riavvicinano fino al 46-43 del 16'. Sarà una schiacciata di Fassoulas a frustrarne le residue velleità e la gara termina 55-50, con la Kinder menomata che ha orgogliosamente lottato, ma ha pagato il 15 su 39 al tiro e il 18 su 28 dalla lunetta. Contro la Benetton, la Kinder ha ancora fuori Sconochini e manca anche Frosini che non si è ripreso dagli acciacchi, ma rientra Rigaudeau, il migliore realizzatore con 14 punti (molti decisivi nel finale) è però Abbio, che quando incontra Treviso gioca spesso grandi gare. La Kinder tira ancora male, 22 su 48, e contro la zona perde molti palloni, 18 di cui 13 nei primi 20'. Danilovic tira male, 2 su 10, ma segnerà i suoi 4 liberi su 4 importanti nel finale. Parte bene Bologna, 27-19, con Nesterovic che imperversa (alla fine 13 punti e 4 stoppate), contro una Benetton priva di Rebraca e Bonora con Marconato non utilizzabile in panchina e che ha come baluardo lungo (si fa per dire) solo Nicola. Poi l'evanescenza di Paspalj, il debito d'ossigeno di Rigaudeau, l'O'Sullivan dimenticato in panchina dopo i suoi 5 punti in 4 minuti, producono un parziale di 5-18, fino al 32-37, e il tempo si chiude 34-39. Al 30' è ancora 43-52 e al 35' Treviso è ancora avanti 50-58. Poco dopo Rigaudeau segna la tripla della speranza, 57-61, Sasha dalla lunetta fa 59-61, Williams mette un solo libero e Abbio pareggia, 62-62, poi lo stesso Picchio e Danilovic segnano i 4 liberi del 66-62, con un parziale finale di 12-1. Paspalj, sempre più sull'orlo della sostituzione, chiude a +1 di valutazione, segna in 22' 3 canestri su 5 tentativi, ma Messina lo rimette in campo negli ultimi 2' solo perché Binelli commette il quinto fallo. Panichi e Abbio sono vittime dell'influenza, ma recuperano per la gara contro lo Zadar. Non parte bene la Kinder, anche perché Nesterovic nei primi 20' cattura 6 rimbalzi, ma fa 0 su 2 (alla fine 4 punti con 1 su 6 al tiro e 9 rimbalzi); Ci pensa Crippa a dare il via alla fuga con due triple consecutive, dal 17-9 al 23-9 a metà tempo. Così i croati, nonostante i 20 rimbalzi a 12 del primo tempo, sono sotto di 14 all'intervallo, 36-22, e Bologna ha schierato per 9 minuti a testa O'Sullivan e Panichi e ha dato 6 minuti di riposo a Danilovic, il grande protagonista della gara, 24 punti, 8 su 10 da due, 2 su 2 nelle triple e ai liberi. Da segnalare nel primo tempo i tre canestri di Paspalj, poi sparito. Nella ripresa gli ospiti si avvicinano fino al 46-38 del 27'30", ma la Virtus controlla un secondo tempo non bello, impreziosito da un assist di Rigaudeau per Danilovic, e vince 62-53. Contro la Pompea Danilovic festeggia i 150 gettoni di presenza in bianconero, numero uno straniero di sempre; è proprio Sasha il protagonista in positivo e in negativo: gioca 17 minuti bellissimi, 15 punti, 4 su 6 da due, 2 su 2 da tre e 1 libero su 1. A questo punto commette fallo sul canestro di Ambrassa, protesta, prende tecnico, continua a protestare e viene espulso. Roma usufruisce di 5 liberi e rientra da meno nove a un solo canestro di distanza e ha l'inerzia dalla sua. Infatti, pur priva di Tonolli, in panchina ma inutilizzabile, e Pessina, si trova di fronte una Kinder senza Sconochini, Frosini, Ravaglia, di nuovo alle prese coi suoi problemi fisici, Binelli, nei 10 ma con un colpo di frusta che ne impedisce l'impiego, e ora Danilovic. Invece la Virtus, trascinata da Rigaudeau, 23 punti (7 su 11 e 6 assist), Abbio, 12 (7 falli subiti, 7 recuperi e 7 rimbalzi), Nesterovic, 15 e grazie anche a Paspalj, solo 5 punti con 2 su 6 e 4 perse, ma una gran difesa su Kidd, reagisce bene e si porta alla fine del tempo sul 47-42. Nel secondo tempo Obradovic commette il quarto fallo in attacco e in 7' i capitolini segnano un solo libero con Cessel. Nesterovic domina (alla fine 7 su 8), Caja prova anche la difesa 4 a zona e Ambrassa o Rossini a uomo su Rigaudeau, ma due triple di Gigena smorzano ogni tentativo di rimonta dei romani che passano al massimo da meno 16 a meno 10. La grande difesa Kinder, con 23 palle recuperate determina il punteggio finale, 79-66. Terrieri farà lo speaker in casa e l'accompagnatore in trasferta (gli era già successo in qualche occasione), al posto del dimissionario Canna, che da persona integerrima, ha pagato per tutti il derby della paletta.

A Berlino Danilovic è acciaccato per una botta alla mano (per lui solo 4 su 13) e Rigaudeau, dopo una buona partenza, si è eclissato; così l'Alba, ancora a zero successi vince 75-72, nonostante un Nesterovic da 6 su 8 e 18 punti. Vantaggi alterni fino al 15', poi Rigaudeau fornisce due assist a Nesterovic, Paspalj tiene Alexis e segna anche tre canestri (alla fine 4 su 8 per Zarko), così la Kinder si porta sul 24-28, ma un 7-0 locale ribalta tutto. Ci vuole una palombella di Crippa per andare al riposo sotto di un solo punto, 35-34. Nella ripresa Danilovic, fasciato, non è in quintetto, Paspalj fa il quarto fallo al 2', Nesterovic il terzo dopo un minuto e Rigaudeau il quarto a metà secondo tempo. Sul 57-50 Messina prova la zona, che produce effetti, un parziale di 1-8 per il 58-58. Paspalj e Nesterovic sbagliano da un metro, Alexis con una tripla e un contropiede lancia i tedeschi sul 67-62. Due tiri da oltre l'arco di Rigaudeau danno il 73-72 a 9", ma nessuno fa fallo e Nakic appoggia a canestro per il definitivo 75-72. La prima neve caduta su Berlino rende problematico anche il ritorno, con una lunga attesa in aeroporto. Intanto Danilovic squalificato per due giornate salterà le trasferte di Faenza, contro Imola, e di Siena. A Faenza vittoria numero 1000 per una Kinder senza Sconochini, Danilovic e praticamente anche Frosini. 50 punti della magica coppia Abbio-Rigaudeau, 29 punti Picchio, 10 su 14 al tiro e 10 falli subiti, 21 le Roi, ma anche 17 punti e 21 di valutazione della coppia Gigena-Panichi, 9 Silvio e 8 Matteo, partito in quintetto, entrambi con 3 su 4 al tiro e il cento per cento ai liberi. Sanders fa la voce grossa con Nesterovic, ma viene poi imbrigliato da Binelli. Esposito, con Abbio incollato infila 9 punti e porta la Termal a +4 al 5', ma Rigaudeau risponde e consente ai suoi di pareggiare, 19-19. Gigena sbaglia il primo tiro, ma poi ne segna due da vicino e un siluro da 7 metri, sull'accenno di zona degli imolesi, così la Virtus si porta sul +8, 26-34. Jent realizza due canestri e riavvicina la Termal, 33-34, a 90" dalla pausa. Il tempo per Abbio di segnare 7 punti e di fissare il risultato all'intervallo sul vantaggio di Bologna, 37-41. Nel secondo tempo c'è Binelli, poi entra anche Nesterovic, al posto di un Paspalj dannoso. Vitucci prova la zona, ma Binelli dirige il gioco dalla lunetta. Un'altra fiammata di Abbio, 8 punti filati, fa scappare le V nere, 46-60 al 30'. Con coraggio e con due canestri di Jent i romagnoli si riavvicinano, 67-73, al 37'30". Due schiacciate di Panichi dissipano i dubbi, 77-83. Migliore in campo Abbio, una grande reazione la sua alla scialba prestazione della squadra in Coppa. Intanto per Ravaglia si rende necessaria una nuova operazione. Per Ravaglia operazione riuscita, ma più complessa del previsto: riallineamento della rotula, trapianto della cartilagine, stagione finita, previsti 8-9 mesi di stop. Il 29 novembre all'All Star Game negli stranieri Danilovic segna 12 punti e Rigaudeau 10, nella selezione italiana, guidata da Messina con vice Consolini, brilla Binelli, 12 punti e 14 rimbalzi. Il primo dicembre lo staff tecnico e Danilovic volano a Milano per la presentazione del video della Ferrero girato a settembre e nell'occasione Danilovic viene premiato come miglior giocatore europeo. Per il due dicembre in arrivo all'Arcoveggio, per un'amichevole a porte chiuse, la capolista di A2, Montecatini, con Crippa assente per una contrattura. Sconochini viene nominato atleta argentino dell'anno e invitato dal presidente Menem; per Hugo, intanto, viene scongiurata l'ipotesi di un'operazione, recupererà in un mese. Puglisi viene inibito per 45 giorni in seguito al derby della paletta.

C'è da affrontare Siena, in cui sono stati appena inseriti Moretti, Oliver e Amaya, mentre nella Virtus sono appena rientrati dalle qualificazioni europee Abbio e Nesterovic, mancano lo squalificato Danilovic e gli infortunati Ravaglia e Sconochini, si riesce invece a recuperare Crippa, nonostante che dopo due giorni di stop, si sia fermato nell'ultimo allenamento dopo un'ora, ed è in ripresa Frosini, che a Faenza era nei 10, ma senza entrare. La Kinder soffre per un terzo di gara, partono infatti forte i toscani, Amaya domina a rimbalzo (10 alla fine), Oliver segna dalla distanza (18 alla fine) e al 10' il punteggio è 23-10 (9-4 i rimbalzi). Paspalj evanescente gioca solo 6', Panichi, partito in quintetto non incide; poi, nella serata del non miglior Rigaudeau, Crippa fa impazzire Corchiani, Frosini e Binelli prendono il sopravvento a rimbalzo e al 14' c'è il pareggio, 26-26, e Bologna prova a scappare, ma un siluro di Oliver la blocca, 31-32. Comunque alla pausa la Virtus conduce 31-36, ma a inizio ripresa la Ducato è nuovamente ad una incollatura, 36-37. Entrano in partita anche i reduci dalle qualificazioni europee, Abbio e Nesterovic e al 27' V nere in fuga, 40-50, e al 30' al massimo vantaggio, 44-56. Esce Crippa e i toscani tornano minacciosi, 54-60. Sul 58-66, a 1' dalla fine Messina prende tecnico, ma i locali non sfruttano l'occasione dei quattro liberi, Amaya li fallisce entrambi e Middleton ne insacca uno solo, così, sulla successiva tripla di Corchiani, la sua unica, a 50" dalla fine, i la bolognesi conservano un buon vantaggio, 62-66 e possono chiudere con la saldezza di nervi di Crippa (14 punti, 2 su 3 da due, 1 su 2 da tre e 7 su 8 ai liberi), sul ripetuto fallo sistematico: finisce 64-73. Contro il Cska, solita vigilia tormentata con O'Sullivan che si allena con una ginocchiera e Abbio stanco che si dedica solo ai pesi, la Virtus si guadagna il secondo posto nel girone e due punti importanti per la fase successiva. Virtus in lutto e senza Paspalj, volato in Montenegro per la morte del papà. Dopo tre canestri dei moscoviti, Bologna piazza un parziale di 20-2, aperto da una tripla di Abbio e continuato con tre contropiedi di Danilovic (23 punti), lanciato da missili di Rigaudeau, uno in tuffo con il pugno. Frosini cattura 7 rimbalzi e recupera 5 palloni, Nesterovic ha 6 su 8 nel primo tempo e 9 su 12 alla fine. Così all'8'30" 24-8 e gara chiusa. Karassev è azzerato da Abbio e la Virtus domina anche a rimbalzo, 36-23. Il tempo si chiude con un canestro da oltre l'arco di Danilovic, 49-32, con i bianconeri che hanno tirato 16 su 21 da due e 8 su 9 ai liberi. Sasha apre anche il secondo tempo con due liberi, poi contropiede di Binelli e per oltre 5 minuti i russi non segnano, Bologna piazza un 13-0, per il +30, 62-32 e sul +27 Danilovic si butta anche a terra per una palla a due. Poi la gara non ha più nulla da dire e finisce 86-65. Nella gara casalinga contro Pistoia viene premiato Mister Europa Danilovic, con la Kinder Cup. Assente Paspalj, al 5' la Virtus è sotto 8-18, dimenticandosi di difendere. Poi reagisce e in 12' piazza un parziale di 27-9 che la porta a +8, nonostante i tre falli di Binelli e il quarto preso in panchina. Trascinata dal miglior Frosini dell'anno, 18 punti, con 8 su 11, 7 rimbalzi, 3 stoppate e 3 recuperi, la Kinder sfrutta anche la fiammata di Danilovic, 20 punti, con 9 su 13 da 2, e i ricami di Rigaudeau, 18 punti, con 8 su 10 da due, 6 rimbalzi e 6 assist. Pistoia si difende, non scende mai sotto il meno 15 e chiude sotto di 8, 80-72, tirando con il 59% da due e recuperando 16 palloni contro i 13 di Bologna, a testimonianza di una Kinder non troppo feroce. Paspalj rientra in tempo per la gara di Istanbul, ma si sa già che la domenica successiva, a Verona, sarà la sua ultima esibizione in maglia Kinder, però con professionalità Zarko si mette a disposizione. Abbio su Anderson, Rigaudeau su Erdenay e così l'Ulker viaggia a poco più di un punto al minuto, mentre i bianconeri, in un clima sereno, nonostante la tensione politica, chiudono i primi 20' sul 23-31, con il 66% al tiro. Il break avviene con 3 canestri di Nesterovic (12 punti finali) e una tripla di Rigaudeau (14 punti alla fine), 15-27 al 16'. Nella ripresa i bolognesi sbagliano 5 tiri consecutivi ma prendono sempre il rimbalzo, per le uniche 5 carambole offensive nella gara della squadra di Messina. A metà tempo V nere a + 20, 32-52 e anche se i turchi chiudono con un 19-8, la vittoria non è mai in discussione, 49-60, con i padroni di casa che segnano solo 19 canestri su 50 tentativi. Grande protagonista Danilovic, 20 punti, con 5 su 8 da due, 2 su 4 da tre, 4 su 5 ai liberi e 4 assist. Contro Verona inizio degli scaligeri, 26-18, poi Danilovic con la tripla del meno 5 inizia la rimonta bianconera. Sasha ne segnerà 24 a fine gara (7 su 10 da due, 2 su 4 da tre, 4 su 5 ai liberi e 4 assist), ma ben 14 nel primo tempo (40-44), quello di maggiore sofferenza Virtus. Nella ripresa Bologna dilaga, grazie anche alla zona. Rigaudeau segna il tiro pesante del 49-58, poi Crippa incrementa il vantaggio e quando Danilovic confeziona un perfetto assist per Rigaudeau anche il pubblico di casa applaude riconoscendo il vincitore della gara, 79-92. Ventinove minuti per Crippa, 2 su 3 da due, 2 su 2 da tre e 2 assist (anche un tap in in volo); Rigaudeau ottimo in regia con 8 assist e bene anche Paspalj, al passo d'addio, 13 minuti, 7 punti, 3 su 4 al tiro, 4 rimbalzi e un recupero. Ottime V nere, 67% da due, 64% da tre e 93% ai liberi, 18 assist e vinta 28-21 la gara dei rimbalzi. Detto dei punti di Danilovic, Rigaudeau ne segna 17, Nesterovic 16, Frosini 12 e Crippa 10. Kinder seconda al giro di boa, dietro Varese.

In vista della gara contro la Polti, i bianconeri si allenano anche nel pomeriggio del giorno di Natale. Abbio salta la Polti causa febbre e allora va in panchina Sconochini, ma non si toglie neppure la tuta. Due strappi Virtus, 21-8 al 10', poi un 19-3 a metà ripresa, con gli assist di Rigaudeau e la zona. Polti a meno 9 a metà secondo tempo, poi ci pensa Rigaudeau: la tripla del 54-41, l'assist rovesciato per Danilovic, con cui il francese taglia mezzo campo per il 60-41. Finisce 74-56. La Kinder chiude con 90 di valutazione, contro il 48 di Cantù, nonostante i bolognesi tirino 3 su 13 da tre, il 65% ai liberi, perdano 18 palloni ed escano sconfitti 33-29 nella gara dei rimbalzi. Frosini segna 14 punti con 6 su 9, Crippa gioca 34', con 3 su 5 al tiro, 6 rimbalzi e 2 assist. Intanto si fanno i nomi di Bailey, già visto in Italia, e Marks, già provato a settembre, per sostituire Paspalj. Il 29 dicembre Rigaudeau, Nesterovic e Danilovic vanno all'All Star Game europeo e nell'occasione Messina riceve il riconoscimento ufficiale di migliore allenatore europeo del 1998, per il quale Cazzola lo aveva già premiato con una targa in occasione della gara interna contro Cantù. Intanto la Virtus si accaparra le prestazioni di Michael Olowokandi, prima scelta dei Los Angeles Clippers, fermo per la serrata NBA, campionato che rischia di saltare per la protesta dei giocatori. Si tratta della risposta bianconera all'ingaggio di Del Negro da parte della Fortitudo. Arriva anche Sean Marks, neozelandese già provato in estate, ma verrà utilizzato solo negli allenamenti. A Gorizia, dove Mira Poljo ha assunto il ruolo di coordinatore sportivo, unendo quello di direttore sportivo e general manager, la Virtus si presenta finalmente al completo: rientra Sconochini dopo due mesi e torna anche Abbio, dopo l'influenza; per Picchio gettone numero 150 con la Virtus. I goriziani, fanalino di coda, sono privi di Peane, pivot titolare, e anche del neo acquisto Bazarevich, per il quale non sono arrivati i documenti. Frosini, Binelli e Nesterovic faticano contro il solo Pol Bodetto, così la Virtus arranca. Ha un sussulto, grazie alla zona e a 7 punti di Rigaudeau, che la portano sul 28-33, ma non basta per scrollarsi di dosso i padroni di casa, che rimangono incollati fino alla fine. Sul 60-60 Mian sbaglia due liberi, ma Danilovic stecca la tripla e così si continua in equilibrio fino alla sirena, quando Stazic realizza la tripla che condanna Bologna, 67-64. Messina non salva nessuno dei suoi per la condotta superficiale della gara. Martedì arriva Olowokandi e il giorno successivo si parte per Salonicco, per andare ad incontrare il Paok di Coldebella. La Kinder si presenta senza Gigena, contrattura alla schiena, e con Danilovic afflitto da problemi inguinali. Bologna sta avanti fino al 17', poi sorpasso locale, 29-27, 20 dei punti bianconeri sono di Nesterovic (12 alla fine) e Danilovic, che chiuderà con 23, in una serata in cui Abbio non segna e Rigaudeau ne fa 4 con 2 su 8. I greci incrementano e vanno al riposo sul 32-27. Solo 9 punti Kinder negli ultimi 10 minuti del tempo che si chiude con un 12 su 27 al tiro degli italiani, che perdono anche al rimbalzo, 20-13. Nella ripresa la Virtus si presenta a zona, ma non migliora, 43-31 al 24'; Sasha con 5 punti tenta una rimonta, 46-38, dopo che il Paok era volato a +13. Olowokandi prova con schiacciate e semiganci destri e sinistri (con uno di questi aveva segnato il suo primo canestro quando era entrato al 7' del primo tempo), ma la tripla dell'ex Coldebella chiude i giochi, 62-47, finisce poi 71-57. Contro la Zucchetti gara numero 700 in campionato per la Virtus. Binelli ha la caviglia sinistra che lo costringe al ko, ma rientra Frosini, assente a Salonicco. La Kinder soffre nel primo tempo, 33-35, ma nella ripresa i bolognesi realizzano 21 tiri su 25 tentativi, trascinati dal duo dominante Olowokandi-Nesterovic, (14 punti, con 6 su 10, 13 rimbalzi e 2 toppate il primo in 31', 21 punti, con 10 su 12, 8 rimbalzi e 5 stoppate il secondo): 41-20 nei rimbalzi e 7-0 nelle stoppate. Reggio Emilia resiste 25', aggrappata alla zona e a Basile, 10 su 14 al tiro, 7 rimbalzi, 3 recuperi e 3 assist, poi Sconochini, 8 punti, guida i suoi, Rigaudeau (15 punti e 7 assist, dopo le stecche iniziali) incrementa e Frosini firma il 61-50. Danilovic non in grande giornata, 4 su 12, con 0 su 7 nel primo tempo, solo 9 punti e al 37'50" in contropiede esegue una piroetta vincente ma si procura uno strappo al quadricipite della coscia destra ed esce saltellando, come era successo nei playoff della stagione precedente contro Varese. La gara termina 80-65 e si pensa ad un sostituto per Sasha, il cui infortunio prevede un periodo lungo di assenza.

Per il derby di Eurolega rientra Binelli, Olowokandi soffre per una contusione al ginocchio destro e Rigaudeau per una contusione al quadricipite destro, mentre viene confermata la diagnosi per Danilovic, 45 giorni fuori. Deludenti gli attesissimi Olowokandi e del Negro: il primo comincia bene, trasformando rimbalzi offensivi, ma segna in totale solo 6 punti e esce anticipatamente per falli; il secondo gioca solo 13 minuti su 50. Parte forte la Kinder, trascinata da Abbio (22 punti) e Rigaudeau (20). Sconochini (menomato) s'incolla a Myers, Abbio a Del Negro, Olowokandi segna punti a rimbalzo d'attacco e così all'8' le V nere conducono 19-12, con una pallacanestro brillante che mancava da un po' di tempo. Ai primi cambi, però, la F si avvicina, 29-27, poi rientrano gli uomini del quintetto, Messina ordina la zona e con Abbio i bianconeri allungano nuovamente, 34-27, leggermente limato all'intervallo, 34-29. Solo 5 punti di margine per la squadra di casa, che ha tirato col 64%, contro il 44% della Fortitudo, e ha prevalso a rimbalzo 19-15. Inoltre nella squadra di Skansi Myers ha effettuato solo 5 tiri e Karnisovas ha giocato 8' minuti insipidi. Nella ripresa gli ospiti partono con uno 0-10, 34-39; è Abbio a far uscire i suoi dal tunnel, prima da due e poi da tre, Crippa completa il 7-0 e sorpassa. 41-39. La partita procede in equilibrio, Rigaudeau per il +5 al 37', però a 18" dalla sirena la Fortitudo è a +3, con due liberi di Myers. Rigaudeau ci prova due volte da tre ed è il secondo il siluro a bersaglio di tabella a 4" dalla sirena, 57-57 e supplementari. Un'altra tripla del francese, ancora di tabellone, lo rende padrone del campo mentre Mulaomerovic, 0 su 9, esce per 5 falli (unico biancoblù della gara, mentre i bianconeri ne hanno già due fuori e altri due usciranno), Kinder a + 6 a 70" dalla fine del primo supplementare, 69-63. Myers risponde, Crippa mette un solo libero, Damiao pareggia a quota 70 con due liberi a 8" (quinto fallo Abbio) e si va al secondo supplementare. Con Abbio, Olowokandi, Nesterovic già fuori per falli e Sconochini che esce al 46'51" sul 72-70 (con Gigena indisponibile quintetto obbligato con Crippa, Rigaudeau, Panichi, Binelli e Frosini), la Virtus regge con i rimbalzi offensivi di Panichi. Rigaudeau sbaglia, a rimbalzo Binelli (ottimo fin lì con 8 rimbalzi) commette un ingenuo fallo su Karnisovas, che a 4" dalla fine segna i liberi della vittoria, 72-74, 2-4 nel secondo overtime. Entrambe le squadre chiudono col 34% al tiro. A Milano duecentesima panchina per Messina, tutte con la Virtus: finora 144 vittorie su 199 gare, oltre il 72% di successi. Rigaudeau ha una contusione alla coscia, ma è presente dopo il derby perso, nel quale, seppur con basse percentuali ha trascinato la squadra, segnando il +5 al 37", la tripla del pareggio al 40" e il + 6 nel primo supplementare, anche se ha sbagliato il tiro decisivo nel secondo overtime. La Virtus reduce da tre sconfitte in quattro gare e dalla maratona persa nella stracittadina, parte malissimo, 12-0 (primo canestro bolognese dopo 3'31"), 20-7 ed è quasi un sollievo il 38-30 dell'intervallo. Messina prova con la zona a opporsi al trio Booker, Johnosn e Portaluppi, 58 punti e 40 tiri. Dopo un brutto primo tempo Olowokandi, vittima di una tendinite, resta in panchina per 20'. Al 26' pareggia Sconochini, sorpasso di Nesterovic, 48-49, al 28'24" e ulteriore allungo Kinder, 48-54. Quando Bologna torna a uomo Booker, con una tripla, una penetrazione e un'acrobazia da vicino, riporta l'Olimpia avanti 64-61 a 3'15". Nel frattempo c'è stata anche la beffa di un canestro annullato a Frosini per il suo quinto fallo. A 50" Binelli cattura un rimbalzo offensivo, poi Nesterovic pareggia dalla lunetta, 66-66, e Rigaudeau, magnifico protagonista con 31 punti, 11 su 21 (8 su 12 da due, 3 su 9 da tre e 6 su 6 ai liberi), 3 rimbalzi e una sola persa, segna a 7" il canestro decisivo, 66-68. Per Antoine anche 10 punti nei primi 10' di secondo tempo, in cui i bolognesi azzerano il vantaggio locale e il 4 su 4 ai liberi che riporta le V nere avanti a 1'28". Dopo aver detto alla squadra, nell'immediata vigilia, che nessuno doveva fare il Danilovic, segna 31 punti, ovvero i 16 di media di Sasha e i suoi 15 di media, fino alla gara contro Milano, e realizza anche il canestro decisivo.

Virtus molto vicina all'acquisto di Basile da Reggio Emilia, ma i bianconeri non vogliono privarsi di O'Sullivan, ambito dai reggiani, per non ridurre il roster di Eurolega; la società bolognese offre Gigena, Crippa e soldi, ma alla fine l'affare, che sembrava ormai concluso, sfuma. Crippa lamenta una distorsione alla caviglia, Olowokandi la solita tendinite al ginocchio destro, ma entrambi sono presenti a Samara. Dopo le sconfitte con i fanalini di coda, Alba Berlino e Gorizia, le V nere non si distraggono in terra russa, anche se devono soffrire nel primo tempo, con i padroni di casa che tirano 5 su 6 da tre e chiudono la frazione al comando 37-35. Nella ripresa i bolognesi reagiscono, chiudono con il 25 su 37 da due, pari al 67,6%, grazie al 6 su 8 di Nesterovic (15 punti), al 6 su 7 di Olowokandi (15 punti); ma il leader è sempre Rigaudeau, 19 punti con 7 su 12 al tiro. Così, nonostante i russi vincano la gara a rimbalzo, 22-18, Crippa a 4'30" segna da tre metri il 53-61 e Abbio, con una sequenza di 6 liberi porta Bologna a +13. La gara termina 61-71. Infiammazione alla gamba sinistra per Crippa, ma regolarmente in campo contro Varese, gara in cui spicca ancora un immenso Rigaudeau, autore di 29 punti, 8 su 15 al tiro, 11 su 13 ai liberi, dodici falli subiti, 7 recuperi e una sola palla persa, e trascinatore in una ripresa che vede la Kinder passare al comando, dopo aver chiuso sotto il primo tempo 37-41. Deleterio Olowokandi, in 5' 4 falli, una schiacciata e un tiro terminati lontano dal canestro, meno 6 di valutazione. All'uscita dagli spogliatoi, dopo l'intervallo, parziale di 16-1 per Bologna, con Nesterovic che firma il 53-42 al 27'14". Rientra Olowokandi per far rifiatare Rascio e al 33'30" Pozzecco riavvicina i lombardi, 60-55. Poi la difesa e 11 punti consecutivi di un indemoniato Rigaudeau rilanciano i bolognesi che vincono 81-67, ribaltando anche la differenza canestri. Di fianco al francese, grande prestazione di Nesterovic, 24 punti con 11 su 15, e 7 rimbalzi. Da segnalare il 6 su 12 di Sconochini, con 6 perse ma 5 recuperi e 7 rimbalzi, i 7 rimbalzi di Frosini e il 2 su 4 da tre punti di Abbio. Capolista sbaragliata con 101-55 di valutazione. Cazzola, con un blitz ad Atene, si assicura Ekonomou, in scadenza col Panathinaikos, per la stagione successiva; la Virtus perde però Basile, soffiato dalla Fortitudo. A Rimini esordio per Edwards, terzo "15" dopo Paspalj e Olowokandi. L'americano tira male, 1 su 7, ma realizza 6 liberi su 7, cattura 5 rimbalzi e recupera due palloni. Strepitoso ancora Rigaudeau, 33 punti, con 10 su 14 da due, 1 su 1 da tre e 10 su 12 dalla lunetta e 39 di valutazione. Al 5'30" primo vantaggio casalingo, 12-11, poi, con un parziale di 8-24, scappa la Kinder, 20-35 al 16', frutto di contropiedi, rimbalzi e del 7 su 7 di Rigaudeau. Nel frattempo è entrato Edwards al 10'. Il tempo si chiude sul 32-46 e a inizio ripresa Nesterovic segna il 32-48, poi Bologna si blocca e i locali al 30' sono ad un solo punto, 56-57 (parziale di 24-9). Con la zona i bianconeri riprendono fiato, 59-64, firmato Edwards dalla lunetta, ma i romagnoli non demordono, di nuovo ad una sola incollatura al 36', 65-66. Un carpiato di Crippa al trentesimo secondo e un solitario contropiede di Frosini, uniti al solito chirurgico Rigaudeau, rilanciano i bolognesi, 67-78. Neppure il quinto fallo di Sconochini, con relativo tecnico, a un minuto dal termine può mettere in pericolo la vittoria delle V nere, che arriva 75-86. Intanto il francese della Kinder, dalla gara contro Milano, viaggia a 28 punti di media, con il 60% da due, il 41% da tre, l'81% ai liberi, e si appresta a condurre la squadra nella Final Four di Coppa Italia a Casalecchio. Semifinale contro Treviso: nel primo tempo i bolognesi pagano lo 0 su 7 da tre, contro il 5 su 5 dei colori uniti, e il bonus speso nei primi 6 minuti, che ha fruttato 14 liberi ai trevigiani. La Kinder era partita forte, 6-0 e 8-2, grazie al contropiede, ma faticando contro la difesa schierata, con Jofresa prima e Bonora poi a braccare Rigaudeau. Al 7' Rebraca è costretto negli spogliatoi, Messina fa rifiatare il francese, così con un parziale di 0-7 la Benetton sorpassa, 18-20, e aumenta poi il suo vantaggio fino al +8 del 18', su una tripla di Schmidt, 28-36, parziale di 4-13. Qui comincia la rimonta emiliana, il primo tempo si chiude 31-36, ma la spinta della Virtus è ancora più veemente nel secondo tempo, quando, con Edwards incollato a Williams (nel primo tempo lo aveva curato Abbio), i bianconeri lasciano solo 9 punti agli avversari nei primi 12', con solo due punti di Williams dalla lunetta. Al 30' il punteggio è di 56-45, ma la gara non è finita: con Sconochini, Rigaudeau e Nesterovic richiamati in panchina con 4 falli, le V nere si fanno rimontare e sorpassare nuovamente (parziale di 0-9 che diventa 2-16 con Pittis trascinatore dei trevigiani), 60-64 al 14'30". Qui comincia una gara personale a suon di triple tra Williams e Rigaudeau (28 punti, in perfetta media con le ultime gare): Rigaudeau pareggia da tre a 1'06", poi tripla Williams e nuovo pareggio del francese a 32". A 5" Bonora sfonda, ma Frosini sbaglia l'ultimo tiro. Nel supplementare scappa Treviso, Bologna rimonta, è avanti 83-82 quando a 17" esce Rigaudeau per falli, dopo aver segnato 15 degli ultimi 19 punti Virtus in 8'. Schmidt fa 1 su 2 ai liberi, la Kinder avrebbe l'ultima occasione che si perde però tra le braccia protese dei trevigiani e si va al secondo overtime. Se all'inizio era stata protagonista la squadra, poi era venuto il momento di affidarsi a Rigaudeau, negli ulteriori 5 minuti si trae ossigeno da quel che resta della panchina, Crippa, Panichi, Abbio, Frosini ed Edwards, con Nesterovic, Rigaudeau e Sconochini già fuori per falli. Nell'ultimo minuto Frosini (12 punti, 9 rimbalzi, 2 recuperi, 1 assist e gli elogi di Messina) segna i liberi dell'89-87, a 9" Abbio subisce sfondamento da Jofresa, poi prende fallo e realizza i due liberi del successo. Il suo quinto fallo sulla rimessa a 1" dalla fine non cambia più nulla, 91-89. Intanto Gigena viene prestato a Milano. In finale c'è da affrontare Varese, in gialloblù stile Ignis. La Virtus fatica, insegue a lungo, mette il naso avanti con una tripla di Rigaudeau alla fine del primo tempo, 37-35, ma poi torna ad annaspare nella ripresa, pagando le 21 palle perse (5 Sconochini) e nonostante il predominio a rimbalzo, 39-27. A 3 minuti dalla fine i lombardi sono al massimo vantaggio, 63-57, proprio quando le V nere erano tornate alla difesa individuale; Messina ordina nuovamente la zona, Varese non segna negli ultimi 8 attacchi e, sfruttando il contropiede, con 5 punti di Abbio Bologna si riavvicina, poi il gioco da tre punti di Rigaudeau in entrata confeziona il sorpasso, 65-63. Il francese, grande protagonista delle ultime uscite, segna poco, 9 punti, tira male, 3 su 12, ma, oltre alla tripla che dà il vantaggio a fine primo tempo, realizza soprattutto la giocata decisiva. Mvp della manifestazione è Frosini, 11 punti e 12 rimbalzi, dopo essere stato già decisivo in semifinale.

Intanto la distrazione muscolare alla gamba destra di Danilovic si rivela più grave del previsto. Senza i due stranieri, Danilovic infortunato, ed Edwards, indisponibile in Coppa, la Virtus affronta il Paok, mandando in quintetto Panichi, per avere forze fresche nel corso della gara. Bolognesi sempre avanti, i greci impattano solo a quota 19 al 10'26" e sul 24 pari quasi tre minuti dopo. Il primo tempo si chiude sul 41-36, gli ellenici arrivano a meno uno in avvio di ripresa, poi le V nere allungano. Se nel primo tempo era stato Sconochini (11 punti finali) l'incursore, nella ripresa viene rilevato nel ruolo da Abbio (13 punti), mentre è importante anche l'apporto di Nesterovic (15 punti). Il vero protagonista è sempre il magnifico Rigaudeau di questi tempi, 27 punti, 5 su 10 da due, 3 su 5 da tre e 8 su 9 ai liberi, con l'unico personale fallito accompagnato dallo stupore del pubblico, ormai abituato alla precisione del francese. Tutti portano un mattoncino: dai 7 minuti di O'Sullivan ai 35 di Nesterovic, i 10 bianconeri mettono punti a referto; rimane senza segnare solo Ruini, in campo un solo minuto, mentre l'ex Coldebella loda lo spirito Virtus. Intanto è in arrivo il quarto derby della stagione, con la Fortitudo che presenta Basile, l'acquisto soffiato alla Virtus. I due nuovi del derby, Edwards e Basile, sono subito protagonisti: Bill segna 29 punti, con 4 su 5 da due, 5 su 8 da tre e 6 su 7 ai liberi, ed è il leader delle V nere, il fortitudino s'incolla a Rigaudeau a partire dal 9' ed è anche merito suo se il francese chiude a 12 punti con 4 su 11. Primo tempo allegro, con le squadre che infilano 15 triple su 21 (i bianconeri realizzano 7 dei loro primi 10 tiri pesanti). Punteggio dopo i primi venti minuti 44-44. Nella ripresa, dopo un inizio favorevole alla Kinder, 51-46, gli uomini di Messina subiscono un parziale di 5-24 e vanno sotto 56-70, contro una Teamsystem che chiude col 72 % da due e il 52 % da tre, mentre alla Virtus non basta il 57 % dalla lunga distanza. Con Betts in panchina per 40' indisponibile, Chiacig ceduto a Reggio Emilia nell'affare Basile, a dominare sotto i tabelloni è Gay, 10 punti, contro gli 8 del trio Frosini, Binelli e Nesterovic; inoltre i lunghi bianconeri perdono anche la gara dei rimbalzi 18-23. Infortunio al quadricipite della gamba sinistra per Abbio, che deve saltare il derby di Eurolega, le due trasferte a Treviso e Roma e in mezzo la gara col Samara. In panchina ci saranno Barlera e Ruini, mentre in campionato la Virtus ha già 44 partite saltate dai suoi giocatori per infortunio e il numero è destinato ad aumentare. Consolano i primi passi compiuti da Danilovic verso il recupero. Nel derby europeo la Kinder parte con Crippa, Sconochini, Rigaudeau, Nesterovic e Frosini, con Binelli, O'Sullivan e Gigena di rincorsa. I biancoblù comandano, ma con la zona per 40 minuti reggono le V nere, trascinate da Rigaudeau, 21 punti e 5 assist, e Nesterovic, 18 punti e nella ripresa tre canestri dalla stessa mattonella nel cuore della zona avversaria. Nella Fortitudo Jaric accusa un attacco febbrile nel riscaldamento e gioca solo 2', così Skansi si affida 12' a Pilutti che lo ripaga con 2 su 3 da tre punti. Rigaudeau, che gioca da ala piccola, segna 12 dei primi 24 punti bianconeri e il primo tempo si chiude sul 39-34 per la squadra biancoblù. Nesterovic ha segnato solo dalla lunetta, 8 su 10. Nella ripresa una tripla di Crippa tiene a galla la Kinder, ma al 26' 49-39, poi la Kinder si riavvicina, però un siluro di Myers la ributta a meno 5. A 78" Frosini segna e accorcia, 65-63, a 30" Rigaudeau impatta in entrata, Betts sbaglia, ma prende il rimbalzo e subisce fallo a 2 secondi e 20 centesimi, sbaglia entrambi i liberi, Karnisovas cattura la carambola e segna con un semigancio di tabellone, 67-65. Encomiabile resistenza della Virtus decimata, ma arriva la quinta sconfitta stagionale nelle stracittadine, tutte però affrontate in formazione incompleta; tre di queste decise da Karnisovas: in campionato il primo novembre, mise la tripla del sorpasso a 21", nel primo derby di eurolega i due liberi decisivi a 4" dalla fine del secondo supplementare e nell'ultima, sempre sfida europea, il canestro sulla sirena. In vista di Treviso attacco febbrile per Edwards, quando si deve affrontare una squadra reduce da 5 vittorie filate e mai sconfitta in casa, né in campionato, né in Saporta, né in Coppa Italia. Senza Abbio e Danilovic la Kinder si presenta al Palaverde e parte bene difendendo a uomo, 9-18 e 16-23, poi per l'organico ridotto deve passare a zona e subisce un parziale pesante, 35-20 in 11', con Treviso che nei primi 20', chiusi 51-43, ha 8 su 9 da tre. Nella ripresa i veneti raggiungono due volte il +17 e a 4'30" (quando la Kinder ha da poco perso Edwards, 17 punti, per una distorsione alla caviglia) sono ancora a + 15. Qui, si scatena Rigaudeau che, dopo i 10 punti dei primi 9 minuti era rimasto a secco: segna una tripla, poi, dopo un paio di canestri Nesterovic, con Sconochini già uscito per falli, segna i canestri pesanti del 79-75 a 51" e dell' 81-78 a 28", poi i liberi dell'82-80 a 13". Otto punti in 38" per il francese che chiude con 21 punti, 5 su 8 da tre, 4 su 4 ai liberi, 5 recuperi e 2 assist. Qui la Kinder decide di non fare fallo per provare a vincere contro una Benetton che ha tirato male i liberi (63%) e si accontenta di difendere il +4 dell'andata: scelta sbagliata, perché, sull'errore di Bonora, Marconato converte il rimbalzo e i trevigiani vincono 84-80. Così a parità di punteggio rimane davanti Treviso (per il momento) per il migliore quoziente canestri. Bene a rimbalzo Frosini con 9 (Ale ritrova anche la convocazione in nazionale), in una Kinder che con la difesa a uomo ha prevalso 49-60, anche subendo l'11 su 12 di Nicola, mentre nel 35-20 subito a zona è stato devastante Williams che in quel periodo ha segnato 15 dei suoi 21 punti.

Arriva il Samara (in concomitanza con la semifinale di Coppa Italia Bologna - Fiorentina), con gravi problemi, tanto che ha lasciato a casa Evans e la Kinder recupera Abbio, ma lo porta in panchina e non lo utilizza. Rigaudeau, che festeggia la nascita del figlio primogenito Timothée, segna 20 punti nel primo tempo (23 alla fine), con 6 su 8 da due e 2 su 2 sia da tre che in lunetta, chiuso sul 46-28. La Virtus era partita con Panichi in quintetto, al 14' aveva perso Nesterovic per un distorsione alla caviglia sinistra, ma O'Sullivan e Binelli sono risultati sufficienti a controllare gli avversari. Al 10' Crippa sbuca su una rimessa dal fondo realizza e converte l'aggiuntivo, completando un parziale di 13-0, 24-8. In avvio ripresa ci pensa Sconochini e Bologna raggiunge il +29, 65-36, la gara poi termina 80-58; nel finale quintetto con Ruini, Crippa, Binelli, O'Sullivan e Panichi. Per O'Sullivan 13 punti con 4 su 6 da due e 5 su 5 ai liberi più 8 rimbalzi, per Panichi 6 punti. Le V nere si guadagnano il pass per gli ottavi da seconda e incontreranno il Maccabi. A Roma, con il redivivo Abbio, una grande difesa lascia alla Pompea solo sei canestri (su 25 tentativi) nel primo tempo. Sconochini segna subito il 3-0 e Roma starà sempre sotto. Busca ha tre falli dopo 6' ma Bianchini lo lascia in campo, così Rigaudeau va in post basso e lo costringe alla quarta penalità. Escalation banconera: 15-24 al 12'40", 17-32 al 17', 19-37 con Abbio dalla lunetta, poi un calo e 26-39 alla pausa. I padroni di casa rientrano con le triple di Obradovic (2) e Ambrassa, 49-55 all'8'. Allora ci pensa Rigaudeau con quattro canestri d'autore, sempre contro Busca, poi un tap-in di un ottimo Binelli (nel primo tempo aveva pagato il quintetto piccolo con Edwards 4, nella ripresa il quintetto alto con Gus). La gara termina 61-69, nonostante il 5 su 20 di Edwards. Frosini e Abbio partono con la nazionale, ma non saranno impiegati perché infortunati, Picchio per una nuova botta alla coscia, già colpita nel derby di campionato. Intanto Danilovic, reduce dagli allenamenti con le giovanili, riprende le sedute con la prima squadra e rientra nello scrimmage a Montecatini, dove sono assenti gli acciaccati Abbio e Frosini, rientrati dall'impegno con la nazionale, e anche O'Sullivan con problemi al ginocchio. Si ricorre allora ad Edwards, anche se Bill non potrà essere impiegato nella serie contro il Maccabi. Abbio ha problemi al ginocchio e Binelli alla schiena ma sono regolarmente in campo. Danilovic rientra dopo 50 giorni e segna 15 punti con 7 tiri, 4 su 5 due, 2 su 2 da tre (anche se solo 1 su 4 ai liberi). Rigaudeau annulla Kattash (gli sfugge una volta sola in contropiede) e segna 19 punti, con 5 su 5 da tre (e un primo tempo da 4 su 4 da tre e 2 su 2 ai liberi); Sconochini (11 punti) azzera Sheffer, Alexander, il più pericoloso degli ospiti, è ben contrastato da Frosini e Nesterovic, Bologna segna 10 dei suoi 12 primi tiri e la zona israeliana è bucata dalle triple di Sconochini, Danilovic e Rigaudeau. Il Maccabi resiste fino all'8', 21-17, poi la Kinder vola e chiude il primo tempo sul 46-32, sul secondo gioco da quattro punti di Rigaudeau; per i bolognesi nel primo tempo 9 su 16 da due, 7 su 8 nel tiro pesante e dalla lunetta. Nella ripresa i bianconeri partono con un 8-0, Danilovic firma tre canestri che determinano sempre il massimo vantaggio, fino al 54-32 del 24'. Kattash, dopo aver assaggiato Rigaudeau, trova un muro in Abbio (anche se i guai fisici di Picchio si notano, solo 2 su 7 per lui); Frosini (9 punti) chiude con 12 rimbalzi e una stoppata (1 su 6 però ai liberi), Nesterovic (12 punti) termina con 6 su 8 e 5 rimbalzi. Soprattutto però l'attacco del Maccabi è fermato a soli 57 punti contro 78. Per Sconochini una tendinite post traumatica che gli fa saltare la trasferta di Tel Aviv, al suo posto parte Ruini. La Kinder parte forte ed è in testa fin da subito (israeliani avanti una sola volta e avviene nel primo quarto di gara); al 12' una tripla di Rigaudeau (12 punti in 14' di primo tempo con il 100% dal campo e dalla lunetta, 18 alla fine) fa registrare il 17-27 e, poco dopo, al 14'30", un assist di Danilovic per O'Sullivan porta Bologna sul 19-31. Il primo tempo si chiude sul 26-37 con gli israeliani che fanno registrare un 38%, mentre i bolognesi tirano col 67% , nonostante le tre difese cambiate dai padroni di casa (alla fine il Maccabi non arriverà al 36%, mentre la Kinder chiuderà con quasi il 58%, oltre il 73% da due punti). Nella ripresa subito un 9-1 locale, per i bianconeri solo un libero di Frosini, ma un parziale aperto da un tiro pesante di Danilovic (ottimo secondo tempo dopo il solo canestro del primo) e chiuso da uno di Abbio riporta la squadra italiana a +11 al 4'. Le V nere non tremano più, si portano sul 45-59 e chiudono 55-70, approdando ai quarti. Oltre ai già citati Rigaudeau e Danilovic, ottimi Frosini, 10 punti con 4 su 5 e 12 rimbalzi, e Nesterovic, 19 punti con 8 su 11 e 10 rimbalzi. Per i due lunghi solo un po' di imprecisione in lunetta, rispettivamente 2 su 6 e 3 su 6. Importante la difesa di Abbio e in genere di tutta la squadra che annulla Sheffer e concede a Katash di fare bottino solo in lunetta. La gara interna contro Imola si gioca di lunedì e allora il professor Grandi organizza la solita partita di calcetto all'Arcoveggio, assenti l'infortunato Sconochini e Edwards, non pratico della disciplina, ma che si appresta a rientrare dopo la lunga sosta del campionato. Contro la Termal Virtus ancora fuori Sconochini. Una bruttissima Virtus, dopo l'8-6 interno sta sempre sotto, subisce troppi punti e Messina pubblicamente per la prima volta critica i suoi domandandosi se si tratti di pancia piena. Esposito fa 7 su 13 da due e 6 su 9 nelle triple, ma Bologna soccombe anche ai rimbalzi, 28 a 33. Danilovic fa 5 su 14 (anche se 11 su 12 ai liberi), Rigaudeau si ferma a 10 punti, Edwards a 6 e Frosini a 4. Si salvano Abbio con 15 e Nesterovic con 17. Imola scappa 17-35 al 14', Messina, dopo averle provate tutte, finalmente trova un quintetto con Nesterovic lungo e Edwards da 4, così le V nere rimontano e, con un parziale di 18-5, si avvicinano agli avversari, chiudendo il tempo sul 35-40. La Kinder arriva anche a meno tre, ma Jent segna la tripla del 43-51, Ferroni, Bortolon ed Esposito rispettivamente quelle del 55-66, 60-74 e del +10 al 36'. Finisce 75-86.

Intanto ad Atene i tifosi del Panathinaikos, delusi dopo l'eliminazione dall'Eurolega, hanno tirato ovetti e altri prodotti Kinder ad Ekonomou, in procinto di trasferirsi alla Virtus nella stagione successiva. Contro Siena sono indisponibili Rigaudeau e Danilovic (Sasha, sottoposto a ecografia fuori per almeno dieci giorni, si spera di riaverlo per le sfide contro il Pau) ed è Edwards con 13 punti, 6 su 6 in avvio a tenere a galla Bologna (poi Bill scompare chiude a 18 e vede la fine dalla panchina), mentre i toscani fanno 8 su 8. La Ducato vola fino al +11, 34-45 e chiude il primo tempo sul 41-48. Nella ripresa con Abbio, 24 punti, e Nesterovic, 17 punti con 8 su 10, la Virtus sorpassa e, grazie a un parziale di 25-9 a cavallo dei due tempi, si porta sul 67-61 al 30' (unico squillo di Edwards in questa fase). La Mens Sana si riprende con l'ex Moretti (15 punti, 2 su 5 da tre, 1 su 2 da due e 7 su 8 ai liberi) e torna avanti. Middleton mette la tripla dell'80-84 a 44" e Oliver fissa l'85-88 a 11". Sconochini, 20 punti, vola dall'altra parte e pareggia da tre a 6 secondi e 74 centesimi, Moretti commette fallo sulla rimessa, Abbio sbaglia, ma Nesterovic a 2 secondi e 14 centesimi, in tap-in, porta avanti i bianconeri; inutile il tentativo di Middleton da metà campo, 90-88 e secondo k.o. interno consecutivo evitato. A Pistoia grande inizio dei lunghi, Frosini (15 punti totali) e Nesterovic (14) segnano 18 dei primi 20 punti bianconeri, per il 12-20. I toscani provano a rientrare, 18-20, ma Bologna ha vita facile contro la zona locale (allestita dopo l'infortunio di Camata al 10') ed è l'ex Crippa che realizza la tripla del 27-41, poi la Kinder chiude il tempo sul 30-45. Nella ripresa però la Virtus fa un solo canestro su azione in 8', subisce un parziale di 18-3 e il pareggio sul 48-48. I bolognesi soffrono, anche perché Sconochini e Nesterovic sono precauzionalmente in panchina avendo già 4 falli e una tripla di Gamba, cinque minuti dopo, porta addirittura la Mabo in vantaggio, ma un paio di guizzi di Edwards (13 punti) e soprattutto un decisivo Rigaudeau (16 punti con 4 su 5 da tre) ridanno fiato alle V nere. Il francese segna due missili per il 61-65 a 4' dalla fine e a 2'20"  porta i suoi sul 64-71. La gara è praticamente decisa e i bianconeri volano verso il 67-79. Nell'ultima giornata della stagione regolare c'è da affrontare Verona. I veneti partono bene, Willoughby segna 12 dei su 14 punti nel primo quarto di gara, gli ultimi 4 in fotocopia in contropiede e così al 10' Bologna è sotto 15-19. La Kinder confeziona però un parziale di 38-6 a cavallo dei due tempi (il primo chiuso 45-25) e si porta al 23' sul 53-25, concedendo agli avversari solo 4 liberi e un canestro in 13'. La Virtus vola anche sul +33, poi chiude 80-55. Deludente ancora Edwards, tre falli dopo 7'15", 3 su 8 al tiro e 6 di valutazione in 8'. Ampie rotazioni, nessuno arriva a 30' giocati. Abbio 19 punti, Sconochini 14, Nesterovic 13, con 8 rimbalzi, ma il migliore in questa voce è Binelli con 9. Nel frattempo Gorizia, con una tripla sulla sirena, batte Treviso, regalando alle V nere un insperato terzo posto, guadagno di una posizione che rende più facile l'accesso all'eurolega dell'anno successivo. In contemporanea la Fortitudo vince a Varese, guadagnandosi la prima piazza e relegando i varesini alla seconda; derby possibile quindi solo in finale. La squadra parte per Pau senza Danilovic, al suo posto Ruini, mentre sull'aereo sale Edwards, contrariamente alle precedenti trasferte di coppa, per partecipare agli allenamenti. A Pau la Kinder parte bene, Rigaudeau segna i primi tre tiri (chiuderà però a 6 su 15, risultando comunque il miglior realizzatore dei suoi con 15 punti), 11-17 al 7', poi 13-21 al 9'; nonostante che Frosini abbia tre falli al 12' e poco dopo stessa sorte tocchi a un ottimo Binelli, 5 punti e 6 rimbalzi in 11' (11 in entrambe le voci alla fine), Bologna comanda e una tripla di Abbio al 14'30" le dà il 25-32. I 19 liberi del Pau pesano e al riposo il punteggio è 36-36. Nella ripresa francesi avanti 45-38, Abbio segna 5 punti consecutivi (saranno 11 alla fine), ma la difesa a zona bolognese non riesce ad arginare sufficientemente i transalpini e Rigaudeau, braccato dagli uomini di casa sbaglia 4 tiri consecutivi, 53-45 al 28'30". Le Roi e Sconochini segnano i panieri del meno 4 e meno 2, ma in entrambe le occasioni gli arbitri convalidano i canestri ma, fischiano sfondamento ai due bianconeri, invece di assegnare l'aggiuntivo, così da una possibile parità le V nere si ritrovano sotto di 4 a 3'20". Binelli segna dalla lunetta, ma Grant a 90" realizza la tripla decisiva, finisce 67-59. La squadra di Messina, oltre all'assenza di Danilovic, paga l'1 su 14 al tiro pesante. Rigaudeau comincia bene anche il ritorno, scappa tre volte alla difesa avversaria, poi Nesterovic realizza il 10-3 e sembra tutto facile, però non è così: una tripla di Aisa fa sorpassare i francesi, 30-31 al 14'. Abbio e Sconochini reagiscono, ma uno 0-5 negli ultimi 15" del tempo mandano Pau in vantaggio all'intervallo, 43-45. In avvio di ripresa i galletti vanno due volte sul +4, ma dal 45-49 la Kinder piazza un 27-5, che la porta ad un sicuro 72-54, finisce 93-75. Gli esterni Abbio, Sconochini e Rigaudeau, 12 su 34 (35%) in Francia, producono qui 68 punti, 21, 21 e 26, con 23 su 40 (57,5%) al tiro. Danilovic, oltre ai problemi alla caviglia, scosso anche dalla richiesta della Serbia di non giocare per i paesi della nato. Alla vigilia della bella in Francia, altre tegole per i bianconeri: Abbio con una distorsione alla caviglia sinistra, Sconochini con una distrazione del collaterale del ginocchio destro; entrambi però salgono sull'aereo, dove siede anche Cazzola, nella convinzione di recuperarli. Spalline nere per Danilovic e Nesterovic, passaporto cestistico greco, sloveno di nazionalità, ma di radici serbe. I francesi segnano solo un canestro in 10' e così la Kinder vola via, 0-7 al 3'30", primo cesto transalpino al 5'30", primo di Danilovic al 14', una tripla al trentesimo secondo, ma Sasha (10 punti al rientro) ne fa seguire altri tre durante il break, Abbio (12 punti) segna il 12-19, Rigaudeau (15 punti) il +10, 15-25, Sconochini (17 punti, il migliore dei suoi) il +14 con due liberi, 18-32, prima che Grant riduca il divario con un tiro pesante, 21-32 alla pausa, alla quale il Pau arriva con il 21%, 5 su 24. La squadra di casa prova a rientrare a inizio ripresa, 31-37. Messina ordina la zona e, trascinati da Nesterovic (8 punti alla fine), i bolognesi piazzano un parziale di 0-10, Rigaudeau segna 5 punti per il 34-52, Picchio fa il +20 e di nuovo Antoine il +23, 36-59 al 34'. Finisce in scioltezza., 54-70, con una grande difesa bolognese, ma anche un attacco capace di tirare col 57% da due e il 50% da tre.

Inizia il playoff contro Roma e la Virtus è per la quarta volta su 55 al completo, ma la cosa non è destinata a durare: Danilovic, non in serata e preoccupato per la situazione politica del suo paese, fa registrare 8 palle perse, tira col 28% dal campo, ma ha pur segnato 22 punti, 15 dei quali nel parziale che va dal 62-60 all'85-81, 15 quindi su 23 della Kinder, tra i quali i 3 punti del pareggio nel primo supplementare; alla fine però la sua caviglia fa di nuovo crac. Nel primo tempo spadroneggia Nesterovic, 7 su 7 (26 punti alla fine con 10 su 11), 29-19. Il primo tempo si chiude 41-35, ma la Pompea sorpassa al 27'36", 53-54. Sulla sirena sbaglia la tripla Danilovic e si va al supplementare. Coi liberi di Rossini e Obradovic i romani vanno a +6, 75-81 a poco più di 30 secondi dal termine. Rigaudeau realizza da oltre l'arco a 18", Boni perde palla, le Roi (20 punti alla fine) riprova da tre ma sbaglia, Danilovic cattura il rimbalzo cambia lato e pareggia a 5" con un siluro. Sasha poi nel contrastare Obradovic si fa male alla caviglia, rientra negli spogliatoi ma chiede di giocare il secondo overtime, vince Bologna 99-93, nonostante i 33 punti di Obradovic e i 30 di Boni. A Roma, pur senza Danilovic e con Rigaudeau senza energie dopo i 50 minuti di due giorni prima, solo 3 punti, è tutto molto più facile, anche perché Obradovic s'infortuna alla caviglia al 15' e deve uscire. Massimo vantaggio Roma sul 15-10, tecnico a Messina, il primo sorpasso lo firma Frosini, 19-20, poi Messina le prova tutte, Sconochini play con Crippa guardia, 4 piccoli, zona mista prima su Obradovic, poi su Boni, infine zona 2-3 classica. I 5 rimbalzi offensivi su 5 errori in 5 azioni, che producono in totale 11 punti, sono una mazzata per la Pompea, 31-38. Boni fa un fallo sciocco su Sconochini, poi prende tecnico, il quarto fallo e, sebbene Hugo e Edwards convertano solo la metà dei liberi, le V nere vanno al riposo sul 35-43. Nella ripresa segnano Abbio ed Edwards, Rigaudeau sbaglia un contropiede solitario, poi scocca la tripla del 37-52. Al 36'25" +22 per Bologna e la gara termina 64-93. Edwards, pur subendo Boni (26 punti), fa il mattatore, 32 punti, 8 su 12 da due, 3 su 6 da 3 e 7 su 9 ai liberi. Benissimo anche Nesterovic, 20 punti con 10 su 13, bene Abbio, 16 punti, 4 su 6 da due, 1 su 3 da tre e 5 su 5 ai liberi, con anche 7 rimbalzi, e Sconochini, 15 punti, 5 su 8 da due, 1 su 3 da tre e 2 su 4 ai liberi con 3 rimbalzi. Zoran Savic, si fa visitare a Bologna dal dottor Lelli e ritrova i vecchi compagni. Intanto circolano voci su un interessamento per Erik Meek, americano in attesa di un passaporto comunitario. In gara tre rientra Danilovic, che ha già saltato 30 gare su 56 della stagione; Sasha riesce anche a fare due urli a Nesterovic, 10 su 24 nelle prime due partite della serie, ma un po' svagato nella terza, solo 6 punti con 3 su 11. Roma regge fino al 18 pari, poi un parziale di 22-6 manda le squadre al riposo sul 40-24. La Pompea ha 16 rimbalzi offensivi, ma c'è da dire che tira col 27%. Due fiondate di Rigaudeau (18 punti con 3 su 3 da due, 4 su 5 da tre, 5 rimbalzi, 4 recuperi, 1 assist e 26 di valutazione) affossano definitivamente i capitolini, 50-28 e 53-30, finisce 73-48. Oltre a Rigaudeau, un grande Danilovic, soprattutto nel primo tempo, 4 su 4, un recupero, un assist e 17 di valutazione, alla fine 15 punti, in una Kinder che ha giocato e vinto la quinta gara al completo, in una stagione nella quale ha già avuto 76 assenze per infortunio. Mentre Brunamonti vende il suo ristorante Benso, in vista della semifinale contro Varese problemi alla caviglia destra per Binelli, al ginocchio sinistro per Edwards e una contrattura per Abbio. Recuperano tutti per gara uno di semifinale, che è dominata da Varese, a parte il 2-6 iniziale, con 4 punti in un minuto di Nesterovic, che poi scompare. I piccoli Roosters vincono anche la battaglia a rimbalzo, 36-33, mentre Bologna perde 25 palloni. Rigaudeau parte male, fa due falli subito quando non ha ancora segnato, poi però segna 10 punti dal 19-18 al 27-28 e saranno 20 alla fine con 3 su 6 da tre, 2 su 2 da due e 7 su 7 ai liberi; nonostante le 4 perse e il fatto di soffrire Pozzecco, pure lui 20 punti, è il bianconero che si difende meglio; Danilovic tira male, 4 su 14, ed è evidentemente nervoso, tanto da prendere intenzionale ed essere espulso per successive proteste negli ultimi 30". Il primo allungo casalingo è 35-28, poi il tempo finisce 40-34 e subito, a inizio ripresa diventa 42-34. Rigaudeau commette terzo e quarto fallo e i lombardi incrementano il vantaggio, 51-41. Al 32' Kinder sotto di 16, ma i bolognesi reagiscono e si riportano a meno 7 al 39', troppo tardi, i campioni in carica escono sconfitti 83-69.

Forse squadra con la testa già a Monaco per la Final Four. Il 20 aprile è una data importante per lo sport bolognese: il Bologna riceve l'Olympique Marsiglia nella semifinale di ritorno di Coppa Uefa, ma molti bolognesi si trovano anche a Monaco per sostenere Virtus o Fortitudo, impegnate nella semifinale di Eurolega, Parte fortissimo la Kinder, reduce da 5 derby persi in stagione, l'ultimo vinto è quello che le ha consegnato lo scudetto 1998. Le V nere, orgogliose, ferite dall'affermazione dell'allenatore biancoblù, che ha parlato di mutande tremolanti in casa Virtus, partono forte; 23-9 con 10 su 12. La Fortitudo è tradita dai suoi big Mulaomerovic (5 punti), Myers (18 punti ma solo 4 nella ripresa) e Karnisovas (2 punti), protagonista decisivo di tre dei 5 derby vinti dai biancoblù. Così la rimonta avviene con un quintetto atipico, Jaric, Myers, Pilutti, Betts e Gay; all'intervallo il vantaggio della Kinder è di soli due punti, 34-32, e a inizio ripresa la Fortitudo si avvicina ancora, 35-34, al 21'15", ma qui gli uomini di Messina piazzano un parziale di 13-0 decisivo. La gara termina 62-57. Ottimo Nesterovic, 16 punti, 7 su 9 dal campo, 2 su 2 dalla lunetta e 6 rimbalzi. Bene Sconochini, 12 punti, 2 su 4 da due, 1 su 1 da tre, 5 su 7 ai liberi, 3 assist e una gran difesa, come pure quella di Abbio, Crippa e Nesterovic; dodici punti anche per uno stoico Danilovic, protagonista nonostante il dolore alle caviglie; da segnalare anche i 10 rimbalzi di Frosini. Nel giorno di pausa gara a calcetto con Sconochini (doppietta) e Danilovic protagonisti. Nella finale domina lo Zalgiris, 30-45 già all'intervallo. Nei primi cinque minuti di ripresa Messina prova i 4 piccoli, ma invano, al 32' il punteggio è 48-68. Reazione veemente dei bolognesi, un 10-0 che riapre i giochi. Con Abbio e Sconochini la Virtus arriva anche a meno 5 a 88" dalla sirena, ma un siluro di Bowie taglia le gambe, finisce 74-82. Danilovic, sfinito e menomato, solo 7 punti e a secco negli ultimi 21'30". In gara due di semifinale c'è anche Danilovic, che ha pagato 7 milioni di multa per commutare la squalifica di 4 giornate (ne aveva già prese due in precedenza ma le aveva scontate): la Virtus parte benissimo, 7 su 7 al tiro, 70% nei primi 12' e, con la formula dei 4 piccoli e Frosini in panchina (Ale non riuscirà poi a prendere il ritmo partita, 1 punto in 16'), le V nere vanno sul 34-21. Sconochini, pasticcione ma devastante in contropiede e autore di 10 punti con 4 su 5 da due e 6 rimbalzi, commette 3 falli in 6 minuti e al 14' deve uscire. Comincia la rimonta di Varese, nonostante Messina provi la triangolo più due, Nesterovic e Frosini contemporaneamente in campo e Edwards (11 punti) sempre su e giù dalla panchina; all'intervallo 43-38, poi per tre minuti e mezzo di ripresa la Kinder segna solo 3 liberi e gli ospiti sorpassano. Al 36' la gara sembra compromessa, 64-72, la Virtus ha un sussulto, un 4-0 che la porta sul 68-72, poi Sconochini commette sfondamento e la squadra di Recalcati vince 72-77, nonostante i 23 punti di Nesterovic, 11 su 12 al tiro, ma pagando il 2 su 15 da tre punti e la sconfitta a rimbalzo della ripresa (dopo il 19-10 del primo tempo, l'8-16 del secondo). Negativi Rigaudeau, 3 punti con 1 su 7, e Danilovic, 36' in campo ma 7 punti con 2 su 7. A Varese per gara tre Messina cambia tutte le marcature, tranne Nesterovic siu Santiago, ma Rigaudeau fa saltare i suoi piani commettendo 2 falli in 70" e 3 in 3'45": resterà in panchina il resto del primo tempo, chiuso con zero punti. Al 9'45" Varese è già scappata, 23-15, ma Bologna reagisce, 23-22, poi i lombardi si riprendono e scappano 42-31 e 50-38 all'intervallo. Nella ripresa Abbio, Rigaudeau e Edwards, con Danilovic definitivamente in panchina dopo aver chiesto a Messina di non giocare ormai frenato dai guai alle caviglie, realizzano 35 punti dei 44 bolognesi. La ripresa si apre con una tripla di Rigaudeau a segnare la riscossa: la Kinder produce un parziale di 2-12, Abbio segna il 55-49, Edwards con 5 punti il 57-55, di nuovo Picchio pareggia e, contro la zona di Recalcati, Rigaudeau mette il siluro del 62-63, Abbio segna il 62-67. Sul +3 a 50" Sconochini affretta un'entrata, a 28" Rigaudeau sbaglia due liberi sul +2 e Sconochini commette fallo sul tiro da tre di Mrsic, che infila i tre liberi e sorpassa. Mancano 4 secondi e 83 centesimi, sufficienti ad Abbio per farsi tutto il campo e segnare il canestro del sorpasso, 81-82. Detto di Edwards, 19 punti, Abbio, 14, e Rigaudeau, 13, da segnalare i 22 di Nesterovic. In gara quattro Danilovic è a referto ma non scenderà in campo: alla fine saranno 30 gare saltate su 63 e 31 contando anche questa in cui non è sceso in campo. Dopo 10' 22 pari, poi Sconochini commette il terzo fallo, Rigaudeau (6 punti) è spento e commette il terzo fallo a 1'40" dalla prima sirena. Nonostante il 7 su 31, però, Bologna è ancora incollata agli avversari al riposo, 34-35, grazie a un buon Edwards, che però scomparirà nella ripresa (18 punti con 5 su 16 e 8 su 10 ai liberi). In avvio di ripresa Sconochini commette un dubbio quarto fallo sfondando, Messina passa dalla zona 2-3 alla 3-2, ma Varese allunga, 36-41. Crippa, alla fine nessun tiro nei 20' minuti in campo, viene rilevato da Binelli e Gus, mentre Rigaudeau al 27'40" fa accendere la quarta lampadina dei falli, segna 6 punti filati (saranno 8 in tutto) e la Kinder sorpassa, 46-44. Galanda ha 4 falli ma segna il canestro del nuovo vantaggio esterno, 48-49. Negli ultimi 5'30" Messina rinuncia ad un evanescente Edwards sul 51-51 e Varese allunga, vincendo 60-63 spinta dai panchinari Vescovi (4 su 5 con 2 triple su 2) e Galanda (4 su 7 con 1 su 1 nelle triple. Non basta alla Virtus l'incursore Abbio, 12 punti, ma tutto il pubblico in piedi ringrazia la squadra bolognese per un'altra stagione di vertice, con vittoria in Coppa Italia, secondo posto in Eurolega e solo quarto in campionato, perché la Fortitudo perde gara 4 e 5 contro Treviso, relegando le V nere fuori dall'Eurolega dell'anno successivo.

 

VIRTUS, PRIMO SPRINT SU VERONA

Senza Paspalj e Danilovic, i bolognesi soffrono nel 1° tempo e passano grazie a Sconochini e Abbio. Nella Muller, buoni gli innesti di Griffin e Hansell

archiviostoricogazzetta.it - 31/08/1998

 

Quando sente profumo internazionale la Kinder s'esalta. Anche con mezza squadra, vince sul campo della Muller il trofeo Europa, messo in palio tra le due squadre italiane che hanno trionfato in campo continentale nella scorsa stagione. Verona non potrà difendere quest'anno la coppa Korac, vinta a Belgrado, ma si conferma squadra nobile anche contro le più grandi. Bologna ha Danilovic spettatore in panchina, lascia a Folgaria Paspalj e aspetta Gurovic: non a caso impiega un tempo a carburare. Anche la squadra locale e' però rattoppata: Griffin, il sostituto di Keys, è all'esordio interno e c'e' Hansell, arrivato sabato dall'Inghilterra per sostituire Londero. La Muller guida con sicurezza tutto il 1° tempo, produce la spinta più efficace proprio quando Hansell entra in campo: con lui i gialloblù toccano il massimo vantaggio (24 - 15) al 13', ma la Kinder impiega poco per azzerare quasi del tutto il break (28 - 26), poi l'intervallo concede ancora cinque punti ai veneti (34 - 29). Nella ripresa gli emiliani sono più determinati e sorpassano subito (34 - 36) e se Nesterovic, sontuoso e devastante nell'area colorata, riuscisse a giocare qualche pallone in più sarebbero dolori per il Verona, che ottiene poco dai suoi lunghi Gnad e Boni. I migliori sono i due ultimi arrivati: Griffin firma da solo un parziale di 6 - 0, che riporta avanti la Muller (50 - 44), ed Hansell crea problemi alla difesa bianconera. Nel finale emerge l'esperienza dei campioni d'Europa, molto più lucidi. O'Sullivan si fa notare, ma sono Sconochini ed Abbio che s'assumono le responsabilità decisive. Griffin manca il libero del pareggio e 4" dalla fine Abbio infila i liberi decisivi che consegnano alla Kinder il trofeo Europa.

 

La Virtus alza il Trofeo Europa

ENTRANO IN CAMPO I CAMPIONISSIMI

Stasera contro la Zucchetti Reggio Emilia si presenta la nuova Kinder. Gurovic arriva domani?

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 03/09/1998

 

Il vecchio, il nuovo, e il giallo dell'estate. Tre temi robusti per la prima uscita casalinga dei campioni d'Italia e d'Europa della Virtus che, alle 20,30, affrontano a Casalecchio la Zucchetti Reggio Emilia. Il vecchio ha 35 anni, un uncino tremendo, una notevole predisposizione per la difesa e la capacità di tuffarsi, smanacciando il pallone, da vero portiere. Con lui la Virtus ha vinto tre scudetti: impossibile non avvertire un terribile impulso. Quello di scattare in piedi e applaudire Flavio Carera, che ha scelto reggio per una nuova e straordinaria avventura.

Il segno di...Zarko. Il nuovo ha il numero 15 e ha comunque un volto assai noto per gli appassionati di basket. È Zarko Paspalj, al debutto, in bianconero. "Non ho ancora firmato - racconta l'asso serbo - ma ci sono solo da sistemare un paio di dettagli. Poca roba perché siamo d'accordo su tutto". Anche sulla durata del rapporto: annuale, Zarko è abituato così e alla Virtus non hanno sollevato obiezioni perché l'intenzione era la stessa. Si guarda attorno curioso, Zarko, che vuol capire quel che succederà questa sera a Casalecchio. "Per ora va tutto bene, ma sapevo già che la Virtus è un grande club". Buone notizie, sul fronte Gurovic: il "greco" potrebbe infatti arrivare a Bologna già domani mattina.

Il giallo dell'estate, invece, ha un nome e un cognome: Gianluca Basile. Basile sarebbe dovuto finire in Fortitudo, è rimasto lì, a Reggio. Sarà una piacevole riscoperta vedere all'opera una delle sorprese dei mondiali di Atene. Cercando magari di capire quella che sarà la sua destinazione tra dodici mesi: sempre le Due Torri o Treviso. Finite le repliche della Basile-story a "BasketCity" sono tornate di moda Iliade e Odissea. L'assalto al Peristeri porterà il novello Ulisse a sbarcare tra le braccia di Messina? Il club del Pireo è d'accordo con la Kinder, il tecnico ellenico no e la soluzione finale dipenderà da questo braccio di ferro che si preannuncia assai incandescente.

The sound of silence? La Virtus debutta tra le mura amiche dopo aver vinto a Verona. Prova del fuoco per il PalaMalaguti: i tifosi più caldi hanno annunciato a più riprese di non poter tifare per la mancanza di un contenitore - ovvero una curva - comune. Scenario insolito per il palazzo di Casalecchio che potrebbe rivelarsi una "cattedrale" nella quale captare qualsiasi bisbiglio.

Le altre amichevoli. Abbio ieri non si è allenato per un problema alla caviglia sinistra. Ma "Tiramolla" alla fine ci sarà. Niente da fare per Danilovic, il cui recupero procede comunque bene, e qualche dubbio, anzi qualcosa in più, per Sconochini, che lamenta problemi muscolari. Se il "Condor" dà forfait con il 10 vedremo Panichi. Domani si torna in campo, a San Marino, contro l'Olimpia Lubiana. Martedì, invece, altra amichevole di lusso a Siena contro il Ducato.

Kinder benefica. I biglietti di questa sera sono in vendita a 20 mila lire (posto unico) e l'intero incasso sarà devoluto a favore dell'Ail. L'associazione italiana contro le leucemie utilizzerà il denaro raccolto per il potenziamento dell'assistenza domiciliare ematologica destinata a pazienti che abbiano difficoltà a raggiungere gli ambulatori dell'istituto di ematologia. Gli abbonati della Virtus - che possono già ritirare le loro tessere negli uffici dell'Ebc di via Brugnoli 7/a - avranno il diritto di sistemarsi nel posto e nel settore prenotato.

 

VIRTUS: "UNA FRODE CONTRO DI NOI", IL FINALE DEL DERBY VA IN TRIBUNALE

di Luca Chiabotti - La  Gazzetta dello Sport - 04/11/1998

 

Troppi errori sospetti fanno una frode, da perseguire anche al di fuori dello sport, in sede penale. è questa tesi della Kinder Bologna che ieri, in un nuovo comunicato, annuncia azioni legali in merito al derby perso domenica con la Teamsystem. Non un ricorso sportivo (il risultato non è in discussione), ma contro "una condotta atta a causare vantaggi sportivi in violazione delle regole esistenti". Questa la ricostruzione della Virtus. A 14"32 dalla fine, Mulaomerovic commette il 7° fallo di squadra Fortitudo su Crippa che la segnapunti attribuisce correttamente. Il trentasecondista alza la paletta che indica il 7° fallo, il d.s. Fortitudo Puglisi la abbassa, il trentasecondista la rialza, Puglisi la riabbassa. Contemporaneamente, l'addetto al tabellone segnapunti tiene inspiegabilmente il numero dei falli di squadra fermo a quota 5. Quando Karnisovas commette fallo su Crippa a 6"71 dalla fine, l'arbitro non vede la paletta alzata: gli allenatori della Virtus protestano, il tavolo risponde che il bonus dei falli non è stato esaurito, la refertista intanto assegna il fallo di Karnisovas a Frosini. Quindi, non solo Puglisi abbassa la paletta arbitrariamente per due volte, ma la refertista sbaglia due volte (sul bonus non esaurito e sul fallo dato al giocatore errato) e l'addetto al tabellone non aggiorna i falli Fortitudo per 28". Troppe coincidenze, secondo la Virtus, che comunica "che intende promuovere nei confronti dei vari soggetti e protagonisti dei fatti la tutela dei propri interessi in ogni sede più opportuna". Significa che la Virtus intende rivolgersi anche alla giustizia ordinaria. La Fortitudo, dopo un primo comunicato superato da quello della Virtus, replicherà oggi. Saremo degli inguaribili romantici ma crediamo più a una concatenazione di eventi che a una frode, concatenazione determinata dall'inadeguatezza del sistema che ha il compito di gestire una partita così importante di un campionato dove i club rischiano miliardi. Errori così sono accaduti altre volte, sempre abbiamo denunciato le lacune, non è cambiato nulla. Se il tavolo avesse operato correttamente, anche l'azione di Puglisi sarebbe stata ininfluente. Certamente si tratta di un comportamento antisportivo che la commissione d'inchiesta federale dovrà valutare. Solo se venisse alla luce un collegamento tra l'azione di Puglisi e quella del tavolo, prenderebbe quota la tesi della frode. Al momento, non ci sembra possano esserci degli elementi per provarlo. Il presidente Petrucci ammette di "comprendere lo stato d'animo della Virtus che si ritiene lesa", rimanda ogni commento dopo l'inchiesta partita ieri con la convocazione di tutte le parti in causa. Messina è stato squalificato una giornata (trasformata in multa) per "comportamento minaccioso" con gli arbitri. Il commento amaro è che in un momento in cui il basket ha ottenuto, grazie anche a Cazzola presidente di Lega, immediati risultati positivi anche d'immagine, si debbano buttare via per una paletta, un dirigente che fa il furbo e una serie di dilettanti allo sbaraglio. Se sarà qualcosa di peggio, lo potrà dire solo la Magistratura.

 

Paletta alzata...

...e paletta abbassata

L’NBA RIPARTE, BOLOGNA LA SFIDA

di Walter Fuochi - La Repubblica – 07/01/1999

 

Adesso che la Nba riparte, dopo 191 giorni di serrata e a 24 ore dall’ora fissata per la propria morte civile, ripartiranno anche gli assi che l’Europa aveva sperato di rapirle. Chi ha voluto scommettere contro lo spettacolare suicidio del basket più grande del mondo, insomma, ha perso: forse lo sapeva, e quando ci puntava il rischio era stato calcolato. In ogni caso, chi in Europa aveva ingaggiato campioni a termine, li vedrà partire in fretta. Così la Stella Rossa di Belgrado per Divac e lo Zalgiris Kaunas per Sabonis, divi rimpatriati a tenersi in forma; e così soprattutto le italiane Teamsystem e Kinder che, ai loro fenomeni d’importazione presentati in pompa magna, hanno almeno imposto un minimo garantito di partite. Vinny Del Negro ne farà 9 per la Fortitudo, fino al 31 gennaio; Michael Olowokandi 13 per la Virtus, fino al 15 febbraio.

Stasera esordiranno in Eurolega; poi, l’uno e l’altro potranno trovare un accordo nella Nba. Oppure restare qui, se troveranno l’offerta italiana più interessante. Prenderli, si diceva, era stata una scommessa. Anzi, nel paesaggio italiano, l’ennesimo atto di sfida tra Kinder e Teamsystem in un derby bolognese che è un’ordalia cittadina, non solo un gioco a chi fa un canestro in più. Il bello è che la partita, adesso, continuerà: ed è la partita di chi, fatto il colpo di prenderli, adesso vorrà fare quello di tenerli. Né Del Negro né Olowokandi hanno oggi contratto in America: riceveranno ora dagli States quelle offerte che prima, a serrata in corso, erano ufficialmente proibite (poi, i loro agenti non sono Cappuccetto Rosso e hanno pronto tutto). Del Negro è un veterano di 32 anni, aveva fatto il nido a San Antonio e, con gli Spurs, sogna ancora di vincere un titolo Nba. Ci tornerebbe al volo, solo che Bologna s’è premurata così, in una clausola di contratto: gli dà un milione di dollari per finire la stagione, e se nel Texas lo amano davvero devono dargliene di più.

Michael Olowokandi, 24 anni, nigeriano di 2.11, non ha mai messo piede nella Nba: è ‘solo’la primissima scelta tra gli omoni usciti dal college. Uno stupendo blocco di marmo cui metter mano e scalpello per cavarne la grande statua. Ci hanno investito i Clippers di Los Angeles: che sono, per norma Nba, i soli a poterlo trattare. Ma sono anche uno dei club più scalcagnati della lega: cosicché la Kinder, che s’è garantita l’omone fino al 15 febbraio, a mezzo miliardo al mese, può pensare a un suo ingresso rinviato tra i pro. Basterebbe, ha tratteggiato ieri il presidente Cazzola, un accordo per tenere Olowokandi fino alle finali d’Eurolega (metà aprile).

I 17 giorni del re

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Antoine Rigaudeau si presenta alle final four di Coppa Italia a fine gennaio 1999 in grande forma. In dieci giorni, dalla trasferta di Milano, a quella di Roma, ha segnato 112 punti. Dopo l'infortunio di Danilovic, con tre trasferte (Milano, Samara e Rimini) e il big match casalingo con Varese, ha assunto le redini della squadra. Ci aveva provato nello sfortunato derby di Eurolega del 14 gennaio quando, con tanti errori, c'erano state le triple del pareggio nei tempi regolamentari e quella del +6 nel primo supplementare, entrambe di tabellone, ma lo strappo al quadricipite della coscia destra di Sasha era appena avvenuto, quattro giorni prima contro Reggio Emilia, l'ingombrante Olowokandi era ancora in quintetto e così le sue magie non bastarono ad evitare la sconfitta dopo due overtime . Poi arrivano i 31 punti nella vittoria di  Milano, nonostante una contusione alla coscia, 8 su 12 da due, 3 su 9 da tre, 6 su 6 ai liberi, una grande prestazione con la gemma del canestro decisivo a 7" dalla fine.  Il 21 gennaio si accontenta di segnarne 19 a Samara (6 su 10, 1 su 2 e 4 su 7) in un comodo successo, ma tre giorni dopo ne mette a referto 29 (6 su 10, 2 su 5, 11 su 13), quando la Kinder stritola la capolista Varese e addirittura 33 nella vittoria del 27 gennaio a Rimini (10 su 14, 1 su 1, 10 su 12). Media di 28 punti (prima del guaio a Danilovic erano 15), con il 60 % da due, 41% da tre e 81% ai liberi. Nella final four, in semifinale, ribadisce la media punti nella vittoriosa maratona contro Treviso, terminata dopo due supplementari, 28 punti, 5 su 9 da due e 3 su 4 da tre. In finale segna solo 9 punti con percentuali inusuali, 1 su 6 da tre, 2 su 6 da due e 2 su 3 liberi, ma è protagonista della giocata decisiva, con Varese a +1, realizza e prende fallo,  65-63, e consegna alla Kinder la sesta Coppa Italia. Il premio di mvp va ad Alessandro Frosini, ma c'è tanto di Antoine in quella conquista.

"CONTENTO DI ESSERE DA VIRTUS"

Messina: "Ho centrato il grande slam con una squadra fantastica". Frosini non si esalta.
"Se ho giocato bene il merito è di tutti - aggiunge Alessandro - squadra e coach, che mi hanno aiutato in ogni circostanza. Ho dato davvero tutto".

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 01/02/1999

 

L'ennesima scommessa vinta da Ettore Messina. Non solo perché ha centrato il Grande Slam, in poco tempo, ma perché, accanto a lui, come miglior giocatore di questa "Final Four", siede Alessandro Frosini.

Com'è cambiato il tempo da dodici mesi orsono quando, proprio in Coppa Italia, iniziò la parabola discendente del nazionale "Fro". Ettore non ha mai smesso di credere in lui, il giocatore ci ha messo del suo ed eccoli lì, insieme, sorridenti, a commentare la sesta Coppa Italia vinta dalla Virtus. Nessuna squadra è arrivata a tanto.

"Nel tennis - attacca Messina - danno ventiquattro mesi di tempo per centrare il Grande Slam. Noi ci siamo riusciti in otto-nove mesi di lavoro. E l'abbiamo fatto senza uno straniero, anzi, senza il miglior giocatore. Una squadra fantastica, brava a restare concentrata fino alla fine. Ci mancava un esterno di grande valore come Danilovic; Edwards era affaticato e questo ci ha causato qualche problema nelle rotazioni. Ma questo è il successo di tutti, anche di O'Sullivan e Crippa, che pure non sono entrati".

Una Coppa Italia, però, non cambia la vita. Il coach delle V nere è il primo a rendersene conto. "Sappiamo che questo, ora, non vale più niente. Questo successo non ha aggiunto nulla a quanto già sapevamo, perché giovedì c'è il Paok, e in Eurolega ci attende un'altra battaglia. Questa vittoria ci dà una bella iniezione di fiducia, ma voglio complimentarmi con i miei avversari. È stata una partita bellissima e un torneo meraviglioso, ma a metà stagione, tutto questo conta poco".

Non ha tremato, Messina, quando a tre minuti dalla fine, e in una sfida a punteggio basso, i suoi ragazzi si sono trovati sotto di sei punti. Non ha battuto ciglio, Ettore, e ha ordinato la difesa a zona. Quella 2-3 che tante soddisfazioni gli ha dato anche in passato.

" È stata determinante - commenta - come quei due o tre contropiedi che hanno girato la partita. È un'arma che usiamo spesso, l'abbiamo fatto anche nei playoff. Ma credetemi le scelte tattiche passano in secondo piano, perché il confronto è stato deciso dai giocatori".

Accanto a lui ce n'è uno, c'è Alessandro Frosini, un atleta rifiorito. Dietro a questa rinascita, oltre a Messina e alla fiducia dei compagni, c'è anche quel nuovo numero di maglia. Per chi crede a queste cose la sua vita è "girata" da quando, all'inizio di luglio, ha ricevuto in eredità la canotta di Savic. Quel numero 12 con il quale ha costruito le sue partite più belle. È stato eletto miglior giocatore delle "Final Four" questo contradaiolo dell'istrice, che nasconde timidezza e imbarazzo per un premio che ancora non si capacita di aver vinto.

"Sono molto contento - dice - è una sensazione bellissima. Il trofeo mi ha sorpreso, ho dato tutto quello che avevo dentro. Ho disputato una buona partita, ma il merito è della squadra e del coach che mi ha sempre aiutato, in ogni circostanza".

Nella sua rinascita, probabilmente, c'è anche lo zampino di Enzo Grandi, il ginnasiarca della Virtus, l'uomo al quale Messina ha affidato i muscoli e il buonumore dello spogliatoio.

"Le difficoltà sono ancora dietro l'angolo - conclude Frosini - ma credo di essermi ripreso, e non voglio più voltarmi indietro. Cerco di migliorare, sempre, per diventare un buon giocatore. Voglio esserlo per risultare degno di questa grandissima squadra".

"LE ROI" È VIVO, VARESE PIANGE

Rigaudeau usa il plurale per parlare del canestro che ha deciso la finale di Coppa Italia: "Ci siamo riusciti"

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 02/02/1999

 

Divisi dalla Francia da una fiera e talvolta feroce rivalità. Forse perché ci hanno sottratto Nizza e la Savoia, forse perché ce l'hanno sempre menata con la loro "grandeur", la torre Eiffel, Notre Dame, Versailles e il Louvre. In alcuni casi, però davanti ai cugini transalpini non abbiamo potuto che inchinarci, davanti al loro talento, alla loro classe. Alla capacità di rendere semplici le cose difficili. È successo così per un certo Platini. Un fenomeno che da queste parti si sta ripetendo dal settembre del 1997. Da quando cioè Antoine Rigaudeau, "le Roi", ha cominciato a guidare quella Ferrari (parole di Messina) chiamata Virtus. Miglior attaccante delle "final four" di Coppa Italia e autore, dopo una ripresa con le polveri bagnate, del canestro decisivo. Quello che ha affossato le speranze di Varese, che dovrò ancora inseguire una Coppa Italia lontana 26 anni dalla bacheca di Masnago. Amtoine spiega quel canestro come fosse la cosa più facile del mondo. Come se, su di lui, non ci fossero 16mila occhi e una pressione pazzesca.

"Durante il time-out - racconta Antoine - il coach ci ha chiesto di ricorrere al pick and roll. Ho cercato l'entrata per trovare il canestro e costringerli al fallo. Ci siamo riusciti".

Parla al plurale, Antoine, ma non è un "plurale maiestatis", quanto, piuttosto il sentirsi parte integrante di un gruppo. Una squadra chiamata Virtus. Un club capace di centrare il rande Slam in nove mesi. "In un anno - commenta - abbiamo vinto tutti e tre i trofei, anche se nel frattempo sono cambiati alcuni giocatori. Abbiamo la possibilità di continuare su questa strada. Dobbiamo allenarci, tornare a lavorare in palestra con la stessa dedizione".

In finale, prima del colpo fatale del k.o. gli è mancata la consueta brillantezza. Quella che gli ha permesso, nelle ultime tre settimane,di viaggiare a trenta punti di media. Ma Antoine non chiama in causa la stanchezza (come potrebbe) e, quasi, si mette in discussione. "Non sono riuscito a imprimere al match il ritmo che avrei voluto. Ma siamo sempre stati in partita anche quando ci siamo trovati a inseguire. Mi hanno marcato bene, alternando difensori differenti. Questo mi ha creato qualche problema e, invece, non dovrebbe avere alcuna importanza. Devo stare più attento".

Inimitabile Antoine. Molti sostengono che avrebbe meritato la palma come mvp (ovvero most valuable player) dell'intera "final four". Lui è contento che il trofeo sia finito nelle mani di Frosini. "I trofei individuali ai miei occhi non contano. Mi piace più vincere una Coppa Italia, uno scudetto, un'Eurolega. Ecco, vorrei continuare, se fosse possibile".

Messina, in attesa di riavere Danilovic, può dormire sonni tranquilli. Con un Rigaudeau su questi livelli la Virtus dispone di uno straniero vero, di un fuoriclasse. Che trasforma in oro tutto quel che tocca. "L'ultimo assist ad Abbio è stato un passaggio difficile? No, sono saltato per prendere il pallone a centrocampo, ho visto che Picchio era già davanti e gli ho servito il pallone". Un passaggio così facile che Antoine, alla fine, ha provato un'entrata difficile, tra mille braccia. Il campo gli ha dato ragione, tre punti e la Coppa Itralia.

 

RECALCATI RICORDA LA SCONFITTA DELLA SUA VARESE CONTRO LA KINDER NELLA COPPA ITALIA 1999

di Alessandro Gallo - Il Resto del Carlino - 04/02/2007

 

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Successe a Varese (nota di Virtuspedia: era a Casalecchio) il 31 gennaio 1999, ci trovammo davanti la Kinder. A un minuto e mezzo dalla fine (nota di Virtuspedia: i minuti erano tre) eravamo sopra di sei. Non riuscimmo nemmeno a farci fare fallo, eravamo come paralizzati".

Fino al tiro da otto metri di Andrea Meneghin che scheggia il ferro. Vince la Virtus 65 a 63.

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VIRTUS, L'EMERGENZA FA PAURA

di Simone Stella – La  Gazzetta dello Sport – 14/02/1999

 

"Emergenza continua" è il motivo dominante della Kinder in questa stagione. E oggi, in un Palaverde infuocato, contro un Benetton assetato di vendetta per la sconfitta dopo due supplementari subita nella semifinale di Coppa Italia, la musica non cambia per la Virtus che si presenta a difendere il suo terzo posto dall’assalto della banda di Obradovic ancora senza Danilovic e con Abbio probabilmente seduto in tribuna a meno di clamorosi miracoli. Proporre tanta zona, magari con tre lunghi contemporaneamente in campo, come nell’ultimo euroderby di giovedì scorso, oppure puntare sulla carta-Edwards nella marcatura su Williams, come nella Final four di Coppa, sono le armi più logiche e prevedibili che la Kinder può adottare per cercare di conservare la posizione in classifica.

L’obiettivo da raggiungere è fondamentale, ma senza dubbio complicato. E la situazione potrebbe farsi anche pesantemente critica per i campioni d’Italia in caso di sconfitta, visto che, dopo Treviso, la Kinder sarà impegnata ancora in trasferta, a Roma: toccare il quarto posto significherebbe essere al momento fuori dall’Eurolega del 2000. Ettore Messina, oltre a dover convivere fin da ottobre con deficienze d’organico per infortuni vari che hanno colpito, oltre a Danilovic e Abbio, anche Sconochini e Rigaudeau portando così a "spremere" gli altri titolari, in questo periodo cruciale nel quale si decide la griglia di partenza dei playoff (mancano 6 giornate) paga anche il gap del secondo extra-comunitario (comunque più pesante in Eurolega che in campionato) a causa delle scommesse perse con Paspalj prima e Olowokandi poi. Lo stesso Messina, che probabilmente sta vivendo il periodo più difficile della sua seconda esperienza alla Virtus, considera la possibilità di arrivare alle spalle del Benetton molto alta: "Il pericolo di chiudere quarti c’è, me ne rendo conto, ma se così sarà non lo giudicherò come un fatto grave per due motivi. Innanzi tutto perché, vincendo la Coppa Italia, la squadra ha reso comunque non fallimentare la stagione nel caso non arrivassero altri trofei. E in secondo luogo perché la nostra corsa allo scudetto si deciderà sui campi degli avversari. Come, dopo tutto, è accaduto l’anno passato quando, dai quarti alla finale, abbiamo vinto cinque volte in trasferta, una volta a Roma, due a Varese e in casa Fortitudo".

Arrivare quarti significherebbe affrontare, in un’ipotetica semifinale, Varese se la squadra di Recalcati non incapperà in un improvviso crollo finale. Per molti, i varesini sono avversari meno temibili di Teamsystem e Benetton in una serie di cinque partite. "Non credo proprio - ribatte Messina -. Varese è pericolosa tanto quanto le altre: lo ha dimostrato arrivando in finale di coppa Italia, battendo due volte la Teamsystem sul suo campo e ammazzando anche l’imbattuto Panathinaikos in Eurolega. Non sottovalutiamoli". Capitolo extracomunitario. Non bruciarsi un taglio con Olowokandi sarebbe tornato utile ora per prendere anche un carneade americano qualsiasi utile per dare respiro alla batteria di esterni di Messina. "Abbiamo commesso degli errori con Paspalj e Olowokandi, inutile nasconderlo - conferma il tecnico della Virtus -. Tutti possono sbagliare e dagli errori comunque si può imparare qualcosa. Ma non è giusto attaccarsi a questo discorso ora: non sarebbe cambiato nulla anche nel caso ci fosse stato uno straniero. Abbiamo vinto su campi come Verona, dove Treviso ha perso, o Siena giocando senza Rigaudeau o Danilovic". Per l’ex c.t. della nazionale la forza del gruppo è e rimane l’unico antidoto ai vari problemi d’organico: "Tranne che nella sconfitta di Gorizia, dove si è perso veramente male, la squadra si è sempre comportata bene, dimostrando di cavarsela anche in assenza di giocatori determinanti. La nostra forza è anche questa. Certo, ora il momento è critico ma le assenze non devono essere una scusante per eventuali risultati negativi, al contrario uno sprone per trovare risorse nuove. I problemi di quest’anno hanno fatto fare cose importanti a Frosini, Nesterovic, Abbio e Rigaudeau, autori fino ad ora di una stagione nettamente migliore rispetto a quella passata".

Danilovic e il fumogeno nel derby in semifinale di Eurolega: un'immagine diventata iconica

VIRTUS, VIVA L'EMERGENZA

di Luca Chiabotti – La Gazzetta dello Sport – 06/03/1999

 

Se la Fortitudo che elimina il Panathinaikos rappresenta il momento più affascinante della vita di una squadra, quando un gruppo prende piena coscienza dei suoi mezzi e ha nelle proprie mani la possibilità di diventare vincente, il successo della Kinder a Tel Aviv conferma che quando si è davvero grandi lo si rimane anche attraverso problemi, errori e infortuni. Ettore Messina, che è poi l’artefice di tutto questo e ha giocato al gatto col topo col povero Pini Gershon, usa parole semplici per farci capire la sua Kinder: "In campo può succedere qualsiasi cosa, ma i giocatori non fanno mai una piega. Giocano con una tranquillità estrema anche nei momenti più delicati. Bravi loro".

Il sistema della Kinder, una pallacanestro di una semplicità bellissima ma preparata anche nei dettagli apparentemente insignificanti, ha dimostrato di funzionare anche nell’emergenza. Il gioco migliore s’è visto in ottobre, quando la Virtus scese in campo al completo per tre gare, ma la doppia sfida col Maccabi rappresenta "un recupero della qualità del gioco" proprio nelle partite decisive. Se l’anno scorso fu una stagione irripetibile (a questo punto dell’anno, la Kinder viaggiava tra campionato ed Eurolega allo straordinario passo di 36 vittorie su 40 partite), questa è addirittura più significativa della forza della squadra. Il suo record è peggiorato (29-11), ha perso due posizioni in classifica e una bella in casa nei quarti d’Eurolega, ma a fronte di 52 giornate complessive saltate dai suoi 6 giocatori più rappresentativi per infortunio e 15 sole gare (su 47) disputate con due extracomunitari. Lì la Virtus s’è complicata la vita, prima scegliendo Paspalj e poi con l’azzardo fallito di Olowokandi. Errori gravi, che hanno portato a competere in Eurolega senza un extracomunitario. Ma anche qui, la squadra non ha fatto una piega. Altre, in una situazione analoga, si sarebbero sfatte, la Virtus ha riscoperto anche Alex Frosini "che ci sta dando delle cifre da discreto americano dopo che sembrava perduto" ammette Messina.

Solo la sua tenuta può portare la Virtus di nuovo alle Final Four, la crisi è stata la fotografia del travaglio della squadra nella scelta del secondo extracomunitario: "Uno che doveva essere migliore di Savic, segnare, prendere rimbalzi ma anche non togliere spazio agli altri lunghi". Una Kinder capace di vincere una coppa Italia e di avere un record (in campionato) di 7 vinte e 2 perse durante l’infortunio di Sasha Danilovic vuol dire che s’è perfettamente affrancata dalla sua stella non solo grazie agli esterni ma anche per la continua crescita sotto canestro di Rascio Nesterovic. Tanto da aprire ufficialmente la lotta per trattenerlo. Nella sua intervista ufficiale pre-campionato, l’allenatore di Minnesota, Flip Saunders, ha detto di seguire Rascio con attenzione e di essere sicuro che l’anno prossimo andrà a Minneapolis. "Spero che a Nesterovic venga il dubbio - dice Messina -, del resto anche lui sa perfettamente cosa penso: che gli farebbe bene almeno un altro anno in Europa, per completare il suo bagaglio tecnico, aumentare la potenza atletica e rendere ancora più solido il suo conto in banca, le tre cose che gli saranno utili poi per sfondare nella Nba". È lì dove investire perché il dubbio si palesi. Il futuro è difficile, corre necessariamente su delle vittorie in trasferta. Almeno una per tornare alle Final Four, un’altra per arrivare in finale scudetto, un’altra ancora per vincerlo. Tel Aviv ha dato la certezza che tutto è possibile.

 

MESSINA: "VIRTUS, UNA VERGOGNA"

di Simone Stella - La Gazzetta dello Sport - 10/03/1999

 

Le neopromosse risultano indigeste alla Kinder. Dopo il k.o. subito a Gorizia ai primi dell’anno, la squadra di Messina compie un imprevisto passo falso in casa contro Imola proprio all’indomani dell’impresa di Tel Aviv compromettendo anche il terzo posto in classifica e mettendo a serio rischio la qualificazione all’Eurolega, che conquisterebbe solo qualificandosi per la finale. La Virtus, senza Sconochini ma col quintetto più potente della stagione con cinque giocatori tutti sopra i due metri, dopo minimi vantaggi sulle prime curve del match è stata sempre sotto fino ad un massimo di 18 punti nel primo tempo frutto di due break di 9-0 messi a segno da una Termal trascinata da un incontenibile Esposito.

Grazie a Nesterovic e Abbio, la Kinder era riuscita a chiudere la prima frazione con uno scarto minimo ma la serata abulica e svogliata di Rigaudeau, Danilovic ed Edwards, per il quale ieri circolavano tra gli agenti voci addirittura di un taglio, è proseguita anche nella ripresa (un punto a testa nei primi 10’ del secondo tempo per i due extracomunitari bolognesi) permettendo così a Imola, con Enzino, Bortolon e il controllo dei rimbalzi di condurre in porto la vittoria. Ettore Messina alla fine era nero con i suoi. "Mi sono vergognato - ha detto il coach bolognese -. I miei giocatori sono stati impresentabili. Per la prima volta dopo un anno e mezzo sono costretto a lamentarmi di loro. Il nostro mito di grande affidabilità ne esce scalfito. Una figura del genere l’avevamo già fatta a Gorizia, i miei giocatori sono pagati lautamente. I canestri li possono sbagliare ma l’impegno è d’obbligo. Ho ruotato i sei elementi principali perché sono proprio loro che devono dare l’esempio e vincere queste partite". Rigaudeau non ha cercato scuse: "Eravamo molto deconcentrati. Io non sono riuscito a dettare i ritmi alla squadra ma credo che le responsabilità debbano essere distribuite su tutto il gruppo e non solo sui punti di riferimento della squadra".

SCONOCHINI E NESTEROVIC: COME RIBALTARE UNA GARA IN 4 SECONDI E 60 CENTESIMI

di Ezio Liporesi per Virtuspedia

 

Danilovic, giocatore immenso, ma devastante negli ultimi secondi, quando occorreva prendersi la responsabilità dei tiri decisivi per il risultato finale; e quando non c'era, perché di partite per infortunio ne ha saltate un numero non trascurabile, o qualche volta anche in presenza di Sasha, quando si rendeva necessaria qualche altra arma risolutiva, ecco Rigaudeau pronto a farne le veci, oppure Abbio, o Moretti (nel primo soggiorno bolognese del serbo). In squadra, però c'erano altri giocatori capaci di queste prestazioni. Rendiamo omaggio oggi a Rasho Nesterovic e Hugo Sconochini (rivisto in maglia Virtus al recente Old Star Game), protagonisti di una delle più incredibili vittorie della storia della V nere. La Kinder, da poco approdata ai quarti di Eurolega vincendo a Tel Aviv, ma reduce da un'inopinata sconfitta interna contro Imola, affronta la Ducato Siena. I bolognesi sono privi di Danilovic e Rigaudeau e allora è Edwards con 13 punti, con 6 su 6 in avvio a tenere a galla Bologna (poi Bill scompare, chiude a 18 e vede la fine dalla panchina), mentre i toscani fanno 8 su 8. La Mens Sana vola fino al +11, 34-45 e chiude il primo tempo sul 41-48. Nella ripresa con Abbio, 24 punti, e Nesterovic, 17 punti con 8 su 10, la Virtus sorpassa e, grazie a un parziale di 25-9 a cavallo dei due tempi, si porta sul 67-61 al 30' (unico squillo di Edwards in questa fase). La Mens Sana si riprende con l'ex Moretti (15 punti, 2 su 5 da tre, 1 su 2 da due e 7 su 8 ai liberi) e torna avanti. Middleton mette la tripla dell'80-84 a 44" e Oliver fissa l'85-88 a 11". Aleggia nell'aria lo spettro di una seconda sconfitta interna, oltretutto con formazioni non di primissima fascia. Sconochini, 20 punti alla fine, vola dall'altra parte e pareggia da tre a 6 secondi e 74 centesimi, Moretti commette fallo sulla rimessa, Abbio sbaglia, ma Nesterovic a 2 secondi e 14 centesimi, in tap-in, porta avanti i bianconeri, che con 5 punti in 4 secondi e 60 centesimi hanno incredibilmente ribaltato il risultato. Inutile il tentativo di Middleton da metà campo, 90-88 e secondo k.o. interno consecutivo evitato.

VIRTUS, IL DERBY PIÚ DOLCE

di Luca Chiabotti, Carlo Annese e Andrea Tosi - La Gazzetta dello Sport – 21/04/1999

 

Ci hanno regalato una fortuna unica: abbiamo visto la partita a 2 metri dalla panchina della Virtus. Non è sfuggito nulla, le facce dei giocatori quando sono entrati in campo e che ricordavano quelle di un grande pugile che sale sul ring, i sorrisi rassicuranti di Antoine Rigaudeau, i consigli di Ettore Messina, le parole e i gesti di Sasha Danilovic. Che quando la frustrazione della Fortitudo si è trasformata in un fumogeno cadutogli ai piedi, lo ha fatto diventare un segno di dominio e di vittoria, alzandolo al cielo verso i proprio tifosi. Poi c’è la Virtus silenziosa, quella di Rascio Nesterovic, miglior giocatore della partita come lo fu, un anno fa, il suo grande maestro, Zoran Savic, e di Hugo Sconochini, l’artefice del k.o. decisivo, serio come non mai. E di Rascio ricordiamo solo la testa china, il viso impassibile, la consapevolezza che, a 23 anni, si può decidere una semifinale europea, facendo sognare Kevin McHale, presente e che lo avrà nei suoi Timberwolves.

Un’altra perla si aggiunge alla storia della Kinder che domani, per il secondo anno consecutivo, in una stagione costellata di infortuni e scelte sbagliate, difenderà il titolo continentale che ha ancora addosso. Lo fa battendo la Teamsystem che l’aveva superata 5 volte quest’anno, reduce da 20 vittorie nelle ultime 21 partite, soltanto coraggiosa nel rientrare in gioco dopo un inizio shock (-14 al 10’) quando, al 21’, è arrivato il sorpasso sulle ali di un Marko Jaric meraviglioso. Un 35-34 effimero prima di cadere definitivamente. Finchè Danilovic respira, non c’è storia: il serbo parte con un 4/4 sfidando un Myers che, davanti all’occasione della vita, gioca un primo tempo da antologia. La superiorità della Kinder sotto canestro viene amplificata dalla peggior partita della carriera di Gregor Fucka. Nesterovic lo supera frontalmente, in gancio, a rimbalzo e dal 7-6 firmato da Gay si passa al 23-9 Kinder, con un parziale di 17-2. Karnisovas, che Skansi fa partire su Rigaudeau, lascia il posto dopo 9’ a Pilutti per manifesta insufficienza che porta a tre, con Mulaomerovic, il conto degli uomini su cui Skansi proprio non può contare.

Per fortuna c’è Jaric, il più giovane in campo, due anni più piccolo di Nesterovic, che prende in mano la Teamsystem. È lui che finalmente dà a Myers, in sordina braccato da Abbio ma più libero contro Sconochini, il supporto necessario contro gli esterni Virtus. In coppia producono un controparziale di 17-6 che punisce ogni tentativo di Messina di far rifiatare Danilovic. E ad un certo punto la partita sembra girare inequivocabilmente: Rigaudeau ha tre falli al 16’, le percentuali iniziali di tiro della Kinder davvero straordinarie (10/12) crollano con il fiato e le gambe di Danilovic (1/10 dal 10’). E, a inizio ripresa, provando a spostare Karnisovas all’ala forte e sul 4° fallo di Abbio, la Teamsystem produce l’ultimo sforzo. Al 21’14" Jaric ruba la palla, va a segnare, subisce fallo e realizza il libero del +1 concludendo una rimonta straordinaria in una partita così importante. Dal momento più critico, il parziale è di 26-9 in soli 12’.

L’onda lunga della Teamsystem si infrange, però, contro la forza mentale della Kinder. Ci vogliono i muscoli rapidi di Hugo Sconochini che approfittano della prima forzatura di Myers per volare in contropiede e, l’azione dopo, sono ancora reattivi nel rubare la palla a Karnisovas. Carlton probabilmente sente che la partita gli sta sfuggendo di mano, prova a risolverla da solo ma cade nel solito vizio di gelare la palla e, quando penetra e scarica, attorno ha solo maglie nere e butta in tribuna 2 attacchi cruciali. Il quarto fallo di Rigaudeau si trasforma nel momento che spacca la partita in due: Claudio Crippa, sa che l’unico modo per entrare nella storia è usare il suo cervello dove il fisico e l’età non arrivano. Con lui si perde il talento in contropiede ma i pivot ricominciano a toccare il pallone e a far male. Claudio ci mette il suo, contro la zona, con la tripla del 13-0 (47-35) che virtualmente chiude la partita. Skansi rinuncia definitivamente a Fucka e Karnisovas ma ormai nella Teamsystem gioca solo un immenso Jaric che sogna ancora, a 1’21" dalla fine, che la sua rimonta (-6, 56-50) possa trasformarsi in una vittoria. Vedere Danilovic da pochi metri in questi momenti, mentre nelle sue mani sbuca una bandiera jugoslava, ti fa capire cosa significhi essere un vincente, anche con le caviglie e il cuore a pezzi.

KINDER BOLOGNA 62 (34)

TEAMSYSTEM BOLOGNA 57 (32)

 

LE PAGELLE

Danilovic 7 - I primi 10’ sono da 10 (4/4 e 2 assist), poi non ce la fa ma resta in campo, unico a riuscire a ipnotizzare con la sua personalità anche Jaric, dando alla squadra ancora una volta molto più di quello che potesse dare.

Crippa 7 - Gioca 11’, quelli dell’allungo decisivo grazie anche alla sua regia.

Abbio 6 - Inizia alla grande su Myers, poi è stato però condizionato dai falli.

Nesterovic 8 - Poche volte l’uomo chiave sulla carta, per la sua superiorità rispetto ai pivot Teamsystem, riesce a confermarsi in campo. Lui lo fa, grazie anche all’altruismo di Rigaudeau e Danilovic, che non sono gelosi quando la palla arriva nelle mani del più giovane. Cancella Fucka.

Sconochini 7.5 - Ha un inizio difficile, poi è quello che, con il suo dinamismo, riporta la partita nelle mani della Kinder.

Frosini 7 - Nove rimbalzi, una grande presenza difensiva, una partita importante anche se le cifre offensive sono mediocri.

Rigaudeau 6 - La sua forza ieri è stata la sua faccia, la sicurezza che è nata dalla sua serenità. Se Danilovic è il leader cattivo, lui è quello buono. Però tira male.

Binelli e O'Sullivan n.g. - Pronti quando c’è stato bisogno.

Messina 8 - Solita grande preparazione della partita, in panchina trasmette solo fiducia ai giocatori.

 

A due secondi dalla fine, Sasha Danilovic è corso da Ettore Messina. Un abbraccio, forte, lungo. E poi un dialogo fitto, di grande stima, quasi d’affetto. Cosa si saranno detti: "Qualcosa di molto personale - spiega Sasha - che non dirò. Scusatemi, ma non lo dirò ". Sembra un altro, Sasha. Addolcito, forse non soltanto dalla vittoria straordinaria nel derby più importante della stagione, ma per aver ritrovato se stesso nella serata più difficile, quando gli echi della guerra in casa, anche se a centinaia di chilometri di distanza, risuonano pesanti e minacciosi. "Devo a Messina se in questa gara ho fatto qualcosa di buono - aggiunge subito -. Devo a lui la serenità con la quale sono andato in campo e con la quale ha fatto giocare la squadra". È sinceramente grato, Danilovic.

Un colpo alla caviglia destra malandata non gli duole, ha voglia di andare nello spogliatoio e, appena dentro, gridare: "Bravi, Dio bono. Siete stati grandi". La Virtus di oggi è tutta qui: nella capacità di sentirsi squadra di fronte agli impegni più delicati. In quello che Ettore Messina definisce con enfasi "il salto di qualità che solo i più grandi sanno fare: sotto pressione, molte squadre si perdono nell’individualismo dei singoli. Qui invece, tutti pensano prima di tutto al gruppo. Lo vedi dall’umiltà di giocatori come Danilovic o Rigaudeau nel rinunciare anche a tiri sicuri pur di cercare i lunghi sotto canestro, come avevamo previsto di fare per sfruttare tutte le nostre armi migliori". Anche Messina è grato nei confronti di qualcuno. A modo suo, però, il modo comprensibilmente polemico di chi si è preso una rivincita sul campo. "Devo ringraziare il mio collega Pero Skansi - dice il tecnico della Virtus -. Ero molto preoccupato di questa partita, perché la Teamsystem era più in forma di noi e giocava decisamente meglio, ma quando ho letto sui giornali le sue dichiarazioni sul fatto che noi avessimo le mutande tremanti sapendo di doverli affrontare in semifinale, ho tratto una grande certezza. Non pensavo di vincere, ma sicuramente ho letto in quella frase la debolezza dei nostri avversari. È stata una battuta gratuita che ha girato psicologicamente la sfida a nostro favore, dandoci motivazioni e rabbia per giocare con grande lucidità ".

È bastato davvero questo, per far passare inosservata la nottata in bianco passata da Antoine Rigaudeau per un’infreddatura o per ridare energie e fiato a una squadra che solo tre giorni fa, a Varese, in gara-1 della semifinale dei playoff, sembrava la brutta copia della squadra che un anno fa aveva trionfato a Barcellona? Certo, le grandi motivazioni nello sport fanno molto ("Messina ci ha detto che avremmo dovuto riconquistare l’Eurolega e non pensare a difendere il titolo vinto l’anno scorso", rivela proprio il francese), ma il tecnico catanese si è rivelato ancora una volta uno stratega raffinato, capace di tirar fuori l’uomo giusto al momento giusto. "Parlo di rado dei singoli, ma stavolta voglio fare una menzione per Hugo Sconochini - dice -. È stato l’uomo della partita: ha cancellato Carlton Myers e in attacco ha sempre fatto cose importanti nei momenti più difficili". Ed è proprio lui, el hombre del partido (come direbbero dalle sue lande argentine), a spiegare: "Questa squadra ha una grande capacità di reazione, perché ogni giorno si allena con la stessa intensità di una grande partita - afferma Sconochini -. Anche questo fa parte di un sistema vincente. Che poi io, dopo un ottimo inizio di Abbio, abbia difeso bene su Myers, beh, questo fa parte delle situazioni. Era prevista una staffetta fra me e "Picchio" su Carlton, perché non è facile marcarlo: non bisogna fargli ricevere bene la palla, altrimenti lui salta e tira benissimo. Alla fine, di fronte alla nostra vittoria sembra che abbia giocato male, ma ha segnato 18 punti". Davanti a tutto questo, è davvero indifferente che in finale ci sia lo Zalgiris, piuttosto che i più attesi greci dell’Olympiakos. "Ci dispiace non gioire adesso con i nostri tifosi per questa vittoria - conclude Messina -, ma dobbiamo isolarci mentalmente. Solo così possiamo pensare di vincere di nuovo quello che è già stato nostro".

LA VIRTUS S'ARRENDE AI PIÚ FORTI

di Luca Chiabotti, Carlo Annese, Andrea Tosi - La Gazzetta dello Sport - 23/04/1999

 

L’istinto ci fa vedere e rivedere un passi clamoroso di Saulius Stombergas, con la Kinder risorta fino al -5 e 1’30" di speranza ancora da vivere. Nasce da lì il trepunti di Anthony Bowie che penetra nel cuore della Virtus e non la fa più rialzare. La ragione ci dice che se c’è un titolo di campione d’Europa meritato, senza effetti collaterali e fresco come un bicchiere d’acqua è quello dello Zalgiris Kaunas che ha dominato queste Final Four come nessuna squadra prima di lei era riuscita a fare. I sorrisi sotto quei capelli irrimediabilmente biondi e i denti bianchissimi di Bowie e Tyus Edney, un piccolotto che ha scavato il solco insuperabile a inizio ripresa, lanciano un altro modo, antico e quindi nuovissimo, di interpretare il basket, fatto di velocità, talento individuale, voglia di osare e di lottare. Ma la Kinder deve trarre da una reazione bellissima l’orgoglio anche in una partita sfuggitale di mano dopo pochi minuti e mai più ripresa.

Freschezza contro stanchezza e una condizione impossibile di Danilovic che merita un rispetto enorme ma non è stato mai determinante sono la fotografia di una stagione durissima. Eppure, sotto di 19 punti a 8’30" dalla fine, la Kinder ha piazzato un 24-9 con Rigaudeau e Sconochini che ha virtualmente riaperto la partita. Sarebbe stato meraviglioso vincere, è stato giusto perdere. La preoccupazione inizia subito e piano piano diventano sudori sempre più gelati. Lo Zalgiris gioca con 4 esterni e cambia sistematicamente con tre giocatori, dalla guardia all’ala forte, sui blocchi della Kinder. Era previsto, come le botte che si prendono a centro area: ormai sui blocchi si difende così. Ma non è questo che fa diventare la partita subito una salita: Bologna prova a giocare con raziocinio dando la palla dentro per poi avere più spazi nel tiro da fuori ma Nesterovic, contro Eureljus Zukauskas e Zidek segna solo uno dei suoi primi 5 tiri. Solo una grande giornata dei tiratori potrebbe salvare la Virtus, ma è diluviato sulle polveri di Danilovic e Rigaudeau e lo scout diventa ben presto un’impressionante prova di impotenza. I parziali parlano di 1/9, 2/14, 4/20. Così Bologna sta a galla solo coi rimbalzi offensivi ma sono un boomerang: una delle leggi per difendere sul contropiede è rinunciare a buttarsi nell’area avversaria, ma è difficile comandare alla mente quando i tuoi tiri non entrano mai.

Lo Zalgiris comincia a correre e saltano tutte le marcature: la difesa già in difficoltà nel gioco schierato per le cattive condizioni di Danilovic e la necessità di marcare giocatori come M. Zukauskas, che escono a tirare da tre, con Frosini, si amplificano con la non entrata in partita di Rigaudeau. È il gioco dei lituani, lo stesso che ha steso l’Olympiakos: più reattivi atleticamente, cominciano a recuperare palloni e secondi rimbalzi. Lo score sembra un pallottoliere: da 14-13, lo Zalgiris sale al 29-19, tocca il 37-23 arriva fino al +15 con una facilità assoluta. Al riposo, la Kinder chiude con 8/28, lo Zalgiris con 18/28 e 5/5 da 3. Messina prova a rovesciare tatticamente la gara togliendo un lungo e giocando con Sconochini ala forte. Ma è la difesa che proprio non funziona. E quando Bologna passa a zona, davanti c’è Danilovic che proprio non riesce a muoversi e il piccolo Edney, dal centro, piazza 7 punti in fila che portano la Kinder ad un punto di non ritorno (-19, 59-40 al 26’). Buttata a mare la zona, Messina chiede di stare più larghi in attacco e di penetrare. Lo prende alla lettera Sconochini il cui furore agonistico e la velocità nell’uno contro uno danno l’ultima scarica di speranza senza lucidità. Danilovic resta in campo ben oltre le sue possibilità, quando esce mancano poco più di 8’ con i lituani a +19. È un lampo di freschezza in difesa che tonifica anche l’attacco. Sconochini, Abbio e Rigaudeau riescono in 3’ a riportare la Kinder a -9 al 15’ (70-61) quando ci sarebbe tempo per i miracoli. Non contro questo Zalgiris.

Kinder-Zalgiris 74-82

 

LE PAGELLE

Danilovic 6 - Partita insufficiente (anche 4 perse), l’unica rimonta è senza di lui ma pochi sarebbero stati in campo nelle sue condizioni.

Abbio 6 - Non male su Edney, dà una mano nella rimonta, si batte a rimbalzo (7, 5 offensivi) ma non incide.

Nesterovic 6 - Ha due avversari di pari stazza e altezza, tira 5 volte nei primi 5’ e 4 nel resto della partita. Ha perso la sfida.

Sconochini 6.5 - Quando tutto è perso riapre con le sue penetrazioni la gara. Ma la foga appanna la lucidità. Frosini 6 - Lotta bene a rimbalzo, soccombe in difesa quando deve marcare giocatori che si allontanano troppo dal canestro. Non è tatticamente la sua serata.

Rigaudeau 7 - Sbaglia tutto nel primo tempo, ritmo, difesa su Stombergas e Bowie, tiro. Segna 19 punti nella ripresa, con 4/4 da 3: se Bologna esce a testa alta da questa gara, lo deve soprattutto a lui.

Gli altri - Zero punti, zero tiri in 11’ complessivi. la panchina Zalgiris batte quella Kinder 31-15.

Messina 6 - Riconoscenza e stima per Danilovic lo tengono in campo 34’, troppi. Per coprirlo prova la zona: un disastro. I 4 piccoli arrivano solo nella ripresa. Con la squadra in queste condizioni, non poteva fare di più.

 

Ettore Messina sciorina il suo inglese molto polite (educato) nella conferenza Fiba. Fair-play per commentare la sconfitta. "Devo riconoscere la superiorità del Kaunas - attacca -, nelle due giornate di gara ha giocato ad un gradino superiore a tutte le avversarie. Ha meritato di vincere, perciò complimenti a loro. Per quanto ci riguarda, siamo contenti di essere arrivati qui e tremendamente felici per essere tornati in finale. Un risultato abbastanza significativo che nella storia di questa coppa ha pochi precedenti. Il derby vinto ha assorbito quasi tutte le nostre energie, con la testa ci eravamo, sennò non avremmo potuto compiere la rimonta finale, ma fisicamente abbiamo sofferto molto. Avevamo troppi giocatori in precarie condizioni e un americano in meno. La partita ci è scappata di mano nel primo tempo, non avevamo la forza per tenerli in difesa e per trovare buoni tiri dentro la loro aerea. Ci siamo anche innervositi per alcuni errori gratuiti. Abbiamo perso da una squadra che in questo momento è più forte di noi e che lancia un messaggio importante, quella della tradizione della scuola e dei settori giovanili che noi abbiamo dimenticato. Nel secondo tempo, coi 4 piccoli, l’attacco è diventato più preciso ma non riuscivamo a rientrare perché proprio non ce la facevamo a reggere l’impatto fisico. La zona è stato un tentativo per tenerli lontano dal canestro ma Edney ha sparato 7 punti pesanti in tre azioni. Si vede che non c’era nulla da fare". Il coach virtussino ringrazia tutti. "Sono orgoglioso di questa squadra, sul -20 ha trovato l’orgoglio e la tenuta mentale per provare la rimonta. Sul -6 con palla in mano ho pure pensato per un attimo che potevamo farcela. Sarebbe stato ingiusto per il Kaunas ma avrebbe premiato il nostro carattere. Ho dentro molta amarezza, come tutti alla Kinder, perché abbiamo perso ma non ho rimpianti. Nemmeno Danilovic poteva darci di più. Anzi dobbiamo ringraziare Sasha per quello che è riuscito a fare finora".

Sandro Abbio sbuffa con l’arbitraggio. "Nulla da dire sulla vittoria dei lituani, meritano questa Eurolega perché è la squadra che ha giocato meglio per tutta la stagione - ammette il Picchio -, ma ci sono state interpretazioni molto diverse sui contropiede. Noi non abbiamo giocato bene ma anche gli arbitri non erano in grande forma. La differenza nel primo tempo è uscita dai nostri cattivi tiri da tre. Così il Kaunas ha potuto chiudersi dentro l’area e ci siamo andati a schiantare contro la loro difesa, molto dura nei contatti. La Kinder ha dimostrato di voler confermarsi campione. Non ci siamo riusciti in coppa ma ci proveremo a tutti costi in campionato a costo di morire sul campo".

Hugo Sconochini se ne fa una ragione: "Abbiamo perso contro una squadra stile Nba - recita il Condor -. Non ho mai visto giocare così in Eurolega. Hanno istinto e qualità, tirano appena sono liberi, anche in contropiede usano il tiro da tre. Sul -6 ho provato uno scarico per un tre punti ma loro sono stati bravi a chiudere bene tutte le linee di passaggio. Non posso dire che sono meglio di noi, posso dire che in questa finale sono stati più forti e basta".

Antoine Rigaudeau è ancora una maschera di sudore anche dopo la doccia. "Non siamo riusciti a controllare il gioco - scuote la testa il francese -, nel senso che non abbiamo mai preso in mano il ritmo giusto. Viceversa lo Zalgiris ha sfruttato al meglio le sue armi nel primo tempo. Per noi era difficile tenerli fisicamente, abbiamo sofferto tantissimo ma siamo stati bravi a reggere fino alla fine. Danilovic? Non è facile nelle sue condizioni di spirito reggere il peso di una sfida così. È andata male, adesso però guardiamo avanti, pensiamo allo scudetto. Bisogna recuperare in fretta energie e morale, domenica ci aspetta una partita da vincere per pareggiare i conti con Varese".

 

Rigaudeau in palleggio

LA VIRTUS ABDICA, VARESE IN FINALE

di Andrea Tosi e Simone Stella – La Gazzetta dello Sport – 30/04/1999

 

Grande Varese. Torna a vincere a Casalecchio, chiudendo il conto in 4 gare, un’altra impresa che stavolta vale davvero la finale-scudetto, un appuntamento lungo 9 anni per il sogno della stella attesa dal ‘78. Sandro De Pol, con talento e solidità mentale, mette a segno il match-ball vincente al secondo tentativo dimostrando che la squadra di Recalcati sa gestire la pressione, cioè è cresciuta forte anche di testa. Nel finale dal braccio corto con l’infuriare di cross da tre d’ambo le parti, decide il filotto di 5 punti di Vescovi che provoca l’allungo decisivo a -3’58" (51-56), difeso da Galanda glaciale dalla linea col 4/4 nell’ultimo minuto, frustrando i disperati assalti di Sconochini.

Per la Virtus, con Danilovic non entrato, è la resa, combinata dalle amnesie di Rigaudeau al lumicino (2/10 con -2 di valutazione in 28’ di spasmi) e dal gioco sincopato, quasi sempre in arretramento e in apnea, contro la zona varesina di Recalcati che entra nella sua prima finale in carriera con pieno merito gestendo benissimo la cattiva serata di Pozzecco, Meneghin e Mrsic (11 punti in tre). La Kinder, bastonata da due ex Fortitudo, ora deve fare il tifo per i cugini contro Treviso per non perdere l’Eurolega. Messina chiama il 2-2 puntando sul suo quintetto migliore, cioè con tre piccoli ed Edwards numero 4. All’inizio Sconochini accetta il mis-match contro De Pol, mentre Rigaudeau è su Meneghin. Andrea spara subito una tripla da 8 metri, unica gemma della sua gara, che alimenta il primo mini-break sull’8-13, con 5 punti di Santiago. La partita ruota soprattutto attorno ai tiri di De Pol ed Edwards che ricuce lo strappo e fa un sorpassino sul 14-13 (6-0). Tocca alle panchine: quella di Varese ha più profondità con Galanda e Vescovi dentro per lo spento Mrsic, e Santiago che al 5’46" consuma il suo 3o fallo e appena 4’ dopo Varese è già in bonus. Così Bologna può muovere il punteggio dalla lunetta perché l’arbitraggio è più fiscale che severo.

Varese parte con un probante 7/7, dimostrando di credere fortemente alla finale, tiene Pozzecco defilato a fare da sponda. Prima mossa di Messina con la zona che aveva gelato i galletti due giorni prima, ma Rigaudeau è di nuovo in tilt, Sconochini è ancora falloso e Abbio non ha tiro. Dall’altra parte c’è un solido Galanda che spinge i suoi con 3 centri importanti nel cuore della difesa schierata (27-30). Va a zona anche Recalcati, le due squadre giocano al passo, Meneghin e Pozzecco fanno i gregari, una fiammata da tre di Vescovi fa salire Varese a +6 prima della pausa. Bologna ha 7 canestri su azione col 33% e 0/6 da 3 col solo Edwards (15) che vede il canestro. Varese viaggia sul 63%. Rigaudeau e Mrsic, due fantasmi, segnano triple in apertura di ripresa. Ma il francese non si desta.

Ci vuole Binelli, dopo un effimero flash di Abbio, per rivedere la Virtus in vantaggio con rimbalzone, canestro+fallo che vale il 45-44 al 28’48". Il ritmo è osceno, Pozzecco non ci capisce nulla, la Kinder non ha le energie per attaccarlo. Edwards fa il contrario di gara-3, eclissandosi nella seconda parte. Ma anche Varese non sembra aver la forza di uccidere il mostro. De Pol è su tutti i palloni, il segnale che si può vincere lo dà Galanda con la tripla del controsorpasso. Ancora Binelli culla l’ultima illusione sul 50-49 poi arriva uno 0-7 di Varese che, a questi ritmi offensivi, è l’ipoteca per il successo. Rigaudeau in asfissia da tre non arriva al ferro. Sconochini esplode la bomba del 56-58, Galanda però non trema dalla lunetta, poi Mrsic infila un libero. Bologna ha l’ultimo assalto a -3"58 per cercare la tripla del supplementare, la palla invece finisce sotto canestro. La cottura Kinder è finita, Varese in finale ha energie da spendere meglio.

Kinder-Varese 60-63

 

Cecco Vescovi è l’unico reduce di quella finale tra Ranger e Scavolini: "Sono strafelice ma consapevole che il bello viene adesso. Ce ne siamo fregati della diffidenza degli addetti ai lavori che all’inizio non ci vedevano in grado di raggiungere un obiettivo simile. Proprio in questa ultima partita abbiamo dimostrato di aver raggiunto un alto grado di maturità riuscendo a vincere anche in una serata non positiva. Ora mi aspetto la Teamsystem". Carlo Recalcati: "Abbiamo realizzato qualcosa di importante ma il più è da farsi e per questo non abbiamo festeggiato. Verrebbe da augurarsi di vincere per vedere cosa possono combinare Pozzecco e Meneghin. Abbiamo dimostrato grande orgoglio battendo una Kinder che fa scuola e che nella finale di coppa Italia ci ha insegnato tanto. In sostanza abbiamo vinto apprendendo le armi migliori che hanno fatto grande la Virtus".

La Kinder esce di scena rendendo merito a Varese. "Avevo detto ai miei giocatori che di solito chi vince la stagione successiva non vince niente - recita Messina -. Loro sono riusciti a conquistare una coppa Italia e una finale di Eurolega senza uno straniero e giocare questa semifinale senza Danilovic. Di più non si poteva fare, possono andare in vacanza sereni. Abbiamo pagato i falli prematuri di Sconochini e Rigaudeau ma soprattutto siamo arrivati a giocarci il finale senza forze e con poca lucidità ".

Il presidente Cazzola non è deluso: "Usciamo a testa alta, hanno fatto il massimo. Ora pensiamo ad organizzare la squadra del prossimo anno che sarà competitiva a prescindere dalla coppa europea che disputeremo".

LA VITTORIA IN COPPA EUROPA, UNA SORTA DI SUPERCOPPA EUROPEA

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 28/08/2020

 

Al raduno della Virtus, in vista della stagione 1998/99, si presentano Ravaglia, Crippa, Binelli, Panichi, Gigena, O'Sullivan e Nesterovic. Vengono poi raggiunti da Rigaudeau e, successivamente da Sconochini, Abbio e Frosini, mentre Danilovic si unirà al gruppo a Folgaria (luogo destinato ad accogliere i bianconeri per l'inizio della preparazione, esattamente come quest'anno), in attesa dello straniero destinato a sostituire Savic. Alla fine tredici effettivi titolari per una stagione su più fronti. Per il Trentino partono anche Cupello, Gonzo, Bottiroli e Fabio Ruini. In questo ritiro anche la tradizionale sfida a calcio, nella quale i giocatori prevalgono sulla squadra di dirigenti e tecnici 3-0 (reti di Rigaudeau, Danilovic e Sconochini). A Verona, il 30 agosto, si gioca il Trofeo Europa, una sorta di Supercoppa europea non ufficiale tra la Muller, vincitrice della Coppa Korac e la Virtus che si è aggiudicata l'Eurolega nella Final Four di Barcellona. Gli arbitri sono D’Este di Venezia e Reatto di Feltre. Le V nere sono senza Danilovic e Gigena. Quest'ultimo è protagonista di una singolare vicenda: annunciato con un contratto quinquennale a inizio agosto, dopo le visite mediche viene rispedito a Livorno e nasce un contenzioso tra il Don Bosco Livorno e la società bolognese. Silvio inizia la stagione con i toscani, ma, messo presto fuori squadra, approderà finalmente a Bologna il 31 ottobre, ma rimarrà solo due mesi e mezzo, per poi passare a Milano. Quindi anche lui non è disponibile per la sfida con la Muller. Partono meglio i veneti, 24 a 15, ma le V nere azzerano quasi il divario, 28 a 26, poi gli scaligeri chiudono il primo tempo avanti 34 a 29. Nella ripresa, con un Nesterovic dominante, la Kinder produce un parziale di 0 a 7 e passa a condurre per 34 a 36. Reagiscono i padroni di casa e un 6 a 0 firmato da Griffin produce il vantaggio locale 50 a 44. Nel finale viene fuori la grande esperienza Kinder: si fa vedere O'Sullivan, ma sono Sconochini e Abbio a prendersi le responsabilità decisive. Griffin a 4" fallisce il libero del pareggio e Abbio scrive la sentenza dalla lunetta, 58 a 61. Il tabellino dei vincitori della Coppa Europa: Rigaudeau 13, Abbio 10, Sconochini 5, Frosini 9, Nesterovic 13, O’Sullivan 5, Crippa, Ravaglia 6, Panichi, Binelli.

QUANDO LE ROI SALÌ IN CATTEDRA

Il 31 gennaio 1999, i bianconeri di Messina si aggiudicarono per la sesta volta la Coppa Italia

di Ezio Liporesi - Corriere dello Sport - Stadio - 31/01/2021

 

1999. Final Four a Casalecchio. La Virtus si presenta nuovamente all'atto finale della Coppa Italia, dopo che nella stagione precedente era stato l'unico trofeo a sfuggirle, prima dei trionfi in Eurolega e campionato. Assente Danilovic (distrazione muscolare alla gamba destra), al ruolo di protagonista è chiamato Rigaudeau, in un ottimo periodo di forma. In semifinale, il 29 gennaio, l'avversaria è la Benetton Treviso: la Kinder parte forte, 6-0 e 8-2, grazie al contropiede, ma faticano a difesa schierata, con Jofresa prima e Bonora poi a braccare Rigaudeau. Al settimo minuto Rebraca è costretto negli spogliatoi, Messina fa rifiatare il francese, così con un parziale di 0-7 la Benetton sorpassa, 18-20, e aumenta poi il suo vantaggio fino al più otto, ottenuto al 18' con una tripla di Schmidt, 28-36, parziale di 4-13. Qui comincia la rimonta emiliana, il primo tempo si chiude 31-36. I bolognesi pagano lo 0 su 7 da tre, contro il 5 su 5 dei colori uniti; inoltre il bonus speso nei primi sei minuti ha fruttato molti liberi ai trevigiani, ben quattordici. La spinta della Virtus è veemente nel secondo tempo, quando, con Edwards incollato a Williams (nel primo tempo lo aveva curato Abbio), i bianconeri lasciano solo nove punti agli avversari nei primi dodici minuti. Al trentesimo minuto V nere avanti 56-45. Con Sconochini, Rigaudeau e Nesterovic richiamati in panchina con quattro falli, Treviso rimonta e sorpassa nuovamente (parziale di 0-9 che diventa 2-16 con Pittis scatenato), 60-64 al 14'30". Serie di triple di Williams e Rigaudeau (ventotto punti): quest'ultimo pareggia da tre a 1'06", poi tripla del play americano e nuovo pareggio del francese a trentadue secondi. Quando mancano cinque secondi. Bonora sfonda, ma Frosini sbaglia l'ultimo tiro. Nel supplementare scappa Treviso, Bologna rimonta, è avanti 83-82 quando a diciassette secondi Rigaudeau commette il quinto fallo, dopo aver segnato quindici degli ultimi diciannove punti Virtus in otto minuti. Schmidt fa uno su due ai liberi, la Kinder spreca l'ultima occasione e quindi occorrono altri cinque minuti. Ora Bologna deve trarre ossigeno da quel che resta della panchina, Crippa, Panichi, Abbio, Frosini e Edwards, con Nesterovic, Rigaudeau e Sconochini già fuori per falli. Nell'ultimo minuto Frosini segna i liberi dell'89-87, a nove secondi Abbio subisce sfondamento da Jofresa, poi prende fallo e realizza i due liberi del successo. Finisce 91-89. In finale, due giorni dopo, c'è Varese, in gialloblù stile Ignis. La Virtus insegue a lungo, poi finalmente mette il naso avanti con una tripla di Rigaudeau alla fine del primo tempo, 37-35. La squadra di Messina soffre di nuovo nella ripresa, anche per le tante palle perse, ventuno. Quando mancano tre minuti i lombardi sono al massimo vantaggio, 63-57; Bologna pare spacciata, non sembra poter riemergere, sembrano mancarle i punti nelle mani per ribaltare la partita, ma Messina ordina nuovamente la zona: Varese non segna negli ultimi otto attacchi e con cinque punti di Abbio Bologna si riavvicina, poi il gioco da tre punti di Rigaudeau in entrata confeziona il sorpasso, 65-63. Il francese, grande protagonista delle ultime uscite, segna poco, nove punti, ma è determinante: dopo essere stato protagonista delle ultime partite, tutte vinte, dalla Kinder (31 punti Milano, 17 a Samara, 29 contro Varese, 33 a Rimini) "Le Roi" ne ha segnati ventotto in semifinale e ha messo a segno l'azione decisiva in finale. Mvp della manifestazione è, però, Frosini, undici punti e dodici rimbalzi nella gara decisiva, dopo essere stato già molto positivo in semifinale. Per la Virtus è la sesta coppa Italia conquistata, la quarta nel periodo che va dal 1989 al 1999; ne vincerà poi altre due, nell'anno del Grande Slam e in quello successivo.

 


 

VENTIDUE ANNI FA IL DERBY A MONACO

di Ezio Liporesi - 1000cuorirossoblu - 20/04/2021

 

20 aprile 1999. Allo stadio Dall'Ara il Bologna affronta la gara di ritorno della semifinale di Coppa Uefa contro il Marsiglia, dopo lo 0-0 ottenuto in Francia. Intanto a Monaco Virtus e Fortitudo scrivono un'altra pagina indelebile della storia di Basketcity, senza dubbio uno dei punti più alti nella storia della città dei canestri: si affrontano, infatti, nella Final Four di Eurolega, in semifinale, per guadagnare l'accesso alla finalissima di due giorni dopo. Parte fortissimo la Kinder, reduce da cinque derby persi in stagione, l'ultimo vinto è quello che le ha consegnato lo scudetto 1998. Le V nere, orgogliose, ferite dall'affermazione dell'allenatore biancoblù, che ha parlato di mutande tremolanti in casa Virtus, partono forte; 23-9 con 10 su 12. La Fortitudo è tradita dai suoi big Mulaomerovic (5 punti), Myers (18 punti ma solo 4 nella ripresa) e Karnisovas (2 punti), protagonista decisivo di tre dei cinque derby vinti dai biancoblù. Così la rimonta avviene con un quintetto atipico, Jaric, Myers, Pilutti, Betts e Gay; all'intervallo il vantaggio della Kinder è di soli due punti, 34-32, e a inizio ripresa la Fortitudo si avvicina ancora, 35-34, al 21'15", ma qui gli uomini di Messina piazzano un parziale di 13-0 decisivo. La gara termina 62-57. Ottimo Nesterovic, 16 punti, 7 su 9 dal campo, 2 su 2 dalla lunetta e 6 rimbalzi. Bene Sconochini, 12 punti, 2 su 4 da due, 1 su 1 da tre, 5 su 7 ai liberi, 3 assist e una gran difesa, come pure quella di Abbio, Crippa e Nesterovic; dodici punti anche per uno stoico Danilovic, protagonista nonostante il dolore alle caviglie; da segnalare anche i dieci rimbalzi di Frosini. La Fortitudo arrivava alla Final Four in gran forma: dopo il quarto posto nel girone avevano, infatti, eliminato 2-0 i greci del Panathinaikos, che avevano fin lì perso una sola gara su sedici, e con lo stesso score il Real Madrid, dopo aver sempre battuto la Kinder in stagione; paga, però una sudditanza, frutto forse ancora dell'epilogo della stagione precedente, quando dopo aver vinto la Coppa Italia (facendo fuori proprio la Virtus in semifinale) persero contro le V nere la serie dei quarti di finale di Eurolega, porta d'ingresso per la Final Four di Barcellona, e quella di finale scudetto, trampolini sui quali la Virtus trasse la spinta per divenire Campione d'Europa e d'Italia. Più faticoso l'approdo a Monaco delle V nere: dopo il secondo posto alla fine delle fasi a girone e aver eliminato con relativa facilità il Maccabi, la Kinder perse a Pau gara uno, per poi battere i francesi a Casalecchio e nella sfida decisiva in Francia. Poi i bianconeri si presentarono in Germania con un Danilovic acciaccato, ma con la voglia di provare a ottenere il massimo. Le grandi energie fisiche e nervose consumate in semifinale, privarono poi la Virtus delle forze necessarie a bissare il titolo dell'anno precedente e in finale lo Zalgiris ebbe la meglio.